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mercoledì 22 maggio 2013

Apprendisti tedeschi


Il Ministro del Lavoro tedesco, Ursula von der Leyen, a Madrid firma un accordo per ricevere ogni anno 5.000 giovani spagnoli da inserire nel sistema formativo tedesco. Ennesima operazione d'immagine del governo tedesco, colonialismo demografico oppure un aiuto concreto? Da Deutschlandfunk
Spagna e Germania intendono avviare una stretta collaborazione sul tema della formazione. I due ministri del lavoro hanno appena firmato un accordo. Ma i critici accusano entrambi i governi di agire in chiave puramente politica.

Suona molto bene l'accordo firmato oggi dal Ministro del lavoro spagnolo Fátima Báñez e dal suo omologo tedesco Ursula von der Leyen: nello spirito di una collaborazione amichevole dovranno essere migliorati la conoscenza reciproca e il mutuo apprendimento. L'obiettivo sarà portare i giovani nel mondo del lavoro.

E il Ministro del lavoro spagnolo, dopo aver firmato il protocollo d'intesa, ha portato al centro del discorso i giovani:

"Io credo che questo accordo apra ai giovani spagnoli molte possibilità che in questo periodo in Spagna non potrebbero avere. Per questo motivo il mio ringraziamento va al Ministro per il suo impegno e per la sua sensibilità. Grazie a lei, che ogni anno darà a 5.000 giovani spagnoli una possibilità in Germania, nella formazione o come lavoratori specializzati".

Molto piu' realista l'analisi del quotidiano spagnolo El Mundo - si tratta per entrambi i governi di una tragica situazione "win-win", scrive il giornale con un certo sarcasmo: i giovani spagnoli pagheranno le pensioni tedesche, e il governo Rajoy sarà felice di far sparire qualche disoccupato dalle statistiche.

Nell'accordo quadro fra il ministro spagnolo e quello tedesco sono stati identificati 7 punti su cui ci sarà uno scambio intensivo di esperienze e opinioni. Le parole d'ordine saranno la mobilità e la formazione sul posto di lavoro. Il Ministro del Lavoro Von der Leyen a Madrid ha illustrato i vantaggi del sistema formativo duale tedesco:

"Le aziende sanno anche insegnare, oppure rendere disponibili degli apprendistati che abbiano un futuro e che possano avvicinare la tecnologia ai giovani".

Da tempo la formazione spagnola è ritenuta troppo scolastica - e per questo da circa un anno c'è un accordo fra entrambi i ministri del lavoro per promuovere lo scambio fra i sistemi di istruzione. Ci sono già tuttavia dei progetti pilota per un sistema formativo piu' vicino alla pratica. Il fatto che adesso il dialogo avverrà all'interno di un ragionevole quadro giuridico, ad esempio i  contratti di formazione, potrebbe dare un nuovo impulso.

E Ursula von der Leyen a Madrid fa di tutto per non dare l'impressione che la Germania stia agendo nel proprio interesse, con il solo obiettivo di attrarre lavoratori qualificati. Di mezzo c'è l'ideale europeo, dice il Ministro del lavoro:

"Che all'interno dell'Europa si possa studiare e viaggiare liberamente, ma anche lavorare e avere una libertà di formazione, e che la mobilità e le buone esperienze che facciamo insieme nei diversi paesi aiutino a creare amicizie e a rimuovere i pregiudizi, col tempo porteranno l'idea europea fino alla prossima generazione".

La maggior parte degli spagnoli, tuttavia, avrebbe assistito ad una migliore promozione dell'ideale europeo se l'unione bancaria fosse stata portata avanti con piu' convinzione, e se invece di proseguire con la dottrina dell'austerità, si fossero ascoltati gli appelli per un maggior stimolo dell'economia. Di fronte ai 2 milioni di giovani che in Spagna non hanno un lavoro, 5.000 possibilità in Germania, nella migliore delle ipotesi, saranno solo una goccia nel mare.

