Un blog per raccontare in italiano il dibattito tedesco sulla crisi dell'euro e le nuove ambizioni di Berlino, ma anche per mostrare qualche aspetto meno conosciuto, ma non secondario, del grande miracolo economico tedesco.
Traduco in italiano articoli di economia e politica pubblicati sulle principali testate online tedesche.
Centinaia di migliaia di persone – dall’Ucraina, dalla Siria, dall’Afghanistan e pure dalla nostra Italietta – sono arrivati in Germania per rifarsi una vita. Gli Integrationskurse, negli anni, sono stati uno strumento importante per dare una mano ai nuovi arrivati: imparare il tedesco, capire un po’ la cultura e integrarsi meglio. L’OCSE aveva pure fatto i complimenti a questo programma, però adesso è tutto a rischio, perché con i tagli al bilancio federale, il Ministero di Lindner vuole ridurre drasticamente la spesa per l’integrazione dei nuovi arrivati.
Tagli Proposti da Lindner: I Migranti Rischiano di Non Poter Concludere i Corsi
I tagli previsti, promossi dal Ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP), potrebbero significare che nel 2025 non verranno accettati nuovi partecipanti ai corsi di integrazione. Le stime interne del Ministero dell’Interno, riportate dalla Frankfurter Rundschau, indicano che i fondi si esauriranno per i corsi già in corso, lasciando così nessuna possibilità di accogliere nuovi studenti l’anno prossimo. Inoltre, il Ministero prevede di eliminare l’opzione di ripetizione dei corsi a partire da dicembre 2024, limitando le opportunità per coloro che necessitano di ulteriore supporto.
Allocazione del Bilancio e Questioni Legali
Il bilancio federale per il 2024 ha destinato 1,07 miliardi di euro per gli Integrationskurse, ma la proposta di bilancio di Lindner per il 2025 riduce tale importo di oltre la metà, a circa 500 milioni di euro. Secondo i calcoli del Ministero dell’Interno, sarebbero necessari 690 milioni di euro solo per coprire i corsi in corso dal 2024, quindi il bilancio proposto risulterebbe significativamente insufficiente.
“Se i tagli resteranno invariati, nel 2025 non si potranno accettare nuovi partecipanti”, ha notato il Ministero dell’Interno. Oltre ai vincoli logistici, una tale riduzione potrebbe comportare implicazioni legali, poiché molti migranti hanno un diritto legale e, in alcuni casi, anche l’obbligo di partecipare ai corsi di integrazione.
Rischi per l’Occupazione e l’Iniziativa “Job Turbo”
Questo potenziale deficit di finanziamenti potrebbe minare anche l’iniziativa “Job Turbo” del governo federale, un programma ideato per integrare rapidamente i rifugiati nel mercato del lavoro, anche se non hanno ancora una padronanza completa della lingua tedesca. Senza il supporto dei corsi di integrazione, migliaia di persone potrebbero affrontare un percorso più lungo verso l’occupazione, complicando ulteriormente gli sforzi per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro.
Partecipazione Record nel 2023 e Prospettive Incerte per il 2025
Con 360.000 partecipanti iscritti ai corsi di integrazione nel 2023, un record assoluto, la domanda di questi programmi è evidente. Ogni corso dura circa nove mesi e comprende 600 ore di lezioni di tedesco e 100 ore di orientamento per familiarizzare i partecipanti con i valori fondamentali della Germania, come lo stato di diritto, l’uguaglianza e la libertà religiosa. Si prevede un numero simile di partecipanti per il 2024, a testimonianza del bisogno continuo e crescente di programmi di integrazione.
La Proposta di “Operatività Ridotta” del Ministero
In risposta alle pressioni di bilancio, il Ministero sta valutando un modello di “operatività ridotta”. Questo comporterebbe l’eliminazione delle ore aggiuntive per coloro che non superano il corso al primo tentativo, che attualmente possono usufruire di ulteriori 300 ore di istruzione in tedesco. Il Ministero potrebbe inoltre ridurre i sussidi di viaggio per i partecipanti che ricevono prestazioni sociali.
In queste nuove condizioni, il Ministero stima che per mantenere un’operatività funzionale nel 2025 il bilancio dovrebbe essere aumentato fino a 920 milioni di euro—ancora meno di quanto stanziato per il 2024, ma comunque significativamente di più rispetto alla proposta attuale.
I continui dibattiti sul bilancio hanno importanti implicazioni per l’approccio della Germania all’integrazione e potrebbero lasciare centinaia di migliaia di persone ad affrontare un percorso più arduo verso la costruzione di una vita in Germania. Senza finanziamenti adeguati, tanto le singole storie di successo quanto gli obiettivi più ampi di integrazione e inserimento lavorativo potrebbero essere messi a rischio.
I contributi richiesti dalle casse malattia tedesche aumenteranno di parecchio il prossimo anno. Questo aumento continuo dei costi dipende dai problemi profondi del sistema sanitario tedesco, che il Ministro della Salute Karl Lauterbach, con le sue attuali riforme, non sembra essere in grado di risolvere in tempi brevi. Il peso dell’aumento finirà per gravare sui redditi medio-bassi. Un articolo molto interessante di Hartmut Reiners su Makroskop.de
Un Aumento Notevole nel 2025
Il 16 ottobre 2024, è stata la notizia principale su tutti i media: il “comitato di valutazione” composto da rappresentanti delle assicurazioni sanitarie obbligatorie (GKV), dell’Ufficio federale per la sicurezza sociale (BAS) e del Ministero federale della salute (BMG) ha stimato un aumento medio dello 0,8% del contributo aggiuntivo per il 2025. Questo porterà l’aliquota contributiva complessiva a superare il 17% del reddito imponibile, un livello che desta preoccupazione per molti cittadini.
