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lunedì 5 novembre 2018

Perché Hartz IV potrebbe diventare un reddito di cittadinanza incondizionato

La Corte Costituzionale tedesca di Karlsruhe ha fatto sapere che entro gennaio si pronuncerà sulla costituzionalità del regime sanzionatorio Hartz. Se le sanzioni e le decurtazioni del sussidio fossero dichiarate illegittime in quanto lesive dei diritti fondamentali, Hartz IV potrebbe finalmente trasformarsi in un reddito di cittadinanza incondizionato. Difficile che accada contro la volontà del governo di Berlino, tuttavia per gli oltre 400.000 sussidiati che ogni anno vengono puniti e privati del minimo esistenziale sarebbe senza dubbio una svolta. Ne parla Susan Bonath su Junge Welt



Neanche un soldo per il cibo e l'elettricità, il padrone di casa minaccia lo sfratto, le bollette restano sul tavolo, i debiti si accumulano, nessun aiuto dagli uffici pubblici preposti: uno scenario che minaccia costantemente i percettori di un sussidio Hartz IV, e che a partire dal 2005 milioni di persone hanno dovuto sperimentare. Il "reato" da loro commesso: hanno interrotto una misura di formazione assegnata dal centro per l'impiego, hanno rifiutato un'offerta di lavoro, non hanno fatto un numero sufficiente di candidature o semplicemente si sono allontanate dalla zona di residenza senza il permesso del centro per l'impiego. Ogni anno, i centri per l'impiego infliggono quasi un milione di sanzioni a circa 420.000 persone in stato di bisogno. A seconda del tipo di "infrazione" possono ridurre il sussidio minimo di sussistenza del 10, del 30, del 60 o del 100 %. Le sanzioni Hartz IV tuttavia, secondo il Tribunale sociale di Gotha, violerebbero i diritti fondamentali relativi alla dignità umana, alla libertà di scelta e all'integrità fisica. E nel 2015 i giudici di Gotha per questa ragione si sono rivolti alla Corte costituzionale tedesca (BVerfG). Le persone colpite dalle misure punitive hanno dovuto attendere a lungo ma ora Karlsruhe ha dato luce verde: il 15 o 16 Gennaio 2019 la Corte dovrà discutere il ricorso, ha fatto sapere l'associazione dei senza lavoro Tacheles, che martedì scorso ha pubblicato la lettera.

Il ricorso si basa sul caso di un giovane a cui il Jobcenter di Erfurt aveva comminato 2 sanzioni consecutive di tre mesi. La riduzione iniziale era stata del 30% per non aver accettato una prima offerta di lavoro. Poco dopo però l'uomo si è rifiutato di iniziare un periodo di lavoro di prova. L'ufficio del lavoro gli ha cancellato il 60 % del sussidio. I giudici del tribunale di Gotha in Turingia dubitano che la pratica del Jobcenter sia compatibile con la Costituzione e per questo si sono rivolti alla Corte. Il primo tentativo è fallito a causa di un "errore formale", ma nel 2016 ci hanno riprovato. L'Arbeitslosengeld II (Hartz IV) copre a malapena il minimo indispensabile, per questo i giudici del tribunale sociale ritengono che la decurtazione dell'indennità potrebbe "implicare un peggioramento dello stato di salute oppure un pericolo per la vita stessa".

L'associazione Tacheles è una delle 19 associazioni che due anni fa aveva chiesto alla corte suprema di Karlsruhe di pronunciarsi sul tema. E non sono gli unici a ritenere le sanzioni Hartz "completamente sproporzionate" e quindi una grave violazione della legge. Anche l'associazione "Paritätische Wohlfahrtsverband" sostiene che le sanzioni creano terrore e conducono alla miseria, facendo riferimento ad una decisione della Corte di Karlsruhe del 1977. Secondo questa sentenza, anche ai peggiori criminali sarebbe doveroso assicurare il minimo esistenziale. E il rifiuto di un lavoro, inoltre, non è nemmeno un reato. L'associazione di assistenza sociale "Erlacher Höhe" parla invece di casi drammatici criticando soprattutto l'arbitrarietà con cui gli impiegati dei Jobcenter possono applicare la legge. E' sufficiente un'accusa unilaterale, in quanto le obiezioni e le denunce nella giurisprudenza speciale Hartz IV non hanno un effetto sospensivo.

Le persone vengono spinte a vivere al di sotto del minimo esistenziale, sostiene la Confederazione dei sindacati tedeschi (DGB). Le prestazioni in natura con le quali lo stato giustifica le sanzioni devono essere richieste separatamente dal disoccupato e non sempre vengono concesse. In secondo luogo si tratta per lo più di buoni alimentari per un valore massimo della metà di quanto previsto da Hartz IV. Resta tuttavia completamente ignorato il fatto che anche i costi dell'abitazione e dell'energia hanno natura esistenziale. "Il regime delle sanzioni non tiene conto delle necessità minime", sostiene la DGB. L'Associazione degli avvocati tedeschi ha accusato i Centri per l'impiego di accanirsi in particolar modo con i percettori mentalmente instabili, malati o indifesi. L'associazione sociale VdK ha condannato la sanzioni e le ha definite una grave interferenza nei diritti fondamentali. La Caritas e la Diakonie accusano la responsabilità solidale dei membri della famiglia, la riduzione dei sussidi per l'alloggio e le dure sanzioni nei confronti dei ragazzi fra i 15 e i 24 anni, tuttavia si limitano a chiedere una riduzione delle sanzioni. Anche l'associazione "Deutsche Sozialgerichtstag" la vede in maniera simile: la pratica deve essere riesaminata e rivalutata. Al momento "è molto probabile che possa causare o esacerbare problemi di salute", accusa l'associazione.

Solo cinque istituzioni sostengono con convinzione la pratica crudele. Oltre alla Bundesagentur für Arbeit (BA), al Ministero federale del lavoro e degli affari sociali (BMAS) e alla Confederazione delle associazioni dei datori di lavoro (BdA), ci sono anche le associazioni dei distretti e delle città. Come al solito ritengono che i centri per l'impiego possono comunque concedere un buono per il cibo. Le persone colpite avrebbero semplicemente il dovere di "collaborare" per evitare di incorrere nelle sanzioni. Inoltre, a loro avviso, non esisterebbe un "diritto fondamentale alla concessione incondizionata di benefici sociali".

