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mercoledì 28 marzo 2018

Thilo Sarrazin: il miglior consiglio per gli italiani è quello di uscire dall'euro

Thilo Sarrazin è un ex dirigente della SPD, è stato nel board della Bundesbank e parlamentare della città di Berlino. Intervistato sulla moneta unica da Focus ha un consiglio da dare agli italiani: per voi sarebbe molto meglio uscire dall'euro. La stampa popolare tedesca continua con una narrazione dell'eurocrisi fondata su pregiudizi e cliché: il tentativo dei sud-europei di impossessarsi dei risparmi tedeschi per poter continuare a vivere al di sopra dei propri mezzi, ovviamente a spese dei contribuenti del nord. Da Focus.de 


Focus: in Italia gli euroscettici recentemente hanno ottenuto quasi il 50% dei voti. L'euro ha ancora un significato?

Sarrazin: mi lasci rispondere. L'euro ha tre funzioni. Primo: è una valuta, con la quale paghiamo. Secondo: molti hanno sperato che con l'euro le condizioni economiche generali sarebbero migliorate. Ma non è andata cosi'. E terzo, l'euro è il veicolo per l'integrazione europea. Tuttavia anche in questo compito è fallito, è accaduto esattamente il contrario.

Focus: cio' ha a che fare anche con le differenze culturali fra i paesi?

Sarrazin: abbastanza, noi tedeschi abbiamo fiducia nelle nostre istituzioni e abbiamo una avversione storica nei confronti del debito e dell'inflazione. I paesi del sud sono meno disposti a scendere a compromessi e guardano di più' ai loro interessi. Questo è il motivo per cui esiste un altro approccio verso i conflitti politici, la cui soluzione spesso tende ad essere procrastinata.

Focus: che cosa significa concretamente?

Sarrazin: se non si riesce a trovare un accordo sulla politica di bilancio e sui tagli alle spese o sull'aumento delle tasse, allora si finisce per fare piu' debito. Questa fino ad ora è stata la via italiana. Per questo l'Italia fin dalla seconda guerra mondiale ha avuto un'inflazione piu' alta e ha fatto piu' debiti della Germania. In passato non era un problema, ma ora abbiamo una moneta comune che richiede una certa disciplina di bilancio.

Focus: che non c'è...

Sarrazin: ....e questo è diventato il modo italiano per risolvere i problemi.  I partiti che hanno vinto le ultime elezioni sono quelli che dicono: non ne vogliamo piu' sapere dei diktat finanziari tedeschi. Che si può' anche tradurre cosi': ci piace avere l'euro per comprare auto tedesche a buon mercato, ma non abbiamo nessuna voglia di rispettare le regole sul debito. Inoltre, non possono piu' svalutare la loro valuta per vendere ad un prezzo piu' competitivo i loro prodotti. Tutto cio' in Italia sta producendo grande frustrazione.

Focus: l'economista Heiner Flassbeck sostiene che la Germania nell'ambito dell'eurozona stia praticando un damping valutario, perché l'euro per la Germania è una moneta troppo debole.

Sarrazin: Flassbeck in parte ha ragione. L'euro è davvero troppo debole per noi. In realtà stiamo vendendo i nostri beni ad un prezzo troppo basso, e in questo modo rinunciamo ad una parte della nostra prosperità. Potremmo chiedere molto di piu' per i nostri prodotti. Ma Flassbeck ha anche torto perché da quando c'è l'euro la quota del commercio estero con i paesi dell'euro è diminuita costantemente. Il commercio con i paesi non-euro sta crescendo in maniera decisamente piu' forte.

Focus: perché è così?

Sarrazin: se l'economia in paesi come Francia e Italia non cresce, ovviamente non aumenta nemmeno il potere d'acquisto di quei paesi. L'euro ha influenzato negativamente la crescita nell'Europa meridionale, mentre nell'Europa del nord non ha avuto un effetto positivo.

Focus: ma se la Germania uscisse dall'euro avremmo un D-Mark decisamente piu' forte.

Sarrazin: non ho chiesto che sia la Germania ad uscire dall'euro. Ma alcuni paesi dell'europa del sud starebbero sicuramente meglio senza l'euro. Dobbiamo tornare alle regole del Trattato di Maastricht. E in quei trattati non vi è alcuna indicazione che la Germania debba garantire per i buchi di bilancio dei paesi economicamente piu' deboli. L'unione monetaria non dovrebbe essere una unione dei debiti.

Focus: in realtà è cio' che sta accadendo. Ci puo' spiegare nuovamente perché il denaro tedesco è sul fuoco?

Sarrazin: ci sono diversi meccanismi, in totale ce ne sono cinque, se si include il bilancio UE. La cosa peggiore è: io temo che la maggior parte degli economisti non abbia ancora compreso tutti i meccanismi.

