lunedì 4 marzo 2013

Sono state elezioni libere?


German-Foreign-Policy.com, osservatorio on-line sulla politica estera tedesca, propone un'analisi delle interferenze tedesche durante la campagna elettorale italiana: gli interventi all'estero saranno sempre piu' frequenti per sostenere il corso europeista.
Berlino ha reagito ai risultati elettorali italiani con un certo scetticismo. Il socialdemocratico Bersani a favore del quale il governo tedesco e i funzionari tedeschi della UE sono intervenuti massicciamente durante la campagna elettorale, ha ottenuto la maggioranza assoluta solo alla Camera dei Deputati. Secondo i piu' importanti commentatori tedeschi, in futuro sarà "sempre piu' normale" che i politici di Berlino - come nel caso italiano - intervengano nelle campagne elettorali dei paesi stranieri. Anche se nel caso attuale l'interferenza sembrava legittimata a livello popolare dagli scandali berlusconiani e dalle sue simpatie per Mussolini, nel complesso si tratta di una decisa limitazione della democrazia, sempre secondo gli osservatori. In questa situazione il Presidente della Repubblica Tedesca dichiara: "l'Europa non ha bisogno di scettici, ma di portabandiera".

Le conseguenze dell'austerità

Per Berlino le elezioni in Italia avevano una straordinaria importanza, in quanto era in gioco la subordinazione dell'Italia alle politiche di risparmio. Lo sfondo è la crisi economica, che negli ultimi due anni a causa dei diktat di risparmio si è acuita. Il PIL dopo una crescita molto debole nel 2010  e 2011 , dall'inizio del governo Monti è sceso del 2.2 %, e per l'anno in corso si prevede un ulteriore calo. Nel quarto trimestre del 2012 l'attività economica ha raggiunto un livello che l'Italia aveva visto solo 10 anni prima. Soprattutto è la produzione industriale ad essere crollata,  inferiore di un quarto rispetto al 2008. Sotto la pressione tedesca il governo Monti è riuscito a incassare piu' tasse che mai; e questo sarebbe accaduto "oltre i principi dello stato di diritto" [1]. Gli ispettori della finanza hanno cosi' ottenuto degli obiettivi fissi "su cio' che in termini di evasione fiscale dovevano recuperare nella loro provincia", e cosi' sono arrivati fino al ricatto pur di raggiungere il loro obiettivo. La pressione tedesca per la riduzione del debito si è fra l'altro mostrata anche nel settore pubblico, dove le fatture vengono ormai pagate solo con un forte ritardo; cio' ha ovviamente danneggiato le aziende di fornitura e ulteriormente peggiorato le dinamiche della crisi.

Con l'appoggio della SPD

Berlino riponeva da tempo le sue speranze nella vittoria del socialdemocratico Bersani: da sempre sulle politiche di soluzione della crisi era in sintonia con la tedesca SPD e da sempre si era mostrato favorevole a portare avanti la politica di austerità del governo Monti, politica imposta dal governo della Repubblica Federale Tedesca. In una dichiarazione di inizio dicembre della SPD per l'elezione di Bersani a candidato della coalizione si diceva, tra l'altro: "il politico potrà essere certo dell'appoggio di tutta la SPD"[2]. In novembre il candidato SPD Peer Steinbrück si era incontrato a Milano con Bersani per poter discutere sulle politiche anticrisi; anche Martin Schulz, il presidente del Parlamento Europeo, pochi giorni dopo si è incontrato con Bersani a Roma con lo stesso obiettivo. Ad inizio febbraio Bersani sempre con lo stesso obiettivo era andato fino a Berlino al fine di confermare il suo appoggio alle politiche anticrisi tedesche: in un discorso davanti alla  Deutschen Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP), ha sostenuto la necessità portare avanti le riforme avviate da Monti, anche se ci si sarebbe potuti aspettare un ulteriore crollo dell'economia italiana[3].

