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sabato 16 settembre 2023

Prosegue il crollo delle transazioni sul mercato immobilare tedesco

 Dopo il boom arriva lo sboom e anche il numero delle transazioni per l'anno in corso conferma la crisi profonda del mercato immobiliare tedesco: non si registrava un numero cosi' basso di compravendite dal 1995, primo anno delle serie storiche. Ne scrive il Tagesschau.de


Secondo un recente studio, il crollo del mercato immobiliare tedesco continuerà ad accelerare nell'anno in corso, senza previsioni di un miglioramento rispetto all'anno passato. L'Istituto Gewos di Amburgo, basandosi sulle transazioni registrate alla fine della prima metà dell'anno, prevede solo circa 591.800 contratti di acquisto, il che rappresenterebbe un calo di quasi un quarto rispetto al già debole anno 2022, segnando il valore più basso dal 1995, l'inizio delle serie storiche tedesche.

Secondo lo studio, il valore delle vendite a livello nazionale scendeà di quasi il 30% a circa 198 miliardi di euro. Nel 2022, il fatturato del settore immobiliare era crollato a 279,4 miliardi di euro, registrando un calo del 17,2% rispetto all'anno record del 2021, segnando così la fine brusca di un lungo periodo di boom. Il numero di transazioni è sceso del 16,1% a 787.700 casi.

Le conseguenze dell'aumento dei tassi d'interesse sono diventate sempre più evidenti nel corso 2023 rispetto al 2022. L'esperto di Gewos, Sebastian Wunsch, ha spiegato che il moderato calo dei prezzi di acquisto finora non è riuscito a compensare l'aumento dei costi di finanziamento. L'aumento dei costi di finanziamento e l'inflazione elevata stanno riducendo il potere d'acquisto, rendendo sempre più difficile l'acquisto di immobili per i proprietari-occupanti. Gli investitori, d'altra parte, sono principalmente influenzati dall'incertezza, e Wunsch ha sottolineato che "l'attuale situazione di mercato continua a essere caratterizzata da una marcata riluttanza all'acquisto", senza prevedere cambiamenti significativi nei fattori di mercato per il resto dell'anno. Poiché il tasso d'inflazione è lontano dagli obiettivi delle banche centrali, non si prevede un allentamento dei tassi d'interesse nel medio termine, i prezzi d'acquisto dovrebbero comunque stabilizzarsi alla fine dell'anno, dato che al momento stanno scendendo ad un ritmo piü lento.


venerdì 15 settembre 2023

La Germania continua ad importare petrolio russo?

 Nei primi sette mesi del 2023 le importazioni in Germania di prodotti petroliferi dall'India sono aumentate di ben dodici volte rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, fa sapere l'Ufficio federale di statistica. Ed è estremamente probabile che il petrolio importato dall'India sia di origine russa, sostengono gli esperti. Un'altra storia di ordinaria ipocrisia in tempi di guerra, ne scrive il Tagesschau.de

petrolio russo importato dalla Germania

I dati dell'Ufficio federale di statistica rivelano un costante aumento delle importazioni di petrolio russo in Germania, principalmente attraverso l'India. Le importazioni provenienti dall'India, infatti, mostrano una notevole crescita. Ma quali sono le quantità di petrolio russo che la Germania sta effettivamente ricevendo dall'India? I dati attuali dell'Ufficio federale di statistica possono essere interpretati in questo modo: durante i primi sette mesi di quest'anno, le importazioni di prodotti petroliferi dall'India sono aumentate di ben oltre dodici volte rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, secondo quanto annunciato dall'autorità di Wiesbaden oggi. È importante notare che l'India stessa acquista ingenti quantità di petrolio greggio dalla Russia, come riportato dalle Nazioni Unite. Gli esperti di statistica spiegano che le importazioni dall'India comprendono principalmente gasolio utilizzato per la produzione di gasolio o olio da riscaldamento. L'India ottiene questi gasoli dal petrolio greggio, che, a sua volta, viene acquistato in grandi quantità dalla Russia, specialmente dopo la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina. L'incremento è significativo: durante i primi sette mesi di quest'anno, il valore delle importazioni di prodotti petroliferi dall'India in Germania ha raggiunto i 451 milioni di euro, costituendo il 2,4% di tutte le importazioni tedesche di prodotti petroliferi in questo periodo. Questo valore è notevolmente aumentato rispetto ai soli 37 milioni di euro registrati nello stesso periodo dell'anno scorso.