Focus: proviamoci ancora una volta

Sarrazin: inizio dai saldi Target. Gli stati hanno due opzioni per finanziare i disavanzi delle partite correnti. Da un lato con il debito, dall'altro con il sistema Target-2. La BCE permette la creazione di enormi saldi negativi per i singoli stati, come se si trattasse di una linea di credito. Alla fine si tratta di paesi che come l'Italia e la Grecia sono indebitati con la BCE. Dietro però ci sono i crediti dei paesi che nel sistema sono dei pagatori, come la Germania.

Focus: come si è arrivati a questa situazione?

Sarrazin: l'unione monetaria è nata con l'idea che doveva esistere una moneta comune, ma nessun sistema di responsabilità comune. Questo approccio è venuto meno con il salvataggio della Grecia nel 2010. Da allora abbiamo una unione di responsabilità, ad esempio con il sistema Target 2 oppure con il meccanismo europeo di stabilità (ESM)

Focus: ... il fondo europeo di salvataggio per gli stati in difficoltà.

Sarrazin: giusto, e in quel fondo - come lei sa, la Germania è il maggiore contribuente netto. In casi estremi si potrebbe arrivare a 190 miliardi di euro per la Germania.

Focus: la richiesta di un sistema europeo di garanzia dei depositi si fa sempre piu' forte: che cosa significa per il risparmiatore tedesco?

Sarrazin: un'assicurazione europea sui depositi è un altro passo verso questa unione basata sulla messa in comune del debito. Quando si parla di assicurazione sui depositi, si tratta di garantire che i depositi dei clienti siano protetti nel caso in cui la banca fallisca. Abbiamo tre sistemi di garanzia dei depositi in Germania: per le banche private, per le casse di risparmio e per le Volks- e Raiffeisenbanken. E se questi sistemi non dovessero essere sufficienti,interviene lo stato, come è accaduto nel 2008...

...un'assicurazione sui depositi è una messa in comune delle garanzie. Tutte le banche che fanno parte dell'assicurazione garantiscono per una singola banca. Ora molti paesi del sud e dell'Europa dell'ovest, che vogliono portare avanti l'unione monetaria, vorrebbero creare un sistema di responsabilità comune per tutte le banche europee.

Focus: alcune banche in Europa pero' stanno già traballando, specialmente in Italia

Sarrazin: in Spagna, Francia e nella Repubblica Federale, le banche sono sostanzialmente stabili. Sono alquanto instabili in Grecia ma anche in Italia. Le banche italiane, in particolare, nei loro bilanci hanno ancora molti crediti inesigibili.

Focus: l'economista  Markus Krall  ha recentemente parlato di "un oleodotto" che va dalla Germania alla Sicilia

Sarrazin: me lo lasci dire. Vengono create delle condutture affinché i paesi del sud possano continuare a spillare denaro. Si tratta dei saldi Target, del meccanismo europeo di stabilità (ESM), come di una possibile unione basata sulla responsabilità comune. Solo la semplice esistenza di una condotta non significa necessariamente che in quella tubatura scorra del denaro.

Focus: ma questo è esattamente il motivo per cui la condotta è stata creata.

Sarrazin: corretto. Cio' significa: quante piu' tubature ci sono, maggiore sarà il rischio che in una seduta notturna a Bruxelles si decida che di fatto dovranno effettivamente scorrere soldi. Per questa ragione io dico: quante meno tubature possibile!

Focus: ecco lo scenario: diciamo che i tassi di interesse della zona euro aumentano e che i costi per il servizio del debito per i paesi indebitati stanno aumentando. A un certo punto queste condutture vengono aperte, e noi tedeschi dobbiamo pagare. Giusto?

Sarrazin: sì è giusto. Lasciatemi dire qualcosa sulla politica dei tassi di interesse. Abbiamo ancora dei tassi di interesse estremamente bassi. Se sei un risparmiatore, allora sai cosa cio' significa per i tuoi risparmi.

Focus: sfortunatamente, niente di buono per i risparmiatori tedeschi.

Sarrazin: questa politica dei tassi di interesse non è stata fatta secondo gli standard e le necessità tedesche. Considerando la forza dell'economia tedesca, anche un tasso di interesse del tre, quattro o cinque per cento sarebbe assolutamente accettabile. Anche se i bilanci pubblici dovessero pagare più interessi, sarebbe comunque fattibile. I tassi di interesse sono mantenuti artificialmente bassi dalla BCE.

Focus: parlando di lavoro, fortunatamente, in Germania abbiamo un tasso di disoccupazione relativamente basso. Le cose vanno diversamente in altri paesi come ad esempio in Spagna. Alcuni economisti stanno già mettendo in guardia contro la sicurezza sociale europea. Sarebbe una conduttura in piu'?

Sarrazin: è vero, nel peggiore dei casi potremmo quindi trovarci a finanziare i disoccupati nei paesi del sud.

Focus: quindi ancora denaro tedesco che deve servire per risolvere i problemi degli altri?

Sarrazin: è sicuramente intenzione degli europei del sud ottenere più denaro possibile dalla Germania e in generale dal Nord Europa. La domanda è come dobbiamo gestire la situazione.

Focus: come la gestiamo?

