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domenica 15 gennaio 2017

Lettera da una colonia

Il Ministro delle Finanze greco Euclid Tsakolotos in una lettera a Jeroen Djesselbloem, presidente dell'Eurogruppo, riconosce ufficialmente lo status di colonia del suo paese e rassicura i creditori internazionali. Ottima traduzione di Claudio dal sito di Norbert Haering, economista e giornalista tedesco. Da norberthaering.de.

Il 23 dicembre 2016 Euclid Tsakolotos ha scritto una lettera al presidente dell'informale “Eurogruppo” Jeroen Djesselbloem, nella quale rassicura il burocrate olandese che il suo governo non prenderà mai decisioni senza il beneplacito dei rappresentanti dei creditori ad Atene. Ciò varrà per tutte le questioni che implicano uso del denaro, anche nel caso in cui gli obiettivi di budget fossero già stati raggiunti. Lo scopo è quello tipico delle colonie: drenare più denaro possibile. 

I diversi governi greci degli anni passati avevano operato a più riprese drastici tagli alle pensioni. Per quest'anno il governo aveva annunciato di voler impiegare il surplus di bilancio superiore al previsto per inserire una tantum, quantomeno nelle pensioni più basse, la “tredicesima” natalizia precedentemente cancellata. In seguito a ciò il governo tedesco aveva chiesto un parere alle varie istituzioni che dovrebbero tutelare gli interessi dei creditori per sapere se i Greci potessero permettersi una tale iniziativa. La risposta è stata: non possono. 

Successivamente il Ministro delle Finanze greco Tsakolotos ha scritto una lettera a Djesselbloem, nella quale assicura (n.d.T. segue traduzione dell'autore dall'inglese):


“Il governo greco non ha alcuna intenzione di venire meno all'impegno preso e cioè di conseguire gli obiettivi fiscali concordati, i quali prevedono avanzi primari di bilancio (ossia precedenti al pagamento degli interessi su debito) dello 0,5%, 1,75% e 3,5% rispettivamente per gli anni 2016, 2017 e 2018.”


Nel caso in cui gli obiettivi per il 2016 - contro ogni aspettativa - non venissero rispettati, garantisce che le pensioni verrebbero decurtate dell'ammanco. Inoltre:


“sulla procedura: sono consapevole che le decisioni con ripercussioni finanziarie devono essere discusse e concordate con le istituzioni, in sintonia con i nostri obblighi derivanti dal MoU (n.d.T. Memorandum di intesa). In particolare, in caso di permanente surplus fiscale rispetto agli obiettivi del programma, concorderemo con le istituzioni l'utilizzo dei margini di budget disponibili. Siamo consapevoli che tale margine possa essere utilizzato per misure tese al consolidamento della rete di protezione sociale (segnatamente il programma sociale di sussidio di solidarietà) e/o per ridurre il carico fiscale, sempre nel rispetto degli obblighi derivanti dal MoU. In caso contrario il surplus fiscale verrà impiegato come ammortizzatore finanziario o per saldare i pagamenti arretrati.”


In altre parole Tsakolotos assicura che l'autorità dei rappresentanti (informalmente costituitisi) della Banca Centrale Europea (BCE), della Commissione Europea, del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e del Meccanismo Europeo di stabilità (MES) non verrà più messa in dubbio e che non verranno intraprese azioni senza un'esplicita autorizzazione. Il parlamento greco viene pertanto completamente esautorato. La Corte Costituzionale era stata già da tempo ignorata. Questa lettera era condizione necessaria affinché i creditori concedessero alla Grecia un assai contenuto alleggerimento del debito. A discapito di tutte le promesse non è invece previsto un taglio del debito che consentirebbe un giorno alla Grecia il ritorno all'autonomia. Resta implicita la minaccia che “ senza il nostro assenso vi vedrete costretti a dichiararvi insolventi e ciò comporterebbe un arresto nel meccanismo di rifinanziamento delle banche greche da parte della BCE e una conseguente espulsione dall'Euro.”

Prima del coinvolgimento del MES il gruppo informale che governa ora ad Atene veniva chiamato Troika, adesso taluni cominciano ad usare il termine Quadriga. Però, dal momento che il modo di agire di questo gruppo è particolarmente sfrontato e totalmente distante dai metodi democratici, questo nome risulta completamente screditato e nel frattempo si preferisce usare ufficialmente – aderendo ai dettami della neolingua – il termine “le Istituzioni”: coloro il cui nome non deve essere pronunciato. La Troika si insediò di nascosto nel 2010. Il presidente della Commissione Europea Juncker aveva in realtà annunciato la sua abolizione, dopo che in seno al Parlamento Europeo era nata una disputa circa l'operato antidemocratico e privo di un investitura ufficiale di questo gruppo. Tale decisione ha però incontrato la tenace opposizione di Schäuble. La BCE, che non ha la facoltà di intrattenere affari governativi nei paesi membri dell'Unione Europea, non ha mai preso la decisione di prendere parte all'ex Troika (ora Quadriga). Questo è quanto l'allora Presidente della BCE, Jean-Claude Trichet, stipulò a porte chiuse con Schäuble e gli altri.

L'Eurogruppo dei Ministri delle Finanze della zona Euro, il cui presidente è Djesselbloem, non è previsto in nessun punto dei trattati europei. Pertanto non sussistono nemmeno regole a riguardo. A capo di questa sorta di reggimento, secondo quanto affermano in modo pressoché unanime vari insider, andrebbe collocato il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. L'Eurogruppo e le “Istituzioni” non hanno bisogno di una fondamento giuridico per esercitare il potere: ci pensa la BCE a fare in modo che il governo greco se ne stia buono a cuccia. Difatti, da quando l'anno scorso si è verificata la chiusura delle banche, non vi è alcun dubbio che essa sia pronta a esercitare nuovamente la propria facoltà di poter portare al fallimento da un momento all'altro il sistema bancario greco, qualora quest'ultimo non si dimostrasse più allineato.

Finora il Ministro delle Finanze Tsakolotos ha sempre manifestato un atteggiamento ossequioso nei confronti delle “Istituzioni”: amico di vecchia data del banchiere centrale Stournaras, nella primavera del 2015 il primo Ministro Tsipras affidò a lui le redini della conduzione dei negoziati, dopo aver deciso di togliere l'incarico al “ribelle” Varoufakis. In seguito alle dimissioni di quest'ultimo la carica di Ministro delle Finanze fu ricoperta proprio da Tsakolotos.

Tuttavia la lettera di sottomissione di Tsakolotos non rappresenta ancora il capitolo conclusivo di questa cupa vicenda: l'FMI continua a insistere sull'abbassamento della soglia di reddito a partire dalla quale viene esentato l'obbligo fiscale. Anche le fasce di popolazione a reddito più basso dovranno contribuire massicciamente affinché i crediti rivendicati dalle banche nei confronti della Grecia – che, con un gesto di magnanima generosità, Schäuble & Co. hanno deciso di sobbarcarsi – vengano ripagati. Con questi crediti, inizialmente, è stato finanziato l'acquisto di sottomarini e altro armamentario bellico provenienti da Francia e Germania, cui vanno aggiunte le varie mazzette imprescindibili per la conclusione di tali accordi.