Compatti contro Berlusconi

I politici tedeschi si sono immischiati spesso - fra questi anche i funzionari delle istituzioni europee come il Presidente del Parlamento Martin Schulz (SPD) - non necessariamente a favore del fedele Bersani, piuttosto con attacchi contro il principale oppositore dei diktat di risparmio tedeschi. Cio' è stato spesso giustificato con riferimento agli scandali sessuali di Berlusconi, ai suoi contatti con la mafia e al suo recente apprezzamento per il Duce Mussolini. [4] Con la scusa di una onesta indignazione, i politici tedeschi hanno ripetutamente indicato in che modo votare in Italia:  Berlusconi "ha messo il suo paese nei guai attraverso un'azione di governo irresponsabile e avventure personali", dichiarava il sostenitore di Bersani e Presidente del Parlamento EU Martin Schulz [5]. L'Italia ha bisogno di "una leadership politica proiettata verso il futuro", ha detto il presidente della Commissione affari esteri al Bundestag, Ruprecht Polenz (CDU) e ha continuato: "sicuramente Berlusconi non puo' esserlo". Lo stesso Ministro degli Esteri ha dichiarato che Berlino supporta "il corso europeista e il proseguimento delle necessarie riforme". [6] Questa è "con certezza" la posizione dell'intero governo federale, ha confermato il suo portavoce. [7] Secondo quanto riportato dalla stampa, la Cancelliera tedesca ha esercitato una forte pressione sul gruppo parlamentare conservatore al Parlamento Europeo, al fine di ottenere l'esclusione dal gruppo del Partito del "Popolo della Libertà" .[8]

Sono state elezioni libere?

In considerazione del livello di interferenza tedesco nelle elezioni di uno stato membro EU, che nel caso italiano si lasciava giustificare a livello popolare dagli eccessi di Berlusconi, nella stampa vicina al governo si lascia intendere che questi interventi "in futuro saranno sempre di piu' la regola". [9] "Gli elettori dovranno votare i partiti e i politici con un programma giusto e ragionevole e che promettono un corso proeuropeo?", si chiedeva un commentatore in considerazione dell'intervento tedesco nella campagna elettorale italiana, dandosi la risposta: "in qualche modo si'". In caso contrario "seguirà una punizione", "ad esempio sotto forma di tassi di interesse per i titoli di stato, o in forma di pressione del gruppo dei pari". "Si è mostrato necessario", ha continuato il commentatore, "mantenere un corridoio politico le cui massime sono: consolidare, riformare, restare competitivi". Già in molti si sono chiesti "che cosa resta della loro democrazia?", non solo in Italia, ma anche in Grecia, Spagna o Portogallo. I parlamenti nazionali ormai sono solo "organi d'esecuzione", mentre soprattutto i politici tedeschi, sempre piu' spesso, parlano di una "comunità di destini" europea a cui tutti gli stati dovrebbero subordinarsi - al prezzo di abbandonare di fatto una libera scelta politica.

Si', voglio l'Europa!

La risposta di Berlino alle possibili obiezioni l'ha data alla fine della scorsa settimana il Presidente della Repubblica Gauck. "L'europa non ha bisogno di scettici, piuttosto di portabandiera, non di tentennatori, ma di sostenitori", ha dichiarato Joachim Gauck in merito all'auspicata subordinazione alla EU e ai suoi concetti politici egemonici. Nonostante tutte le attuali difficoltà ognuno di noi puo' sicuramente trovare "un buon motivo per la frase: si', io voglio l'Europa".[10] La domanda decisiva oggi non dovrebbe essere quali sono i vantaggi che l'EU offre ad ogni cittadino, ma un'altra: "Non ti chiedere che cosa l'Europa puo' fare per te, chiediti piuttosto, che cosa tu puoi fare per l'Europa".

[1] Warten im Teufelskreis; Frankfurter Allgemeine Zeitung 25.02.2013
[2] Sigmar Gabriel und Peer Steinbrück gratulieren Pier Luigi Bersani. Pressemitteilung der SPD vom 03.12.2012
[3] Pier Luigi Bersani: "Il futuro dell'Europa: Una prospettiva Italiana"; German Council on Foreign Relations, Berlino, 5 febbraio 2013
[4] Holocaust-Gedenktag: Berlusconi schwärmt von Mussolini; www.spiegel.de 27.01.2013
[5] "Was erlaube Schulz?" Er warnt die Italiener vor Berlusconi; www.handelsblatt.com 21.02.2013
[6] Berlin warnt vor Berlusconi; www.sueddeutsche.de 19.02.2013
[7] Wahl in Italien: Deutsche Politiker fürchten Berlusconi-Comeback; www.rtl.de 19.02.2013
[8] Berlusconi gegen die "Berliner Allianz"; www.zeit.de 07.02.2013
[9] Rückkehr des Chaos? Frankfurter Allgemeine Zeitung 22.02.2013
[10] Rede zu Perspektiven der europäischen Idee; www.bundespraesident.de 22.02.2013