La Reazione di Karl Lauterbach
Il Ministro della Salute Lauterbach ha definito questa tendenza “deplorevole”, ma ha sottolineato che la responsabilità non è sua. Accusa i suoi predecessori di non aver realizzato riforme strutturali efficaci nel sistema sanitario negli ultimi vent’anni. Tuttavia, promette di affrontare la questione attraverso la sua riforma degli ospedali e un rafforzamento della prevenzione sanitaria, dichiarando di poter gestire l’aumento dei costi. Ma questa promessa appare non solo irrealistica, ma anche ipocrita, poiché la sua politica impone nuovi costi alle casse malattia.
Le Promesse Infondate e le Conseguenze Socialmente Ingiuste
La Riforma degli Ospedali: Un Percorso Lungo e Complicato
La legge sulla riforma degli ospedali, approvata dal Bundestag il 17 ottobre 2024, deve ancora passare attraverso il Bundesrat. I governi regionali, guidati dall’Unione, intendono richiedere l’intervento del comitato di mediazione, il che potrebbe ritardare l’approvazione finale fino alla prossima legislatura. E anche se la legge venisse approvata, la sua attuazione richiederebbe anni. Ad esempio, la riforma della remunerazione ospedaliera è vincolata a un nuovo regolamento sulle tariffe ospedaliere, che deve ottenere l’approvazione degli stati federali.
La Prevenzione Sanitaria: Una Falsa Promessa
Lauterbach ha promesso che, attraverso una maggiore prevenzione sanitaria, sarà possibile ridurre i costi del sistema sanitario. Tuttavia, il suo approccio, con il “Cuore Sano”, sembra destinato a fallire. Piuttosto che ridurre i costi, è probabile che aumenti le spese per le casse malattia, poiché spingerà più soldi verso gli studi medici senza alcun reale beneficio per la salute.
Inoltre, la promessa di Lauterbach di ridurre le spese del GKV è contraddetta dal fatto che ha imposto un onere di 25 miliardi di euro per un fondo di trasformazione destinato a finanziare gli investimenti ospedalieri. Questo fondo non ha una base legale solida, poiché secondo la legge, il GKV è responsabile solo delle spese operative degli ospedali, mentre gli investimenti dovrebbero essere coperti dallo Stato.
Sfide Politiche e Impegni Mantenuti a Metà
Il Confronto con Lindner e la FDP
Per finanziare questi investimenti, Lauterbach dovrebbe affrontare un conflitto con Christian Lindner e la FDP. Non è nemmeno certo che riceverebbe il sostegno di Olaf Scholz e Robert Habeck, il che rende questa battaglia politica ancora più complessa.
L’Impegno Verso i Beneficiari del Bürgergeld
Un’altra promessa non mantenuta della coalizione semaforo riguarda il pagamento di contributi sufficienti per coprire i costi dei beneficiari del Bürgergeld. Questa misura costerebbe circa 10 miliardi di euro, equivalenti all’aumento previsto dei contributi. Se il governo federale rispettasse i suoi obblighi, i contributi alle casse malattia potrebbero essere più stabili.
I Costi Trasferiti e le Implicazioni per i Contribuenti
Il trasferimento dei costi dal bilancio federale alla GKV è una pratica che anche i governi precedenti hanno adottato, ma non è una politica di trasferimento indolore. Questa scelta colpisce in modo sproporzionato i redditi bassi e medi, mentre quelli più alti ne sono meno colpiti grazie al limite di reddito contributivo (attualmente circa 5.300 euro al mese). Inoltre, gli assicurati privati non partecipano affatto al fondo di trasformazione, creando una disparità evidente tra i diversi gruppi di contribuenti.
In conclusione, l’aumento dei contributi alle casse malattia riflette un problema strutturale profondo nel sistema sanitario tedesco, che richiede soluzioni ben più incisive di quelle attualmente proposte. Le promesse di riduzione dei costi fatte da Lauterbach sembrano irrealistiche e il trasferimento dei costi sulle fasce di reddito medio-basse aggrava ulteriormente la situazione, senza offrire una via d’uscita chiara per i cittadini.
Perché il nostro sistema sanitario è così costoso?
Ogni volta che vengono aumentati i contributi alle casse malattia (GKV), si sente spesso affermare che il nostro sistema sanitario sia generalmente troppo costoso. La Süddeutsche Zeitung lo riassume così:
“Il rapporto qualità-prezzo del sistema sanitario non è adeguato. I tedeschi pagano molto, ma non vivono particolarmente a lungo. In altri paesi europei il sistema sanitario è più economico e l’aspettativa di vita è maggiore.”
Confronto internazionale: costi più alti, vita più breve
È vero che, secondo i dati dell’OECD (2022), la spesa sanitaria pro capite in Germania è di 8011 dollari l’anno, molto più alta rispetto a paesi con un livello di assistenza paragonabile, come Paesi Bassi (6729 dollari), Francia (6630 dollari), Svezia (6438 dollari) o Canada (6319 dollari). È anche vero che l’aspettativa di vita media alla nascita in Germania è di 80,8 anni, inferiore rispetto a questi paesi (Svezia: 83,1 / Francia: 82,4 / Paesi Bassi: 81,7 / Canada: 81,6).
