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mercoledì 10 luglio 2024

Crescente Povertà fra gli Anziani in Germania: Un Allarme Sociale

Sempre più anziani in Germania fanno fatica a tirare avanti. Molti pensionati devono chiedere gli aiuti sociali allo Stato perché la pensione non basta. Questo dato preoccupante arriva dall’Ufficio Federale di Statistica, dopo un’interrogazione del partito Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW). Ne scrive Junge Welt

pensione anticipata germania

I Numeri della Povertà

All’inizio dell’anno, ben 719.330 anziani dipendevano dalla previdenza sociale per il loro sostentamento. La Neue Osnabrücker Zeitung (NOZ) ha riportato che questa cifra rappresenta un nuovo record, con un aumento di quasi 35.000 persone rispetto al 2023. Solo nel marzo del 2023, il numero di pensionati che necessitavano dell’assistenza sociale era di 684.360.

In regioni come la Bassa Sassonia e lo Schleswig-Holstein, i numeri sono particolarmente preoccupanti. Qui, il numero di beneficiari del supplemento pensionistico di base, introdotto nel 2021, ha raggiunto valori record. Alla fine del primo trimestre del 2024, gli statistici di Wiesbaden hanno contato 71.440 pensionati dipendenti dalla previdenza sociale, superando per la prima volta la soglia dei 70.000. Questo rappresenta un aumento del 3,4% rispetto all’anno precedente. Nello Schleswig-Holstein, 25.705 anziani ricevevano assistenza sociale, con un aumento del 4% rispetto ai 24.705 del periodo dell’anno precedente.

pensioni in germania

Un Sistema Pensionistico Sotto Accusa

“I numeri rappresentano l’ennesima condanna per il governo di coalizione,” ha dichiarato Sahra Wagenknecht, fondatrice della BSW, citata dalla NOZ. “Il crescente numero di pensionati che dipendono dalla previdenza sociale dimostra che il sistema pensionistico tedesco condanna molte persone anziane a una povertà umiliante.”

La federazione delle mense per i poveri ha riportato ad aprile che ormai il 25% delle persone che utilizzano i loro servizi alimentari è in età pensionabile. Wagenknecht ha avvertito che il numero di pensionati che ricevono l’assistenza sociale potrebbe essere ancora più alto, poiché molti hanno diritto a questi aiuti, ma non vogliono “subire l’umiliazione di andare all’ufficio assistenza sociale.”

La Povertà Nascosta

Anche l’associazione sociale VdK ha evidenziato il problema della povertà nascosta. Su X, l’associazione ha spiegato che molte persone aventi diritto non fanno richiesta per l’assistenza sociale, aumentando così il numero effettivo degli anziani in difficoltà economiche.

Inoltre, nonostante l’aumento della franchigia fiscale sul reddito, l’incremento delle pensioni del 4,57% a partire da luglio costringerà 114.000 pensionati a pagare tasse sui loro redditi. Questo ulteriore onere fiscale potrebbe aggravare ancora di più la situazione economica di molti anziani.

pensione media germania

Conclusione

La crescente povertà tra gli anziani in Germania è un segnale d’allarme che richiede un’azione immediata. Il sistema pensionistico deve essere riformato per garantire che nessun anziano debba vivere nella povertà o affrontare l’umiliazione di richiedere assistenza sociale. Il governo e le istituzioni sociali devono lavorare insieme per trovare soluzioni efficaci e sostenibili per proteggere i più vulnerabili nella nostra società.

martedì 7 maggio 2019

Il paese della disuguaglianza

L’idea di una collettivizzazione dei mezzi di produzione lanciata dal leader dei giovani socialdemocratici Kevin Kühnert ha suscitato un’ondata di indignazione e ha riacceso il dibattito sulla disuguaglianza sociale. Ma se in Germania, dati alla mano, le 45 famiglie più ricche possiedono all’incirca quanto 20 milioni di famiglie, cioè la metà più povera della popolazione, è probabile che la situazione sia sfuggita di mano. Ne scrive Der Spiegel

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(...) La domanda fondamentale in questo dibattito è di facile formulazione: quali rapporti di potere e di proprietà ha creato il capitalismo in Germania?


Alla domanda si può rispondere con le statistiche ufficiali e i calcoli degli economisti:

Distribuzione della ricchezza

"Ci sono persone che possiedono capitale e persone che lavorano per il capitale", ha ripetuto Kühnert nella sua intervista a “Die Zeit" facendo riferimento all’elemento centrale della dottrina marxista. Coloro che dispongono di capitale possono farlo lavorare e non devono quindi occuparsi direttamente del lavoro. "Nella nostra società solo una piccola percentuale di persone ha questa libertà e la maggior parte delle persone non dispone di un patrimonio", ha criticato Kühnert.