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venerdì 12 aprile 2013

Agenda 2010 per tutta l'Europa?


Non è un segreto: i merkeliani vogliono estendere l'Agenda 2010 a tutta l'Europa. Sulla Süddeutsche Zeitung, il professore di scienze politiche Christoph Butterwegge, ex SPD, oggi vicino alla Linke, propone un'analisi delle riforme lanciate da Schröder, a 10 anni dalla loro introduzione. Da Süddeutsche Zeitung


Hartz IV ha portato la povertà al centro della società e ha approfondito il divario fra ricchi e poveri. L'Agenda 2010 ha mostrato quanto sia facile e rapido per le persone scendere verso il basso - anche se il decimo anniversario delle riforme è stato festeggiato per giorni.


Chi festeggia gli anniversari di solito non sempre ama dire tutta la verità. Dopo tutto si tratta di riempire il festeggiato di complimenti e celebrarlo in considerazione di quanto ha fatto. E' andata cosi' anche qualche settimana fa, quando Gerhard Schröder ha celebrato i 10 anni dall'introduzione dell'Agenda 2010.

Date le numerose felicitazioni arrivate da tutto il mondo economico, la narrazione delle riforme di Schröder è già un luogo comune: sono la madre di tutti i  successi raccolti dalla Repubblica Federale sui mercati mondiali negli ultimi anni. Mentre Schröder pronunciava il suo discorso di presentazione dell'Agenda 2010, la Germania sottraeva agli USA il ruolo di primo esportatore mondiale. Nel 2009 tornava al secondo posto dietro la Cina. "Il malato d'Europa", come spesso si diceva allora, l'economia della Repubblica Federale non lo era mai stato. In realtà restava l'economia piu' grande e piu' forte di tutto il continente.

Sicuramente dopo l'entrata in vigore delle riforme il numero degli occupati è cresciuto mentre quello dei disoccupati ufficiali è sceso. Ma cio' è probabilmente dovuto anche all'andamento della congiuntura internazionale. Inoltre, molti impieghi spesso sono stati solo smontati senza aumentare il volume del lavoro, mentre molte donne sono tornate a lavorare ma solo con impieghi a tempo determinato.

Ma se anche la presunta maggiore resistenza alla crisi  rispetto ai vicini europei mostrata dall'economia tedesca fosse da ricondurre all'Agenda 2010, il prezzo pagato sarebbe comunque troppo alto: soprattutto per i cittadini non privilegiati. Per tutti coloro che già avevano un basso reddito, il salario reale è diminuito. A causa della precarizzazione del lavoro, la qualità dei rapporti di lavoro per molti è peggiorata: sono milioni i tedeschi che oggi non hanno alcuna assicurazione sociale che possa proteggerli dai rischi elementari della vita. E se un lavoro c'è, molto spesso si tratta di un lavoro interinale o di un part-time forzato.

Strumento di intimidazione e minaccia

Accanto all'Agenda 2010, Hartz IV è l'altra parola per comprendere la  piu' importante rottura nel modello sociale tedesco dopo il 1945. Che il numero dei destinatari di aiuti negli ultimi tempi sia addirittura sceso insieme al livello medio dei contributi, non è dovuto ad una riduzione della povertà, ma solo ai  controlli piu' rigidi e agli strumenti di repressione di cui i Jobcenter e gli uffici di sicurezza sociale dispongono dopo le riforme. Sia l'Agenda 2010 che Hartz IV hanno funzionato come uno strumento di disciplina e di minaccia.

Si nascondono soprattutto le conseguenze psico-sociali, sanitarie e socio-culturali dell'Agenda. Viene violato il senso di giustizia della maggioranza: lavoratori con decenni di lavoro alle spalle, dopo un breve periodo di disoccupazione vengono riportati agli stessi livelli di reddito di coloro che non hanno mai lavorato in vita loro. 

