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lunedì 3 ottobre 2016

La nuova Weltpolitik tedesca

Sono passati tre anni dallo storico discorso in cui il Presidente Gauck annunciava un nuovo impegno politico e militare su scala globale. German Foreign Policy, osservatorio sulla politica estera tedesca, descrive gli sviluppi della nuova Weltpolitik di Berlino. Da german-foreign-policy.com

Tre anni dopo aver annunciato per la prima volta la nuova Weltpolitik tedesca, il Presidente della Repubblica Gauck puo' guardare con soddisfazione ad una prima tappa del percorso conclusa con successo. Il 3 ottobre del 2013 Gauck dichiarava in un discorso che la Germania in futuro si sarebbe dovuta impegnare attivamente in politica estera - anche militarmente. La campagna iniziata con il discorso del Presidente è stata in seguito portata avanti con molta cura; l'obiettivo sistematico è stato quello di coinvolgere una parte delle élite tedesche, ma anche professori universitari e giornalisti dei media principali. Recentemente con la pubblicazione del Libro Bianco della Bundeswehr ha trovato un riconoscimento ufficiale. Nel documento Berlino dichiara apertamente il suo impegno per una leadership globale. Allo stesso tempo il governo di Berlino porta avanti con decisione sia il potenziamento dell'esercito nazionale, sia la militarizzazione dell'UE. Le operazioni militari tedesche si intensificano in una cintura di paesi in guerra  intorno all'Europa, fra questi il Mali, la Libia, la Siria e l'Irak.

Nuovo potere

Il discorso del Presidente Gauck del 3 ottobre 2013 era stato preparato con molta attenzione. Un ruolo importante l'hanno avuto le fondazioni finanziate dalla Cancelleria tedesca, come la Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP) oppure il German Marshall Fund of the United States (GMFUS) con la pubblicazione di un  documento strategico  ("Nuovo potere, nuove responsabilità"), realizzato fra il novembre 2012 e il settembre 2013. La Germania "dispone oggi di più' potere e influenza di ogni altra Germania democratica precedente", è scritto nel documento. Il nuovo potere tedesco "dà al paese nuove possibilità di influenza": ci sono "le condizioni per una ridefinizione delle relazioni internazionali" [1]. Nella nuova Weltpolitik la Germania "dovrà in futuro esprimere sempre più' spesso una leadership determinata", chiariscono gli autori; per farlo "potrà utilizzare tutti gli strumenti della politica estera, dalla diplomazia, alla politica culturale e dello sviluppo, fino all'utilizzo della forza militare".

Comunicare in maniera efficace

Il contenuto del documento, realizzato dai funzionari di vertice del Ministero degli Esteri, definisce i punti fondamentali condivisi nell'establishment di Berlino in tema di politica estera. In pratica incorpora i segmenti più' influenti delle élite tedesche. Fra i circa 50 autori che per oltre un anno hanno partecipato alla definizione del documento, c'erano funzionari dei ministeri, parlamentari del Bundestag, rappresentanti delle fondazioni vicine ai partiti, professori e giornalisti. I redattori del documento, che condividono quindi i punti centrali del documento, insegnano oggi alla Libera Università di Berlino o all'Università di Treviri, scrivono per la Frankfurter Allgemeine Zeitung come per il settimanale Die Zeit. [2] Il motivo per cui alcuni professori o giornalisti si sono lasciati coinvolgere nelle discussioni sulla politica estera, lo si capisce leggendo il documento "Nuovo potere, nuove responsabilità". Una nuova politica mondiale ha bisogno nel paese di una "riflessione", che "non si occupi solo di creatività politica", ma "sia anche in grado di sviluppare opzioni politiche in maniera rapida e in forma operativa", si dice nel documento. Inoltre, la politica estera in Germania "deve essere in grado di comunicare efficacemente i propri obiettivi". [3]