Tuttavia, queste differenze hanno poco a che vedere con i rispettivi sistemi sanitari. Prendiamo ad esempio il Giappone: ha una delle aspettative di vita più alte al mondo, 84,5 anni, ma una spesa sanitaria pro capite relativamente bassa, di 5251 dollari. Fattori come la genetica e le condizioni di vita generali incidono molto di più sull’aspettativa di vita rispetto alla densità di medici o ospedali.
Il costo del sistema sanitario tedesco: il ruolo dell’assicurazione privata
Il sistema sanitario tedesco è particolarmente costoso a causa del suo sistema duale di assicurazione sanitaria. Circa l’11% della popolazione è coperta da assicurazione sanitaria privata, che paga per le stesse prestazioni circa un terzo in più rispetto ai membri del GKV. Questo è particolarmente vero per le cure negli studi medici, dove le tariffe per i pazienti privati sono più del doppio rispetto a quelle per i membri del GKV.
Secondo delle simulazioni, se tutti i tedeschi fossero assicurati nel sistema GKV e il limite di reddito contributivo fosse allineato a quello della previdenza sociale, il tasso di contribuzione medio potrebbe ridursi di oltre tre punti percentuali.
L’ideologia dietro il sistema
Le associazioni dei datori di lavoro, nonostante l’impatto delle tasse sociali, dovrebbero essere favorevoli a un’assicurazione universale per i cittadini, ma la loro ideologia li porta a preferire il settore privato. Sostengono infatti che le assicurazioni private siano più efficienti e le pubbliche inclini agli sprechi. In realtà, è spesso vero il contrario, ma questa realtà viene ignorata.
Miti e dati resistenti ai fatti
Questa visione ideologica persiste, così come l’idea che i pagamenti diretti da parte degli assicurati e la riduzione delle prestazioni siano strumenti efficaci per controllare i costi nel sistema sanitario. La Frankfurter Allgemeine ripete spesso questo concetto, come nel caso dell’imminente aumento delle aliquote del GKV:
“L’offerta all-inclusive con accesso facilitato ai medici, scelta libera e prestazioni quasi illimitate non può più essere sostenuta dal sistema di redistribuzione attuale.”
Ma in realtà, non c’è alcuna prova empirica che la riduzione delle prestazioni o i pagamenti privati migliorino l’efficienza del sistema sanitario. Studi a lungo termine mostrano che l’aumento delle partecipazioni dirette da parte dei pazienti riduce sì l’uso delle prestazioni mediche, ma spesso impedisce anche cure necessarie, peggiorando la salute generale e aumentando i costi per singolo caso.
Problemi strutturali del sistema sanitario tedesco
Le carenze del sistema sanitario non sono causate da un presunto atteggiamento lassista degli assicurati, ma da problemi strutturali. La mancanza di coordinamento tra assistenza ambulatoriale e ospedaliera, così come tra medici e altre professioni sanitarie, ha conseguenze letteralmente fatali.
Gli indicatori dell’OECD mostrano che la Germania ha un tasso di mortalità evitabile superiore rispetto a molti altri paesi comparabili: 66 decessi per 100.000 abitanti, contro i 48 dei Paesi Bassi, i 51 della Francia, i 53 della Svezia e i 58 del Canada.
La necessità di una riforma strutturale
Spostare i costi tra i bilanci pubblici o privatizzare ulteriormente le spese sanitarie non risolve i problemi strutturali, ma li aggrava. Un ministro della salute non può affrontare questi problemi da solo: è necessaria una cooperazione con le autorità regionali. Nella prossima legislatura, sarà necessaria una nuova iniziativa di riforma, indipendentemente da chi sarà al governo.
Su die Welt Il noto giornalista e scrittore Alan Posener ci ricorda come in Germania i professori anti-euro, che avevano acquisito visibilità durante i difficili anni della crisi dell’euro, siano ormai spariti dalla scena pubblica. Tra questi spicca l’economista Joachim Starbatty, un tempo acceso critico della moneta unica. Anche AfD, partito nato con una forte opposizione all’euro, ha dovuto fare marcia indietro, ammorbidendo la sua posizione fino ad ammettere che, tutto sommato, la moneta unica non è più il male assoluto. Da die Welt
Ricordate Joachim Starbatty? Il rinomato economista ha percorso un cammino che lo ha portato dalla CDU all’AfD, fino al nirvana politico. Ha ripetutamente coinvolto la Corte Costituzionale Federale, prima con un ricorso contro l’introduzione dell’euro, poi con un ricorso contro gli aiuti alla Grecia, infine con altri ricorsi contro il meccanismo di stabilità dell’UE e il patto di bilancio dell’UE. Tutte queste azioni sono fallite.
In occasione del ricorso alla Corte Costituzionale contro gli aiuti alla Grecia, Starbatty ha dichiarato: “O la zona euro si restringe e si risana, oppure darò all’euro un termine di vita limitato di due o cinque anni.” Questo accadeva nel 2011 e dimostra che le previsioni sono difficili, soprattutto quando riguardano il futuro. Da allora, la zona euro non si è ristretta, ma si è ampliata: con Estonia, Lettonia, Lituania e infine Croazia. E i profeti di sventura sono diventati più silenziosi.
Cambiamenti nell’AfD
Anche AfD, originariamente fondata come partito anti-euro, ha modificato il suo tono. Sebbene abbia ancora nel programma l’uscita dall’unione monetaria, il capo del partito, Tino Chrupalla, ha dichiarato lo scorso anno che l’AfD desidera una moneta stabile, come era un tempo il marchio tedesco. Se ciò fosse possibile con l’euro, “naturalmente” si potrebbe fare anche con l’euro.