Martedì il presidente di Tacheles Harald Thomé ha accolto con favore il fatto che la corte di Karlsruhe abbia finalmente messo in agenda una sentenza su questo ricorso "dopo che per mesi e anni era stata data priorità ad altre decisioni". "Possiamo almeno essere curiosi" ha constatato Thomé.
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venerdì 13 luglio 2018

Cosi' parlò Peter Gauweiler

La Corte di Giustizia Europea si dovrà pronunciare a breve sulla legittimità del programma di acquisto titoli della BCE. A presentare ricorso alla Corte Costituzionale tedesca era stato un gruppo di economisti e politici tedeschi di spicco, fra questi il politico di lungo corso della CSU Peter Gauweiler. La Corte Costituzionale tedesca circa un anno fa, pur esprimendo dei forti dubbi, aveva chiesto alla Corte di Giustizia Europea di pronunciarsi sul tema. Nei giorni scorsi anche il governo tedesco si è schierato con la BCE e quindi dal Lussemburgo non dovrebbero arrivare sorprese. Vale tuttavia la pena leggere gli argomenti che Peter Gauweiler, uno degli autori del ricorso, ha presentato pochi giorni fa presso la Corte di Giustizia Europea. Peter Gauweiler su The European


Il programma di acquisto titoli della BCE ufficialmente denominato Public Sector Asset Purchase Programme (PSPP) e che eufemisticamente è stato rinominato „Quantitative Easing“ (QE) è incompatibile sia con i trattati dell'Unione Europea che con la Costituzione tedesca. Viola il divieto di finanziamento monetario degli stati e va contro i precetti democratici stabiliti dalla Costituzione tedesca. Senza alcuna legittimazione democratica e al di fuori del controllo dei Parlamenti i paesi sovra-indebitati hanno scaricato dei rischi enormi sulla Germania. La Corte di giustizia è ora chiamata a far rispettare le leggi europee in merito alle competenze illegittimamente pretese dalla BCE e quindi a riportare questi giganti del potere finanziario sul terreno della democrazia. E' scandaloso che il governo federale appoggi il comportamento illegale della BCE.

La BCE nell'ambito del suo programma di acquisto titoli di stato dell'eurozona ha creato dal nulla, solo per questo scopo, enormi di quantità di denaro. Il volume complessivo del programma è superiore ai 2.5 trilioni di euro. In questo modo l'offerta complessiva di moneta della banca centrale è stata raddoppiata. Ciò nel lungo periodo puo' portare a un aumento dell'inflazione che la BCE non sarà piu' in grado di tenere sotto controllo in quanto la crescita della massa monetaria è di difficile inversione.

Sebbene la BCE acquisti titoli di stato di tutti i paesi dell'eurozona, il programma di acquisto è soprattutto un programma di assistenza finanziaria agli Stati sovraindebitati, in particolare Spagna, Francia e non da ultima l'Italia. I politici di questi paesi sono quindi incentivati a fare ulteriori debiti a spese di terzi. Grazie alla politica della BCE hanno avuto una riduzione degli oneri finanziari per somme miliardarie a 3 cifre, mentre ai risparmiatori tedeschi la politica dei tassi a zero è già costata piu' di 400 miliardi di euro.

Il finanziamento degli stati da parte delle banche centrali è illegale. Nel trattato di Maastricht è stato espressamente vietato al fine di garantire a tutti i paesi della zona euro finanze solide e per contrastarne il sovraindebitamento. In questo quadro, insieme ai criteri di stabilità, dovrebbero crearsi le condizioni per un sistema monetario stabile. Dopo la violazione dei criteri di stabilità da parte di numerosi paesi europei e da parte della Commissione europea, è ora arrivato il turno della BCE e della sua violazione del divieto di finanziare monetariamente il debito pubblico. La Corte di Giustizia deve fermare tutto cio'.

Il programma di acquisto titoli viola anche la sovranità del Bundestag in materia di bilancio: con gli acquisti di titoli di stato la BCE mette nel suo bilancio dei rischi esorbitanti e alla fine sarà il contribuente tedesco a dover sopportare la parte maggiore delle perdite derivanti. I rappresentanti politici tedeschi, tuttavia, sono stati di fatto eliminati dai processi decisionali pertinenti. Tutto cio' è incompatibile con il principio della democrazia. La Corte Costituzionale tedesca non solo condivide queste preoccupazioni ma ha espressamente dichiarato che il programma di acquisto puo' essere accettato solo se la Corte Europea attraverso una interpretazione dei trattati europei vincolante per la BCE, garantisce che non  ci sarà una responsabilità condivisa. Ora spetta alla Corte di Giustizia escludere che vi possa essere una garanzia comune.

Il governo tedesco ha presentato alla Corte di Giustizia una presa di posizione con la quale di fatto ostacola la Corte Costituzionale tedesca. Invece di sostenere la Corte Costituzionale, il governo tedesco ha scelto di difendere la BCE. Sarebbe invece compito del governo federale agire attivamente affinché gli organi europei non oltrepassino le loro competenze e non adottino misure che vanno a gravare sul bilancio federale senza la previa approvazione del Bundestag. Con la sua presa di posizione il governo federale rivela che nonostante tutte le dichiarazioni ufficiali non è interessato a contrastare efficacemente la politica di sovraindebitamento di alcuni stati dell'eurozona. Ancora una volta ci mostra che sta facendo l'opposto di cio' che era stato promesso agli elettori prima della fondazione dell'unione monetaria.

giovedì 17 agosto 2017

La riscossa del risparmiatore tedesco

La Corte Costituzionale tedesca martedi' ha chiesto alla Corte di Giustizia Europea di pronunciarsi sul programma di acquisto titoli della BCE segnalando in questo modo un certo dissenso nei confronti della BCE a guida italiana. Holger Zschäpitz su Die Welt saluta questa decisione come l'inizio della riscossa del risparmiatore tedesco, in questi lunghi anni tradito dalla politica dei tassi a zero. E' necessario che i giudici europei indichino chiaramente quali sono i limiti della BCE. Holger Zschäpitz Die Welt



Che la Corte Costituzionale abbia delle preoccupazioni in merito al programma di acquisto di obbligazioni della BCE è un fatto sicuramente positivo. In questo modo Karlsruhe costringe la Corte di Giustizia Europea a mostrare alla BCE quali sono i limiti del suo mandato. 

