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lunedì 8 marzo 2021

Die Lobby Republik e l'affarismo del deputato bavarese

Il potere invisibile delle lobby spesso sconfina nella corruzione e nell'affarismo, come ci mostra la vicenda del deputato bavarese Georg Nüßlein, politico di professione e lobbista di lungo corso, ora indagato per una vicenda di corruzione legata alla fornitura di mascherine ai ministeri tedeschi. Probabile che quando su questa vicenda si saranno spenti i riflettori, qualcuno gli offrirà un altro bel posto in un altro consiglio di amministrazione, in modo da poter continuare a monetizzare i suoi preziosi contatti nella politica che conta. Ne scrive Wirtschaftswoche.de



Il deputato della CSU non solo ha guadagnato soldi con le mascherine fornite ai ministeri della salute grazie alla sua intermediazione. Ma ha ricevuto anche dei pagamenti da altre aziende per i suoi contatti politici. Il suo ritiro dalla politica era inevitabile.


(...) Georg Nüßlein, vicepresidente del gruppo parlamentare della CDU/CSU, oltre al suo incarico politico si occupava anche di molte altre cose. A differenza della maggior parte dei parlamentari, tuttavia, non gli piaceva farlo gratis. E questo non riguarda solo un affare da 14 milioni di euro messo in piedi con le mascherine protettive consegnate al governo federale e ad altre autorità pubbliche e per le quali il deputato di Neu-Ulm aveva ricevuto 660.000 euro di provvigioni. Ci sono anche numerosi altri accordi fra aziende private e il settore pubblico in cui Nüßlein è stato coinvolto. Attraverso la sua società Tectum Holding GmbH, non ha solo intermediato la consegna delle mascherine al Ministero Federale della Salute, ma anche a diversi dipartimenti regionali.

Tectum Holding sembrerebbe un'arma multiuso. Il proprietario Nüßlein l'ha usata per gestire l'asset management, la consulenza finanziaria e, apparentemente, per farsi pagare le commissioni legate alle forniture governative, come ad esempio la vendita di mascherine anti-Corona per i ministeri della salute. Non si sa quale reddito generi con la Tectum Holding - Nüßlein a tale proposito non ha dato nessuna comunicazione al Bundestag.




Buoni affari con le ferrovie

Il deputato, oltre ad aver già lavorato per l'azienda di cosmetici "Veronas Dreams" dell'ex icona pubblicitaria Verona Feldbusch, infatti, non si occupa solo di gestire le proprie aziende. Nüßlein siede anche in molti consigli di amministrazione dove può usare proficuamente i suoi contatti politici. Ad esempio, l'economista e scienziato sociale di formazione e politico di professione, è anche un membro del consiglio di sorveglianza della Sfirion AG di Monaco, una società di ingegneria gestita dal proprietario e specializzata nella gestione di progetti nel settore delle costruzioni. Uno dei suoi clienti è la Deutsche Bahn AG. Da quando Nüsslein è nel consiglio di sorveglianza della Sfirion AG, gli affari con l'azienda statale si sono sviluppati in maniera particolarmente positiva, soprattutto da quando nel 2009 il Ministero federale dei trasporti è tornato alla CSU, dopo anni di leadership socialdemocratica.

Che il ministro dei trasporti fosse Peter Ramsauer, Alexander Dobrindt, Christian Schmidt o Andreas Scheuer - tutti da tempo sono buoni amici di partito nella CSU di Nüßlein e tutti sono stati responsabili d'ufficio per le ferrovie. In ogni caso, secondo un insider di Berlino, le vendite della Sfiron AG alla Deutsche Bahn dal 2009 sono quasi raddoppiate. Quale sia stato il ruolo di Nüßlein in queste relazioni, se abbia effettivamente promosso l'azienda che ha co-supervisionato presso i suoi amici di partito della CSU e se abbia ricevuto altri pagamenti oltre al suo compenso nel consiglio di sorveglianza al momento non lo si può escludere, tuttavia resta da chiarire. L'ufficio di Nüßlein da giorni non risponde alle domande della stampa, e anche la Sfirion AG si rifiuta di rispondere alle richieste scritte.

La gente si conosce, la gente si aiuta a vicenda

La rete di amigo di Nüßlein, tuttavia, non arriva solo al Ministero dei Trasporti. Il suo vecchio collega di partito Alfred Sauter, membro della presidenza della CSU, ex ministro della giustizia bavarese e oggi membro del parlamento regionale bavarese e avvocato, ha aiutato Nüßlein nei suoi affari. Nei dossier d'inchiesta della procura di Monaco contro Nüßlein e l'uomo d'affari Thomas Limberger per sospetta corruzione in relazione all'affare delle mascherine, il nome di Alfred Sauter appare in ogni caso.

L'influente politico della CSU nei documenti viene indicato come testimone. In risposta alle domande della stampa, Sauter ha riferito di aver solo redatto un contratto tra il Ministero della Salute bavarese e un fornitore di mascherine. Naturalmente per fare ciò gli è stata pagata una parcella come avvocato, secondo Sauter, che lavora in uno studio legale con l'ex politico della CSU Peter Gauweiler. Sauter non ha commentato la questione sul ruolo di Nüßlein.