In effetti, i populisti avrebbero ora motivo di chiedere l’uscita dall’euro. Perché ciò che Starbatty e altri non credevano possibile è accaduto. Le riforme richieste da Angela Merkel come condizione per un salvataggio hanno avuto effetto nei paesi un tempo derisi come “Club Med”. A scapito della Germania. Un tempo, l’euro era per la Germania – anche grazie alle riforme Hartz del governo rosso-verde sotto Gerhard Schröder – una moneta economica, mentre per il Club Med era una moneta troppo forte.
Crescita dei Costi e Competitività
Tuttavia, già nel 2015, i costi del lavoro hanno iniziato a risalire; a questo si sono aggiunti i costi energetici più elevati dopo la venuta meno del gas russo. “Per la prima volta in due decenni,” osserva il britannico “Economist”, “la Germania non ha vantaggi sui costi rispetto agli altri membri della zona euro.” Starbatty rifiutava l’euro anche perché riteneva che avrebbe costretto i sud-europei a riforme dolorose e li avrebbe spinti in una crisi politica; ora è l’euro che ci costringe a una maggiore produttività.
La produttività della Germania deve migliorare
Naturalmente, si può eludere questo problema a breve termine, sovvenzionando energia o lavoro. Ma a lungo termine, si tratta di soluzioni controproducenti, perché riducono la pressione per l’innovazione e gli investimenti nelle aziende e sottraggono allo stato risorse che sarebbero meglio destinate all’infrastruttura – che potrebbe includere anche reattori nucleari modulari.
Resta da notare: nonostante le voci contrarie, l’euro è un successo proprio perché, come moneta forte, costringe ripetutamente i suoi membri a confrontarsi con le crisi. La compiacenza e la pigrizia negli investimenti non vengono punite immediatamente, ma in modo inesorabile. Quando si valutano i partiti politici, è importante prestare attenzione a se hanno ricette per risolvere la crisi di produttività della Germania. Perché da questo dipende il futuro.
Dal 2025, chi prende il Bürgergeld in Germania potrebbe dover affrontare grossi cambiamenti. Il nuovo sistema di assistenza sociale che ha sostituito Hartz IV nel 2023, infatti, è di nuovo al centro del dibattito. Si parla di punizioni più severe e della possibilità di essere costretti a trasferirsi; tutto questo per spingere i percettori verso il mondo del lavoro. Ma le nuove regole ovviamente stanno già creando un bel po’ di polemiche. Ne scrive la FR.de
Cos’è il Bürgergeld e perché fa discutere?
Il Bürgergeld, introdotto il 1° gennaio 2023, ha sostituito l’Hartz IV, il precedente sistema di assistenza sociale per i disoccupati. L’obiettivo rimane lo stesso: garantire un’esistenza dignitosa ai cittadini tedeschi che non possono coprire autonomamente il proprio sostentamento. Tuttavia, nonostante l’aumento del sussidio nel 2024, per il 2025 è previsto un congelamento delle cifre. Il fabbisogno standard per un adulto single rimarrà quindi a 563 euro al mese, senza ulteriori aumenti nonostante l’inflazione.
Questa stagnazione del sostegno economico si inserisce in un quadro di inasprimento delle regole e delle sanzioni. Il governo ha introdotto nuove misure per rendere meno agevole il rifiuto di offerte di lavoro o percorsi di formazione.
Più lavoro, più pendolarismo
Tra le novità più controverse, spicca la modifica relativa al pendolarismo. Chi riceve il Bürgergeld e lavora più di sei ore al giorno dovrà accettare un tragitto di tre ore complessive tra andata e ritorno, un aumento rispetto alle due ore e mezza previste in precedenza. Anche per chi lavora meno di sei ore, la soglia di tempo considerata accettabile per il pendolarismo salirà da due a due ore e mezza.
Sanzioni più dure per chi rifiuta un lavoro
Le nuove regole prevedono che rifiutare un lavoro o una misura di reinserimento senza giustificato motivo possa comportare tagli significativi al sussidio. Il sistema è graduale:
La prima infrazione comporterà una riduzione del 10% per un mese.
La seconda infrazione vedrà il taglio del 20% per due mesi.
Alla terza infrazione, la riduzione sarà del 30% per tre mesi.
Questo approccio più rigido è stato pensato per motivare i percettori del Bürgergeld ad accettare opportunità lavorative e percorsi formativi, con l’obiettivo di facilitare il loro reinserimento nel mondo del lavoro.
L’obbligo di trasferimento: una novità che divide
Uno dei punti più controversi delle nuove misure è il possibile obbligo di trasferimento. Fino ad ora, ai percettori del Bürgergeld era richiesto di cercare lavoro entro un raggio di 50 chilometri dalla loro abitazione. Tuttavia, un disegno di legge del settembre 2024 propone di ampliare questo raggio. A partire dal quarto mese di percezione del sussidio, potrebbe essere considerato “ragionevole” chiedere ai beneficiari di trasferirsi, se necessario, per trovare un’occupazione.
Non è ancora chiaro come verranno valutate situazioni particolari, come la cura di figli piccoli o di familiari bisognosi, che vincolano la persona a una determinata località. Questi nuovi requisiti potrebbero avere un impatto significativo non solo sui percettori, ma anche sul mercato immobiliare e del lavoro, soprattutto nelle regioni meno popolate.