Impotenti! Cosi' si sentono molti risparmiatori quando pensano alla BCE. A causa della politica dei tassi a zero, nonostante il boom economico, da anni ormai non ottengono alcun ritorno sui loro risparmi e ora devono addirittura pagare alle banche dei costi esorbitanti per la gestione del conto corrente.

Anche molti parlamentari tedeschi si sentono impotenti. Restano a guardare mentre la BCE con il suo programma di acquisti accumula trilioni di rischi per il contribuente tedesco, senza poter dire una parola.

In nome della politica monetaria sembra che le autorità monetarie possano fare e disfare a piacimento, prive di qualsiasi forma di legittimazione democratica. La BCE si è sviluppata come uno stato nello stato, si arroga sempre nuove competenze, come alcuni giuristi criticamente hanno fatto notare. 

Questa volta pero' la Corte Costituzionale ha dato un segnale chiaro. Ha espresso dei dubbi sulla costituzionalità della politica anti-crisi della BCE e in considerazione dei rischi assunti chiede un esame accelerato da parte della Corte di Giustizia Europea in Lussemburgo. Con il programma di acquisto dei titoli, la BCE potrebbe aver superato il proprio mandato, argomenta Karlsruhe.

Fine dello svenimento

Nessuno puo' davvero aspettarsi che i giudici costituzionali europei possano bocciare il programma e decidano che l'acquisto di titoli di per sé è illecito. Una decisione cosi' estrema potrebbe far scivolare l'Eurozona in una nuova crisi esistenziale. Una conseguenza di cui probabilmente nemmeno Karlsruhe vuole sentirsi responsabile.

Inoltre i giudici del Lussemburgo sono molto piu' benevoli nei confronti della BCE rispetto ai loro colleghi di Karlsruhe. Tuttavia la decisione della giustizia tedesca obbliga la Corte Europea a prendere una posizione sulla condotta della BCE. Sottolineando i loro dubbi, i giudici tedeschi esercitano una pressione sulla Corte di Giustizia Europea affinchè questa mostri alla BCE i limiti del suo spazio di azione.

Ed è proprio quello che ora deve accadere: spiegare chiaramente alle istituzioni monetarie che in materia di politica monetaria non hanno una libertà completa. Solo cosi' i risparmiatori e i parlamentari potranno risvegliarsi dal loro stato di svenimento.

mercoledì 16 agosto 2017

Buone notizie per il Lumpenproletariat: le sanzioni Hartz IV potrebbero avere i giorni contati

Il sistema sanzionatorio Hartz IV, pensato per punire chi non rispetta le prescrizioni dei Jobcenter, potrebbe avere i giorni contati. Un tribunale della Turingia ha infatti presentato un ricorso alla Corte Costituzionale tedesca che a breve dovrebbe pronunciarsi sulla presunta incostituzionalità delle sanzioni. Se la Corte dovesse accogliere il ricorso, il sussidio Hartz IV, sebbene di importo ridotto, potrebbe trasformarsi in un reddito di cittadinanza incondizionato. RT Deutsch prova a spiegare le motivazioni che stanno dietro il ricorso alla Corte Costituzionale. Susan Bonath da RT Deutsch


Non tutti insistono sul mercato del lavoro e non tutti ne hanno bisogno. Indipendentemente da cio' pero' il legislatore continua a vessare i disoccupati e chi ha un basso salario con un enorme e costoso apparato punitivo. I Jobcenter sanzionano ogni anni molte piu' persone di quelle a cui nello stesso periodo riescono a trovare un lavoro. Solo nel 2016 hanno ridotto per almeno 3 mesi l'indennità minima di sussistenza a 416.000 persone in 940.000 occasioni. Ad essere colpiti sono stati ancora una volta un decimo di tutti i percettori di sussidio in età lavorativa. Non ci sono solo le associazioni dei disoccupati e le organizzazioni sociali a ritenere le sanzioni incostituzionali. Anche i sindacati, i giudici e gli avvocati nel frattempo hanno iniziato a condividere questo punto di vista.

E' quanto emerge da un documento presentato alla Corte Costituzionale tedesca e a disposizione di chi scrive. I giudici costituzionali infatti a breve saranno chiamati a decidere se il regime sanzionatorio di Hartz IV, messo in pratica negli ultimi dodici anni e mezzo, è compatibile con la Costituzione tedesca. La Corte Sociale di Gotha in Turingia si è rivolta alla corte di Karlsruhe in quanto ritiene che il sistema sanzionatorio leda i principi fondamentali dello stato sociale, la dignità umana, l'integrità fisica e il diritto alla libera scelta di un lavoro.

Puniti peggio dei criminali 

Fra le 19 istituzioni che hanno presentato il documento alla Corte Costituzionale, 13 fanno riferimento a prove esistenti relative ad alcune gravi violazioni costituzionali. Fra queste la Confederazione Sindacale Tedesca (DGB), che già 15 anni fa aveva partecipato alla Commissione Peter Hartz incaricata della redazione della cosiddetta Agenda 2010. Anche se in passato aveva formulato critiche alquanto titubanti, questa volta si è espressa in maniera chiara: 

"Una punizione, che sarebbe incostituzionale anche se venisse commesso un crimine grave, in caso di violazione di un obbligo che non costituisce nemmeno un illecito amministrativo, non puo' in alcun modo essere considerata come accettabile o proporzionata"

La DGB si riferisce ad una sentenza della Corte Costituzionale del 1977, secondo la quale lo stato ha il dovere di garantire anche ai detenuti il diritto al riparo, al cibo, ai vestiti e all'assistenza medica. Anche l'aver commesso un grave crimine non deve in alcun modo condurre alla perdita della dignità umana. 