18 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. il Presidente della Repubblica Gauck. "L'europa non ha bisogno di scettici, piuttosto di portabandiera, non di tentennatori, ma di sostenitori", ha dichiarato Joachim Gauck in merito all'auspicata subordinazione alla EU e ai suoi concetti politici egemonici. Nonostante tutte le attuali difficoltà ognuno di noi puo' sicuramente trovare "un buon motivo per la frase: si', io voglio l'Europa".[10] La domanda decisiva oggi non dovrebbe essere quali sono i vantaggi che l'EU offre ad ogni cittadino, ma un'altra: "Non ti chiedere che cosa l'Europa puo' fare per te, chiediti piuttosto, che cosa tu puoi fare per l'Europa".
    Una prospettiva aberrante: i politici tedeschi parlano solo di cessione di sovranità dei paesi cosiddetti periferici che sono stati saccheggiati dagli usurai internazionali.
    La Germania con la sua politica mercantilista non nasconde nemmeno più le sue ambizioni egemoniche

    RispondiElimina
  3. l'Europa è diventata una religione...

    AlessandroV

    RispondiElimina
  4. Questo articolo conferma la lettura sul significato attribuibile alla nascita di un partito anti-euro in Germania: ci sta come il cacio sui macchieroni, che dico!, come la senape sui wurstel (o quel che l'è).
    Le posizioni governative ufficiali, e anche del pres. della Repubblica fed., qui ben evidenziate, sono chiare nel senso di far coincidere l'euro con l'Europa, e l'interesse tedesco, attuale (dato il raffreddamento della produzione industriale e la forza delle lobbies delle esportazioni legate alla finanza tedesca creditrice), con l'Europa. Perciò l'euro coincide con la germania.

    Un attento lettore (non inficiato dalla propaganda eurista interna al proprio paese) comprende immediatamente, perciò, che "fine abbia fatto la democrazia": è assoggettata alle logiche commerciali e finanziarie (recupero crediti) tedesche che la germania è riuscita abilmente a far coincidere con l'Europa.

    Incuranti persino di mantenere una facciata (perchè ci pensano benissimo da sè i media dei paesi debitori, Italia in testa), i tedeschi non possono che approvare la creazione di un partito anti-euro "interno", dato che agevola la proposizione della posizione intransigente della Merkel come "mediazione" (al suo interno), rispetto a una posizione che non ha senso, in quanto provocando un ulteriore flessione immediata dell'esportazione nel (pur congiunturalmente ridotto) mercato UEM, accelererebbe le difficoltà della Merkel in vista delle elezioni.
    Un marco super-forte nel breve periodo, mentre Giappone e USA reflazionano (morbidamente, ma quanto basta a deprimere, agli occhi monetaristi dei "mercati", i corsi delle loro valute), renderebbe difficile anche compensare sui mercati extra-UE il contraccolpo dell'euro-break. Di capacità di acquisto-import residuale, nell'ambito dell'area UEM, ce n'è ancora abbastanza per una linea di "resistenza" e i tedeschi devono piuttosto meglio garantirsi i crediti Target (quelli intestati ai "residenti" beninteso), imponendo per quanto possono la "condizionalità" (che trasforma il prelievo fiscale nei paesi debitori in restituzione debiti al loro sistema bancario, direttamente, o indirettamente mediante "privatizzazioni" ancora da incentivare opportunamente).
    La "fake" mediazione consentita alla Merkel dall'euro-minaccia interna tedesca, rafforza, nelle intenzioni, la possibilità di non essere ulteriormente coinvolti in (peraltro modesti) ulteriori oneri di salvataggio o, peggio ancora, di finire coinvolti in bilanci federali UEM di "trasferimento".
    La posizione ventilata da Grillo nell'intervista ai giornali tedeschi, in questo senso, è estremamente interessante: senza accusare nessuno (evitando l'analisi delle responsabilità imperialiste) prende atto delle conseguenze inevitabili e conduce a un simmetrico gioco di "convenienze": se gli spread aumentassero su "input" politico-speculativo (commisurati come sono alla prospettiva dell'euro break e non certo alla inesistente insostenibilità del debito pubblico italiano), la Germania sarebbe resa edotta della esigenza di arrivare, almeno nell'immediato,a più miti consigli.
    Per tutti si tratta di prendere tempo in vista del "non immediato" inevitabile show-down. E il tempo gioca "politicamente" contro la germania, paradossalmente, portando la Francia sempre più profondamente in recessione e vanificando la sostenibilità della sua manovra diversiva..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ma quindi Grillo potrebbe pure essere un maledetto genio che lo mette in quel posto a tutti?