Georg Zachmann, del think tank Bruegel di Bruxelles, ha dichiarato all'agenzia di stampa AFP che il crescente volume delle importazioni di petrolio dall'India suggerisce che la Germania e altri Paesi europei stanno probabilmente acquistando petrolio russo in modo indiretto. Quando una via commerciale diretta viene bloccata, il mercato trova spesso modi indiretti per bilanciarla. Sebbene l'origine esatta del greggio sia nascosta, è probabile che sia di origine russa. Zachmann ritiene anche "improbabile" che l'embargo dell'UE abbia un impatto significativo sulle esportazioni di petrolio russo. Riguardo al tetto dei prezzi, l'esperto ha sottolineato che, poiché la Russia esporta ingenti quantità di petrolio, le sue entrate rimangono molto elevate nonostante i limiti imposti.

Va notato che la Germania ha sospeso le importazioni dirette di petrolio dalla Russia a causa del conflitto in corso. Gli Stati occidentali hanno anche cercato di imporre un tetto al prezzo del petrolio russo, sperando di farlo rispettare a livello internazionale grazie alla loro influenza nei settori navale e assicurativo. Tuttavia, secondo riportato, questo meccanismo non sta funzionando come previsto. L'anno scorso, i Paesi del G7, l'UE e l'Australia hanno concordato che il prezzo del petrolio russo non dovrebbe superare i 60 dollari al barile. Questo principio avrebbe dovuto essere applicato a livello internazionale grazie all'influenza dei Paesi industrializzati nel settore delle compagnie di navigazione e delle assicurazioni. Tuttavia, una ricerca condotta dall'Istituto KSE della Kyiv School of Economics ha rivelato che il petrolio russo è stato venduto nei principali porti di esportazione a prezzi significativamente più alti, spesso superando i 70 dollari al barile. Il successo di questo regolamento dipenderà dalla capacità dei governi di convincere le compagnie ad attenersi a tali limiti, come sottolineato da Benjamin Hilgenstock dell'Istituto KSE in un'intervista a "Spiegel".

martedì 12 settembre 2023

Prosegue il boom delle Tafel in Germania: sempre piu' bisognosi, sempre meno cibo da distribuire

 Cresce il numero di persone in difficoltà obbligate a rivolgersi alle Tafel in Germania per mettere insieme il pranzo con la cena. I banchi alimentari però hanno sempre meno cibo da distribuire e sono costretti a bloccare le nuove iscrizioni. Ne scrive il Tagesschau



Più di 960 banchi alimentari sostengono due milioni di persone bisognose in tutta la Germania. Le persone in difficoltà sono in aumento. Allo stesso tempo, però c'è meno personale e meno cibo. In molti luoghi, lo stop alle nuove registrazioni non è più un'eccezione.

Combattere lo spreco di cibo: è per questo che sono stati fondati i primi banchi alimentari in Germania. All'inizio, chiunque poteva ritirare il cibo raccolto presso i punti di distribuzione, ma la situazione è cambiata con le riforme Hartz all'inizio degli anni 2000. 

A causa dell'aumento del bisogno sociale, la distribuzione di cibo è stata limitata solo ai piu' bisognosi. Da quel momento in poi sono stati fondati sempre più banchi alimentari. Oggi i banchi alimentari hanno un carattere più assistenziale. 

25 anni fa, Uwe Bußmann ha co-fondato il banco alimentare di Saarbrücken pensando alla protezione dell'ambiente. Per oltre dieci anni, il 74enne ne è stato il primo presidente. 

Le risorse scarseggiano

La Saarbrücken Tafel da sola rifornisce un totale di circa 900 famiglie. La maggior parte di coloro che arrivano qui sono rifugiati dall'Ucraina e dal Medio Oriente, beneficiari del reddito di cittadinanza, anziani in condizioni di povertà e lavoratori a basso reddito. 

Altre 200 famiglie sono ancora in lista d'attesa, perché da maggio la Tafel ha dovuto nuovamente imporre un blocco delle nuove ammissioni - fino alla fine dell'anno. "Il bisogno è superiore a quello che possiamo soddisfare", afferma Bußmann. Sempre meno soccorritori devono rifornire sempre più persone bisognose con sempre meno cibo. Al momento, l'unico modo per entrare è che un'altra famiglia liberi il suo spazio - ad esempio, se qualcuno si trasferisce, muore o dichiara di non avere più bisogno.