Al contrario il diritto sociale in vigore punisce con la riduzione o l'azzeramento del salario minimo di sussistenza dei comportamenti sicuramente discutibili, ma certamente non gravi, come ad esempio il non presentarsi ad un appuntamento al centro per l'impiego, l’invio di un numero insufficiente di candidature, il rifiuto di partecipare a misure di formazione professionale oppure la non accettazione di un lavoro. Il legislatore, in ultima istanza, aveva messo in conto le leggi Hartz IV, quindi non dovrebbe contemplare la decurtazione del sussidio, indipendentemente dallo stato di bisogno effettivo della persona. Lo spazio di manovra che l'Agenda 2010 mette a disposizione dei Jobcenter dovrebbe finire laddove inizia lo stato di necessità dei disoccupati.

Bisogni fondamentali fisici cancellati

Anche l'associazione sociale “Deutsche Sozialgerichtstag” ha modificato la sua posizione sul tema e oggi ritiene che ridurre un sostegno erogato per garantire i bisogni fisici essenziali sia incostituzionale. E questo accadrebbe ogni volta che il sussidio viene tagliato in misura superiore al 30%, sottolineano i giuristi. Le prestazioni previste dalla legge, nel caso in cui vengano comminate delle sanzioni, non garantiscono affatto la dignità delle persone. E su questo punto, secondo l’associazione, fino ad ora non si era indagato a sufficienza.

Le prestazioni in natura erogate in caso di riduzione dell'indennità di sussistenza consistono in buoni per il cibo e in alcuni casi anche per l'igiene, come riferito a chi scrive da un rappresentante della Bundesagentur für Arbeit (BA). In caso di decurtazione totale del sussidio i Jobcenter possono erogare dei buoni alimentari fino alla metà del valore della tariffa standard. Per una persona singola si tratta di 205 € al mese.

Prima di tutto i buoni non sono una prestazione obbligatoria. Secondo non sono accettati da tutti i supermercati. Terzo le persone colpite non ci possono pagare né l'affitto, né il riscaldamento, né l'elettricità. Per la Corte Costituzionale, come scritto in una sentenza del 2010, si tratterebbe di necessità fisiche di base.

Dall'Arbeitsamt riferiscono anche che in caso sia minacciato il taglio dell'energia elettrica, il Jobcenter puo’ pagare la bolletta direttamente al fornitore. Se le persone colpite si dichiarano disponibili "ad adempiere ai loro obblighi", le sanzioni possono essere mitigate e l'affitto arretrato saldato dal Centro per l’Impiego. Se cio’ non accade, e in caso di minaccia di sfratto, il Jobcenter puo' pagare l'affitto, ma solo in forma di prestito. Vale a dire: il debito con lo stato in seguito dovrà essere rimborsato a rate.

Costretti alla prostituzione e alla criminalità

L'associazione Sozialgerichtstag cita anche altri rilevanti aspetti sociali: molte persone sanzionate non sarebbero fisicamente e mentalmente in grado di lavorare per un periodo di tempo duraturo. Questo pero' non sembrerebbe interessare molto agli impiegati dei Jobcenter:

"i Jobcenter piuttosto, in una situazione esistenziale complessa e difficile, vorrebbero spingere verso un determinato comportamento oppure far accettare una situazione di carenza attraverso il ricorso a scenari di minaccia e coercizione"

Sono soprattutto i giovani disoccupati a trovarsi in una situazione disperata. Alcuni diventano senzatetto. La scarsa nutrizione diventa un pericolo. Alcuni, per cercare di restare a galla finiscono nella prostituzione o nella criminalità. "Non c'è alcun collegamento con il concetto di “protezione per la comunità", scrivono i giuristi ai loro colleghi della Corte Costituzionale di Karlsruhe.

Malati di mente puniti con maggiore frequenza 

Anche l'Associazione degli Avvocati tedeschi ha una visione simile. I Jobcenter si accaniscono soprattutto sulle persone con problemi mentali, sui tossicodipendenti, sui giovani con importanti problemi personali o addirittura con le persone gravemente disabili. Le persone colpite da sanzioni spesso non sono in grado di modificare il loro comportamento. I centri per l'impiego sanzionano i genitori single perché magari hanno rifiutato un lavoro a turni, oppure costringono persone depresse ad accettare un lavoro che in realtà non sono in grado di svolgere.

"Si ha come l'impressione, nel caso di persone con problemi comportamentali, che dietro alle sanzioni ci siano considerazioni da parte dei dipendenti del jobcenter estranee al caso in questione",

rimproverano i giuristi, che poi sottolineano: le famiglie bisognose, che non vogliono far morire di fame il familiare sanzionato, sono di fatto anch'esse colpite. Questa pena, estesa ai membri della famiglia, porta tutti i partecipanti ad "un regolare e significativo peggioramento della condizione di vita dell'intera famiglia".

Costringere le persone ad un determinato comportamento

Apparentemente i destini delle persone colpite non interessano né il governo, né i centri per l'impiego, né i rappresentanti dell'economia e nemmeno le città metropolitane o le province. Le loro prese di posizione lo fanno capire molto chiaramente.

Lo studio legale Redeker Sellner Dahs a nome del Ministero del Lavoro e degli affari sociali guidato da Andrea Nahles (SPD) chiarisce che nel diritto sociale le condizioni necessarie per ottenere un sussidio Hartz IV sono sullo stesso piano della dignità umana. La riduzione totale dell'indennità di sussistenza, oppure la sua totale decurtazione, è quindi da considerarsi pienamente legittima.

"si tratta di strumenti per impedire o costringere ad un determinato comportamento i beneficiari di un sussidio"

Concretamente: il governo concede un diritto fondamentale solo ai disoccupati obbedienti. Se le persone colpite da una sanzione non si piegano all'obbedienza, si tratta della loro volontà, sempre secondo il rappresentante legale del Ministero del Lavoro. In quanto "misure di legge finalizzate ad ottenere un determinato comportamento fanno abitualmente parte del diritto".

Minimo del minimo?

Sicuramente il governo federale ha calcolato il sussidio Hartz IV come un minimo esistenziale, lo studio legale che rappresenta il Ministero tuttavia nega questa tesi. Il limite insuperabile si troverebbe molto al di sotto, sostengono, senza pero' menzionare una somma precisa. La pensano allo stesso modo anche gli uffici del lavoro. Cosi' cercano di giustificare la loro posizione: solo il 37% delle obiezioni e il 40 % dei ricorsi vengono risolti a favore dei beneficiari, "testimonianza felice di un basso tasso di errore".