Sarrazin: non facciamo abbastanza resistenza. Una delle scelte piu' infelici di Martin Schulz è stata quella di dare l'impressione che fosse compito della Germania lasciare che gli stati indebitati si rifornissero con il denaro tedesco. Questo non puo' e non deve accadere.

Focus: accadrà?

Sarrazin: io faccio la seguente previsione. A livello europeo continueremo a prendere iniziative che vanno nella direzione sbagliata. Questi passi saranno troppo piccoli per risolvere i problemi in Spagna, Francia, Italia & Co. Ma sufficientemente grandi da causare rabbia e instabilità in Germania. Per questa ragione la frustrazione sta crescendo, su entrambi i fronti

Focus: quali saranno le conseguenze?

Sarrazin: in Germania, la moneta comune, l'euro, sta diventando sempre più impopolare. E nei paesi del sud stanno crescendo le forze che sono contrarie ad una ulteriore integrazione europea.

Focus: non dovremmo forse preferire un finale con l'orrore rispetto ad un orrore senza fine e lasciare che l'euro imploda?

Sarrazin: io piuttosto mi auspico che si possa tornare ai principi originari che furono concordati all'inizio. Il vecchio principio diceva: abbiamo una moneta comune, ma delle casse nettamente separate, e ognuno si occupa dei propri debiti.

Focus: che cosa accade se ipotesi simili venissero portate alle estreme conseguenze?

Sarrazin: se i mercati sapessero che ad esempio gli italiani devono pagare tutti i loro debiti da soli, i tassi per gli italiani salirebbero sicuramente. Questo significa: gli italiani devono pensare seriamente al loro futuro. Se vogliono mantenere l'euro, devono iniziare a risparmiare sul serio. Ma se non vogliono risparmiare, allora staranno meglio con la loro valuta.

Focus: ma è del tutto irrealistico che Italia & Co. in futuro possano garantire da soli per i propri debiti. 

Sarrazin: anche io sono scettico, perché il ministro delle finanze italiano in realtà dovrebbe preoccuparsi di come tenere sotto controllo il suo debito e di come far ripartire economicamente il suo paese. Non mi pare stia accadendo. Piuttosto si preferisce inveire contro la politica di austerità tedesca.

Focus: e la Francia?

Sarrazin: i francesi sicuramente finiranno per arrabbiarsi con i tedeschi, ma pensano ancora secondo categorie come quelle del prestigio. Non sarebbe certamente compatibile con il loro orgoglio nazionale accettare di essere troppo deboli per l'euro.

Focus: che dire dell'Italia?

Sarrazin: il miglior consiglio che si puo' dare agli italiani è quello di uscire

Focus: ci possiamo permettere di liberare l'Italia dall'euro?

Sarrazin: potrebbe diventare costoso: probabilmente dovremmo rinunciare a tutti i crediti nei confronti dell'Italia.

Focus: quanti soldi ci sono in ballo per il contribuente tedesco?

Sarrazin: potremmo perdere centinaia di miliardi di euro

Focus: che cosa significa?

Sarrazin: che il treno dell'integrazione europea deve essere fermato

Focus: in Germania, AfD sta lavorando duramente per fermare l'integrazione europea. Questo partito è cresciuto molto negli ultimi anni. Cosa ne pensa: AfD sarebbe diventata così forte se la SPD avesse ascoltato di più le tesi dei suoi libri come "Europa braucht den Euro nicht"  oppure "Deutschland schafft sich ab“?

Sarrazin: certo, penso che cio' che ho scritto nel 2010 sull'islam, l'immigrazione e sui nostri problemi demografici fosse giusto. La SPD ma anche la CDU/CSU all'epoca hanno perso l'opportunità di affrontare questi problemi in maniera ragionevole. E quando i temi non trovano una rappresentanza politica, allora saranno gli altri ad occuparsi di questi problemi. AfD non esisteva nemmeno quando uscì il libro. E anche se AfD certamente su molte cose sbaglia, ciò non cambia il fatto che in Germania abbiamo ancora molti problemi irrisolti. 

mercoledì 20 marzo 2013

Italiani, frugatevi le tasche!



La notizia secondo cui il patrimonio degli italiani sarebbe superiore a quello dei tedeschi arriva sulla stampa popolare. Su Focus.de, Uli Dönch chiede agli italiani di saldare il conto senza scomodare il contribuente tedesco. La crisi euro raccontata all'uomo della strada, il trionfo del trash. Da Focus.de.



I miliardi spesi per il piccolo stato Euro non ci uccideranno. Peggio, c'è una grande economia che aspetta il nostro denaro: gli italiani stanno facendo di tutto per rovinarsi da soli. Ma il paese è in grado di far fronte ai suoi problemi da solo.


Cari amici italiani! Vi vogliamo bene. Ammiriamo il vostro stile di vita. E vi invidiamo perché vivete nel piu' bel paese del mondo. E voi che fate? Vi mettete nei guai da soli: mettete in scena il peggior caos politico dal 1945, pontificate sull'uscita dall'Euro, scioccate le borse mondiali e portate gli interessi sui vostri titoli di stato già traballanti ad un livello molto pericoloso. 

