domenica 20 gennaio 2013

Lafontaine: SPD e Verdi corresponsabili per i suicidi nel sud Europa


Le cronache parlamentari ci raccontano che fra i partiti della sinistra tedesca si alza il livello dello scontro sugli Eurosalvataggi. Sullo sfondo la campagna elettorale per la Bassa Sassonia. Da Der Tagesspiegel 
La Linke accusa la SPD e i Verdi di essere corresponsabili per i sucidi nel Sud Europa - l'accusa innervosisce anche alcuni compagni di partito.

Stava andando abbastanza bene con la nuova strategia di  leadership della Linke: SPD e Verdi hanno fatto numerose proposte per una cooperazione politica nel governo federale. E anche se entrambe le parti non erano andate molto lontano, i presidenti Katja Kipping (Linke) e Bernd Riexinger (Linke) avevano tenuto sempre aperte le porte del dialogo. Da giovedi' sembra pero' che questa strategia sia stata spazzata via. Il capo economista della Linke, Michael Schlecht, nel dibattito al Bundestag sulla relazione economica annuale, ha accusato SPD e Verdi: con le vostre politiche di salvataggio state spingendo i sud Europei verso la morte.

"La politica tedesca sta tracciando un vasto solco di sangue nel sud Europa".

"E' uno scandalo", ha detto Schlecht, e sullo stesso tema ha lanciato un'altra dura critica l'ex leader del partito Oskar Lafontaine durante un'intervista alla ARD.  Lunedi al "Morgenmagazin" ha dichiarato che SPD e Verdi si sono allontanati dal concetto di giustizia sociale e hanno esteso l'Agenda 2010 a tutta l'Europa. Si sono resi "corresponsabili" per "i suicidi nel sud Europa. Questo per noi è un tema importante, che mi rende davvero molto triste".

Ad un primo sguardo queste accuse non sono coerenti con cio' che Lafontaine solo domenica scorsa aveva detto davanti ai membri del partito. In occasione dell'avvio dell'anno politico della Linke aveva assicurato di sostenere con forza il corso di Kipping e Riexinger: "SPD e Verdi non possono governare da soli, farebbero solo stupidaggini".E la compagna di Lafontaine, Sahra Wagenknecht, dovrebbe avere un ruolo centrale in Niedersachsen, avviare trattative di coalizione dopo una vittoria dei rosso-verdi o addirittura accettare un ministero?

Nella Linke non tutti sono rimasti sorpresi dalle esternazioni di Lafontaine e Schlechts. "Non tutti gli inasprimenti verbali rafforzano l'argomento", ha dichiarato il politico Stefan Liebich (Linke) al Tagesspiel. Secondo il vice presidente del partito Jan van Aken, Lafontaine "ha chiaramente definito la sua posizione, come io non sarei stato capace di fare". Su Schlecht non ha invece voluto dire niente. Riexinger (Linke) ha constatato: "dichiarazioni molto dure sono a volte necessarie per portare l'attenzione sui problemi. Ma una discussione politica molto forte e una riflessione su un'opzione politica a sinistra non sono in contraddizione". Anche il presidente del gruppo parlamentare Gregor Gysi non ha voluto attaccare pubblicamente i suoi compagni di partito. Con il suo discorso di 11 minuti al Bundestag ha già detto tutto il necessario sul tema, ha spiegato un portavoce. Un altro membro di spicco del partito ha definito il  tema "un reale problema strategico", il fatto che tra SPD e Linke "ci sia una notevole sovrapposizione dell'elettorato potenziale ".

Gli aggrediti sono invece indignati. "Campagna elettorale a basso costo", replicano i Verdi. Il parlamentare dei Verdi Volker Beck ha twittato: la polemica della Linke è "incredibile" e "antidemocratica". Il segratrario generale SPD Andrea Nahles ha parlato di uno "stato di disperazione e odio". "Per Lafontaine in campagna elettorale ogni mezzo sembra legittimo". Posizione confermata anche dal leader SPD Sigmar Gabriel. In un'intervista alla ARD ha escluso ogni coalizione rosso-rosso nel governo federale. La Linke è "un partito diviso al proprio interno", con cui "non sarà possibile guidare insieme la piu' grande economia d'Europa".

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