I compiti del Presidente della Repubblica

Il Presidente Gauck ha avuto un ruolo importante nella comunicazione della politica estera del governo. Già l'8 maggio 2012, dopo appena 2 mesi dalla sua elezione, Jan Techau, un ex dipendente del servizio stampa del ministero della difesa tedesco, sulla Suddeutsche Zeitung si chiedeva se il nuovo Presidente "non potesse diventare un nuovo Weizsäcker". Techau si riferiva infatti al famoso discorso dell'8 maggio 1985 dell'allora presidente della Repubblica Richard von Weizsäcker, in cui egli definì' lo stesso giorno del 1945, l'anniversario della fine della guerra, come un giorno di "liberazione per la Germania". Grazie a questa presa di posizione è stato piu' facile per il paese liberarsi del peso del passato, sempre secondo Techau. Una simile liberazione è ora necessaria per la politica estera, che ancora soffre forti limitazioni a causa delle note vicende storiche, soprattutto per quanto riguarda l'impiego della forza militare. "Chi se non il pacificatore e uomo di Dio Gauck", potrebbe "aiutare i tedeschi a superare le proprie paure e diffidenze" necessarie per guidare con determinazione la politica estera e militare della NATO e dell'UE, si chiedeva Techau. [4] Un Presidente della Repubblica "difficilmente puo' influenzare la politica estera", ma "può' contribuire a creare le condizioni interne per la realizzazione di una buona politica estera".

Operare a livello globale, anche militarmente

Di Fatto Gauck con il suo discorso del 3 ottobre 2013 ha dato il via libera ad una campagna per una nuova Weltpolitik. Sia in patria che all'estero sono cresciute "le voci" che alla "Germania chiedono un maggiore impegno nella politica internazionale", affermava Gauck nel suo discorso; la Repubblica Federale, "popolosa, al centro del continente e quarta potenza economica del mondo, non è un'isola", in futuro dovrà partecipare piu' che mai "alla soluzione" dei conflitti globali - anche militarmente. [5] Gli specialisti vi hanno riconosciuto le posizioni di Thomas Kleine-Brockhoff, l'ex "Senior Director for Strategy" del German Marshall Fund of the United States (GMFUS), il quale fino all'agosto del 2013 ha partecipato alla redazione del paper sulla strategia, ed è stato capo della sezione di lavoro sulla strategia nell'ufficio del Presidente. Anche nei discorsi successivi Gauck ha confermato la necessità di una nuova Weltpolitik offensiva, come nel discorso tenuto nel 2014 alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco [6]. Con le sue prese di posizione successive, ha continuato ad appoggiare le richieste provenienti dall'establishment politico per una nuova politica mondiale tedesca. [7] I rappresentanti delle organizzazioni cristiane, nella primavera del 2014, hanno accusato Gauck di voler "ammorbidire le resistenze popolari" contro un intervento militare [8]. 

La fase di attuazione

Tre anni dopo il suo discorso Gauck puo' voltarsi e guardare ai successi ottenuti. Le elite tedesche, soprattutto l'establishment mediatico, appoggiano con convinzione la nuova Weltpolitik di Berlino. Nel nuovo libro bianco della Bundeswehr questa nuova fase politica è stata anche ufficialmente messa nero su bianco. Nel documento si afferma chiaramente "che il paese è pronto per plasmare attivamente il nuovo ordine mondiale" e "assumere la leadership nella politica internazionale"[9]. Per la prima volta cresce il numero di militari a disposizione della Bundeswehr, e il governo federale mette a disposizione somme ingenti per il potenziamento dell'esercito. Le missioni della Bundeswehr in Mali, Siria, Irak e nel Mediterraneo sono state prolungate, la missione in Libia è ancora in discussione. Pochi giorni fà l'esercito ha anche annunciato di aver concluso la sua prima offensiva informatica. Allo stesso tempo Berlino spinge risolutamente per la militarizzazione dell'UE. [10] I preparativi per i nuovi impegni militari vanno avanti, sebbene i risultati delle precedenti missioni militari siano discutibili [11]. La fase in cui la nuova Weltpolitik tedesca è stata sistematicamente spiegata e promossa volge al termine, ora inizia la fase di piena attuazione.