Se si guarda alla effettiva distribuzione della ricchezza, la formulazione del leader dello Juso (giovani socialdemocratici) sembra addirittura moderata: la disuguaglianza in termini di ricchezza in Germania è estrema. Secondo uno studio del Deutsches Instituts für Wirtschaftsforschung (DIW), in Germania le 45 famiglie più ricche possiedono all'incirca quanto 20 milioni di famiglie, vale a dire la metà più povera della popolazione. 

(...) Per inciso, i patrimoni in Germania sono distribuiti in maniera molto piu' disuguale rispetto ad altri paesi europei. Questo è dimostrato dal confronto con Spagna e Francia:


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Per il loro studio i ricercatori del DIW hanno utilizzato i dati ufficiali della Bundesbank e della Banca centrale europea (BCE). Poiché questi dati descrivono i super ricchi in maniera molto schematica, gli economisti hanno fatto ricorso a un approccio che stimola la stessa BCE a correggere il proprio rilevamento dei dati: hanno integrato le informazioni con la lista sulla ricchezza di Manager Magazin.

Un sacco di soldi, un sacco di potere: i super ricchi

Chi guarda la lista dei ricchi stilata da Manager Magazin si fa rapidamente un'idea di dove si sta spostando la gran parte dei profitti delle aziende tedesche: nella ricchezza privata di pochi soggetti estremamente privilegiati.

Che a Kühnert durante l’intervista a "Die Zeit" sia stata espressamente fatta una domanda sulla collettivizzazione della BMW non è un caso: proprio in cima alla lista dei ricchi ci sono i fratelli Stefan Quandt e Susanne Klatten, che insieme, direttamente o indirettamente, possiedono il 46,8 % delle azioni ordinarie della casa automobilistica. Solo lo scorso anno, ai due sono andati 1,1 miliardi di euro di dividendi - patrimonio comune stimato: 34 miliardi di euro.


Anche le posizioni successive nella classifica della ricchezza sembrano confermare la distinzione fatta da Kühnert fra le persone che possiedono capitale e coloro che lavorano per il capitale. Dieter Schwarz (Lidl, Kaufland, un patrimonio stimato di 25 miliardi di euro), gli eredi Aldi (Sud 21,8 miliardi di euro, Nord: 17,5 miliardi di euro), la famiglia Schaeffler (17 miliardi di euro), Otto (13, 5 miliardi di euro), Porsche (12 miliardi di euro) e Klaus-Michael Kuehne (10,5 miliardi di euro) - ovviamente, non potrebbero disporre del loro enorme patrimonio senza il lavoro delle loro migliaia di dipendenti.



A parte poche eccezioni, questi super-ricchi in comune hanno una enorme influenza sulla politica aziendale. Determinano in maniera completa o almeno significativa la direzione strategica dell'azienda.

Possesso di azioni


Bene, almeno nelle società per azioni, ci sarebbe la possibilità di una "collettivizzazione" (come la chiama Kühnert). Una parte significativa della popolazione, tuttavia, dovrebbe essere azionista di queste società, anche se non sembra essere il caso della Germania.



Certo, il numero di azionisti è salito al livello più alto dalla crisi finanziaria. Ma sono ancora solo 10,3 milioni su 82,8 milioni di cittadini tedeschi - e in secondo luogo, in questo numero sono inclusi anche coloro che possiedono azioni all’interno di fondi azionari. Possono beneficiare del successo dell'azienda, ma non hanno voce in capitolo, perché non hanno il diritto di voto durante l'Assemblea generale annuale. In Germania, le persone che effettivamente possiedono azioni sono al massimo 4,5 milioni.




Ancora meno sono le persone che soddisfano l'ideale di Kühnert di un collettivo che ha voce in capitolo nella gestione dell’azienda in cui anche lavora: in Germania ci sono poco meno di 1,3 milioni di dipendenti azionisti.



Proprietà

Anche il leader della Juso considera quello abitativo uno dei problemi sociali più importanti del nostro tempo. Senza dubbio teme un esproprio della proprietà privata: anche secondo Kühnert, ifnatti, quello che è stato ottenuto con il proprio lavoro deve essere protetto. Ma guadagnarsi da vivere affittando lo spazio vitale ad altre persone, per Kühnert non è un modello di business legittimo: "se vogliamo essere coerenti fino alla fine, ognuno al massimo dovrebbe essere proprietario dello spazio in cui vive".

Spazio abitativo: solo una minoranza possiede. Il resto affitta.

Attualmente, secondo l'Ufficio federale di statistica, in Germania meno di una famiglia su due (il 47,1 percento) possiede una casa o un terreno. Più della metà dei tedeschi vive in una casa in affitto - non poche di queste famiglie vivono in una delle abitazioni plurifamiliari con tre o più appartamenti, che a loro volta sono possedute solo dal 2,2% delle famiglie.


Conclusioni

L'attuale economia sociale di mercato tedesca ha portato a un livello di disuguaglianza estremo in termini di accesso alla proprietà, di potere e di opportunità, tipico di modelli di capitalismo molto più spinti. Kevin Kühnert per questa situazione non ha ancora sviluppato una soluzione coerente. Ma almeno si torna a parlarne.


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