Negli ultimi 25 anni è successo poco nel settore sociale, dice Bußmann. I politici sono troppo preoccupati per se stessi e non ci aiutano, critica l'ex presidente di Tafel. "I poveri non riescono più a provvedere a se stessi in modo sufficiente e non ricevono abbastanza risorse". Il fatto che i banchi alimentari esistano è un fallimento della politica, afferma, aggiungendo che anche la mentalità di coloro che vengono assistiti è cambiata. Mentre gli anziani, in particolare, si vergognano di dipendere dai banchi alimentari perché le loro pensioni sono troppo basse, il concetto della distribuzione di cibo sta diventando sempre più ovvio per le generazioni più giovani - ed è associato a una sorta di atteggiamento esigente. "Molti pensano di averne diritto", dice Bußmann.

Volontari sovraccarichi

Da quando esiste la Tafel di Saarbrücken, il 74enne ha sempre sperato che a un certo punto non sarebbe più stato necessario. Come per la prima Tafel di Berlino, che all'inizio voleva combattere lo spreco di cibo. A livello nazionale, la situazione dei banchi alimentari è altrettanto tesa. La pandemia è stata molto onerosa per tutti, afferma Andreas Steppuhn, presidente di Tafel Germania. 

L'alto costo della vita e l'inflazione sin dall'inizio della guerra in Ucraina hanno fatto sì che le Tafel servissero più persone che mai: più di una Tafel su tre in Germania dice di aver introdotto dei blocchi all'ingresso. Più della metà sta distribuendo meno cibo ai singoli clienti. A ciò si aggiunge l'elevato carico di lavoro per i volontari. Oltre allo sforzo fisico, come il trasporto di un numero sempre maggiore di scatole, il lavoro si sta facendo sentire anche a livello psicologico.

"Respingere le persone bisognose non è facile per nessuno", spiega il presidente dell'associazione. Steppuhn vede anche un fallimento nell'amministrazione e nella politica: "Non è giusto che gli uffici pubblici ora indirizzino le persone colpite dalla povertà ai banchi alimentari". Steppuhn accoglie con favore misure come l'aumento del reddito di cittadinanza a 563 euro e il previsto assegno di base per i figli. Ma non sono sufficienti per tenere sotto controllo la povertà in Germania nel lungo periodo.


Leggi gli altri articoli sulle Tafel in Germania -->>


lunedì 2 luglio 2018

Quando anche i corrispondenti della ARD chiedono le dimissioni di Merkel

Che il vento è cambiato e che il sentiero per Merkel è sempre piu' stretto te ne accorgi dal fatto che ormai anche i commentatori della ARD, la Rai 1 tedesca, non hanno alcun problema a chiedere le dimissioni della Cancelliera. Un ottimo Malte Pieper dal Tagesschau della ARD


E' una dichiarazione di bancarotta dell'UE: in una delle aree politiche piu' importanti del nostro tempo, vale a dire nella gestione dell'immigrazione, non c'è piu' nulla che funzioni. A parte le solite dichiarazioni del tipo, "ora dobbiamo veramente proteggere i confini esterni", i capi di stato e di governo non riescono piu' a mettersi d'accordo su nulla. Quasi nessuno si fida piu' dell'altro. Certamente non della Cancelliera tedesca. Il suo nome in molti paesi europei è diventato un "non-nome", basta pronunciarlo per garantire una pessima atmosfera.

Come si è arrivati a questo punto? Fondamentalmente la cosa è semplice: tutto si basa sullo stile politico di Angela Merkel. E cioè quel "pragmatismo" tanto celebrato da una parte dei suo sostenitori, quello con il quale affronta i problemi. Nelle situazioni poco chiare, quando c'è la nebbia, Merkel da sempre accende i fendinebbia. Guida a vista e spera che il vento risolva da solo il problema. Quando la nebbia è fitta però, come nel caso della crisi dei rifugiati, andare avanti a tentoni non serve a nulla, puoi solo allontanarti dalla strada, perché non vedi nulla e alla fine ti perdi.

Merkel e la solidarietà europea

Un esempio: mentre nel 2011 e nel 2012 il numero delle persone in fuga verso l'Europa continuava a crescere, lentamente ma in maniera costante, Merkel faceva sapere che non si trattava del suo problema principale, ma di un problema italiano e greco. La Cancelliera ha scoperto la tanto decantata "solidarietà europea", ma per se stessa, solo quando la marea di persone aveva già raggiunto il confine bavarese. Ma nell'autunno 2015, con la solidarietà europea, le cose non potevano andare tanto alla svelta. Perchè il problema era ormai arrivato in Germania e non c'era tempo per fare lunghe trattative.