Conclusioni: un futuro incerto per i percettori del Bürgergeld
Le misure che entreranno in vigore nel 2025 segnano un cambio di rotta significativo rispetto al passato. Da un lato, si cerca di rendere il sistema di welfare più sostenibile e di incentivare il lavoro. Dall’altro, tuttavia, molti ritengono che queste misure possano aggravare le difficoltà dei percettori del Bürgergeld, specialmente nelle aree con pochi posti di lavoro disponibili o in situazioni di vita particolarmente delicate.
Con l’obbligo di trasferimento e le sanzioni più severe, il Bürgergeld del 2025 sarà molto diverso da quello introdotto solo due anni prima. Come reagiranno i cittadini e le istituzioni locali a queste novità? Sarà un compromesso necessario per migliorare il tasso di occupazione o un peso insostenibile per chi già fatica a tirare avanti? Solo il tempo lo dirà.
A partire dal 2025, la Germania prevede una significativa riduzione fiscale che potrebbe beneficiare milioni di cittadini. Questo tema è attualmente al centro di accese discussioni nel Bundestag, dove si affrontano questioni legate a contributi sociali, agevolazioni fiscali e riforme del mercato del lavoro. Christian Lindner, ministro delle Finanze del partito FDP, ha sottolineato l’importanza di una giusta equità fiscale, affermando che l’obiettivo finale è garantire più reddito netto a fronte di un reddito lordo. Ne scrive la Frankfurter Rundschau
Aumento della Soglia di Esenzione Fiscale
Tra le misure previste, si segnala l’aumento della soglia di esenzione fiscale di base, che sarà incrementata di 312 euro, portandola a 12.096 euro nel 2025 e a 12.348 euro nel 2026. Questo aumento è destinato principalmente a pensionati e lavoratori con redditi bassi, che si troveranno a disposizione più denaro.
Altre Misure Fiscali
Assegno familiare: Aumento da 250 a 255 euro al mese nel 2025, per poi salire a 259 euro nel 2026.
Detrazione per i figli: Incremento di 60 euro, portandola a 6.672 euro nel 2025, con un ulteriore aumento a 6.828 euro nel 2026.
Tuttavia, i beneficiari di reddito di cittadinanza non dovranno aspettarsi aumenti, poiché dovranno probabilmente affrontare due anni senza incrementi.
Differenze nel Reddito Netto
Le prime stime mostrano che, per i lavoratori con un reddito lordo di 2.500 euro, la situazione varia notevolmente:
Coniugi lavoratori con 2 figli: perdita di 90 euro al mese.
Genitori single: aumento di 46 euro.
Lavoratori single: aumento di 54 euro.
Impatti per Diverse Fasce di Reddito
Secondo l’analisi del sindacato dei contribuenti, i lavoratori con redditi più bassi beneficeranno maggiormente delle misure di alleviamento fiscale:
Con un reddito lordo di 3.000 euro:
Coniugi lavoratori con 2 figli: aumento di 112 euro al mese.
Per i redditi più elevati, come nel caso di un lordo di 6.000 euro, le detrazioni aumenteranno:
Single: perdita di circa 147 euro al mese.
Rendimento con Reddito Lordo di 8.000 Euro
Con un reddito lordo di 8.000 euro:
Coniugi lavoratori con 2 figli: perdita di 487 euro al mese.
Genitori single: perdita di 263 euro.
Single: perdita di 123 euro.
Conclusioni
La riforma fiscale del 2025 si preannuncia come un importante cambiamento per molti cittadini tedeschi. Sebbene alcune categorie beneficeranno di agevolazioni fiscali, altre, in particolare quelle con redditi più elevati, dovranno affrontare sfide economiche significative. Le misure adottate potrebbero rappresentare un’opportunità per migliorare la situazione finanziaria di milioni di famiglie, ma sarà fondamentale monitorare l’impatto reale di questi cambiamenti.
Il mercato degli affitti a Monaco raggiunge nuove vette, con un prezzo medio che nel 2024 ha toccato i 21,20 euro al metro quadrato. Vale a dire un aumento dell’8,7% rispetto all’anno scorso, rendendo di fatto la ricerca di una casa in affitto un vero e proprio ostacolo insormontabile per molti. Anche i lavoratori con stipendi medi o superiori si trovano a fare i conti con un mercato immobiliare sempre più inaccessibile, che trasforma la vita quotidiana in una sfida impossibile. Ne scrive BR24 con un articolo e una storia molto interessanti
Gli affitti a Monaco nel 2024 continuano a crescere, rendendo sempre più difficile per residenti e studenti trovare alloggi accessibili. L’aumento dei tassi d’interesse e la carenza di nuove costruzioni hanno fatto esplodere la domanda di case in affitto, soprattutto nella capitale bavarese. In questo post esploriamo la situazione attuale del mercato immobiliare e cosa ci si può aspettare nel prossimo futuro.
Affitti a Monaco nel 2024: Crescita Vertiginosa
Se cercate un appartamento in affitto a Monaco nel 2024, preparatevi a cifre da capogiro. L’affitto medio a Monaco è salito a 21,20 euro al metro quadrato, segnando un incremento dell’8,7% rispetto all’anno precedente. Questi dati, forniti dall’Associazione Immobiliare Tedesca, mettono in luce una delle realtà più costose in Germania.
Monaco è da tempo conosciuta per il suo alto costo della vita, ma gli affitti nel 2024 stanno raggiungendo livelli senza precedenti, creando gravi difficoltà non solo per chi cerca casa, ma anche per chi già vive nella città. Le famiglie, i lavoratori e soprattutto gli studenti sono particolarmente colpiti.