La fusione fra indennità di disoccupazione e aiuti sociali (al livello di questi ultimi) secondo Schröder avrebbe dovuto separare coloro che hanno ancora voglia di lavorare da coloro che invece non ne hanno. L'ipotesi era che il sussidio sarebbe stato percepito come una presa in giro. Con l'abolizione dei sussidi per la disoccupazione (dopo 12 mesi di disoccupazione), di fatto si ignora un principio molto importante: è compito dello stato sociale assicurare uno standard di vita minimo.

L'arbeistlosengeld II (Hartz IV), introdotto come sostituto, non è legato all'ultimo stipendio netto percepito dal disoccupato di lunga durata. L'effetto è stato quello di portare al livello degli aiuti sociali chi fino a poco prima apparteneva al ceto medio, come ad esempio i lavoratori specializzati o gli ingegneri 

Il nuovo e piu' duro regime del lavoro ha aumentato la pressione esercitata sui sindacati e sui consigli di fabbrica per far accettare condizioni di lavoro peggiorative e salari piu' bassi. E' stato il punto di partenza verso l'impoverimento dei lavoratori e dei pensionati. Nella Repubblica Federale la povertà per un lungo periodo era rimasta un fenomeno per gruppi marginali, ma grazie ad Hartz IV è tornata a minacciare il centro della società.

Non c'è stato l'effetto ascensore sociale: tutti salgono insieme verso l'alto. Piuttosto c'è stato l'effetto paternoster: mentre pochi salivano verso l'altro, tutti gli altri stavano andando verso il basso. Le riforme hanno approfondito la divisione sociale fra ricchi e poveri. I bassi salari hanno reso possibile grandi guadagni. La riforma fiscale, che dell'Agenda 2010 era parte integrante e il cui effetto in termini di redistribuzione viene sottovalutato, ha ridotto il carico fiscale sui redditi da capitale e sui redditi piu' alti.

La competitività al centro

Accanto ai tagli materiali per milioni di persone, l'Agenda 2010 ha portato con sé importanti processi mentali di cambiamento. Ha peggiorato il clima sociale e danneggiato la cultura politica della Repubblica federale. I disoccupati, i poveri e le minoranze etniche hanno incontrato sempre maggiori difficoltà, mentre il mercato e la concorrenza sono diventati il punto centrale dello sviluppo sociale.

Oggi la massima "Se ognuno si prende cura si sé, andrà bene per tutti" è molto piu' popolare rispetto a quando la SPD rappresentava ancora gli interessi delle persone meno abbienti. Di fatto la distanza fra governanti e governati è cresciuta, perché chi è stato colpito dalla riforme, non a torto, ritiene di non essere piu' rappresentato in parlamento. E se cio' non viene affrontato democraticamente potrà portare ad una crisi della democrazia.

L'obiettivo dell'Agenda 2010, garantire l'egemonia economica della Germania in Europa, è stato raggiunto. Per il governo federale percio' dovrebbe essere ancora piu' facile fare piu' di quanto è stato fatto fin ad ora per i perdenti di queste politiche di riforma. Invece di lanciare un appello per una Riforma 2020, come fanno molti celebratori, bisognerebbe riportare l'uguaglianza e la coesione sociale  al centro dell'azione politica.

mercoledì 13 marzo 2013

Ricchezza e povertà in Germania


Jakob Augstein, commentatore progressista, su Der Spiegel attacca il rapporto del governo sulla povertà in Germania: hanno provato ad abbellire i dati ma non ci sono riusciti, le diseguaglianze sono troppo evidenti. Da Der Spiegel.
Il governo federale ha cercato di abbellire il "Rapporto sulla povertà" - tuttavia i dati ci mostrano ugualmente la miseria sociale nel nostro paese. Dieci anni dopo il lancio dell'Agenda 2010, dell'economia sociale di mercato non c'è piu' traccia.