      Elimina
  5. Io vedrei bene anche il distaccamento di qualche divisione della wehrmacht sul territorio delle colonie del sud, perchè nonostante la fedeltà dei proconsoli designati, preoccopanti segnali di insofferenza della plebe cominciano a manifestarsi, e non è garantito che i proconsoli stessi siano in grado di reprimerli adeguatamente.

    Oltre a queste misure, strettamente legate al mantenimento dell'ordine pubblico mi permetterei di suggerire anche la possibilità del fermo di polizia a tempo indeterminato per i sobillatori antoeuropeisti e il loro internamento in apposite strutture rieducative dove possano assimilare adeguatamente i principi monetaristico-mercantilistici e dove soprattutto siano posti in condizione di non corrompere la plebe con pericolose suggestioni keinesiane.

    Certo dell'attenzione che lo stato maggiore del Reich vorrà dare a queste istanze, nella speranza che si rivelino adeguate alla protezione dell'ordine bancario costituito invoco sul Reich la protezione di Wotan

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anacleto lascia stare i proconsoli, mettiamoci i Gauleiter.
      Danno maggior affidamento.

      Però non posso fare a meno di ammirare 'sti tedeschi.
      Son veramente teste dure e determinate!

      Elimina
  6. a qualcuno oltre la manica la cosa è chiara ; a proposito delle elezioni italiane che hanno visto l'affermazione di Grillo, ma anche il ritorno di Berlusconi, l'articolo dice:

    "[...] Even the revival of the outrageous Silvio Berlusconi is good news: his irresponsibility might contribute to pushing Italy into financial crisis and eventual salvation. [...]"



    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'articolo del Guardian non è male, ma molti dei commenti che seguono (al solito anche di "Italian expats") sono "luogocomunisti". E' un fatto che, a parte le lodevolissime iniziative Voci dalla Germania e Voci dall'estero, la propaganda luogocomunista sui blog dei giornali stranieri è quasi altrettanto forte di quella in patria. Se leggete i commenti salta fuori che l'"unpopular" Monti è un santo, mentre Berlusconi e Grillo sono due diavoli. "Italy has shot in her foot", "Italy is a joke country" sono discorsi inaccettabili, ma i ns. connazionali che vivono (o scrivono) all'estero invece di controbattere certe affermazioni le avvalorano e aumentano la dose, al solo scopo di gettare discredito sui loro avversari interni! Ma questo lo conosciamo già a partire da Guicciardini! Pare che in 500 anni non sia cambiato niente.

      Elimina
    2. bene, allora a maggior ragione ognuno per la sua strada. Visto che siamo un paese ridicolo, perchè darsi tanta pena di volerci tenere dentro? Forse il fatto che saremmo pure ridicoli, ma non siamo di dusseldorf e non siamo idioti.

      Elimina
  7. "Per Berlino le elezioni in Italia avevano una straordinaria importanza, in quanto era in gioco la subordinazione dell'Italia alle politiche di risparmio".

    Questa frase è emblematica e grave allo stesso tempo.
    Innanzitutto non dice nulla si nuovo per gli oppositori del PUD€; poi, combinata con le frasi precedenti implica che il governo tedesco è intervenuto durante la campagna elettorale PER assicurarsi la subordinazione dell'Italia alle esigenze del piano tedesco.

    Il messaggio che 'gli italianen non zanno rizparmiare perchè zono italianen e QUINTI li doppiamo zottomettere (ehm scuzate, zupordinare) a noi teteschi, che tanto soffriamo per colpa loro' continua ad essere presente nell'opinione pubblica teutonica.

    E' ancora presente nell'opinione pubblica teutonica, anche se all'interno di un articolo in cui la buona parte delle parole vengono spese per fare 'rispecchiamento della realtà'.