Perché gli Affitti a Monaco nel 2024 Sono Così Alti?
La principale causa dell’aumento degli affitti a Monaco nel 2024 è l’aumento dei tassi d’interesse. Con i tassi più alti, molte persone che avrebbero voluto acquistare una casa non possono più permetterselo e quindi devono optare per una soluzione in affitto. Questo ha portato a un’esplosione della domanda di appartamenti in affitto, mentre l’offerta è rimasta limitata.
Un altro fattore cruciale è la scarsità di nuove costruzioni. Le nuove abitazioni costruite e le autorizzazioni per edificare sono diminuite, e questo contribuisce a mantenere alta la pressione sul mercato degli affitti.
Secondo Stephan Kippes, ricercatore del mercato immobiliare, le misure governative per stimolare la costruzione di nuove abitazioni non hanno ancora avuto l’effetto desiderato. Questo significa che, almeno per il momento, la situazione degli affitti a Monaco nel 2024 rimane critica, con prezzi in costante crescita.
Gli Studenti a Monaco: In Cerca di Alloggi a Prezzi Accessibili
Uno dei gruppi più colpiti dalla crisi degli affitti a Monaco nel 2024 sono gli studenti. Con l’inizio del nuovo anno accademico, trovare un alloggio accessibile è diventato quasi impossibile. Il prezzo medio per una stanza in un appartamento condiviso a Monaco si aggira intorno ai 800 euro al mese, rendendo la città la più costosa di tutta la Germania per i giovani universitari.
Il Consiglio Studentesco della Baviera (BayStuRa) ha denunciato questa situazione, chiedendo un maggiore intervento da parte del governo per fornire supporto agli studenti. Molti sono costretti a pendolare da distanze sempre maggiori, mentre altri non possono permettersi di lasciare la casa dei genitori.
Quale Futuro per il Mercato degli Affitti a Monaco nel 2024?
Con una domanda in forte aumento e una scarsità di nuove costruzioni, è probabile che gli affitti a Monaco nel 2024 continueranno a crescere, aggravando ulteriormente la crisi abitativa. Le misure di sostegno del governo finora non sono riuscite a invertire la tendenza e, per ora, trovare una casa in affitto a Monaco resta una sfida.
Per affrontare questa crisi, sarà necessario un intervento più deciso a livello politico e un maggiore impegno nella costruzione di nuove abitazioni. Gli affitti a Monaco nel 2024 rappresentano una questione che non può più essere ignorata, soprattutto considerando l’impatto che ha su residenti e studenti.
Se sei alla ricerca di una casa o di un appartamento in affitto a Monaco, preparati a fare i conti con prezzi molto elevati. Tuttavia, monitorare costantemente il mercato e cercare opzioni nelle aree limitrofe potrebbe offrirti qualche vantaggio.
Conclusione: Gli Affitti a Monaco nel 2024 Sono una Sfida per Tutti
Il mercato degli affitti a Monaco nel 2024 è uno dei più difficili d’Europa. La combinazione di domanda in crescita, scarsità di offerta e l’aumento dei tassi d’interesse ha creato una tempesta perfetta per chi cerca casa. Se sei uno studente o un lavoratore in cerca di una soluzione abitativa, la chiave sarà pazienza e flessibilità, considerando anche opzioni al di fuori del centro città.
Mentre la situazione attuale è complessa, è importante rimanere informati e pronti a cogliere eventuali opportunità, sperando in un miglioramento del mercato immobiliare nei prossimi anni.
“Mieten-Wahnsinn – Zwei Münchenerinnen geben nicht auf”
Crisi Abitativa a Monaco di Baviera: Le Storie di Ariane e Anne
La crisi abitativa a Monaco di Baviera è un tema di crescente preoccupazione, e le storie di Ariane Piepke e Anne Schramm offrono uno spaccato drammatico della situazione. Entrambe, pur avendo background diversi, si trovano intrappolate in un mercato immobiliare caratterizzato da prezzi esorbitanti e una grave carenza di alloggi. Questa situazione non solo evidenzia le sfide individuali delle due donne, ma riflette anche problemi sistemici più ampi che affliggono la città.
Ariane Piepke: Un Percorso di Frustrazione
Ariane Piepke vive nel quartiere Glockenbachviertel da 15 anni e lavora come consulente aziendale e coach. Nonostante il suo reddito le consenta di affrontare un affitto di circa 1500 euro mensili, la sua vita subisce una brusca interruzione a causa di una Eigenbedarfskündigung (disdetta per necessità personale del proprietario). Questo significa che deve lasciare l’appartamento in cui ha investito tanto, un luogo significativo per lei, soprattutto dopo una separazione personale.
La sua ricerca di un nuovo alloggio si protrae da un anno e mezzo, durante il quale ha utilizzato diverse piattaforme online e newsletter per cercare un’abitazione. Nonostante i numerosi tentativi e le visite a potenziali appartamenti, la competizione è spietata e le opportunità scarse. Un esempio emblematico è un appartamento a Pullach, vicino alla città, che non ha soddisfatto le sue aspettative.
Un ulteriore ostacolo per Ariane è rappresentato dal suo cane, Lotti. Molti proprietari rifiutano inquilini con animali domestici, complicando la sua ricerca. Ariane ha persino provato a lanciare un annuncio in cui Lotti “cerca casa per sé e per la padrona”, ma senza alcun successo. La frustrazione di Ariane cresce di fronte a un mercato immobiliare inflazionato, con affitti che raggiungono anche i 40 euro al metro quadrato.
