sabato 2 maggio 2020

Liberi professionisti e freelance verso Hartz IV

Anche in Germania i fondi per gli aiuti immediati ai Freelance e ai lavoratori autonomi messi a disposizione dal governo federale e dai Laender non bastano, e allora per molti autonomi l'unica strada percorribile è quella di richiedere un sussidio Hartz IV. Ne scrive Die Zeit


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Karen Huber da metà marzo la notte non riesce piu' a dormire. Anche se allo stesso tempo sa bene come si gestice lo sconforto interiore: la giovane laureata in economia, infatti, lavora nella formazione per adulti ad Amburgo, dove tiene dei corsi sul tema della consapevolezza e la gestione dello stress e offre consulenza psicologica e coaching. "Lavoro con gruppi, ci scambiamo idee e facciamo esercizi insieme", dice. In tempi di coronavirus, durante i quali le persone devono mantenere le distanze, gli incontri di gruppo tuttavia non sono piu' richiesti.

Dallo scoppio del coronavirus in Germania, infatti, tutti i suoi corsi sono stati cancellati. Huber è una lavoratorice autonoma, ed improvvisamente si è trovata da un giorno all'altro senza nulla. I corsi digitali non possono sostituire questo tipo di scambio di gruppo, dice, perché il lavoro è troppo personale per essere svolto in questo modo. "In giro si legge molto sui lavoratori autonomi della cultura che ora sono costretti a chiedere aiuto, ma anche per quelli degli altri settori le cose si mettono male".

Insegnanti di yoga, tuttofare, grafici, interpreti, agricoltori e insegnanti di musica - ci sono circa quattro milioni di lavoratori autonomi in Germania, circa la metà dei quali sono "Solo-Selbstständige", vale a dire non hanno dipendenti. Il governo federale ha erogato a piccoli e microimprenditori aiuti per un totale di 50 miliardi di euro, che possono essere richiesti per coprire un periodo di 3 mesi. I lavoratori autonomi con un massimo di cinque dipendenti ricevono un contributo una tantum di 9.000 euro, mentre chi ha un massimo di dieci dipendenti 15.000 euro. Esistono anche opzioni per il differimento fiscale e i prestiti di emergenza, ad esempio da parte della banca KfW. Gli stati federali pagano anche degli aiuti di emergenza, ma quanto si può ottenere varia da regione a regione. La situazione si fa chiaramente difficile per chi era già indebitato prima della crisi. Perché in quel caso i creditori chiederanno di utilizzare immediatamente quegli aiuti di emergenza per rimborsare i loro debiti.

Karen Huber ad Amburgo ha richiesto e ottenuto un pagamento una tantum di 2.500 euro. "Ma i soldi mi bastano solo per due mesi, non coprono nemmeno i costi di gestione", afferma. Prima di allora, incassava circa 2.000 euro al mese provenienti dal suo lavoro: "Non ci facevo certo i salti, ma ci vivevo decentemente".

Voleva richiedere anche l'aiuto federale - ma la domanda è stata respinta. Quei soldi arrivano solo a chi deve coprire dei costi operativi mensili, come ad esempio l'affitto di un ufficio o un contratto di leasing per attrezzature tecniche. Il suo commercialista per questa ragione vorrebbe presentare un ricorso. "Il pagamento una tantum dei Laender è previsto per tre mesi, ma cosa succede dopo?"

Huber ritiene di essere stata lasciata sola dalla politica. "La crisi in Germania ha colpito tutti, ma non per tutti è stata di natura esistenziale, come invece lo è per noi lavoratori autonomi". Perché per lei non c'è alcuna azienda che continua a pagarle un salario, anche se solo per un breve periodo. "Credo che in Germania ci sia una grande ingiustizia". Huber ha preso in considerazione la possibilità di richiedere Hartz IV. "Ho chiesto una consulenza, ma probabilmente non ne ho diritto a causa dei miei risparmi, che includono i fondi versati nella previdenza integrativa", afferma.