La Bundesvereinigung Deutscher Arbeitgeberverbände (BDA - Associazione dei datori di lavoro) ha addirittura elogiato le dure sanzioni previste per i disoccupati fra i 15 e i 24 anni. Alla minima irregolarità c'è la minaccia di una decurtazione del 100% dell'indennità. Probabilmente credevano di essere degli educatori quando alla BDA hanno dichiarato: sono proprio i piu' giovani a non doversi abituare ad una solidarietà da parte della collettività senza che da loro ci si aspetti una controprestazione. Anche l'associazione dei circondari (Landkreis) ritiene che l'intero catalogo delle punizioni sia "socialmente e politicamente necessario". L'associazione delle città teme invece che la perdita della casa potrebbe alla fine ostacolare l'inserimento lavorativo dei disoccupati. 

lunedì 27 maggio 2013

Prosegue la guerra fra BCE e Bundesbank


Prosegue lo scontro fra BCE e Bundesbank, questa volta  davanti alla Corte Costituzionale di Karlsruhe. I giudici costituzionali tedeschi ancora una volta dovranno decidere sul futuro europeo. DA FAZ.de
La guerra per la stabilizzazione dell'Euro passa alla battaglia successiva: il luogo sarà l'udienza davanti alla Corte Costituzionale tedesca dell'11 giugno. Jens Weidmann parlerà per conto della Bundesbank, dall'altra parte dovrebbe esserci Jörg Asmussen, membro tedesco del Board BCE.

L'udienza davati alla Corte Costituzionale di Karlsruhe dell'11 giugno, nel quadro del processo di stabilizzazione dell'Euro, è stata riconosciuta sia dalla BCE che dalla Bundesbank come una tappa di fondamentale importanza. Il presidente BCE Mario Draghi non sarà presente, anche se ha ammesso la rilevanza della decisione. La BCE non ha ancora fatto sapere chi ci sarà a parlare per suo conto quando i giudici vorranno sapere qualche particolare in piu' sul fondo di stabilizzazione ESM, sul programma di acquisti della BCE, sui prestiti di emergenza, e sui giganteschi saldi Target. Secondo le prime indiscrezioni dovrebbe essere il membro lussemburghese del board Yves Mersch a spiegare la posizione della BCE. Da giovedi' tuttavia si mormora che a rappresentare la BCE a Karlsruhe ci sarà il membro tedesco Jörg Asmussen. La posizione critica della Bundesbank sarà invece difesa dal presidente Jens Weidmann.

Nel frattempo Draghi, a quanto si dice, ha tenuto conversazioni informali con alcuni ex giudici della Corte Costituzionale per conoscere le peculiarità del piu' alto tribunale tedesco e il ruolo dei suoi attori principali. Per la BCE l'udienza è di grande importanza, poiché la successiva sentenza potrebbe limitarne il campo di azione. Si andrà al centro della questione: Weidmann spiegherà perché considera il programma di acquisto titoli (OMT) un superamento del mandato BCE. Nella relazione di dicembre la Bundesbank scriveva che l'indipendenza della BCE sarebbe stata danneggiata e i rischi sarebbero aumentati nel caso in cui all'interno del programma si fossero acquistate obbligazioni di scarsa qualità. Nel frattempo, si è aggiunta un'operazione di scambio fra la BCE e il governo irlandese. Da allora lo stato irlandese finanzia una parte del suo debito, pari al 20% del PIL irlandese, tramite la BCE al tasso ufficiale di sconto. Non solo alla Bundesbank, ma anche ad altre banche centrali dell'Eurozona, questa decisione è apparsa come una delle operazioni di salvataggio piu' discutibili.

La Bundesbank considera non sostenibili i requisiti previsti dalla BCE per la concessione di credito ai possibili beneficiari dell'OMT. Una volta che gli acquisti saranno iniziati, sarà difficile fermare il programma. Inoltre, sempre la Bundesbank mette in discussione le ragioni di fondo dell'intervento: non è compito della banca centrale garantire la coesione dell'unione monetaria. Questo argomento in particolare è stato utilizzato in piu' occasioni dalla BCE. Nei giorni scorsi, si sono fatte molte allusioni al fatto che dentro la Bundesbank ci sarebbero numerosi  euroscettici.

Karlsruhe non si occuperà direttamente delle questioni relative al diritto europeo.

Il parere della BCE, scritto dal giurista tedesco Frank Schorkopf, è invece teso a dimostrare la legalità dell'acquisto dei titoli di stato. Egli argomenta che la BCE, accanto al suo obiettivo primario di mantenimento della stabilità dei prezzi, dovrebbe perseguirne altri, come ad esempio la garanzia della stabilità finaziaria. Le dichiarazioni circa l'irreversibilità dell'Euro, con le quali si giustifica il programma OMT, non sarebbero affatto una scelta arbitraria. L'irreversibilità dell'Euro non sarà garantita a spese della stabilità dei prezzi. "L'irreversibilità è piuttosto un importante requisito per il raggiungimento della stabilità dei prezzi", si dice nel documento BCE.

Che cosa ci si puo' aspettare allora da Karlsruhe? Si chiedono i banchieri centrali. Poiché la corte suprema non si occupa direttamente delle questioni di diritto europeo, è probabile che su molti punti si dichiari non competente. Probabilmente non ci sarà alcuna dichiarazione del tipo: il programma di acquisto OMT della BCE infrange il diritto europeo. Anche la constatazione di una violazione del diritto europeo viene considerata improbabile. Allo stesso tempo, i giudici, come nel precedente ricorso costituzionale, eviteranno di inoltrare il procedimento alla Corte Europea - dove probabilmente ci sarebbe un atteggiamento favorevole nei confronti delle politiche di salvataggio. Sono ipotizzabili invece esortazioni al Bundestag e al governo, affinché la politica monetaria in futuro sia monitorata, e per una verifica del superamento dei trasferimenti di sovranità già effettuati.