Sotto pressione, Merkel prende addirittura in considerazione la divisione dell'UE, spinge gli europei dell'est in un angolo, li mette in minoranza e vorrebbe costringerli ad accettare i profughi. Provate a immaginare cosa sarebbe successo se ad essere trattata in questo modo fesse stata la Germania.

Terra bruciata, ovunque si guardi

In maniera ugualmente brutale, già durante l'eurocrisi, aveva mostrato alla Grecia in quali mani era il bastone del risparmio. Oppure ai vicini del mediterraneo, piegati da una disoccupazione giovanile dilagante, chiedeva di prendere esempio dalla sua Germania. Ovunque si guardi, Merkel ha lasciato dietro di sé terra bruciata.

Come risultato di questa politica del non-compromesso e quindi di non-accordo, sempre piu' paesi sono andati a destra, se non verso l'estrema destra. Anche in Germania AfD passava da una vittoria all'altra - e in una Unione ormai nel panico, ad avere sempre piu' spazio sono stati gli opportunisti alla Markus Söder o alla Jens Spahn, per i quali ogni mezzo, ma veramente ogni mezzo è lecito, nella misura in cui gli garantisce un successo nel breve periodo.

Alla Cancelleria è necessario un nuovo inizio 

Soluzioni europee comuni, senza le quali è difficile pensare di riuscire a tenere sotto controllo il problema dell'immigrazione, a causa della svolta a destra, tuttavia sono sempre piu' lontane.

Stimata Angela Merkel, dopo quasi 13 anni da Cancelliere, lei a livello europeo non riuscirà ad ottenere nulla, a parte una evidente avversione nei suoi confronti. Lo hanno mostrato tutti gli incontri degli ultimi mesi. Ci aiuti piuttosto a fermare finalmente la tendenza apparentemente inevitabile che porta alla divisione europea! Nell'ufficio di Cancelleria faccia spazio a qualcuno il cui nome non sia compromesso come il suo. Qualcuno che in Europa riesca ancora a farsi ascoltare. Qualcuno che sia ancora in grado di guardare agli interessi di tutti. Ci lasci osare un nuovo inizio!

lunedì 26 marzo 2018

Perché in Germania centinaia di migliaia di persone sono senza assicurazione e copertura sanitaria

Nella civilissima Germania del 2018 ci sono centinaia di migliaia di persone non coperte da un'assicurazione sanitaria. Ad essere colpiti non sono solo gli stranieri, ma ci sono molti lavoratori autonomi che semplicemente non riescono a coprire i contributi minimi previsti dalle assicurazioni obbligatorie. Ne parla il Tagesschau della ARD.


Jens Spahn, il nuovo ministro della salute, ha una grande fiducia nell'assicurazione sanitaria tedesca: "abbiamo un sistema di sicurezza sociale di alto livello a cui hanno accesso gli 80-82 milioni di persone che vivono in questo paese". E questo non accade quasi in nessun'altro paese al mondo, ha detto Spahn lunedì sera durante il programma "Hart aber fair".

Per Helmut Böhm, frasi del genere suonano come una presa in giro. Il 64enne berlinese è uno fra quei citati 82 milioni di persone. Egli tuttavia non ha alcun accesso al sistema di sicurezza sociale garantito dall'assicurazione sanitaria.


Fuori dall'assicurazione sanitaria

Per molti anni, insieme a sua moglie, è stato coperto da un'assicurazione sanitaria privata (PKV). Quando pero' i contributi hanno raggiunto i 1.100 euro al mese, la coppia non ha piu' potuto permettersela. Böhm a causa del diabete è diventato inabile al lavoro iniziando a percepire una pensione di appena 640 euro.

La coppia è dovuta passare ad un'assicurazione sanitaria pubblica (GKV), fatto che inizialmente non sembrava essere problematico. Dopo appena un trimestre pero' la cassa mutua ha espulso Helmut Böhm. Era stato un errore: nonostante l'inabilità al lavoro non ha piu' diritto all'assicurazione sanitaria legale. Il problema è che a differenza della moglie era già oltre i 55 anni.