La stagione sarebbe iniziata proprio ora

Martin Orgler invece ha già presentato la domanda per ottenere un sussidio Hartz IV. Anche lui ha avuto problemi a compilare la sua domanda e ora spera di non aver commesso errori che gli impediscano il pagamento rapido del sussidio. Orgler, che preferirebbe non dare il suo vero nome, a Berlino fa la guida turistica. Anche lui a marzo si è trovato improvvisamente disoccupato. Si guadagnava da vivere con i turisti stranieri, in particolare dagli Stati Uniti, ai quali offre un tour giornaliero nella Berlino storica.

A causa del Coronavirus, l'industria del turismo di Berlino, tuttavia, è completamente in ginocchio. Alcune agenzie di viaggio più piccole potrebbero non riprendersi mai a causa degli introiti persi. "La stagione sarebbe iniziata proprio in questi giorni, ma il mio programma degli appuntamenti è completamente vuoto", afferma Martin Orgler. A causa del rigido divieto di viaggio, non si riesce a vederne la fine. "Questo mese ho avuto esattamente zero euro di reddito e questa situazione probabilmente continuerà per tutta l'estate." Quello della guida turistica non è certo un lavoro che può essere svolto nell'ufficio di casa. Oltre a ciò Orgler recensiva concerti per un quotidiano di Berlino, ma anche questo lavoro si è fermato a causa della cancellazione degli eventi fino a ottobre. 

Si sentiva fortunato, era riuscito ad ottenere 5.000 euro di aiuti d'urgenza dal Senato di Berlino; questi soldi a Berlino erano stati messi a disposizione per alcuni giorni a titolo di risarcimento per la perdita del reddito, ma i 250 milioni di euro garantiti sotto forma di aiuto di si sono subito esauriti. E i soldi non dureranno a lungo neanche per lui. Orgler è stato in grado di richiedere Hartz IV solo perché qui temporaneamente si applicano regole meno rigide: fino al 30 giugno 2020, infatti, vengono accettate le domande anche con costi abitativi più elevati del solito, Orgler quindi non dovrà trasferirsi con sua moglie e suo figlio a causa del suo affitto troppo alto. I risparmi, inoltre, non saranno presi in considerazione per un periodo di sei mesi, e questo vale anche per la previdenza integrativa, così importante per i lavoratori autonomi. Chi ha messo da parte più di 60.000 euro, tuttavia, dovrà prima usare questi soldi altrimenti non riceverà gli aiuti dallo stato. "Se la crisi continua ancora a lungo, dovrò pensare di iniziare a fare qualcosa di completamente diverso", afferma il laureato in storia. Che adora il suo lavoro.

Attualmente online ci sono numerosi webinar e offerte gratuite per fare della formazione su Internet. "I lavoratori autonomi potrebbero utilizzare il tempo libero per acquisire nuove competenze", consiglia Angela Broer, amministratore delegato di HalloFreelancer, una start-up che fa parte del social network XING. La sua azienda ha appena avviato un nuovo progetto per supportare i lavoratori autonomi. I liberi professionisti potranno rilasciare alle aziende una sorta di buono per i lavori di cui avranno bisogno in futuro, il che significa: il lavoro sarà pagato in anticipo ed eseguito solo quando sarà tornata la necessità. Il prerequisito è che la società appaltatrice possa permetterselo finanziariamente, e inoltre c'è la volontà di tenere occupati i liberi professionisti. Legalmente è possibile pagare le fatture anche prima che il servizio venga prestato, afferma Broer.

Anche Karen Huber e Martin Orgler amano lavorare in proprio, se non fosse per il problema dell'incertezza finanziaria. Perché la crisi mostra che quando gli ordini spariscono, che sia a causa delle restrizioni della pandemia o a causa di un periodo troppo lungo di malattia, i lavoratori autonomi sono da soli. Karen Huber afferma di essere sfinita a causa della paura per il futuro della sua esistenza e di essere anche dimagrita senza riuscire a trovare un equilibrio, perché anche i concerti e i viaggi con gli amici sono stati eliminati.

Martin Orgler la vede in maniera un po' piu' pragmatica. "Sono abituato a vivere con pochi soldi e pochi consumi, non è un problema per me. Forse è perché sono cresciuto nella DDR". Per lui è molto peggio non poter tornare al lavoro. "Mi manca molto il mio lavoro. Non sapere se e quando potrò tornare a farlo mi sta uccidendo".

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