Ma anche se non si arrivasse a tali esortazioni, i critici delle politiche di salvataggio, dal procedimento di Karlsruhe, si apettano un effetto di smorzamento. Anche lo stesso parere della BCE conterrebbe informazioni importanti sui limiti della politica monetaria, sempre secondo i critici. La dichiarazione  BCE indicherebbe infatti il limite oltre il quale l'intervento della BCE debba essere considerato un finanziamento allo stato da parte della banca centrale. Ad esempio, subito dopo una nuova emissione non potranno essere acquistati titoli, per non eludere il divieto di acquisto sul mercato primario. Inoltre, sarà reso esplicito il volume dei titoli di stato con una scadenza da uno a tre anni - il programma è limitato a questa durata. In Spagna, Irlanda, Portogallo e Italia la somma di queste obbligazioni raggiunge i 524 miliardi di Euro. Ma la BCE non perseguirà questo obiettivo di acquisto. Sarà piuttosto interessata a mantenere i mercati liquidi, evitando di acquistare l'intero stock dei titoli in circolazione.

sabato 4 agosto 2012

Nuovo ricorso alla Corte costituzionale contro l'ESM


Il deputato ribelle CSU Peter Gauwelier ha esteso il precedente ricorso presentato alla Corte di Karlsruhe sull'incostituzionalità dell'ESM. Il trattato conterrebbe già una licenza bancaria. Da FAZ.net
Il deputato CSU Peter Gauweiler ha presentato ricorso alla corte costituzionale contro il fondo di salvataggio. Fin qui, lo sapevamo. Ma ora  nel suo ricorso include un punto completamente nuovo: sostiene che nel trattato ESM sia già contenuta una licenza bancaria.

Il deputato CSU Peter Gauweiler ha ampliato il suo ricorso presso la Corte Costituzionale contro il trattato ESM. Lo ha fatto introducendo il tema della "licenza bancaria", che Francia ed Italia, ma anche l'opposizione tedesca, richiedono per il fondo di salvataggio. Il trattato permetterebbe già adesso il finanziamento del fondo permanente ESM attraverso la BCE, scrive Dieter Murswiek, legale rappresentante di Gauweliers, in una dichiarazione che la FAZ rende pubblica. Murswiek accusa il governo federale tedesco di nascondere ai deputati del Bundestag e all'opinione pubblica la portata reale dei rischi e delle garanzie connesse.

L'esperto di diritto costituzionale di Friburgo presenta alla Corte una proposta concreta per la decisione del 12 settembre: se i giudici di Karlsruhe non vogliono vietare al presidente Joachim Gauck di ratificare l'intero trattato ESM, la sua firma dovrà essere condizionata ad una serie di riserve vincolanti a livello internazionale.

L'ESM può "in pratica richiedere alla BCE credito illimitato"

Murswiek propone le stesse obiezioni che anche il professore di Hannover Stefan Homburg aveva sollevato la scorsa settimana su FAZ. Il segretario del ministero delle finanze Steffen Kampeter (CDU) ha messo in discussione, sempre su FAZ, le posizioni di Homburg. Anche nell'interpretazione che Murswiek dà del trattato ESM, il fondo in pratica "potrebbe ottenere credito illimitato dalla BCE" per acquistare i titoli del debito pubblico dei paesi in crisi (articolo 21). La BCE dovrebbe solamente accettare la richiesta presentata dal fondo ESM. Il presidente della BCE Mario Draghi fino ad ora ha respinto questa possibilità. Ma il consiglio della BCE potrebbe semplicemente cambiare la sua posizione con una decisione a maggioranza.

"Il Fiskalpakt potrebbe essere gettato immediatamente nella spazzatura", avverte Murswiek. Il contribuente tedesco partecipa alla BCE con la sua quota del 27% - in caso di insolvenza di altri stati, la sua responsabilità potrebbe arrivare al 100 %. "Potrebbe non trattarsi solamente di miliardi, ma di trilioni". Secondo il suo punto di vista, la Corte Costituzionale dovrà prendere in considerazione anche i rischi provenienti dai saldi Target della Bundesbank: questi crediti ridurranno sicuramente la quota di profitti della banca centrale tedesca. La responsabilità tedesca sui saldi Target è stimata da Murswiek in circa 310 miliardi di Euro.

Il professore di diritto di Friburgo smentisce con forza anche le affermazioni del ministro Wolfgang Schäuble, secondo cui le garanzie tedesche sarebbero limitate ai 190 miliardi di Euro - la quota tedesca del capitale. Questo limite sarebbe valido solamente verso creditori esterni, come le banche - ma non per gli obblighi di pagamento degli stati all'ESM stesso. Ogni membro potrebbe a causa "di accresciute necessità di capitale" essere chiamato ad incrementare la propria quota, se gli altri membri non fossero in grado di adempiere ai loro impegni (articoli 9 e 25). Attraverso questi obblighi di finanziamento, le garanzie tedesche potrebbe crescere molto oltre la propria quota di capitale, in caso estremo fino a 700 miliardi di Euro - l'intero capitale sociale del fondo. Tale disposizione avrebbe la precedenza sulla presunta limitazione alla propria quota per ciascun paese. (articolo 8, paragrafo 5).

Il meccanismo automatico di garanzia deve essere bloccato

Sempre secondo Murswiek, non deve essere considerata applicabile anche una precedente decisione del Bundestag. Decisione secondo cui gli stati membri sarebbero obbligati dal trattato a ripristinare il fondo ESM se il suo capitale dovesse essere in gran parte già speso: in caso contrario si aprirebbe una procedura di infrazione davanti alla Corte di Giustizia europea. Nemmeno la commissione speciale del Bundestag sui salvataggi Euro avrebbe il tempo di riunirsi. E a causa della prevista immunità e del segreto imposto alle decisioni, il ministro delle finanze tedesco (membro del consiglio ESM) non sarebbe tenuto a renderne conto, nel caso in cui nel Consiglio dei governatori (organo ESM) fossero prese decisioni contrarie alla volontà del parlamento.

Secondo Murswiek, la Corte costituzionale dovrebbe almeno obbligare il capo dello stato, a rendere effettive delle riserve nel momento della ratifica. In particolare, la Germania dovrebbe assicurarsi un diritto di uscita dalle politiche di salvataggio. Il meccanismo automatico di garanzia del sistema Target deve essere interrotto. L'obbligo di finanziamento all'ESM in caso di pervenuta impossibilità di uno dei membri dovrebbe essere limitato. Da eliminare sono anche "le procedure di delibera urgente" degli organi ESM, che di fatto eluderebbero le decisioni del Bundestag.  

sabato 14 luglio 2012

Euroscenario o Eurodelirio?