"La ristrutturazione dello stato sociale e il suo rinnovamento sono diventati inevitabili. Non si tratta di dare il colpo di grazia, piuttosto di conservare l'essenza dello stato sociale".   Parole pronunciate da Gerhard Schröder nel suo discorso del 14 marzo 2003 con il quale annunciava l'Agenda 2010.

Dieci anni dopo è chiaro: l'obiettivo è stato mancato, lo stato sociale colpito duramente. La Germania sta diventando una società di classe. Dovremo riabituarci al concetto. Sono finiti i tempi in cui il capitalismo sociale faceva almeno credere possibile il "benessere per tutti" (Ludwig Erhard). L'era dell'economia sociale di mercato è finita.

C'è stato un grande esproprio. Ma in Germania non sono stati i ricchi ad essere espropriati. Piuttosto il popolo.

Il "Rapporto del governo federale sulla ricchezza e la povertà in Germania", presentato la scorsa settimana (qui un riassunto e qui una verifica dei fatti) ce ne dà una testimonianza. Bisogna guardare da vicino per decifrare il triste messaggio. Nei mesi che hanno preceduto la pubblicazione il governo si è sforzato molto per abbellirlo e manipolarlo.

Ma in verità non hanno potuto fare nulla per cambiarlo: la Germania è un paese con grandi ingiustizie. Nel 1970 il decile piu' alto dei tedeschi dell'ovest possedeva il 44% delle attività finanziarie nette. Nel 2011 erano il 66%. Le imposte sui salari, i redditi e i consumi - sostenute dalla massa - sono pari all'80% del totale delle entrate fiscali, le imposte sui redditi d'impresa e i profitti sono solo il 12%. Quasi 8 milioni di tedeschi ricevono un cosidetto basso salario (Niedriglöhn). 12 milioni di individui vivono al limite o sotto la soglia di povertà. Il 25% degli occupati in Germania ha un lavoro precario: lavoro interinale, lavoro a tempo, contratti d'opera, tirocini. Il 50% dei nuovi posti vacanti è a tempo determinato.

Chi ne approfitta si crea la propria rappresentazione della realtà

Si potrebbe andare avanti con altre statistiche, alcune sono nel rapporto, altre sono state compilate dagli scienziati sociali. Ma tutto cio' in realtà è risaputo da tempo. La maggioranza delle persone continua ad alzare le spalle con indifferenza. "Resta aperta una sola domanda: perché non c'è nessuna resistenza nei confronti dei redditi troppo elevati o verso gli aumenti di ricchezza eccessivi?", si chiede lo storico Hans-Ulrich Wehler.

Wehler dovrebbe conoscere la risposta: che cosa sono i numeri rispetto agli interessi? E che cos'è la verità rispetto alle strutture del potere? L'industria, i partiti di governo, una larga parte dei media, ricercatori e istituti di ricerca docili - tutti aiutano a negare i fatti, a relativizzare, a ignorare. Il cartello di chi ne approfitta è cosi' forte che non si deve piu' nemmeno prendere in considerazione la realtà dei fatti. Hanno creato una nuova realtà.

E quando non si hanno piu' argomenti, arriva l'affermazione: il denaro non rende veramente felici. Come recentemente ha detto il deputato Matthias Zimmer (CDU) durante il dibattito al Bundestag: "l'intero dibattito viene condotto pensando solo ai fattori materiali".

Un sistema della menzogna

Nel frattempo possiamo assistere al declino di questa società con i nostri occhi. Le scuole cadono a pezzi, le città si sgretolano, le strade sono fatiscenti, agli incroci ci sono persone che tirano fuori dalla spazzatura i vuoti a rendere. Ma ci hanno insegnato a non fidarci piu' dei nostri occhi e a considerare le ingiustizie necessarie e le assurdità ragionevoli. Tutto serve ad uno scopo: lasciar fluire verso l'alto i redditi che vengono prodotti in basso e allo stesso tempo fare il possibile per nascondere quello che accade. Le leggi, la struttura delle tasse, i valori - il sistema.