Anne Schramm: Una Lotta per la Dignità
La situazione di Anne Schramm è ancor più critica. Dopo aver perso la sua casa a causa di uno sfratto per necessità personale, Anne è costretta a vivere in un rifugio per senza tetto ai margini di Monaco. La sua vita è segnata da eventi tragici, tra cui la morte del marito e del suo nuovo compagno, che hanno avuto un impatto devastante sulla sua salute mentale.
Nel rifugio, Anne condivide uno spazio ridotto con un’altra persona e cerca disperatamente una soluzione abitativa migliore. Tuttavia, le sue numerose candidature per appartamenti si sono rivelate infruttuose. Anche quando sembrava vicina a trovare un’abitazione, gli accordi sono saltati all’ultimo momento. Anne desidera un luogo privato dove poter chiudere la porta e rilassarsi, un desiderio comprensibile in una situazione di vita precaria.
Finalmente, Anne riesce a trasferirsi in un gruppo di convivenza terapeutica, una soluzione che le offre un po’ più di privacy e tranquillità. Tuttavia, il suo percorso evidenzia le difficoltà sistemiche che colpiscono non solo le persone in condizioni di vulnerabilità ma anche chi, come Ariane, si trova in situazioni economiche relativamente stabili.
Problemi Sistemici: Una Crisi Strutturale
La crisi abitativa a Monaco di Baviera è il risultato di fattori sistemici che vanno oltre le esperienze individuali di Ariane e Anne. Negli ultimi anni, la città ha venduto migliaia di alloggi sociali e il sostegno pubblico per il settore abitativo è notevolmente diminuito, con una riduzione del 50% degli investimenti. Nonostante la crescita della popolazione, la costruzione di nuove abitazioni sociali è insufficiente a soddisfare la domanda.
Il costo per la città di Monaco per mantenere rifugi per senza tetto, come quello in cui vive Anne, è spesso superiore a quello che sarebbe necessario per garantire una sistemazione adeguata. Questa inefficienza evidenzia come le risorse pubbliche siano gestite in modo inadeguato, aggravando ulteriormente la crisi.
Disparità Socioeconomiche e Impatti Emotivi
Le storie di Ariane e Anne mettono in luce le disparità socioeconomiche all’interno di Monaco. Ariane, con un reddito decente, e Anne, in condizioni di estrema precarietà, si trovano entrambe a dover affrontare un mercato immobiliare che ignora le loro necessità. Questo dimostra come la crisi abitativa colpisca una vasta fascia della popolazione, non solo le classi meno abbienti.
Inoltre, il racconto rivela l’impatto psicologico della ricerca di una casa. Ariane prova un forte senso di perdita all’idea di lasciare il suo quartiere e il suo stile di vita, mentre Anne vive la devastazione emotiva della perdita dei suoi cari e della sua casa. La ricerca di uno spazio sicuro e privato non è solo un bisogno materiale, ma una necessità psicologica profonda.
Inflazione dei Prezzi Immobiliari e Inefficienza delle Istituzioni
Il mercato immobiliare di Monaco è caratterizzato da affitti che possono raggiungere livelli inaccessibili, come 40 euro al metro quadrato, rendendo quasi impossibile per molti trovare un’abitazione dignitosa. Gli esperti prevedono un ulteriore peggioramento della situazione, con un calo significativo nel settore delle costruzioni residenziali.
La lentezza e l’inefficienza delle istituzioni nella gestione della crisi abitativa contribuiscono al problema. Le autorità locali sembrano mancare di una volontà politica di affrontare la questione in modo strutturato, e le sanzioni per i proprietari che impongono affitti esorbitanti non vengono applicate.
Solidarietà e Futuro Incerto
Nonostante le difficoltà, emergono segni di solidarietà tra le persone. Ariane trova temporaneamente ospitalità presso vecchi amici, e Anne riceve supporto nella sua nuova comunità terapeutica. Questo suggerisce che, in assenza di soluzioni istituzionali, le reti di supporto informali possono svolgere un ruolo cruciale per chi affronta la crisi abitativa.
Le storie di Ariane e Anne sono emblematiche di un problema strutturale che colpisce sempre più persone a Monaco di Baviera. La crisi abitativa non è solo una questione di mancanza di alloggi, ma un riflesso di disuguaglianza crescente, inefficienza delle istituzioni e mancanza di regolamentazioni efficaci. Le esperienze delle due donne ci ricordano che dietro le statistiche si nascondono vite umane, sogni e speranze, e che la ricerca di una casa non è solo una questione economica, ma un bisogno fondamentale per la dignità e la stabilità emotiva di ogni individuo.
“Negli Stati federali tedeschi dove sono state somministrate più vaccinazioni contro il Covid, il numero di decessi è aumentato molto di più. Gli Stati federali con un’alta copertura vaccinale hanno registrato nel terzo anno di pandemia la maggiore mortalità in eccesso“ dice l’attuario austriaco Matthias Reitzner intervistato da inforsperber.ch. Matthias Reitzner è professore di statistica all’Università di Osnabruck e ha analizzato in maniera dettagliata i dati sull’eccesso di mortalità in Germania e Austria.
Signor Reitzner, lei è professore di matematica. Come è arrivato a calcolare la sovramortalità durante la pandemia di COVID-19?