Welt.de si diverte a terrorizzare i tedeschi descrivendo le conseguenze catastrofiche dell'ESM, corte di Karlsruhe permettendo. Articolo di Erwin Grandinger, analista politico e finanziario di EPM Group Berlin.
La corte di Karlsruhe sta ancora discutendo i ricorsi contro l'ESM. Ma che cosa succede se i giudici lasciano passare il fondo di salvataggio? I costi per i tedeschi potrebbero andare oltre quanto sia immaginabile.

Uno scenario possibile: per proteggersi tatticamente dalle critiche indesiderate, la Corte costituzionale, solo dopo una lunga analisi, a settembre deciderà di respingere i ricorsi contro il fondo ESM e il Fiskalpakt.

L'ESM entra in vigore ad ottobre. Nel frattempo i tassi di interesse sulle obbligazioni spagnole e italiane di lunga durata sono saliti oltre il 7%. Entrambi gli stati richiedono il sostegno immediato del fondo ESM.

Le garanzie della Germania salgono dal 27 al 64%

Poiché gli stati in crisi sarebbero 6, la Germania dovrebbe assumere la loro parte nell'ESM. La quota nell'ESM garantita da Berlino salirebbe, come previsto dai trattati, dal 27% a circa il 64% dei 700 Mrd. del fondo.

Molti deputati al Bundestag sono sorpresi: ora la Germania garantisce per i due terzi degli 1.14 trilioni di Euro del capitale complessivo dell'ESM/EFSF. A questi si aggiungono i pacchetti di salvataggio per la Grecia, Irlanda e Portogallo.

Parallelamente  si aggiungono i crediti della Bundesbank verso il sistema Target-2: i crediti della Bundesbank (e quindi del contribuente tedesco) verso l'Eurosistema in giugno hanno raggiunto i 728 Miliardi di Euro (699 in maggio). Solo i debiti spagnoli all'interno del sistema Target-2 in giugno sono saliti a 408 miliardi di Euro.

La BCE concede al fondo ESM una licenza bancaria

Per assicurare la liquidità ai mercati, la BCE a sorpresa concede all'ESM una licenza bancaria. In questo modo il fondo ESM potrà rifinanziarsi in maniera illimitata e monetizzare i debiti. I mercati azionari europei salgono per settimane.

Mentre l'agenzia di rating Egan-Jones all'inizio del 2012 ha già ritirato alla Germania il suo rating AAA, in dicembre seguono le altre grandi agenzie. Ora anche i costi di finanziamento della Germania salgono rapidamente, pur partendo da un livello basso.

Arriva la garanzia tedesca sui depositi bancari

In questa situazione, il vertice EU di dicembre decide di ottimizzare il Fiskalpakt e di prorogare i termini per il raggiungimento del pareggio di bilancio per tutti gli stati europei. Si definisce anche la struttura di base di una unione bancaria, all'interno della quale saranno contenuti i fondi tedeschi per l'assicurazione sui depositi. 

Queste scelte di politica finanziaria nel 2013 mostreranno i loro effetti. Alle elezioni regionali nella Bassa Sassonia, considerata la prova generale per le elezioni federali in autunno, CDU/FDP perdono la maggioranza parlamentare. Al contrario, la SPD vince la dodicesima elezione regionale consecutiva, dopo la decisione sul primo pacchetto di salvataggio per la Grecia nel maggio 2010.

Si introduce l'IVA sull'oro

La cancelliera percepisce che lo Zeitgeist si è spostato a sinistra, ed inizia a darsi da fare sul lato delle entrate. Introduce l'IVA sull'oro e prepara i controlli sui movimenti di capitale.

Inizia a rincorrere la SPD e propone una tassa patrimoniale simile al modello proposto questa settimana dalla DIW (prelievo obbligatorio su tutti i patrimoni superiori ai 250.000 €). In relazione ai dati raccolti con il censimento del 2011, tutti gli immobili possono essere registrati ad un valore vicino a quello di mercato ed essere quindi tassati.

Il governo federale giustifica queste azioni con una situazione di emergenza fiscale simile a quella della tassa sulla proprietà del 1913, della tassa sugli immobili del 1924, e del riequilibrio della tassazione del 1952.

Gli anziani emigrano in massa

A molti cittadini non è chiaro perchè i contribuenti nazionali devono pagare al posto dei contribuenti morosi degli altri paesi e garantire con una responsabilità collettiva. Inizia un'ondata migratoria, perché i pensionati non fanno le rivoluzioni.

Allo stesso tempo la BCE abbassa di nuovo i tassi di interesse. Crescono i tassi di interesse negativi, il che equivale ad un permanente e silenzioso esproprio dei risparmi. Dalle elezioni federali del 2013 arriva un risultato sorprendente.

La FDP non entra al Bundestag, al suo posto entrano i Freien Wähler (di poco) e i Pirati (con un risultato a doppia cifra). La SPD è il primo partito, e la CDU non ha abbastanza deputati per potersi coalizzare con i Freien Wähler. La CDU diventa il socio di minoranza in una Grosse Koalition con la SPD.

Il nuovo cancelliere Sigmar Gabriel fa approvare gli Euro-bond

Sigmar Gabriel diventa cancelliere federale. Pochi mesi dopo, al vertice EU di dicembre 2013, si arriva ad un accordo comune sugli Euro-bonds. Il mercato azionario esplode, gli interessi cadono, e l'oro sale rapidamente. 

La City di Londra e Wall Street sono i grandi vincitori: le loro banche sono state salvate e né la Gran Bretagna né gli Stati Uniti dovranno pagare. Il resto sarà risolto dall'inflazione.

domenica 1 luglio 2012

La corte costituzionale e il self-service


E' la paura tedesca del momento: il fondo ESM potrebbe diventare il self-service delle banche spagnole. Nel frattempo la corte costituzionale di Karlsruhe esamina 4 ricorsi contro le leggi appena approvate al Bundestag: il futuro europeo dipende dalla decisione dei giudici costituzionali tedeschi? Da Handelsblatt.de
Sono 4 i ricorsi presentati alla corte costituzionale di Karlsruhe in merito al fondo di salvataggio Euro e al Fiskalpakt. I ricorrenti sostengono che le leggi sui salvataggi siano in contrasto con la costituzione.  Lunedi sapremo se saranno esaminati dalla corte.

