Marcel Fratzscher, economista e presidente del DIW (Deutsche Institut für Wirtschaftsforschung ) su Die Zeit attacca la recente relazione del Consiglio dei Saggi Economici: la Germania non puo' essere considerata una vittima delle politiche altrui, ma il principale responsabile della situazione europea. Da Die Zeit
Secondo il Consiglio dei Saggi Economici (Sachverständigenrat), i veri responsabili dei grandi avanzi commerciali tedeschi sarebbero la BCE e gli altri membri dell'UE. Dovrebbe essere invece la Germania ad investire di piu'.
Il Consiglio dei Saggi Economici nella sua relazione annuale del 2016 scrive che è arrivato il momento di fare le riforme - soprattutto per gli altri, i sudeuropei, la BCE, l'UE; sempre secondo i Saggi sarebbe necessaria una limitazione della libertà di movimento delle persone in Europa. Il Consiglio dei Saggi è un importante organo consultivo della politica economica tedesca. La sua relazione annuale, tuttavia, rappresenta la Germania come una vittima di errori commessi da altri, senza perlaltro ammettere le responsabilità tedesche sulla questione europea e senza mettere al centro della discussione le riforme di cui la Germania ha attualmente bisogno.
Secondo il Sachverständigenrat, la responsabilità per gli enormi avanzi commerciali tedeschi di oltre 270 miliardi di Euro all'anno, quasi il 9% del PIL tedesco, sono da imputare alla debolezza dell'Euro e al basso costo delle materie prime. In verità i nostri avanzi commerciali c'entrano poco con entrambi: gli avanzi con l'estero erano già enormi quando il petrolio costava il doppio e l'Euro era a 1.60 sul dollaro. Invece di dare la colpa a fattori esterni, la relazione avrebbe dovuto affrontare il basso livello di investimenti privati e pubblici in Germania. Visto che sarebbe nell'interesse della Germania stessa investire una parte importante delle sue risorse in Germania.
La crisi è tutt'altro che finita
Il Sachverständigenrat critica la politica monetaria della BCE definendola "non piu' adeguata". L'Europa si trova ancora in una profonda crisi: il PIL dell'Eurozona oggi è ancora inferiore rispetto al 2008, la stabilità dei prezzi non è garantita, la disoccupazione supera il 10%, la disoccupazione giovanile in Spagna e in Grecia supera il 40%, la sopravvivenza di molte piccole imprese familiari nell'Europa del Sud è a rischio, in gioco c'è il futuro di un'intera generazione. E il Sachverständigenrat chiede alla BCE di tirare le briglia della politica monetaria? Veramente? Il problema dell'Europa non è che la BCE sta facendo troppo, piuttosto che la politica in tutta Europa, Germania compresa, fa troppo poco per far uscire l'Europa dalla crisi e alleggerire il ruolo della BCE.
Questa critica alla BCE si scontra con due obiezioni di fondo. Da un lato la politica monetaria della BCE non è solo per la Germania, ma per tutta l'Eurozona. Ed è nel migliore interesse dei tedeschi e della loro economia che l'Europa esca finalmente dalla crisi. La seconda obiezione risiede nell'affermazione secondo cui una politica monetaria espansiva non sarebbe piu' adatta per la Germania, in quanto l'economia sarebbe ormai vicina al suo limite strutturale ed una politica monetaria espansiva potrebbe portare il paese verso un aumento dei prezzi. E invece proprio un aumento dei prezzi sarebbe auspicabile perché permetterebbe alla BCE di assolvere con successo al suo mandato e quindi di uscire in anticipo dalla politica monetaria espansiva.
Nessun miracolo lavorativo senza libera circolazione
Il Sachverständigenrat consiglia anche di limitare la libertà di circolazione nell'UE, ed auspica una "integrazione ritardata dei migranti nei sistemi sociali". In questo modo il Consiglio non riconosce che il miracolo occupazionale degli ultimi anni, la crescita sostenuta dell'economia e la buona situazione dei bilanci pubblici, senza la massiccia immigrazione, soprattutto dall'UE, con un saldo netto di circa 400.000 persone all'anno dal 2012, non sarebbero stati possibili. Con il declino demografico l'economia tedesca in futuro dovrà sempre di piu' fare affidamento sull'immigrazione europea. Per questo, rappresentare l'immigrazione europea come un problema, che invece non è, equivale a giocare col fuoco.
Le riforme di politica economica nel nostro paese sono urgenti - per rafforzare gli investimenti nell'istruzione, nelle infrastruttura e nell'innovazione, per riformare le finanze pubbliche, rendere le pensioni sostenibili, garantire maggiori opportunità, promuovere le parti opportunità e migliorare l'integrazione dei profughi. Peccato che il Sachverständigenrat preferisca rappresentare la Germania come una vittima e non come un attore in grado di assumersi le proprie responsabilità - nell'interesse della Germania stessa e dell'Europa.