E poi? Alzate le spalle, guardate come dopo un (presunto) fallo - e pretendete che il resto d'Europa faccia il possibile per far scendere di nuovo i tassi. Solo per poter continuare a fare quello che avete fatto fino ad ora.

"Non ci sono le condizioni per l'intervento della banca centrale"

Cosi' non va, cari italiani. Oppure detto in maniera piu' diplomatica come ha fatto il presidente della Bundesbank Jens Weidmann sul numero attuale di Focus: "Se in Italia attori politici importanti discutono di un'uscita dall'unione monetaria e a causa di cio' gli interessi sui titoli di stato crescono, questo non potrà essere in alcun modo un motivo per l'intervento della banca centrale".

In parole povere: se giocate col fuoco, dovete anche essere capaci di spegnerlo. Invece di fare pressione sugli altri, vi dovrete bruciare i piedi. Nel frattempo anche gli economisti tedeschi piu' vicini a voi sono stufi. Anton Börner è presidente dell'Associazione per il Commercio Estero BGA, vive con la sua famiglia nella patria di adozione Italiana e in un'intervista a "Die Welt" vi dà una bella lavata di capo: "Non è possibile che un paese ricco come l'Italia chieda l'aiuto della EU".

I miliardi discreti delle vecchie famiglie

Perché - qui si arriva al punto - voi siete piu' ricchi di noi! I vostri depositi e i patrimoni privati raggiungono un impressionante 175 % del PIL. Noi, i vostri vicini al di sopra delle Alpi apparentemente forti, arriviamo appena ad un 125 % del PIL. Questo è dovuto prima di tutto ai vostri famosi "vecchi soldi" - i tesori miliardari discreti dell'industria finanziaria nel nord Italia e quelli nel sud che invece appartengono alla...lo sapete già.

Anche l'esperto Börner lo dice: "I patrimoni sono distribuiti in maniera molto diseguale". Il vostro prossimo governo dovrebbe finalmente avere il coraggio di tassare i patrimoni improduttivi (ville, antichità, gioielli)  con un'aliquota piu' alta rispetto alla ricchezza produttiva (salari, profitti delle imprese): "Allora gli imprenditori tirerebbero fuori i soldi dalle case al mare oppure in montagna e si deciderebbero a metterli nelle imprese".

Allora? Avete già smesso di parlare? Non è uno dei vostri sindacalisti comunisti a predicare. Ma un imprenditore tedesco molto solido e radicato in Italia. Che conosce voi e i vostri veri problemi. Tuttavia, voi - popolo piu' amabile sul continente - non potete sempre lamentarvi con "quelli là sopra". Anche voi dovete cambiare. E soprattutto la vostra caratteristica peggiore: "L'italiano conosce solamente se stesso e la sua famiglia e per questa cerca di ottenere il massimo, in ogni modo", racconta l'esperto Börner.

Fare ordine a casa propria

Per questo Börner non capisce le vostre continue richieste di aiuto: "E' anti-solidale pretendere che siano i tedeschi a dover pagare oppure garantire per gli italiani. Uno dei paesi piu' ricchi d'Europa si arrabbia perché deve fare ordine a casa propria". Oppure volete che si faccia un accordo secondo il vecchio stile italiano: la Juventus ad aprile perde in Champions League contro il Bayern Muenchen - e poi parliamo di nuovo di soldi ed interessi?

Voi non lo volete? Molto bene. Nemmeno noi. Allora vi resta solo una cosa da fare: indossate gli occhiali da sole, sigaretta dietro l'orecchio, maniche tirate su', tasse pagate  in parte - e continuate a sostenete i politici che vi faranno perdere una parte del patrimonio, sicuramente piu' grande di quanto non sia accaduto fino ad ora. Alla salute del paese piu' bello del mondo!



giovedì 14 marzo 2013

Münchau: Angelina ha qualche problemino


Wolfgang Münchau, nel suo ultimo commento su Der Spiegel, torna ad attaccare la Cancelliera sulle politiche europee e fa una (facile) previsione: Merkel fallirà. Da Der Spiegel

Angela Merkel fino alle elezioni federali vorrebbe evitare di prendere decisioni impopolari. Una strategia rischiosa. Perché la crisi Euro rischia di degenerare su quattro possibili scenari.

Fino a poco tempo fa alla Cancelliera andavano tutte bene. Il presidente della BCE Mario Draghi la scorsa estate sembrava aver messo fine alla Eurocrisi - il programma di acquisto dei titoli di stato aveva calmato i mercati. Merkel si proponeva come la salvatrice dell'Euro. Restavo sbalordito quando nei sondaggi leggevo l'approvazione del popolo tedesco verso la gestione della crisi Euro da parte di Merkel.

La crisi non è ancora tornata, ma dopo le elezioni italiane l'ottimismo è svanito. Siamo di nuovo ad un pericoloso punto di svolta. Io vedo quattro possibili sviluppi, che già prima delle elezioni federali del settembre 2009 potrebbero rivelarsi fatali per la Cancelliera.

