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domenica 16 giugno 2019

Thomas Mayer - Perché i mini-bot sarebbero legali e perché la BCE li teme

Il professore Thomas Mayer, ex capo-economista di Deutsche Bank, dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung ci spiega perché i mini-bot sarebbero perfettamente legali e perché la BCE con i mini-bot probabilmente sarebbe costretta ad assumere quel ruolo di prestatore di ultima istanza che ha sempre rifiutato. Dalla Faz.net


Già alcuni anni fà l'italiano Claudio Borghi aveva proposto l'emissione di obbligazioni governative di piccolo taglio senza scadenza e senza interessi sotto il nome di "mini-bot". La sua intenzione era quella di creare una nuova valuta che potesse circolare parallelamente all'euro o sostituire l'euro. Nel loro contratto di coalizione, i partiti di governo Lega e 5 Stelle si sono accordati sulla possibilità di emettere tali mini-bot per il finanziamento del debito pubblico.


A fine maggio il Parlamento italiano ha votato una mozione rivolta al ministro delle finanze in cui si chiedeva di liquidare definitivamente gli arretrati dello Stato per diversi miliardi di euro, anche emettendo dei mini-bot. Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea (BCE), ha affermato che se i mini-bot venissero utilizzati come strumenti finanziari andrebbero ad aumentare il deficit di bilancio e il debito pubblico, mentre se dovessero funzionare come una moneta sarebbero invece da considerare illegali. Se il governo dovesse utilizzare i mini-bot per saldare le fatture non pagate ai suoi fornitori, di fatto non aumenterebbe il deficit di bilancio e il debito crescerebbe solo nella misura in cui i pagamenti in arretrato vengono ignorati, dato che la spesa è già stata effettuata e finanziata con dei prestiti involontari da parte dei fornitori. Con i mini-bot il credito del fornitore verrebbe solo convertito. I mini-bot, inoltre, non metterebbero in discussione l'euro come moneta a corso legale.

I mini-bot sono davvero illegali?

Di fatto nell'eurozona solo le banconote in euro hanno corso legale e possono essere utlizzate senza restrizioni. Le monete devono essere accettate solo fino ad un limite di 50 pezzi. E il denaro bancario con il quale paghiamo prevalentemente tramite bonifico bancario, non è (secondo la Bundesbank) un mezzo di pagamento legale. Se qualcuno può esigere il pagamento di un debito tramite bonifico bancario piuttosto che in contanti è ancora controverso e attualmente se ne sta occupando la Corte di giustizia europea dopo che il giornalista Norbert Häring ha insistito per poter pagare in contanti il suo canone radio-televisivo. I mini-bot quindi hanno molto più a  che fare con il denaro bancario di quanto non venga comunemente ipotizzato.

La moneta bancaria è denaro derivante dal credito privato creato tramite una licenza statale per l'esercizio del credito. I mini-bot sarebbero quindi un debito creato dallo stato (staatliches Schuldgeld). Entrambi gli strumenti sono  quindi un surrogato della moneta a corso legale in forma di banconote. Di conseguenza, la BCE non potrebbe vietare i mini-bot più di quanto non faccia con le banconote. Ci sarebbe tuttavia una differenza importante. Mentre le banche, con il supporto dei governi e della BCE, hanno accettato l'impegno di cambiare in banconote e alla parità la loro moneta per un importo fino a 100.000 euro, per i mini-bot non vi sarebbe una garanzia equivalente di cambio. Il tasso di cambio risulterebbe dall'offerta e dalla domanda. L'offerta sarebbe derivata dalle esigenze finanziarie dello stato.

La  domanda potrebbe essere stimolata, senza tuttavia imporre l'obbligo di accettazione, se lo stato fornisse uno sconto nel momento in cui il debito tributario viene saldato con dei mini-bot. Grazie ad un tasso di cambio flessibile da applicare al cambio in banconote andrebbe a modificarsi la natura dei mini-bot, i quali da semplice surrogato della moneta a corso legale si trasformerebbero in una valuta parallela. Ma se la moneta parallela non viene elevata al rango di mezzo di pagamento legale, non sarebbe affatto illegale, contrariamente a quanto affermato dal presidente della BCE Draghi.

Già il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, nel 2015 aveva provato a introdurre una moneta parallela sul modello dei mini-bot con l'intenzione di dare al suo governo un nuovo strumento per finanziare la spesa. I creditori del governo greco lo avevano impedito. Il governo italiano si trova ora in una posizione molto più forte. Inizialmente potrebbe introdurre i mini-bot come un mezzo per liquidare gli arretrati, quindi estenderne il ruolo per finanziare ulteriori spese e infine creare una valuta parallela. Con la valuta parallela potrebbe costringere la BCE a dover intervenire per sostenere il suo debito sovrano. Perché lo stato creerebbe così tanti mini-bot che questi finirebbero per svalutarsi pesantemente nei confronti dell'euro, e in assenza di entrate fiscali in euro, si troverebbe nella situazione di non poter più pagare i suoi debiti in euro. L'Italia si troverebbe ad affrontare una bancarotta statale. Poiché ciò andrebbe contro la politica di difesa dell'euro ad ogni costo, la BCE sarebbe costretta ad intervenire come prestatore di ultima istanza. Per questa ragione la BCE si è già pronunciata in maniera molto chiara sui mini-Bot.