Holger Zschäpitz, su "Welt.de" intervista Yoram Gutgeld, il consigliere economico del governo italiano. Per il giornalista tedesco l'Italia è probabilmente irriformabile e destinata ad uscire dalla moneta unica. Articolo zeppo di luoghi comuni, i primi della Klasse salgono in cattedra. Da Welt.de
Yoram Gutgeld è il principale consigliere economico del primo ministro italiano Matteo Renzi. Crede nella volontà dei suoi connazionali di riformare il paese - e chiede nuove regole per l'Europa.
Yoram Gutgeld non può' accettare un'accusa del genere. Non per lui, non per il governo e nemmeno per il paese. Ha 56 anni ed è diventato il piu' importante consigliere del primo ministro italiano Matteo Renzi. E vuole sapere cosa si dice di negativo sul suo paese in questi giorni.
Il FMI lancia previsioni economiche cupe per l'Italia, gli economisti più' importanti parlano di una generazione perduta nel mercato del lavoro, i politici stranieri non risparmiano consigli da primo della classe. Il centro delle critiche: per il debole stato-stivale non c'è posto nell'Euro.
Questa settimana il premio Nobel Joseph Stiglitz in un'intervista al quotidiano "Welt" ha parlato dell'uscita dell'Italia dall'Euro ormai vicina. Secondo Stiglitz, gli italiani sarebbero arrivati alla conclusione che è meglio uscire prima che il loro paese finisca in rovina.
La maggioranza degli italiani vuole restare nell'Euro
Gutgeld di fronte a queste dichiarazioni può' solo scuotere la testa: "i sondaggi piu' recenti evidenziano che la maggioranza degli italiani vuole mantenere l'Euro", dichiara in un'intervista a "Welt". "L'Euro ci ha fatto risparmiare miliardi di Euro di interessi". Grazie alla moneta unica gli italiani non hanno più' potuto fare affidamento sulle collaudate e puntuali svalutazioni competitive per tenere l'economia in carreggiata.
"Non abbiamo sfruttato gli ultimi due decenni per fare le riforme necessarie a rendere piu competitivo il paese e a farlo restare nell'Euro. Ora abbiamo bisogno di recuperare il tempo perduto", dice Gutgeld.
Nato in Israele, a 30 anni si è trasferito in Italia per lavorare con la società di consulenza McKinsey, e aiutare il paese a diventare più' efficiente. Si sente un vero italiano, lo si capisce chiaramente dal modo in cui parla dell'Italia. Non distanziato, come un consulente esterno, ma con il "noi".
L'ambizioso obiettivo di Gutgeld è fermare il declino economico e riportare l'economia del paese nuovamente in pista. E sa anche da dove deve partire. "Siamo noi la causa dei nostri problemi. Non possiamo dare la colpa all'Europa", ci dice.
Yoram Gutgeld vuole fermare il declino
Il tempo stringe. L'Euro, a quanto pare, ha privato gli italiani della crescita e reso la gente piu' povera. Dall'inizio dell'unione monetaria nel 1999 il reddito pro-capite è sceso. In nessun'altro paese le statistiche sono cosi' negative, anche i greci in questa statistica sono messi meglio rispetto a 17 anni fà.
Secondo il FMI l'Italia raggiungerà i livelli di PIL pre-crisi solo nel 2022. La disoccupazione è ben al di sopra della media europea, in particolare sono i giovani ad essere senza lavoro. Il tasso di disoccupazione giovanile è del 38.8%.
Sicuramente non è il livello più' alto dell'Eurozona. Ma in nessun'altro paese europeo la differenza con il tasso di disoccupazione generale, all'11.4%, è cosi' grande. Si rischia una generazione perduta, e un ritardo nella crescita che non potrà mai piu' essere recuperato.
