Stampa conservatrice e progressista almeno su una cosa sono d'accordo: Hartz IV è stata una riforma di successo che ha migliorato il mercato del lavoro tedesco. FAZ.net celebra i 10 anni delle riforme con un'analisi dei risultati.
Sono passati 10 anni da quando la commissione Hartz ha presentato il progetto di riforma. "Hartz IV" è stata nel dopoguerra la piu' grande riforma sociale e del lavoro.
Nella riforma Hartz IV l'elemento centrale è stata la fusione del sussidio di disoccupazione con gli altri sussidi sociali. Secondo il principio dello "aiutare e svilppare", lo stato voleva mostrare che non intendeva solamente pagare gli alimenti, ma anche riportare le persone nel mercato del lavoro. Per questa ragione, nella scala internazionale, si è scelta una definizione di attività abbastanza rigida: chi può dedicarsi ad un lavoro per almeno tre ore al giorno, viene inserito nel sistema Hartz IV. Da allora, i sussidi sociali sono garantiti solo alle persone incapaci di lavorare e bisognose di aiuto. "Le riforme Hartz IV hanno portato chiarezza nelle statistiche e hanno reso pubblici i nostri problemi di occupazione", ci dice oggi Ulrich Walwei, vicedirettore del "Instituts für Arbeitsmarkt- und Berufsforschung" (IAB).
Le conseguenze: per la prima volta ad inizio 2005 il numero dei disoccupati registrati ha superato i 5 milioni, il tasso medio annuo aveva raggiunto quasi il 12%. Sette anni dopo la situazione è cambiata radicalmente. I soli 3 milioni di disoccuapti attuali, secondo i ricercatori, non sono solo da ricondurre alla positiva congiuntura economica a alla demografia favorevole. Minacciati di finire nel sistema Hartz IV, molti disoccupati hanno dovuto accettare un lavoro, ci dice Walvei. Inoltre, le indennità di disoccupazione sono state limitate a soli 12 mesi. Per i lavoratori piu' anziani, in seguito sono stati approvati termini piu' lunghi.
Attualmente gli occupati con un lavoro regolare sono circa 29 milioni, un numero in precedenza raggiunto solo per un breve periodo dopo la riunificazione. All'aumento dell'occupazione, accanto alle riforme Hartz IV, ha contribuito anche l'Agenda 2010 con la liberalizzazione del lavoro a tempo (Zeitarbeit), i Minijobs e l'allentamento delle leggi sull'ingresso nel mercato del lavoro, soprattutto per i lavoratori con basse qualifiche e i disoccupati di lungo periodo. I sindacati e i partiti di sinistra hanno criticato questi sviluppi: oggi infatti un tedesco su 5 ha un'occupazione con basso salario (Niedriglohnsektor). Per gli esperti il prossimo obiettivo sarà quello di riuscire a far funzionare bene non solo l'entrata, ma anche l'uscita. Dopo un periodo di occupazione, infatti, molti ritornano sotto Hartz IV. Inoltre c'è un grosso gruppo di centinaia di migliaia di beneficiari, che fin dall'introduzione della riforma non hanno mai lavorato. Tuttavia nel complesso, se confrontata con gli altri paesi, in materia di disoccupazione la Germania si è trasformata da caso problematico a prima della classe accanto a Olanda, Austria e Svizzera.
I costi della riforma.
Contrariamente alle promesse, la riforma non ha dato un contributo al risanamento dei conti. Nel 2004, l'ultimo anno prima dell'introduzione di Hartz IV, per i disoccupati e per i beneficiari degli aiuti sociali, il governo federale e i comuni in totale hanno speso 38 miliardi di Euro. Dopo la fusione di entrambe le prestazioni nell'indennità di disoccupazione („Arbeitslosengeld II“) i costi nel 2005 sono saliti a 45 miliardi di Euro. A questi sono da aggiungere i costi per il sostentamento dei pensionati, dei malati e disabili non in grado di lavorare, e per i quali è previsto il classico aiuto sociale.
Ai destinatari Hartz IV il governo federale rimborsa le "passività regolari" e attraverso l'agenzia per il lavoro federale gli interventi per il ritorno sul mercato del lavoro. Nei casi particolari vengono rimborsate determinate ulteriori esigenze, come ad esempio per le madri single, o i malati cronici o i disabili. Inoltre, il governo federale sostiene i costi per l'assicurazione contro la malattia e la cura per i 3.3 milioni di nuclei familiari sotto Hartz IV.
Hartz IV nei tribunali
Le proteste della popolazione, le leggi e i regolamenti non molto chiari, uniti ad un'applicazione irregolare nei jobcenter sono sfociati in un fiume di ricorsi al tribunale federale sociale (Bundessozialgericht). Anno dopo anno, il tribunale sociale federale ha registrato un nuovo record di ricorsi, alla corte di Kassel è stato addirittura creata una nuova apposita sezione. Nel 2011 il trend si è finalmente invertito: sono stati contati infatti circa 170.000 nuovi ricorsi - 9000 in meno del 2010. A Berlino e Brandeburgo, dove da sempre ci sono molti ricorsi contro Hartz IV, i tribunali hanno registrato un aumento anche nel 2011. Il colpo decisivo contro la riforma è arrivato da Karlsruhe. Nel febbraio 2010 la Corte costituzionale ha deciso che la riforma conteneva già un errore quando è stata approvata: non assicurerebbe il diritto ad una sussistenza dignitosa. Il legislatore non avrebbe infatti utilizzato dei criteri di calcolo delle prestazioni sensati. Se si considerano le prestazioni ordinare per i bambini sotto i 14 anni, secondo il senato della Corte di Karlsruhe ci sarebbe un "fallimento completo nella determinazione delle esigenze dei bambini". Da allora il legislatore deve prevedere il calcolo delle prestazioni in maniera trasparente, controllandole e se necessario incrementandole, in modo che anche l'aumento dei prezzi e delle tasse possa essere preso in considerazione.
Il centro per l'impiego come punto focale.
L'amministrazione Hartz IV ha dovuto essere riorganizzata, dopo che alla fine del 2007 i vecchi gruppi di lavoro composti da governo federale e comuni erano stati definiti incostituzionali. Il punto di contatto per i destinatari Hartz IV sono diventati i jobcenter locale. Nella maggior parte dei casi sono strutture condivise dall'agenzia per il lavoro (federale) e dai relativi comuni. Jobcenter sono anche le strutture dei 110 comuni che hanno scelto di assumere la gestione degli aiuti Hartz IV in maniera autonoma.
L'uomo dietro le riforme
Peter Hartz oggi ha 71 anni, grazie alle sue idee innovative sul lavoro, dopo essere stato il direttore del personale di Volkswagen, è diventato il padre delle riforme che portano il suo nome. La sua attività presso VW gli è costata però la reputazione. In relazione ad alcuni pagamenti speciali e ad alcuni viaggi di piacere del consiglio di fabbrica, nel 2007 è stato condannato per malversazione ad una pena di 2 anni, poi sospesa, e ad una multa di circa 500.000 Euro. In seguito ha cercato il ritorno con delle nuove proposte sul recupero dei disoccupati. Le idee non hanno però trovato ascolto. Peter Hartz è attualmente impegnato nella sua fondazione per lo sviluppo della Saarland.