[1] Neue Macht - Neue Verantwortung. Elemente einer deutschen Außen- und Sicherheitspolitik für eine Welt im Umbruch. Ein Papier der Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP) und des German Marshall Fund of the United States (GMF). Berlin, Oktober 2013. S. dazu Die Neuvermessung der deutschen Weltpolitik.
[2] An den Diskussionen zur Erstellung des Papiers beteiligt waren unter anderem Nikolas Busse (Frankfurter Allgemeine Zeitung) und Jochen Bittner (Die Zeit).
[3] Neue Macht - Neue Verantwortung. Elemente einer deutschen Außen- und Sicherheitspolitik für eine Welt im Umbruch. Ein Papier der Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP) und des German Marshall Fund of the United States (GMF). Berlin, Oktober 2013. S. dazu Die Neuvermessung der deutschen Weltpolitik.
[4] Jan Techau: Wie Gauck ein zweiter Weizsäcker werden könnte. Süddeutsche Zeitung 08.05.2012.
[5] "Die Freiheit in der Freiheit gestalten". www.bundespraesident.de 03.10.2013. S. dazu Schlafende Dämonen.
[6] S. dazu Der Weltordnungsrahmen.
[7] S. dazu Das Bündnis der Freien und Friedfertigen.
[8] Kirchenvertreter üben Kritik an Bundespräsident Gauck. www.derwesten.de 16.06.2014. S. dazu Die Weltpolitik-Kampagne der Eliten.
[9] Weißbuch zur Sicherheitspolitik und zur Zukunft der Bundeswehr. Berlin, Juni 2016. S. dazu Deutschlands globaler Horizont (I).
[10] S. dazu Strategische Autonomie.
[11] S. dazu Deutschlands Kriegsbilanz (I), Deutschlands Kriegsbilanz (II) und Deutschlands Kriegsbilanz (III).
[12] S. dazu Zivile Kriegsvorbereitung.

martedì 8 ottobre 2013

La nuova offensiva tedesca in politica estera

Con un discorso forse destinato ad entrare della storia, il presidente tedesco Joachim Gauck la scorsa settimana ha chiesto ai tedeschi un rinnovato impegno in politica estera: non possiamo deludere le aspettative, il nostro paese deve essere protagonista nel mondo. Da German Foreign Policy
Berlino avvia una nuova offensiva per il consolidamento della sua egemonia all'interno dell'UE e per rafforzare il suo ruolo geopolitico. "In Germania e all'estero si fanno sempre piu' forti le voci  che chiedono al nostro paese di avere un ruolo di primo piano nel mondo", ha detto il presidente Joachim Gauck la scorsa settimana in un discorso tenuto in occasione dell'anniversario della riunificazione tedesca. La Repubblica Federale non è un'isola e in futuro non potrà sottovalutare il suo ruolo internazionale: restiamo la "quarta economia del mondo". Come fonte di ispirazione il presidente della repubblica, fra gli altri, ha fatto riferimento al ministro degli esteri polacco, che già a fine 2011 aveva chiesto una leadership tedesca piu' forte, e ad un importante pubblicista americano che recentemente, subito dopo le elezioni federali, ha chiesto a Berlino di assumere un forte ruolo di guida all'interno dell'UE. L'uscita di Gauck è stata preparata con molta attenzione dall'establishment al vertice della politica estera tedesca. Mentre parti importanti delle elite di altri paesi sono pronte ad accettare con benevolenza una nuova egemonia tedesca, la maggioranza della popolazione dei paesi del sud-Europa è molto critica nei confronti della condotta di Berlino. Le lotte di potere intra-europee continuano: il primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker, già qualche mese fa, ha messo in guardia facendo un parallelo con gli anni immediatamente precedenti alla prima guerra mondiale.