Da circa 200 anni, gli attuari utilizzano un modello standard per calcolare la sovramortalità. Questo modello tiene conto, tra l’altro, della struttura demografica della popolazione, dell’aumento dell’aspettativa di vita e del trend pluriennale dei decessi. Anche l’Ufficio federale di statistica tedesco ha sempre utilizzato questo metodo. Nel 2020, durante la pandemia, questa autorità ha improvvisamente cambiato metodo di calcolo, passando a una nuova e strana metodologia. Questo nuovo metodo ignorava completamente il fatto che in Germania ogni anno muoiono circa 15.000 persone in più rispetto all’anno precedente. Questo mi ha insospettito.
Per calcolare la sovra- o sottomortalità, si confronta il numero di decessi attesi normalmente con il numero reale dei decessi. Come cambia il risultato se non si tiene conto di questo consueto aumento annuo dei decessi?
Di conseguenza, il numero di decessi attesi diminuisce di circa 30.000-40.000. La differenza tra i decessi attesi e quelli osservati aumenta. Di conseguenza, la sovramortalità calcolata risulta significativamente più alta.
L’Ufficio federale ha quindi calcolato, con questo nuovo metodo, una sovramortalità molto più alta rispetto a quella che si sarebbe ottenuta con il metodo di calcolo tradizionale?
Sì.
Con quale giustificazione è stato adottato questo nuovo e, secondo lei, “strano” metodo di calcolo?
Improvvisamente è stato detto che il metodo precedente era troppo complicato. Tuttavia, un’interrogazione parlamentare ha poi rivelato che l’Ufficio federale di statistica non aveva affatto abbandonato il metodo tradizionale, ma continuava a utilizzarlo in background. Tuttavia, i risultati di questi calcoli non sono stati comunicati durante le conferenze stampa ufficiali durante la pandemia. Ora l’Ufficio federale di statistica è tornato a utilizzare il metodo precedente.
Conosce altri esempi di calcoli sulla sovramortalità che, secondo lei, sono errati?
Le stime dell’OMS sono completamente assurde. È un’assurdità matematica, una barzelletta tra gli attuari. Anche uno studio pubblicato recentemente su “The Lancet Respiratory Medicine”, che ha fatto il giro dei media, è una follia matematica. In questo studio è stato calcolato quante vite sono state salvate direttamente dai vaccini contro il COVID-19.
I media hanno dato ampio risalto a questo studio. Secondo esso, le vaccinazioni contro il COVID-19 avrebbero salvato circa 1,6 milioni di vite solo in Europa fino a marzo 2023. Perché considera questo studio “assurdo”?
Se si prendono sul serio i calcoli di questi autori, in Europa dovrebbero vivere almeno 4,5 miliardi di persone. Questo è completamente inverosimile, poiché ci sono circa 740 milioni di persone. Inoltre, gli autori fanno ipotesi irrealistiche, come il fatto che l’effetto protettivo del vaccino contro il COVID duri molto più a lungo di quanto non sia in realtà. Inoltre, hanno stimato una mortalità per COVID-19 circa 100 volte superiore a quella reale. E la formula su cui si basano è assurda: anche se ipoteticamente tutte le persone vaccinate in Europa fossero state avvelenate con arsenico subito dopo la vaccinazione e fossero morte, secondo i calcoli di questo studio, i vaccini contro il COVID avrebbero comunque salvato vite.
Com’è stata la sovramortalità in Austria e Germania nel corso dei tre anni di pandemia, rispetto agli anni precedenti?
Per quanto riguarda la mortalità, il 2020 è stato un anno del tutto normale per la Germania, normale quanto può esserlo. In Germania, ci sono variazioni annuali nei decessi di più o meno 25.000, questa è la normale fascia di fluttuazione. Nel 2020 ci sono stati circa 4.000 decessi in più di quanto previsto. Quindi era del tutto nella norma.
Ma questo riguarda l’anno solare. Per evitare che le ondate di infezioni invernali si distribuiscano su due anni solari, lei non ha calcolato in anni solari, ma in “anni pandemici”. Un “anno pandemico” andava da aprile fino a marzo dell’anno successivo. Come si presenta la situazione se si considera l’anno pandemico da aprile 2020 a marzo 2021?
In questo caso, calcoliamo una sovramortalità di circa 22.000 decessi. È paragonabile a un anno di influenza molto grave.
E nell’anno pandemico successivo, da aprile 2021 a marzo 2022, l’eccesso di mortalità è aumentato in modo significativo.
Sì, abbiamo registrato circa 60.000 decessi in eccesso. Questo aumento può essere paragonato a un anno con una mortalità particolarmente alta a causa di un’epidemia di influenza.
Nel 2022, la mortalità è aumentata ulteriormente. Come spiega questo fenomeno?
Nel 2022 abbiamo avuto circa 70.000 decessi in eccesso. L’aspetto allarmante è che, nonostante il picco di mortalità nel 2022, in Germania la mortalità nel 2023 rimane molto alta. Non possiamo parlare di un’influenza in questo caso. Se confrontiamo i decessi del 2023 con quelli degli anni precedenti, ci troviamo davanti a un tasso di mortalità del 25% più alto rispetto ai valori normali. Questo è estremamente allarmante.
Nel suo studio ha dimostrato che la mortalità in eccesso si manifesta in modo diverso nei diversi Stati federali. Cosa ha scoperto?
Ho notato un chiaro legame tra la copertura vaccinale e la mortalità in eccesso. Negli Stati federali tedeschi dove sono state somministrate più vaccinazioni contro il Covid, il numero di decessi è aumentato molto di più. Gli Stati federali con un’alta copertura vaccinale hanno registrato nel terzo anno di pandemia la maggiore mortalità in eccesso. Questo significa che il numero di decessi è molto più alto rispetto agli anni precedenti.