Sauter e Nüßlein si conoscono bene. Sauter rappresenta la circoscrizione di Günzburg nel parlamento regionale bavarese - una città che si trova anche nella circoscrizione elettorale di Nüßlein al Bundestag. E anche Thomas Limberger conosce bene entrambi i politici della CSU. E i 660.000 euro arrivati a Nüßlein provengono dalla società di Limberger nel Liechtenstein, soldi che fino ad ora non erano stati comunicati all'ufficio delle imposte come notifica anticipata dell'IVA. Nelle indagini della procura e nelle perquisizioni sono stati coinvolti più di 30 funzionari - anche in Liechtenstein. Quando le indagini saranno completate, al momento non è ancora prevedibile, ha detto il pubblico ministero. L'immunità parlamentare di Nüsslein è stata revocata all'unanimità dal Bundestag, e la sua carica di vicepresidente del gruppo parlamentare è stata sospesa. Il suo avvocato respinge le accuse considerandole "infondate".

La direzione del gruppo parlamentare mette in guardia dal fare affari paralleli

Nell'Unione sono scioccati e scuotono la testa. Il sospetto che nella crisi causata dal Coronavirus qualcuno di loro si sia arricchito illegalmente è - secondo un insider della CSU - "per tutti noi terribile". Che anche il deputato della CDU al Bundestag Nikolas Löbel si sia guadagnato una piccola fortuna intermediando una fornitura di mascherine, è un ulteriore caso a cui si aggiunge un ulteriore danno d'immagine per la politica. Non aiuta il fatto che Nüßlein abbia annunciato il suo ritiro dalla politica e Löbel intenda dimetteresi dal suo seggio nella commissione affari esteri.

La direzione del gruppo parlamentare dell'Unione ha espressamente messo in guardia i deputati dal fare affari con la fornitura di mascherine. "Qualsiasi attività nel quadro di un mandato parlamentare non deve essere legata a interessi finanziari personali", ha scritto il leader del gruppo parlamentare dell'Unione Ralph Brinkhaus (CDU) e il capogruppo della CSU Alexander Dobrindt in una lettera ai loro colleghi di partito. Il segretario generale della CDU Paul Ziemiak ha definito questi affari come "profondamente indecenti".

sabato 16 marzo 2019

Una presidenza europea orgogliosamente sponsorizzata dalle bollicine americane

"Coca Cola supporta orgogliosamente la prima presidenza del consiglio europeo della Romania", cosi' è scritto sui cartelloni esposti durante gli incontri dei ministri europei in questo primo semestre 2019. La presidenza del consiglio europeo a guida rumena come un gran premio di Formula 1 o una partita di Champions League; per Lobby Control tuttavia non si tratterebbe di una coincidenza. Ne parla Lobby Control


Pannelli luminosi con il logo della Coca-Cola, poltrone sacco nel colore del marchio del più grande produttore mondiale di bevande, frigoriferi pieni con bottiglie di Cola per il consumo gratuito. Chiunque durante queste settimane visiti una riunione del Consiglio UE a Bruxelles o a Bucarest difficilmente potrà ignorare i messaggi pubblicitari del gigante americano delle bollicine. Coca-Cola insieme a Mercedes, Renault e al fornitore di telecomunicazioni Digi è il "Platin-patner" della presidenza rumena del Consiglio dell'UE - e può anche inserire immagini pubblicitarie. "Il valore aggiunto creato dalla catena di approvvigionamento del sistema Coca-Cola rappresenta circa lo 0,3 per cento del PIL del paese" campeggia ad esempio su uno degli spazi pubblicitari presenti in occasione della riunione del Consiglio dei ministri della difesa e degli esteri di Bucarest, riferiva "Die Presse" ad inizio di febbraio.

La democrazia non è un evento di Formula Uno

Nei giorni scorsi diversi giornalisti hanno parlato della questione, mentre l'organizzazione per la protezione dei consumatori Foodwatch ha chiesto di porre fine a questa pratica. Quello di Coca-Cola non è un caso isolato. Le presidenze del consiglio talvolta funzionano come un evento di Formula 1 o come una conferenza stampa della UEFA Champions League. Loghi aziendali a perdita d'occhio.

L'Austria nel 2018 si era fatta sponsorizzare la sua presidenza dell'UE, fra gli altri, da Porsche, Audi e Microsoft. La Bulgaria nello stesso anno aveva avuto anche più di 50 sponsor, tra cui Microsoft e BMW. E nel 2017 il paradiso fiscale dell'UE, Malta, ha fornito una piattaforma di primo piano per BMW, Microsoft e AirMalta.

Il governo maltese in maniera molto franca aveva ammesso ciò di cui esattamente si trattava: "gli inserzionisti beneficiano della possibilità di essere associati a numerosi eventi di alto livello che forniscano loro una esposizione preziosa, prestigio e maggiore riconoscimento del marchio per i loro servizi e prodotti". Oppure espresso in numeri: "200 riunioni della Presidenza, visitate da circa 20.000 funzionari" più molti delegati in altri eventi a Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo.