La chiamata delle voci

Il presidente della repubblica Gauck, nel suo recente discorso in occasione della festa della riunificazione (3 ottobre), ha ribadito la necessità di una nuova politica estera tedesca. Con il ricorso al suo consueto armamentario retorico Gauck ha affermato che fino ad ora la Germania  sullo scenario internazionale sarebbe rimasta troppo poco coinvolta, nonostante i 6000 soldati sparsi per il mondo in oltre 10 stati e il brutale programma di risparmi imposto all'Eurozona. "Ma ora alcuni paesi nostri vicini" si augurano "un ruolo di guida per la Germania"; stanno crescendo "all'interno e all'esterno del nostro paese le voci che chiedono alla Germania una maggiore partecipazione nella politica internazionale". Il nostro paese è "fortemente popolato, al centro del continente e resta saldamente la quarta economia mondiale"; dobbiamo impedire che "la Germania sminuisca il proprio ruolo". Dovremmo pensare al "nostro paese, come a una nazione che ha il coraggio di dire si' a se stessa". La Germania non è un'isola, in futuro dovrà partecipare piu' attivamente alla soluzione dei conflitti globali, anche militarmente.[1]

La Cancelliera d'Europa

Il discorso di Gauck è stato preparato con cura nell'establishment al vertice della politica estera berlinese. L'egemonia tedesca all'interno dell'UE, da oltre 2 anni, viene discussa alla luce del sole sia nelle pubblicazioni specialistiche che nei commenti dei principali media. All'inizio del 2011 uno dei giornalisti piu' vicini al governo federale ha ridefinito Angela Merkel la "Cancelliera d'Europa".[2] Nel giugno 2013 il capo del dipartimento per la pianificazione del ministero degli esteri tedesco, Thomas Bagger, presso il Think-Tank di Washington "Center for European Policy Analysis", è intervenuto per parlare della leadership tedesca in Europa. Bagger ha dichiarato: "a Berlino si è consapevoli delle voci che chiedono un ruolo di leadership della Repubblica Federale in Europa, ma a causa della nostra storia carica di violenza, sul tema dell'egemonia tedesca resta una certa sensibilità". Il giornalista britannico Timothy Garton Ash racconta che dietro le quinte i vertici dello stato tedesco si sarebbero messi d'accordo: "Dobbiamo far finta di trattare con la Francia sullo stesso piano". [3] Nel confronto fra i due paesi, la supremazia economica tedesca sarebbe ineguagliabile.

Le elite sono divise

Una parte delle elite europee approva la nuova egemonia tedesca in Europa - e contribuisce alla sua implementazione. Il ruolo di ispiratore di questa politica l'ha avuto Radosław Sikorski, il ministro degli esteri polacco. Sikorski nel novembre 2011 in un discorso presso la Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP) ha detto: "oggi temo molto di piu' l'inattività tedesca, che non il suo ruolo di guida".[4] Da allora la chiamata ad una "leadership tedesca" nell'UE ha riscontrato una certa accettazione. In agosto Timothy Garton Ash, su di una importante rivista americana, è tornato ad interrogarsi sulla "nuova questione tedesca". Riferendosi ad incontri personali con la Cancelliera ed altri membri del governo, Ash ha scritto che la "Germania non ha cercato un ruolo di leadership in Europa", ma questa condizione è divenuta nei fatti realizzabile grazie alla grande forza economica. Dopo le elezioni presidenziali la Repubblica Federale dovrà affrontare con piu' decisione le problematiche interne all'UE. [5] Il presidente Gauck nel suo intervento del 3 ottobre ha fatto riferimento alle parole di Ash e Sikorski: a coloro che "chiedono un maggiore impegno della Germania nella politica internazionale", appartengono anche "un ministro polacco e dei professori di Oxford e di Princeton". Ash è professore ad Oxford.