Il primo e piu' grande pericolo al momento arriva dall'Italia. Il paese si trova in una recessione che si autoalimenta ed è paralizzato da una crisi politica. Per restare nell'Euro avrebbe bisogno di riforme interne che politicamente non è in grado di realizzare. E la Germania rifiuta di fare concessioni dall'esterno. Secondo le conversazioni da me fatte nelle scorse settimane, la sola speranza di un governo stabile e moderno nei prossimi cinque anni è un cambio generazionale al vertice di entrambi i maggiori partiti. Il partito democratico al proprio interno è lacerato. Il leader del partito Bersani, che ora sta cercando disperatamente di formare un governo, e il suo giovane sfidante Matteo Renzi, sindaco di Firenze, sono acerrimi rivali. Renzi spinge per andare al potere. Tra i due c'è un divario di quasi due generazioni.

L'uscita dell'Italia è solo una questione di tempo?

C'è solo una piccola possibilità che questo cambio generazionale riesca. Ad oggi è piu' probabile un nuovo governo di tecnocrati non eletto democraticamente, che nel medio periodo finirà per rafforzare le forze radicali. In questo scenario si arriverebbe ad una maggioranza assoluta per il partito anti-establishment di Beppe Grillo. I miei interlocutori in Italia considerano questo scenario come il piu' probabile nel medio periodo. Non è ancora chiaro se si arriverà al promesso referendum sull'Euro. Ma non è nemmeno importante. Dalla recessione attuale si arriverà alla depressione, chi vorrebbe investire sotto Grillo? In questo scenario un'uscita dell'Italia dall'Euro sarebbe solo una questione di tempo.

La seconda difficile questione sono gli effetti congiunturali delle politiche di austerità, ampiamente sottovalutati dai governi. Siamo arrivati alla situazione da me prevista lo scorso anno: il piano di austerità ha fatto crollare la crescita in tutta Europa. Il rapporto debito-pil cresce, perché il denominatore (il PIL) diminuisce piu' rapidamente del numeratore (debito). L'Italia, a causa delle politiche di austerità, tanto elogiate dalla cancelliera, si dirige verso un rapporto debito/pil del 130 %. E fino ad ora anche in Germania la tanto pronosticata ripresa non è arrivata. In gennaio in Germania e Francia è scesa la produzione industriale. Con queste politiche, le possibilità che l'Euro sopravviva sono minime. Un'inversione di rotta sulle politiche di austerità sarebbe una grande sconfitta per Merkel.

Il terzo rischio è Cipro. La BCE, secondo quanto raccontato dalla FAZ, avrebbe evitato la pubblicazione di un rapporto sulla suddivisione dei patrimoni nei paesi Euro. Il rapporto è politicamente esplosivo, perché contiene un dato, che per molti lettori sarà sorprendente. Il tedesco medio è piu' povero dell'italiano medio o del francese - e non molto piu' ricco, se non per niente, del cipriota-medio.

Perchè il povero tedesco dovrebbe garantire per il ricco cipriota?

I tedeschi hanno redditi alti, ma patrimoni inferiori. La ragione principale è che i tedeschi piu' raramente sono proprietari di case o appartamenti rispetto ai cittadini degli altri stati EU. In altri paesi gli immobili sono la parte piu' importante dei patrimoni individuali. E con questa statistica arriva la domanda politica: perché i poveri tedeschi dovrebbero pagare per i ricchi ciprioti?

Il governo federale è consapevole del pericolo politico che arriva da un salvataggio di Cipro. A Bruessel si spera di raggiungere un accordo entro la fine del mese. Nella tarda primavera Cipro avrà un rimborso obbligazionario molto pesante. Ma come si fa ad ottenere il voto del Bundestag? Se il governo federale insiste sulla partecipazione del risparmiatore cipriota, va a sbattere contro i mercati finanziari. Se non lo fa, è possibile che la SPD si opponga al progetto e lo faccia cadere al Bundestag.

Il quarto rischio per Merkel è il nuovo partito anti-Euro nato questa settimana. Non credo riuscirano ad entrare al Bundestag, ma sicuramente avranno un certo successo mediatico, che  all'Unione costerà voti preziosi. L'esperienza dell'Eurocrisi mostra che ovunque, anche in Germania, c'è un terreno fertile per un movimento di protesta. E cosi' anche da noi le elezioni saranno imprevedibili.

La mia previsione è che Merkel sull'Euro fallirà. Il mio dubbio è se accadrà prima delle elezioni, oppure in un qualche momento dopo le elezioni.
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lunedì 4 marzo 2013

Sono state elezioni libere?