Presso la corte costituzionale di Karlsruhe sono pervenuti 4 ricorsi urgenti contro il meccanismo di stabilità europeo (ESM) e il Fiskalpakt. Lo ha confermato sabato il portavoce della corte, Judith Blohm.

A presentare un ricorso per incostituzionalità alla corte di Karlsruhe sono stati sia il gruppo parlamentare della Linke che il deputato CSU Peter Gauwelier: oltre a loro, un gruppo di professori e l'associazione "Mehr Demokratie".

Come da comunicazione della corte, il deputato SPD Peter Danckert è fra i 12.000 firmatari che sostengono l'iniziativa presentata dalle associazioni di cittadini. L'iniziativa è  guidata dal precedente ministro della giustizia Herta Däubler-Gmelin (SPD).

I ricorrenti con la loro azione intendono bloccare l'adozione dei nuovi trattati UE: per loro il fondo di salvataggio ESM e il Fiskalpakt sarebbero incostituzionali.

Gli otto giudici competenti possono decidere di aprire un'udienza sui ricorsi presentati. Oppure è possibile che sia lo "Zweite Senat" a pronunciarsi. Se ci sarà o meno una discussione dei ricorsi presentati, la corte lo comunicherà all'inizio della prossima settimana.

Le accuse di incostituzionalità si rivolgono alle nuove competenze degli organi UE, e all'impossibilità per il Bundestag di decidere sull'utilizzo del denaro dei contribuenti.  La tesi principale: se i cittadini con il loro voto non potessero piu' influenzare importanti decisioni politiche, la democrazia sarebbe compromessa.

I deputati del Bundestag hanno presentato un ricorso sia come gruppo sia in forma personale. La Linke ha fatto ricorso sia come gruppo parlamentare, sia attraverso i singoli deputati in qualità di cittadini coinvolti dalle decisioni. Anche Gauwelier ha optato per entrambe le modalità di presentazione. Ci sarebbe anche un singolo cittadino ad aver presentato un ricorso costituzionale urgente contro le nuove competenze UE, dichiara Blohm.

Dopo che Il Bundestag e il Bundesrat hanno approvato l'ESM e il Fiskalpakt, i provvedimenti per i salvataggi Euro dipendono ora dalle decisioni della corte costituzionale. Il leader del gruppo parlamentare dell'Unione Volker Kauder (CDU) ha respinto l'accusa che attraverso l'ESM si potrà utilizzare il denaro dei contribuenti con leggerezza. I fondi saranno concessi solo se i paesi indebitati faranno degli sforzi di risanamento, ha detto Kauder a Die Welt. Questo vale sia per l'acquisto diretto di titoli del debito pubblico, che per il sostegno diretto delle banche in difficoltà attraverso il fondo ESM. "Il Bundestag avrà sempre l'ultima parola", ha dichiarato. "Con noi, il meccanismo ESM non diverrà certo un self -service", ha continuato Kauder.

ESM e Fiskalpakt sono stati approvati venerdi al Bundestag e al Bundesrat con i voti contrari della Linke e con una maggioranza di due terzi. Al Bundesrat solo il governo rosso-rosso del Brandeburgo ha espresso un voto contrario.

Gauwelier vede una violazione dei principi democratici

Nella votazione al Bundestag la maggioranza nero-gialla non ha avuto tutti i voti della sua coalizione. Il leader del gruppo parlamentare SPD Oppermann ha dichiarato sabato: "Angela Merkel, nelle votazioni sull'ESM, per 3 volte consecutive non ha avuto la sua maggioranza". E' avvenuto nella votazione di venerdi sulla ratifica dell'ESM, sulla legge per il finanziamento dell'ESM e sulle modifiche al funzionamento dell'UE. "Non è stato un incidente. Angela Merkel non ha piu' una propria maggioranza per la sua politica". In un cancellierato, su tutte le questioni fondamentali, la cancelliera dovrebbe avere l'appoggio della propria maggioranza. "Stiamo assistendo all'inizio della fine dell'era Merkel", ci dice Oppermann.

Il Fiskalpakt obbliga la Germania, a livello federale, nelle regioni e nei comuni, ad avere un bilancio in pareggio. Gli stati firmatari dovranno introdurre un freno all'indebitamento - e in caso di spesa eccessiva, la Germania potrebbe essere citata in giudizio alla corte di giustizia europea. Il fondo ESM con un capitale permanente di 700 miliardi di Euro dovrebbe sostenere i paesi europei in difficoltà - la Germania garantisce con 200 miliardi di Euro.

A causa dei ricorsi costituzionali, l'ESM non potrà essere in vigore  dal primo luglio come previsto. Se i giudici di Karlsruhe decidessero di affondare il provvedimento, si potrebbero avere delle turbolenze nell'Eurozona. Anche nell'Unione e nella FDP le conclusioni del vertice europeo causano molte preoccupazioni. In futuro anche banche in difficoltà potranno essere salvate con i fondi ESM, e quindi con il denaro dei contribuenti. 

Gauweiler ha sottolineato che il Fiskalpakt e l'ESM "sarebbero una grave violazione del principio democratico". Däubler-Gmelin ha invece dichiarato: "Ricorriamo contro i trattati, perchè rappresentano una doppio smantellamento della democrazia. Da un lato le competenze di bilancio e i diritti di sovranità del Bundestag vengono trasferiti a Brussel. In questo modo il diritto di voto per il Bundestag viene svalutato". Da un altro, la ratifica del trattato è stata fatta in fretta senza aver chiesto ai cittadini cosa ne pensano. Anche il leader della Linke Gregor Gysi ha ammonito al Bundestag: il potere legislativo del parlamento in materia di bilancio viene gravemente limitato.

Secondo Angela Merkel, nel suo discorso prima della votazione, il Bundestag con l'approvazione avrebbe mandato un messaggio chiaro al mondo intero: "siamo per l'Euro".