Oltre l'80% è contrario

In forte contrasto con l'accettazione dell'egemonia tedesca di una parte delle elite europee, è invece l'opinione della grande maggioranza dei cittadini nei paesi colpiti dai diktat di risparmio tedeschi. Secondo un sondaggio fatto a giugno, circa l'82% dei cittadini italiani e l'88% di quelli spagnoli ritiene che l'influenza tedesca nell'UE sia troppo forte. In Francia, dove la popolazione è sempre piu' colpita dalle misure di austerità dettate da Berlino, questa opinione è condivisa dal 56 % dei cittadini.[6] 

La battaglia sulla politica estera dell'UE

Le lotte di potere in Europa proseguiranno. Una influente rivista francese recentemente ha ipotizzato che la Germania cercherà di utilizzare la sua crescente forza economica per ottenere la supremazia anche nella politica estera europea. E' evidente, sin dalla disputa sulla "Unione mediterranea" del 2008 [8], che i tedeschi non appoggiano piu' la politica estera francese, ma che intenderanno metterla sempre piu' in discussione, minando la posizione della Francia nelle sue tradizionali aree di influenza, si scriveva poco prima delle elezioni politiche tedesche. E cio' per Parigi potrebbe essere una minaccia. A questo bisogna aggiungere che la Germania considera l'intera Eurozona, in termini di politica estera, "come una sua zona di influenza", come del resto fa da sempre in campo economico, indebolendo ulteriormente la posizione della Francia. [9] Le battaglie per l'egemonia nella politica estera e militare dell'EU sono state condotte e vengono condotte in Libia, Mali e Siria; in ogni occasione ci sono state forti divergenze fra francesi e tedeschi. [10] Il presidente Gauck la scorsa settimana ha rafforzato la rivendicazione di una leadership tedesca proprio in questa direzione: "uno dei miei predecessori, Richard von Weizsäcker, aveva incoraggiato la Germania a contribuire con piu' convinzione alla politica estera e di sicurezza europea" [11]

Come 100 anni prima

Gli addetti ai lavori mettono in guardia dal sottovalutare il potenziale di escalation di queste lotte di potere. Già in marzo il primo ministro lussemburghese Jean Claude Juncker ha dichiarato pubblicamente di vedere dei forti parallelismi con il periodo precedente la prima guerra mondiale: "mi colpisce la somiglianza fra le condizioni europee del 2013 e quelle di 100 anni prima". Quanto rapidamente le tensioni attuali possano avere un'escalation, lo hanno mostrato le proteste contro i diktat di risparmio tedeschi in Grecia e in Italia: "improvvisamente sono riemersi risentimenti che si pensava fossero definitivamente scomparsi". Juncker ha avvertito con una franchezza insolita: "chi pensa che l'eterna questione della guerra e della pace in Europa non si ponga piu', potrebbe sbagliarsi. I demoni non sono scomparsi, stanno solo dormendo" [12]

[1] "Die Freiheit in der Freiheit gestalten"; www.bundespraesident.de
[3] Timothy Garton Ash: The New German Question; www.nybooks.com 15.08.2013
[4] "Deutsche Macht fürchte ich heute weniger als deutsche Untätigkeit"; dgap.org 28.11.2011
[5] Timothy Garton Ash: The New German Question; www.nybooks.com 15.08.2013
[6] Adults in Five Largest European Countries Have Mixed Feelings on Their Countries' Influence in the European Union; www.harrisinteractive.com 27.06.2013
[9] Le nouveau défi allemand de la diplomatie; www.lexpress.fr 21.09.2013
[11] "Die Freiheit in der Freiheit gestalten"; www.bundespraesident.de
[12] Euro-Krise: Juncker spricht von Kriegsgefahr in Europa; www.spiegel.de 10.03.2013