Quanti soldi ottengano gli Stati membri dell'UE per la loro sponsorizzazione non sempre viene reso noto. Fino ad oggi la Romania non ha risposto alle richieste della nostra organizzazione partner Obsveratory Corporate Europe. L'Irlanda ha invece volontariamente ammesso di aver ricevuto nel 2013 ben 1,4 milioni di euro dai suoi sette partner, tra i quali Audi.

Tutto ciò è alquanto problematico. Perché la politica dopotutto in una democrazia dovrebbe essere indipendente e impegnarsi per il bene comune. Il corso politico fondato sugli abbracci e le coccole alle aziende, d'altra parte, offre ai gruppi industriali degli importanti contatti con le lobby e l'opportunità di rafforzare la propria agenda.



La Coca Cola esercita pressioni contro la tassazione, il deposito per il vuoto e gli obiettivi di riciclaggio

Coca Cola, da anni ad esempio si batte contro una tassa sullo zucchero di cui in molti paesi dell'UE si dibatte da anni. I documenti interni al Gruppo, pubblicati nel 2016, mostrano che Coca-Cola, oltre a questa tassa, sta combattendo sia le norme sui depositi per il vuoto che gli obiettivi di riciclaggio più elevati. Il documento strategico interno fornisce a queste misure la "massima priorità" - con un chiaro mandato: "combatterle".

La presidenza del Consiglio dell'UE a intervalli semestrali ruota tra i 28 Stati membri dell'UE. Nel gennaio 2019, la Romania ne ha assunto la guida. Sarà interessante vedere se anche la Germania durante la sua presidenza del 2020 si farà sponsorizzare. Gli stati membri decidono autonomamente sui loro sponsor. Regole a livello europeo sembrano apparentemente non ce ne sono. Ad esempio, il manuale del Consiglio dell'Unione europea sulla presidenza non menziona affatto le sponsorizzazioni.

Le sponsorizzazioni a livello dell'UE sono presenti anche nei cosiddetti intergruppi. I membri sono parlamentari, rappresentanti di aziende, organizzazioni e associazioni. Un esempio è l'European Internet Forum (EIF), che oltre a molti eurodeputati, comprende anche rappresentanti di importanti aziende IT come Amazon, Apple e Facebook. Il bilancio annuale di oltre mezzo milione di euro viene completamente finanziato dalle aziende. E alcuni dei deputati al Parlamento europeo, i cui emendamenti sono stati inseriti nel progetto di regolamentazione della protezione dei dati nell'UE, in parte ripresi da documenti provenienti dal settore, erano casualmente membri dell'EIF.

La politica tedesca si fa sponsorizzare dall'industria del tabacco e della difesa

Ma anche in Germania le sponsorizzazioni sono un problema serio. Le grandi aziende sponsorizzano, sia in patria che all'estero, ministeri e istituzioni pubbliche, i partiti e le loro organizzazioni giovanili. Airbus, azienda operante nel settore della difesa, ad esempio, nel 2016 ha sponsorizzato con 50.000 euro il padiglione tedesco ad un festival culturale in Arabia Saudita. Il cantiere Lürssen che in Arabia Saudita non esporta solo yacht di lusso, ma anche navi da guerra, ha contribuito alla manifestazione con un "una sovvenzione", secondo quanto si apprende dal Ministero degli esteri. Il produttore di sigarette Philip Morris a sua volta, tra il 2010 e il 2015, ha versato alla CDU, CSU, SPD e FDP, oltre mezzo milione di euro per diversi eventi di partito, tra cui il congresso del partito della CSU a Norimberga, il raduno nazionale dei giovani dell'Unione, il festival estivo dei Giovani Liberali o la "Spargelfahrt" del circolo di Seeheim della SPD.

Un certo clamore è stato causato anche dallo scandalo "Rent-a-Sozi" del 2016. Frontal21 all'epoca aveva scoperto che una società controllata dalla SPD aveva offerto ad aziende e gruppi di pressione vari incontri con i leader della SPD tra cui Heiko Maas, Andrea Nahles o Katharina Barley dietro il pagamento di una somma fra i 3.000 e i 7.000 euro.

Attualmente la sponsorizzazione dei partiti è priva di trasparenza e di regole. Non c'è da stupirsi che sempre più aziende come BMW o Gesamtmetall non facciano più affidamento sulle donazioni ai partiti, ma sulle sponsorizzazioni. Così ad esempio, secondo le ricerche di Lobby Control, la sola Volkswagen fra il 2014 e il 2017 ha speso 656.260 euro in sponsorizzazioni ai partiti - ovvero circa quattro volte quanto VW spendeva in precedenza in media ogni anno.

Per questo motivo da molto tempo chiediamo regole chiare e maggiore trasparenza nella sponsorizzazione. In Europa e in Germania.


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