E' un sistema della menzogna. Gli ideologi del liberalismo parlano volentieri di obiettivi da raggiungere. Ma non viviamo in una società meritocratica, piuttosto in uno stato corporativo. Nel suo discorso sull'Agenda, 10 anni fa Schröder aveva detto: "Non è accettabile che in Germania le possibilità di iscriversi ad un liceo siano per un giovane della borghesia da 6 a 10 volte piu' alte rispetto a quelle di un giovane proveniente da un famiglia di lavoratori". Ed oggi Sigmar Gabriel al Bundestag ancora una volta ha detto: "Lo stato sociale deve fare in modo che le origini non diventino un destino. Non vogliamo che siano le origini a determinare il destino degli individui".

Gli obiettivi di politica sociale sono stati mancati. Quelli di politica economica raggiunti. L'agenda politica introdotta da Schröder e portata avanti da Merkel, ha rafforza l'economia tedesca, ma ha indebolito i tedeschi.

Il rapporto sulla povertà nel suo punto piu' sconvolgente mostra quante poche illusioni si facciano ancora i cittadini sulla realtà tedesca. Quando si chiedono le cause della ricchezza nella società, un quarto nomina le capacità e il duro lavoro. Un numero molto piu' grande la riconduce alle origini (46 %) o alla rete sociale (39 %). Quelli molto delusi considerano la disonestà (30%) e le ingiustizie del sistema economico (25%) come le ragioni principali del benessere economico.

Che cosa è piu' spaventoso: il realismo delle persone oppure la loro passività?
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martedì 12 marzo 2013

C'è bisogno di una "Agenda 2020"?


Schröder non si rende conto dei danni fatti con la sua "Agenda 2010". Convinto della bontà dei suoi provvedimenti e supportato dagli applausi dei conservatori propone nuove riforme per garantire la competitività tedesca. Un commento di Claus Heinrich da Tagesschau
Le ferite causate da Gerhard Schröder con la sua "Agenda 2010" non si sono ancora rimarginate, che ora per il decimo anniversario della riforma propone un supplemento e lo chiama "Agenda 2020". L'ex Cancelliere è in stato confusionale? Non è stato Schröder a portare il suo partito, la SPD, ai limiti della propria identità e ai confini della sopravvivenza? Schröder è personalmente corresponsabile per cio' di cui oggi la SPD si lamenta a gran voce:  la svalutazione e lo svilimento del lavoro onesto.

Alle riforme del mercato del lavoro del 2003 mancavano i paracarri. Chi dopo decenni di duro lavoro si trova ad essere disoccupato, dopo solo 12 mesi finisce al livello dei sussidi sociali - Hartz IV. Cio' è umiliante. Milioni di posti di lavoro a tempo pieno sono stati smontati in tanti piccoli e sottopagati Minijobs, Part time e lavori interinali.

Molte persone che lavorano 40 ore la settimana e anche di piu' ricevono sussidi con il denaro dei contribuenti per poter  sopravvivere. Sociale è quello che crea posti di lavoro? Per niente! Aufstocker (lavoratori che ricevono un sussidio), Ein-Euro-Job, privatizzazione del collocamento - la lista dei peccati di Schröder, Clement e Steinmeier è lunga. Hanno relativizzato i presunti successi di questa politica e sostenuto il suo ruolo decisivo nell'aver accompagnato durante gli anni zero l'economia tedesca verso un cambiamento strutturale. Quale sia stato esattamente il ruolo di questa riforma nella riduzione della disoccupazione strutturale, nessuno lo puo' dire esattamente. Una cosa è certa: il bilancio dell'Agenda ha molte ombre.