Ma questa sguardo al paese è proiettato verso il passato, dice Gutgeld: "abbiamo appena riformato il mercato del lavoro e ora quello italiano è il mercato del lavoro piu' moderno e flessibile d'Europa". I primi successi sono già visibili. C'è un 3% di posti di lavoro in piu' nel settore privato.
Il referendum è una grande opportunità
Ma non è ancora tutto. Il paese ha davanti a sé una revisione generale. "Abbiamo diverse grandi aree problematiche sulle quali stiamo lavorando", dice Gutgeld. Un grande progetto è il processo decisionale politico, che deve essere semplificato. "Accadrà con la riforma costituzionale, su cui gli italiani voteranno all'inizio di dicembre".
L'esito del referendum tuttavia è incerto. C'è un testa a testa fra sostenitori e oppositori. Gutgeld è fiducioso che il premier Renzi saprà convincere i suoi concittadini: "Il referendum è una grande opportunità per riportare il paese di nuovo sulla strada del successo".
Nel frattempo anche gli italiani sono diventati consapevoli del fatto che non si può' andare avanti in questo modo. "Nel 1992 abbiamo già avuto una forte crisi. Allora abbiamo perso l'opportunità per fare le riforme decisive. Oggi l'atteggiamento dei cittadini è diverso. Gli italiani vogliono le riforme e voteranno di conseguenza al referendum".
Abbiamo bisogno di una vera unione bancaria e di un mercato dei capitali unico.
Gutgeld sie lo lascia sfuggire: considera sbagliate e funeste le severe misure di austerità che Berlino ha imposto in Europa. Tuttavia vuole copiare qualcosa dalla Germania, ad esempio il sistema duale della doppia formazione professionale. Sembra quasi che Gutgeld voglia far diventare gli italiani un po' più' tedeschi. Anche gli stereotipi sull'etica italiana del lavoro devono essere smentiti.
I pregiudizi ormai non arrivano piu' solo dall'esterno. La filosofa italiana Gloria Origgi ha identificato una norma sociale unica in Italia, che lei ha definito Kakonomics: gli italiani spesso producono un lavoro mediocre, in cambio si aspettano anche dalle loro controparti un lavoro mediocre. Tutti sono soddisfatti con questa situazione. Si basa su di un contratto sociale specifico: io credo che tu non sarai in grado di soddisfare completamente la tua promessa e intendo tenermi aperta la possibilità di non mantenere le mie promesse, cosi' secondo Origgi.
Gutgeld considera questo tipo di teorie assurde. Come prova cita il surplus commerciale in continua ascesa. Invece di affrontarsi reciprocamente con i cliché, i paesi europei dovrebbero muoversi insieme nella stessa direzione. "In Europa abbiamo bisogno di una vera unione bancaria e di una mercato dei capitali unico", dice Gutgeld, ed è pronto ad affrontare un ulteriore tema di riforma, gli istituti bancari. Anche lui è consapevole della forte interdipendenza fra le banche in crisi, lo stato in difficoltà e l'economia fatta di piccole e medie imprese, strettamente dipendenti dal funzionamento del settore finanziario. "Il sistema italiano si è stabilizzato. Con le fusioni fra le banche cooperative si arriverà ad una ristrutturazione del settore. Ma anche su Monte dei Paschi siamo sulla buona strada", ci dice Gutgeld. In merito ai problemi di Deutsche Bank guarda a Berlino senza malizia, e aggiunge: "non avremo bisogno di aiuti pubblici. Con il fondo Atlante abbiamo trovato una soluzione all'interno del settore privato".
Soluzioni nell'economia privata, riforme, programmi di austerità - ascoltando Gutgeld si potrebbe effettivamente pensare che presto l'Italia passerà a qualcun'altro il titolo di fanalino di coda. Chi avrà ragione alla fine, Gutgeld oppure i critici dell'Italia, lo si vedrà già in dicembre, quando gli italiani dovranno votare sulle riforme costituzionali. Perché in realtà in ballo c'è molto di più': probabilmente il futuro del paese nell'Euro.