German-Foreign-Policy.com, osservatorio on-line sulla politica estera tedesca, propone un'analisi delle interferenze tedesche durante la campagna elettorale italiana: gli interventi all'estero saranno sempre piu' frequenti per sostenere il corso europeista.
Berlino ha reagito ai risultati elettorali italiani con un certo scetticismo. Il socialdemocratico Bersani a favore del quale il governo tedesco e i funzionari tedeschi della UE sono intervenuti massicciamente durante la campagna elettorale, ha ottenuto la maggioranza assoluta solo alla Camera dei Deputati. Secondo i piu' importanti commentatori tedeschi, in futuro sarà "sempre piu' normale" che i politici di Berlino - come nel caso italiano - intervengano nelle campagne elettorali dei paesi stranieri. Anche se nel caso attuale l'interferenza sembrava legittimata a livello popolare dagli scandali berlusconiani e dalle sue simpatie per Mussolini, nel complesso si tratta di una decisa limitazione della democrazia, sempre secondo gli osservatori. In questa situazione il Presidente della Repubblica Tedesca dichiara: "l'Europa non ha bisogno di scettici, ma di portabandiera".

Le conseguenze dell'austerità

Per Berlino le elezioni in Italia avevano una straordinaria importanza, in quanto era in gioco la subordinazione dell'Italia alle politiche di risparmio. Lo sfondo è la crisi economica, che negli ultimi due anni a causa dei diktat di risparmio si è acuita. Il PIL dopo una crescita molto debole nel 2010  e 2011 , dall'inizio del governo Monti è sceso del 2.2 %, e per l'anno in corso si prevede un ulteriore calo. Nel quarto trimestre del 2012 l'attività economica ha raggiunto un livello che l'Italia aveva visto solo 10 anni prima. Soprattutto è la produzione industriale ad essere crollata,  inferiore di un quarto rispetto al 2008. Sotto la pressione tedesca il governo Monti è riuscito a incassare piu' tasse che mai; e questo sarebbe accaduto "oltre i principi dello stato di diritto" [1]. Gli ispettori della finanza hanno cosi' ottenuto degli obiettivi fissi "su cio' che in termini di evasione fiscale dovevano recuperare nella loro provincia", e cosi' sono arrivati fino al ricatto pur di raggiungere il loro obiettivo. La pressione tedesca per la riduzione del debito si è fra l'altro mostrata anche nel settore pubblico, dove le fatture vengono ormai pagate solo con un forte ritardo; cio' ha ovviamente danneggiato le aziende di fornitura e ulteriormente peggiorato le dinamiche della crisi.

Con l'appoggio della SPD

Berlino riponeva da tempo le sue speranze nella vittoria del socialdemocratico Bersani: da sempre sulle politiche di soluzione della crisi era in sintonia con la tedesca SPD e da sempre si era mostrato favorevole a portare avanti la politica di austerità del governo Monti, politica imposta dal governo della Repubblica Federale Tedesca. In una dichiarazione di inizio dicembre della SPD per l'elezione di Bersani a candidato della coalizione si diceva, tra l'altro: "il politico potrà essere certo dell'appoggio di tutta la SPD"[2]. In novembre il candidato SPD Peer Steinbrück si era incontrato a Milano con Bersani per poter discutere sulle politiche anticrisi; anche Martin Schulz, il presidente del Parlamento Europeo, pochi giorni dopo si è incontrato con Bersani a Roma con lo stesso obiettivo. Ad inizio febbraio Bersani sempre con lo stesso obiettivo era andato fino a Berlino al fine di confermare il suo appoggio alle politiche anticrisi tedesche: in un discorso davanti alla  Deutschen Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP), ha sostenuto la necessità portare avanti le riforme avviate da Monti, anche se ci si sarebbe potuti aspettare un ulteriore crollo dell'economia italiana[3].

Compatti contro Berlusconi

I politici tedeschi si sono immischiati spesso - fra questi anche i funzionari delle istituzioni europee come il Presidente del Parlamento Martin Schulz (SPD) - non necessariamente a favore del fedele Bersani, piuttosto con attacchi contro il principale oppositore dei diktat di risparmio tedeschi. Cio' è stato spesso giustificato con riferimento agli scandali sessuali di Berlusconi, ai suoi contatti con la mafia e al suo recente apprezzamento per il Duce Mussolini. [4] Con la scusa di una onesta indignazione, i politici tedeschi hanno ripetutamente indicato in che modo votare in Italia:  Berlusconi "ha messo il suo paese nei guai attraverso un'azione di governo irresponsabile e avventure personali", dichiarava il sostenitore di Bersani e Presidente del Parlamento EU Martin Schulz [5]. L'Italia ha bisogno di "una leadership politica proiettata verso il futuro", ha detto il presidente della Commissione affari esteri al Bundestag, Ruprecht Polenz (CDU) e ha continuato: "sicuramente Berlusconi non puo' esserlo". Lo stesso Ministro degli Esteri ha dichiarato che Berlino supporta "il corso europeista e il proseguimento delle necessarie riforme". [6] Questa è "con certezza" la posizione dell'intero governo federale, ha confermato il suo portavoce. [7] Secondo quanto riportato dalla stampa, la Cancelliera tedesca ha esercitato una forte pressione sul gruppo parlamentare conservatore al Parlamento Europeo, al fine di ottenere l'esclusione dal gruppo del Partito del "Popolo della Libertà" .[8]

Sono state elezioni libere?