Solo con un grande sforzo, il nuovo segretario della SPD Sigmar Gabriel, dopo il prezzo pagato alle elezioni del 2009 per la politica di Schröder, ha potuto salvare l'essenza del marchio della socialdemocrazia: la giustizia sociale. Le risposte programmatiche si chiamano ad esempio salario minimo e regole per limitare il lavoro temporaneo. Ci si chiede: perché non lo hanno fatto subito? In ogni caso: il partito si é riconciliato solo in parte con se stesso, i sindacati e i tanti elettori delusi. Lo stesso candidato indisciplinato alla Cancellieria Peer Steinbrück ha evitato la parola troppo carica di significati "Agenda".

Un po' di umiltà e di autocritica farebbe bene anche all'ex Cancelliere. Al contrario sembra pieno di orgoglio. Sguazza fra gli applausi della parte sbagliata: funzionari economici, professori liberisti ed editorialisti schierati. Per far loro piacere propone addirittura un'Agenda 2020.

Una provocazione, che tuttavia sembra condividere. Non chiede solamente piu' denaro per l'istruzione e le scuole materne. Questo lo fanno tutti. Prepara i tedeschi a considerarsi finalmente un paese di immigrazione. Abbiamo bisogno di immigrati per poter avere successo nella competizione internazionale di lungo periodo. Questa è una risposta completamente diversa alla sfida demografica rispetto alla pensione a 70 anni e all'abolizione della tutela contro i licenziamenti, proposte dei professori liberali.

Con l'immigrazione e contro l'impoverimento - sarebbe un bel tema ad esempio per la noiosa campagna elettorale. Peccato che Schröder questi pensieri interessanti abbia deciso di metterli sotto l'etichetta consumata "Agenda". Possibilità sprecata?

10 anni di Agenda 2010


A dieci anni dalla presentazione dell'Agenda 2010 dei rosso-verdi, Bild.de intervista l'ex Cancelliere Gerhard Schröder. Il dibattito sugli effetti delle riforme resta aperto. Da Bild.de

Dieci anni fa, il 14 marzo 2003, il cancelliere Gerhard Schröder annuncio' al Bundestag l'Agenda 2010 - secondo molti esperti alla base della crescita odierna e della competitività della Germania. Bild ha intervistato l'ex Cancelliere

BILD: Immaginava allora di dover perdere il suo posto di Cancelliere a causa delle riforme, Herr Schröder?

Gerhard Schröder: Guidare politicamente un paese significa anche correre il rischio di non essere rieletti a causa di una decisione necessaria. Bisogna avere il coraggio. Nella politica di oggi sembra mancare. Una cosa è certa: allora l'Agenda era indispensabile, nel vero senso del termine!

Senza l'Agenda la Germania si sarebbe trovata in emergenza?

C'era il pericolo. La situazione economica stava peggiorando, avevamo 5 milioni di disoccupati. Per questo motivo dovevamo modificare i sistemi di sicurezza sociale, affinché potessero restare sostenibili per il contribuente. Dovevamo rendere l'economia piu' competitiva, perché i posti di lavoro si creano solo se riusciamo ad esportare i nostri prodotti. E abbiamo speso di piu' per l'istruzione, solo per lo sviluppo delle scuole a tempo pieno 4 miliardi di Euro.

Qual'è stata la parte piu' importante dell'Agenda?

Abbiamo creato un nuovo equilibrio fra la responsabilità individuale per la propria vita e l'aiuto dello stato. Ciascuno deve fare il possibile per se stesso. Lo stato in cambio deve aiutare affinché un disoccupato possa tornare indipendente e trovare un lavoro ragionevolmente pagato, ad esempio con la formazione. Questo pensavamo con il motto "esigere e promuovere".

Lei sapeva quale ondata di proteste avrebbe causato?

Era chiaro che questa decisione sarebbe stata dolorosa per molte persone. Ma non c'era modo di sottrarsi. Sapevamo anche che gli effetti positivi della decisione sarebbero arrivati dopo anni. In questo spazio di tempo puo' venire meno la legittimazione democratica di una politica. Soprattutto se ogni elezione regionale viene considerata come una piccola elezione federale.