    Più avanti, il metodo non cambia moltissimo. Infatti successivamente si dice "I politici tedeschi si sono immischiati spesso [...] contro il principale oppositore dei diktat di risparmio tedeschi". Ovvero il principale oppositore al piano di salvaguardia degli interessi tedeschi viene raffigurato in Berlusconi.

    "E, CON LA SCUSA di una onesta indignazione, i politici tedeschi hanno ripetutamente indicato in che modo votare in Italia: Berlusconi ha messo il suo paese nei guai attraverso un'azione di governo irresponsabile e avventure personali". In quest'ultimo passaggio viene reso esplicito un nesso di causalità diretto, del tipo A causa B: Dato che B. è mafioso; dato che B. tromba tutto il trombabile e dato che B. è filo-Duce QUINDI B. ha messo il paese nei guai.

    E questo perchè B. è il "principale oppoistore" del piano tedesco per l'Europa.

    Piano tedesco che, imho, andrebbe arricchito di almeno un dettaglio: il tema GAS e GASDOTTI (Northstream, Southstream, Nabucco, ecc) che da sempre ha visto su schieramenti sovrapposti Italia e Germania (occhio alle data dei 2 articoli che linko http://petrolio.blogosfere.it/2011/09/e-in-funzione-north-stream-e-a-south-arrivano-i-francesi.html http://petrolio.blogosfere.it/2011/11/aii-tedeschi-north-stream-ai-francesi-south-stream-e-a-noi-neanche-la-libia.html)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. # Fabrizio Bruni
      "In quest'ultimo passaggio viene reso esplicito un nesso di causalità diretto, del tipo A causa B: Dato che B. è mafioso; dato che B. tromba tutto il trombabile e dato che B. è filo-Duce QUINDI B. ha messo il paese nei guai."

      Beh la Germania è un paese in cui le carriere politiche finiscono per il sospetto (sospetto eh) di aver copiato un capitolo della tesi magari 25 anni prima.... gliela vogliamo concedere la buona fede se si dice spaventato dall'idea di dover mettere in comune il rischio con chi si fa rappresentare da Berlusconi che è percepito come la quintessenza materializzata dei peggiori pregiudizi vs gli italiani?

      MArioC

      Elimina
    2. @MArioC

      Hai ragione ad usare il termine 'percezione'.

      La percezione è in relazione con l'attenzione. E per te, l'attenzione invece che essere portata sulla manipolazione pro-interessi tedeschi, ritieni sia più utile concentrarla su altro.

      Detto questo, B. è responsabile, nessuno, men che meno il sottoscritto, può negarlo nè contestarlo.
      Usarlo come IL responsabile, è riduttivo e, questo lo sottolineo ancora, anche filo-tedesco.

      Elimina
  8. "L'europa non ha bisogno di scettici, piuttosto di portabandiera, non di tentennatori, ma di sostenitori"
    Ha sbagliato soggetto. Voleva sicuramente dire "Il Reich (per il numero, fate voi) non ha bisogno..."

    Aurelio

    RispondiElimina
  9. Signori ma perchè non ci organiziamo per le prossime europee????
    Noi che siamo informati candidiamoci e vediamo che succede!!!!

    RispondiElimina
  10. Scusa vocidallagermania, ma che fine hanno fatto i feed dei post (non quelli dei commenti?). Sono fermi al 10 febbraio.

    RispondiElimina
  11. Giorgio Forti-Viale Argonne 42, Milano18 marzo 2013 alle ore 15:35

    Mi sembra ovvio che la sensibilità "cgermanica" faccia onore alla sua tradizione. Ma, cercando di parlare seriamente, tutte le persone di buon senso, e con un minimo di informazione, hanno capito che non esiste una uscita dalla crisi di nessuna delle attuali singole nazioni europee, neppure la Germania: esiste una via d'uscita (l'alternativa è il più o meno veloce passaggio all'economia di sussistenza del terzo mondo)solo con la formazione degli Stati Uniti d'Europa, con un governo, un Parlamento, una Banca centrale.Riprendendo l'idea del grande Altiero Spinelli, ed aggiornandola per i dettagli.Meglio sarebbe che ne facesse parte la Russia, naturalmente dopo liquidazione di Putin e soci: ma sembra in questi ultimissimi anni che in Russia stia crescendo una opposizione seria e forte ( sì, anche le Pussy riot ne sonoparte!)
    Giorgio Forti

    RispondiElimina