Anche gli uffici del welfare non possono aiutare

Il legislatore ha introdotto questo limite di età per il passaggio all'assicurazione sanitaria legale al fine di evitare da parte degli assicurati il "salto da un sistema all'altro": vale a dire, godere dei contributi e dei benefici dell'assicurazione sanitaria privata in giovane età, e in vecchiaia, quando i contributi aumentano e iniziano ad arrivare le malattie, passare nel sistema delle Krankenkasse pubbliche. In realtà una legge ragionevole, ma che nei casi piu' difficili, come quello di Helmut Böhm, ti lascia senza una protezione.

Sfortuna, è passato attraverso la rete, gli hanno detto. Perfino l'ufficio di previdenza sociale non puo' fare nulla per casi come il suo, perché lui - nel frattempo pensionato - riceve una prestazione di pochi euro superiore al limite necessario per avere diritto alla sicurezza di base. E sebbene abbia attivato un avvocato per esaminare il caso, Böhm non ha alcuna possibilità di ottenere una copertura assicurativa a prezzi accessibili.

Fra 80.000 e centinaia di migliaia di persone sono senza assicurazione

Non è il solo a trovarsi in questa situazione e ad avere avuto questo destino. Si stima che tra le 80.000 e diverse centinaia di migliaia di persone in Germania siano prive di un'adeguata copertura assicurativa sanitaria. I numeri sono difficili da verificare, è probabile che la cifra oscura sia ancora piu' alta. Dal 2007 in Germania è stato introdotto l'obbligo di assicurazione sanitaria.

Ad essere colpiti ad esempio sono molti lavoratori autonomi, perché non possono permettersi di pagare i contributi, anche quelli minimi per l'assicurazione pubblica. Molti con le loro entrate riescono appena a sopravvivere, e non hanno certo i soldi per pagare il contributo minimo di oltre 300 euro previsto dalla Krankenkasse pubblica. Restano i debiti contributivi e una copertura assicurativa limitata.

Il gruppo piu' grande: stranieri senza documenti e cittadini UE senza lavoro

Un altro gruppo di persone coinvolte sono i migranti privi di documenti e senza un titolo valido per la residenza. Anche i richiedenti asilo con una richiesta non accettata rientrano in questa categoria. In realtà avrebbero diritto ad una copertura medica. Poiché devono prima rivolgersi ai servizi sociali, i quali hanno l'obbligo di trasmettere le informazioni all'ufficio immigrazione, di solito non percorrono questa strada.

Anche i cittadini UE, che grazie alla libertà di circolazione si trovano in Germania alla ricerca di un lavoro, non hanno alcun diritto ad un'adeguata assistenza sanitaria. Con un inasprimento della legge introdotto nel 2017 sono stati esclusi dall'assistenza sociale, e quindi anche loro passano attraverso la rete.

In caso di incidente, dolori acuti o malattie potenzialmente mortali, ogni persona in Germania deve essere curata. Ma già il semplice ricorso a fasciature o antidolorifici deve essere pagato di tasca propria, per non parlare della fisioterapia o delle misure di riabilitazione.

"Un attestato di povertà per la Germania"

Anche Helmut Böhm ha scoperto che i costi possono crescere alla svelta. Nel 2017 a causa di una pericolosa infiammazione -  una conseguenza del suo diabete - gli è stato amputato un arto inferiore. La lunga degenza ospedaliera e la fornitura di protesi alla fine gli sono costate circa 50.000 euro. Senza l'aiuto dei familiari e dei conoscenti non sarebbe stato in grado di far fronte alle spese. Deve sostenere da solo anche i costi per le compresse contro il diabete e le visite dal medico: ogni mese sono dai 170 ai 200 euro.

"Specialmente fra i malati cronici, la mancanza di una copertura assicurativa è un problema molto serio", afferma Johanna Offe di  "Ärzte der Welt". Perché potrebbe anche accadere che il malato non ricava tutti i farmaci o le cure necessarie. Molti semplicemente non si recano dal dottore perché temono di dover sostenere dei costi molto alti oppure per vergogna. "In un paese ricco come la Germania rappresenta un attestato di povertà", ci dice in un'intervista a tagesschau.de.

La società civile colma le lacune

Soprattutto perché lo stato, secondo il Patto sociale delle Nazioni Unite, è obbligato a fornire assistenza medica a chiunque si trovi in Germania. Ci sono tuttavia varie organizzazioni all'interno della società civile che forniscono assistenza medica alle persone prive di un'assicurazione sanitaria: "Ärzte der Welt", i "Medinetze" oppure i  "Malteser Medizin für Menschen ohne Krankenversicherung". In realtà non sarebbe compito della società civile colmare le lacune che lo stato crea con i suoi stessi fallimenti, ci dice Offe.