Nell'est erano in migliaia con le "manifestazioni del lunedi'" a protestare contro la sua politica. Ne fu colpito?

Certo, naturalmente! Fui molto colpito. Ma le manifestazioni rappresentano l'essenza della democrazia. E' comprensibile che le persone coinvolte decidano di manifestare in strada.

Hartz IV doveva essere una misura provvisoria. Ma la maggior parte degli oltre 4 milioni di destinatari riceve gli aiuti per mesi o addirittura anni. Il concetto "esigere e promuovere" è fallito?

No. Milioni di persone sono tornate sul mercato del lavoro. Coloro che ancora ricevono i sussidi, dovranno essere formati affinché possano avere una possibilità sul mercato del lavoro. E coloro che sono in grado di lavorare, ma si rifiutano, devono fare i conti con le sanzioni. Questa è una buona cosa.

Lei ha contribuito all'estensione massiccia del lavoro interinale. Un errore?

Naturalmente abbiamo fatto degli errori. Non esiste una politica perfetta. Bisogna riconoscere gli errori e fare il possibile per correggerli. E in tema di lavoro a tempo servono delle correzioni. Un lavoratore a tempo non deve guadagnare meno del suo collega con un posto fisso. A proposito: abbiamo cercato di introdurre il salario orario minimo, parallelamente all'Agenda, ma non avevamo la maggioranza nella camera federale (Bundesrat). Chi lavora, deve poter vivere del suo lavoro manuale o intellettuale. Non si puo' certo dare ad una parrucchiera meno di 4 € l'ora. Considero 8.5 € l'ora un salario minimo adeguato.

Il suo lavoro di riforma è stato sufficientemente valorizzato nel nostro paese?

Non mi posso lamentare per una mancanza di apprezzamento nei confronti dell'Agenda. Si dice anche che le riforme abbiano avuto successo. Lo si vede adesso: la Germania è uscita dalla crisi meglio degli altri paesi europei.

Vale anche per il suo partito, la SPD?

Il rapporto fra il mio partito e l'Agenda resta sempre un po' difficile. E rimarrà tale.

Perché?

La SPD non è mai soddisfatta - anche se è stata lei a fare le riforme. Per questo motivo ne sono un membro e restero' tale per tutta la vita. Il motore che spinge la SPD è rendere migliore la società. Per questa ragione non potrà mai sentirsi soddisfatta con lo status quo. Alla SPD mancherà sempre qualcosa.

La Germania ha bisogno di un'agenda 2020?

Si'. La Germania potrà difendere il suo vantaggio nei confronti delle potenze economiche emergenti come il Brasile e la Cina solo se lavoreremo duramente sulla nostra competitività. Solo se ce la facciamo, avremo lavoro a sufficienza, potremo pagare le pensioni, ci potranno essere strade e scuole buone.

Che cosa propone?

Abbiamo bisogno di piu' denaro per la ricerca e l'istruzione. Abbiamo bisogno di piu' scuole a tempo pieno, per dare maggiori possibilità a chi a casa non ha delle buone condizioni. A causa del nostro basso tasso di crescita abbiamo troppi pochi operai specializzati. Per questo l'istruzione e l'educazione sono cosi' importanti.

La carenza di forza lavoro qualificata dovrà essere colmata con l'immigrazione?

L'incredibile dibattito se siamo un paese di immigrazione oppure no ci ha danneggiato notevolmente. Possiamo essere soddisfatti se lavoratori qualificati decideranno di emigrare da noi. E' chiaro da molto tempo: a causa del declino demografico abbiamo bisogno di immigrati.

Le piacerebbe partecipare alla redazione di un'Agenda 2020?

No, dovranno farlo coloro che sono ai vertici del paese. Non è il compito di un pensionato. Tuttavia è importante non dimenticare una cosa: i sistemi sociali in una società che sta invecchiando, statisticamente non potranno essere mantenuti. Per questo avremo sempre bisogno del coraggio di cambiare.