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venerdì 13 luglio 2018

Cosi' parlò Peter Gauweiler

La Corte di Giustizia Europea si dovrà pronunciare a breve sulla legittimità del programma di acquisto titoli della BCE. A presentare ricorso alla Corte Costituzionale tedesca era stato un gruppo di economisti e politici tedeschi di spicco, fra questi il politico di lungo corso della CSU Peter Gauweiler. La Corte Costituzionale tedesca circa un anno fa, pur esprimendo dei forti dubbi, aveva chiesto alla Corte di Giustizia Europea di pronunciarsi sul tema. Nei giorni scorsi anche il governo tedesco si è schierato con la BCE e quindi dal Lussemburgo non dovrebbero arrivare sorprese. Vale tuttavia la pena leggere gli argomenti che Peter Gauweiler, uno degli autori del ricorso, ha presentato pochi giorni fa presso la Corte di Giustizia Europea. Peter Gauweiler su The European


Il programma di acquisto titoli della BCE ufficialmente denominato Public Sector Asset Purchase Programme (PSPP) e che eufemisticamente è stato rinominato „Quantitative Easing“ (QE) è incompatibile sia con i trattati dell'Unione Europea che con la Costituzione tedesca. Viola il divieto di finanziamento monetario degli stati e va contro i precetti democratici stabiliti dalla Costituzione tedesca. Senza alcuna legittimazione democratica e al di fuori del controllo dei Parlamenti i paesi sovra-indebitati hanno scaricato dei rischi enormi sulla Germania. La Corte di giustizia è ora chiamata a far rispettare le leggi europee in merito alle competenze illegittimamente pretese dalla BCE e quindi a riportare questi giganti del potere finanziario sul terreno della democrazia. E' scandaloso che il governo federale appoggi il comportamento illegale della BCE.

La BCE nell'ambito del suo programma di acquisto titoli di stato dell'eurozona ha creato dal nulla, solo per questo scopo, enormi di quantità di denaro. Il volume complessivo del programma è superiore ai 2.5 trilioni di euro. In questo modo l'offerta complessiva di moneta della banca centrale è stata raddoppiata. Ciò nel lungo periodo puo' portare a un aumento dell'inflazione che la BCE non sarà piu' in grado di tenere sotto controllo in quanto la crescita della massa monetaria è di difficile inversione.

Sebbene la BCE acquisti titoli di stato di tutti i paesi dell'eurozona, il programma di acquisto è soprattutto un programma di assistenza finanziaria agli Stati sovraindebitati, in particolare Spagna, Francia e non da ultima l'Italia. I politici di questi paesi sono quindi incentivati a fare ulteriori debiti a spese di terzi. Grazie alla politica della BCE hanno avuto una riduzione degli oneri finanziari per somme miliardarie a 3 cifre, mentre ai risparmiatori tedeschi la politica dei tassi a zero è già costata piu' di 400 miliardi di euro.

Il finanziamento degli stati da parte delle banche centrali è illegale. Nel trattato di Maastricht è stato espressamente vietato al fine di garantire a tutti i paesi della zona euro finanze solide e per contrastarne il sovraindebitamento. In questo quadro, insieme ai criteri di stabilità, dovrebbero crearsi le condizioni per un sistema monetario stabile. Dopo la violazione dei criteri di stabilità da parte di numerosi paesi europei e da parte della Commissione europea, è ora arrivato il turno della BCE e della sua violazione del divieto di finanziare monetariamente il debito pubblico. La Corte di Giustizia deve fermare tutto cio'.

Il programma di acquisto titoli viola anche la sovranità del Bundestag in materia di bilancio: con gli acquisti di titoli di stato la BCE mette nel suo bilancio dei rischi esorbitanti e alla fine sarà il contribuente tedesco a dover sopportare la parte maggiore delle perdite derivanti. I rappresentanti politici tedeschi, tuttavia, sono stati di fatto eliminati dai processi decisionali pertinenti. Tutto cio' è incompatibile con il principio della democrazia. La Corte Costituzionale tedesca non solo condivide queste preoccupazioni ma ha espressamente dichiarato che il programma di acquisto puo' essere accettato solo se la Corte Europea attraverso una interpretazione dei trattati europei vincolante per la BCE, garantisce che non  ci sarà una responsabilità condivisa. Ora spetta alla Corte di Giustizia escludere che vi possa essere una garanzia comune.

Il governo tedesco ha presentato alla Corte di Giustizia una presa di posizione con la quale di fatto ostacola la Corte Costituzionale tedesca. Invece di sostenere la Corte Costituzionale, il governo tedesco ha scelto di difendere la BCE. Sarebbe invece compito del governo federale agire attivamente affinché gli organi europei non oltrepassino le loro competenze e non adottino misure che vanno a gravare sul bilancio federale senza la previa approvazione del Bundestag. Con la sua presa di posizione il governo federale rivela che nonostante tutte le dichiarazioni ufficiali non è interessato a contrastare efficacemente la politica di sovraindebitamento di alcuni stati dell'eurozona. Ancora una volta ci mostra che sta facendo l'opposto di cio' che era stato promesso agli elettori prima della fondazione dell'unione monetaria.