martedì 27 marzo 2018

In piedi sotto la pioggia ad aspettare

Così la stampa tedesca descrive il giovane presidente francese alle prese con la grande temporeggiatrice Merkel, che evidentemente non ha nessun interesse ad accelerare l'integrazione europea e soprattutto puo' nascondersi dietro lo scetticismo del nuovo "fronte del nord". I tedeschi ancora una volta si mostrano disponibilissimi a sfruttare i vantaggi dell'unione monetaria quando si tratta di inondare i mercati europei e mondiali con le loro merci, ma diventano improvvisamente euroscettici quando c'è da cooperare con i paesi del sud. Ne parla German Foreign Policy


[…] Parigi vorrebbe un budget per la zona euro e un euro-ministro delle finanze; dell'introduzione degli Eurobond, originariamente prevista dal piano Macron, non c’è piu’ traccia. Durante la conferenza stampa congiunta in occasione dell‘ultimo vertice UE di venerdì scorso, la Cancelliera ha risposto alle proposte concrete del Presidente francese senza prendere impegni precisi oltre ad esprimersi in favore di un generico "proseguimento della discussione", riportano le corrispondenze; Merkel sta lasciando Macron "in piedi sotto la pioggia ad aspettare". Sorge spontanea la domanda: "quanto tempo ancora il presidente francese presterà il fianco alle tattiche temporeggiatrici di Merkel". La discussione su quale forma concreta dovrebbero prendere i trasferimenti finanziari nel quadro di una unione sociale europea non ha fatto passi avanti; c'è ancora disaccordo e "non si sa ancora da dove dovrebbe arrivare il denaro e in che modo dovrebbe essere speso"[2]. 


La tattica temporeggiatrice di Berlino 



E’ dalla vittoria elettorale del presidente francese che Berlino continua ad utilizzare la stessa tattica per temporeggiare. Macron era riuscito infatti a prevalere nei confronti dell'estrema destra del Front National promettendo una maggiore integrazione europea e una riforma dell'eurozona. All'inizio si è voluto far credere alla "speranza francese“ che sarebbe stato necessario aspettare le elezioni federali dell'autunno 2017. In seguito, si è voluto raccontare che la lunga fase necessaria per la formazione di un governo a Berlino avrebbe creato "un vuoto di potere" che invece ha permesso alla Cancelliera di "lasciare in attesa" le proposte di Macron.[3] Il "nuovo slancio", promesso dal presidente dall'aspetto giovanile subito dopo la sua elezione, ha lasciato il posto allo scetticismo di molti critici. Gli avversari di un budget della zona euro e di un ministro delle finanze dell'eurozona all'interno dell'UE sono molti, soprattutto se si tratta di "posticipare e disinnescare" dei piani cosi' impopolari a Berlino. Nel tentativo di sfruttare il temporaneo vuoto di potere a Berlino, il ministro delle finanze olandese e altri ministri nordici dell'UE si sono pronunciati contro i piani di Macron. Anche fra i paesi governati dall'ultradestra della periferia orientale dell'UE prevale il rifiuto nei confronti dei piani di Parigi. “E' diventato molto piu' facile per la Germania nascondersi dietro lo scetticismo degli altri paesi", conferma un esperto del Consiglio Tedesco per le Relazioni Estere (DGAP). La prolungata "incertezza" sulla posizione di Berlino ha spinto anche altri stati a criticare i piani di Macron. Ora "Berlino potrebbe appoggiarsi a questo rifiuto e invocare un compromesso oppure dei progressi decisamente piu’ piccoli". [4] 



La tradizione del blocco di Berlino 


Il temporeggiamento nei confronti degli sforzi francesi finalizzati alla creazione di un meccanismo intraeuropeo in grado di compensare la "Beggar-Thy-Neighbour-Politik" tedesca, a Berlino ha una lunga tradizione. Parigi ha sempre cercato di contrastare le enormi eccedenze commerciali tedesche, che di fatto equivalgono ad una esportazione di debito, cercando di spingere verso una integrazione europea accellerata; ma ogni volta le élite francesi si sono trovate di fronte ad un muro di gomma. Nel 2015 l'allora presidente francese Francois Hollande aveva suggerito una piu’ stretta cooperazione franco-tedesca e l'istituzione di un governo della zona euro – ricevendo pero' un rifiuto netto da parte di Berlino. Hollande vorrebbe "forzare l'Europa a stare insieme ricorrendo a dei tecnocrati. Ma questo non funziona"[5]. In precedenza il presidente francese Sarkozy ci aveva provato con l'idea di creare all'interno dell'eurogruppo un "governo europeo". La proposta francese formulata nell'autunno del 2008 - poco dopo lo scoppio della crisi finanziaria globale - nasconde il rischio "di una divisione all'interno dell'UE" e tocca i "nervi" dell'Europa, aveva lasciato trapelare nell'ottobre 2008 la Cancelleria nei confronti dei media tedeschi.[6] Con queste dichiarazioni il tentativo di Sarkozy era stato rimosso dall'agenda.



[2] Silke Wettach: Warum die große Euro-Reform ausfällt. wiwo.de 23.03.2018.

[3], [4] Karin Finkenzeller: Merkel hat Zeit. zeit.de 21.03.2018.

[5] Albrecht Meier: Unions-Fraktionsvize Friedrich erteilt Hollandes Vorschlag Abfuhr. tagesspiegel.de 20.07.2015.

[6] Berlin: Sarkozy könnte die EU spalten. faz.net 24.10.2008. S. auch Tomasz Konicz: Aufstieg und Zerfall des deutschen Europa.

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