In considerazione del livello di interferenza tedesco nelle elezioni di uno stato membro EU, che nel caso italiano si lasciava giustificare a livello popolare dagli eccessi di Berlusconi, nella stampa vicina al governo si lascia intendere che questi interventi "in futuro saranno sempre di piu' la regola". [9] "Gli elettori dovranno votare i partiti e i politici con un programma giusto e ragionevole e che promettono un corso proeuropeo?", si chiedeva un commentatore in considerazione dell'intervento tedesco nella campagna elettorale italiana, dandosi la risposta: "in qualche modo si'". In caso contrario "seguirà una punizione", "ad esempio sotto forma di tassi di interesse per i titoli di stato, o in forma di pressione del gruppo dei pari". "Si è mostrato necessario", ha continuato il commentatore, "mantenere un corridoio politico le cui massime sono: consolidare, riformare, restare competitivi". Già in molti si sono chiesti "che cosa resta della loro democrazia?", non solo in Italia, ma anche in Grecia, Spagna o Portogallo. I parlamenti nazionali ormai sono solo "organi d'esecuzione", mentre soprattutto i politici tedeschi, sempre piu' spesso, parlano di una "comunità di destini" europea a cui tutti gli stati dovrebbero subordinarsi - al prezzo di abbandonare di fatto una libera scelta politica.

Si', voglio l'Europa!

La risposta di Berlino alle possibili obiezioni l'ha data alla fine della scorsa settimana il Presidente della Repubblica Gauck. "L'europa non ha bisogno di scettici, piuttosto di portabandiera, non di tentennatori, ma di sostenitori", ha dichiarato Joachim Gauck in merito all'auspicata subordinazione alla EU e ai suoi concetti politici egemonici. Nonostante tutte le attuali difficoltà ognuno di noi puo' sicuramente trovare "un buon motivo per la frase: si', io voglio l'Europa".[10] La domanda decisiva oggi non dovrebbe essere quali sono i vantaggi che l'EU offre ad ogni cittadino, ma un'altra: "Non ti chiedere che cosa l'Europa puo' fare per te, chiediti piuttosto, che cosa tu puoi fare per l'Europa".

[1] Warten im Teufelskreis; Frankfurter Allgemeine Zeitung 25.02.2013
[2] Sigmar Gabriel und Peer Steinbrück gratulieren Pier Luigi Bersani. Pressemitteilung der SPD vom 03.12.2012
[3] Pier Luigi Bersani: "Il futuro dell'Europa: Una prospettiva Italiana"; German Council on Foreign Relations, Berlino, 5 febbraio 2013
[4] Holocaust-Gedenktag: Berlusconi schwärmt von Mussolini; www.spiegel.de 27.01.2013
[5] "Was erlaube Schulz?" Er warnt die Italiener vor Berlusconi; www.handelsblatt.com 21.02.2013
[6] Berlin warnt vor Berlusconi; www.sueddeutsche.de 19.02.2013
[7] Wahl in Italien: Deutsche Politiker fürchten Berlusconi-Comeback; www.rtl.de 19.02.2013
[8] Berlusconi gegen die "Berliner Allianz"; www.zeit.de 07.02.2013
[9] Rückkehr des Chaos? Frankfurter Allgemeine Zeitung 22.02.2013
[10] Rede zu Perspektiven der europäischen Idee; www.bundespraesident.de 22.02.2013

sabato 2 marzo 2013

Tornate alla Lira!


Nuove reazioni fra i politici tedeschi dopo le elezioni italiane: l'Italia deve poter tornare alla Lira, chi non riesce a rispettare le regole deve poter uscire. Da Handelsblatt.de
L'Italia è un pericolo per l'Eurozona? Dopo il caso elettorale la si potrebbe pensare cosi'. Il Presidente della Repubblica nega, tuttavia a Berlino ci sono anche altre opinioni - e consigli per Roma.

In considerazione dell'incerta situazione politica in Italia, il deputato CDU al Bundestag Klaus-Peter Willsch si è pronunciato a favore di un'uscita dell'Italia dall'Unione monetaria. "Se non si riesce a convincere la maggioranza della popolazione di un paese che gli impegni presi per il funzionamento della moneta unica devono essere rispettati, non è possibile richiedere nuove elezioni dall'esterno, piuttosto si deve lasciare che il paese torni alla sua moneta", ha dichiarato Willsch all'Handelsblatt Online.

La zona Euro deve essere aperta ai cambiamenti, ha continuato Willsch."Se vogliamo tornare ad una convivenza pacifica e rispettosa in Europa e prendere sul serio l'autodeterminazione dei popoli, dovremmo abbandonare l'ideologia dell'Euro-Europa", ha sottolineato. "L'unione monetaria sopravviverà solamente se è percepita come un vantaggio da tutti i suoi membri".