Per un gruppo di persone colpite, almeno in questa legislatura, tuttavia dovrebbe cambiare qualcosa: il contributo minimo per l'assicurazione sanitaria legale dei lavoratori autonomi dovrebbe essere dimezzato, almeno cosi' è scritto nell'accordo di coalizione. "Si tratta di un miglioramento importante per molti lavoratori autonomi", dice Offe. Per persone come Helmut Böhm, che non hanno accesso all'assicurazione sanitaria pubblica, tuttavia non cambierà nulla.


martedì 12 marzo 2013

C'è bisogno di una "Agenda 2020"?


Schröder non si rende conto dei danni fatti con la sua "Agenda 2010". Convinto della bontà dei suoi provvedimenti e supportato dagli applausi dei conservatori propone nuove riforme per garantire la competitività tedesca. Un commento di Claus Heinrich da Tagesschau
Le ferite causate da Gerhard Schröder con la sua "Agenda 2010" non si sono ancora rimarginate, che ora per il decimo anniversario della riforma propone un supplemento e lo chiama "Agenda 2020". L'ex Cancelliere è in stato confusionale? Non è stato Schröder a portare il suo partito, la SPD, ai limiti della propria identità e ai confini della sopravvivenza? Schröder è personalmente corresponsabile per cio' di cui oggi la SPD si lamenta a gran voce:  la svalutazione e lo svilimento del lavoro onesto.

Alle riforme del mercato del lavoro del 2003 mancavano i paracarri. Chi dopo decenni di duro lavoro si trova ad essere disoccupato, dopo solo 12 mesi finisce al livello dei sussidi sociali - Hartz IV. Cio' è umiliante. Milioni di posti di lavoro a tempo pieno sono stati smontati in tanti piccoli e sottopagati Minijobs, Part time e lavori interinali.

Molte persone che lavorano 40 ore la settimana e anche di piu' ricevono sussidi con il denaro dei contribuenti per poter  sopravvivere. Sociale è quello che crea posti di lavoro? Per niente! Aufstocker (lavoratori che ricevono un sussidio), Ein-Euro-Job, privatizzazione del collocamento - la lista dei peccati di Schröder, Clement e Steinmeier è lunga. Hanno relativizzato i presunti successi di questa politica e sostenuto il suo ruolo decisivo nell'aver accompagnato durante gli anni zero l'economia tedesca verso un cambiamento strutturale. Quale sia stato esattamente il ruolo di questa riforma nella riduzione della disoccupazione strutturale, nessuno lo puo' dire esattamente. Una cosa è certa: il bilancio dell'Agenda ha molte ombre.

Solo con un grande sforzo, il nuovo segretario della SPD Sigmar Gabriel, dopo il prezzo pagato alle elezioni del 2009 per la politica di Schröder, ha potuto salvare l'essenza del marchio della socialdemocrazia: la giustizia sociale. Le risposte programmatiche si chiamano ad esempio salario minimo e regole per limitare il lavoro temporaneo. Ci si chiede: perché non lo hanno fatto subito? In ogni caso: il partito si é riconciliato solo in parte con se stesso, i sindacati e i tanti elettori delusi. Lo stesso candidato indisciplinato alla Cancellieria Peer Steinbrück ha evitato la parola troppo carica di significati "Agenda".

Un po' di umiltà e di autocritica farebbe bene anche all'ex Cancelliere. Al contrario sembra pieno di orgoglio. Sguazza fra gli applausi della parte sbagliata: funzionari economici, professori liberisti ed editorialisti schierati. Per far loro piacere propone addirittura un'Agenda 2020.

Una provocazione, che tuttavia sembra condividere. Non chiede solamente piu' denaro per l'istruzione e le scuole materne. Questo lo fanno tutti. Prepara i tedeschi a considerarsi finalmente un paese di immigrazione. Abbiamo bisogno di immigrati per poter avere successo nella competizione internazionale di lungo periodo. Questa è una risposta completamente diversa alla sfida demografica rispetto alla pensione a 70 anni e all'abolizione della tutela contro i licenziamenti, proposte dei professori liberali.

Con l'immigrazione e contro l'impoverimento - sarebbe un bel tema ad esempio per la noiosa campagna elettorale. Peccato che Schröder questi pensieri interessanti abbia deciso di metterli sotto l'etichetta consumata "Agenda". Possibilità sprecata?