Anche l'esperto di finanza del gruppo FDP al Bundestag, Frank Schäffler, ha chiesto un'uscita dell'Italia dall'Euro nel caso in cui il paese decida di non continuare sulla via delle riforme. "Se vogliamo che l'Euro possa andare avanti, è necessario che diventi una moneta viva. I membri che economicamente non riescono oppure non vogliono restarci, devono poter uscire dal club valutario", ha dichiarato Schäffler all'Handelsblatt Online. "Come Ultima Ratio dovrà essere anche possibile escludere chi infrange le regole e continua ad abusare della solidarietà degli altri". 

L'Unione Europea e l'Euro-Club potranno sopravvivere solo come una comunità fondata sul diritto. "Non tutti i membri della zona Euro sembrano avere la stessa opinione su questo punto, percio' il risultato elettorale italiano richiede una risposta rapida su di una domanda ancora aperta. Ed è un bene che sia cosi'.

Allo stesso modo si era espresso poco prima anche Anton Börner, presidente dell'associzione di categoria BGA (commercio estero, servizi, grande distribuzione): "In nessun modo dovrà essere ridotta la pressione dall'esterno sul governo e la società italiana, piuttosto la si dovrà aumentare con l'obiettivo di attuare le riforme assolutamente indispensabili", scrive Börner in un commento per la "Frankfurter Allgemeine Zeitung". "Se il paese non dovesse superare la sua frammentazione e non realizzasse queste riforme, cio' avrebbe conseguenze irreparabili per l'Euro".

Börner  non esclude che il paese lasci la moneta unica: "allora dovremmo iniziare a pensare come si potrebbe gestire un'Eurozona modificata". Non serve a molto "come convinti europeisti e sostenitori della moneta unica, non prendere in considerazione in maniera seria l'opzione e continuare a credere nella guarigione miracolosa".

mercoledì 27 febbraio 2013

Pizza Quattro Stagnazioni


Bild.de, il quotidiano piu' letto, commenta con ironia il risultato delle elezioni italiane e avvisa: saranno i tedeschi a pagare per l'irresponsabilità degli italiani. Ovvero, come la stampa popolare spiega la crisi Euro all'uomo della strada. 
Ok, il giorno dopo si possono fare una gran quantità di battute sulla follia delle elezioni italiane: Pizza Quattro Stagnazioni! Ma troppa pasta non farà diventare stupidi?

Adesso l'Italia è nei guai!

Ma in verità non c'è da piangere

Un'elezione democratica in una democrazia europea rispettabile dà ad un clown politico invecchiato, con la pelle del viso gonfia come un pallone da calcio, la possibilità di bloccare qualsiasi legge che abbia un po' di senso.

Ora sarà assistito da un secondo e piu' giovane clown, il cui unico programma politico fino ad ora è stato "no a tutto". E il valoroso risanatore, il Presidente del Consiglio Mario Monti che ha fatto riacquistare credibilità al paese in difficoltà, ha preso appena il 10% dei voti. 

Ancora una volta: ogni italiano ha il diritto di votare, se vuole votare. E se alla fine esce un risultato privo di senso, che sia cosi!

Ma una cosa è cambiata, per questo la risata resta ferma in gola: prima si poteva assistere alle capriole politiche degli italiani come si fa con gli scimpanzé allo zoo.

Oggi pero' c'è un'immagine migliore: tutti gli europei siedono sulla stessa barca, remano con tutta la forza contro la tempesta della crisi - ma qualcuno sulla barca apre improvvisamente un buco sul fondo. Semplicemente perché ha un martello.

Diciamocelo: quasi un anno fa in Grecia è successo qualcosa di simile. Una prima elezione parlamentare è finita in pareggio fra i riformatori e le forze anti-riforme. Anche perché in queste condizioni gli altri paesi Euro si rifiutavano di pagare ulteriori miliardi di aiuti. I greci hanno votato ancora una volta, questa volta è stata quella giusta.

Con la nuova maggioranza di governo i paesi Euro hanno potuto fare un accordo e sottoscrivere gli impegni. E poi hanno lasciato che il denaro dei loro contribuenti fluisse verso Atene.

In Italia non siamo ancora in quella situazione. Il paese nell'UE è uno dei pochi che al bilancio comune contribuisce piu' di quanto non riceva. Per adesso non ha avuto bisogno di alcun pacchetto di salvataggio.

Tuttavia: con la "Pizza Quattro Stagnazioni" la crisi Euro si ripresenta in un colpo solo. La sfiducia sui mercati ha colpito da questa mattina anche gli altri paesi in difficoltà, Spagna e Portogallo. La paura è che l'Euro possa tornare a vacillare, perché un paese grande come l'Italia non potrà essere protetto da nessun fondo di salvataggio. 

In breve: gli italiani alle elezioni hanno avuto il loro divertimento. Ma del conto intero, ne pagheranno solo una piccola parte - il grosso saranno gli altri a pagarlo, che naturalmente in Italia non possono votare. 

Su questo l'Europa, almeno quella di oggi, non ha nessuna risposta. Abbiamo bisogno di almeno una.