venerdì 13 luglio 2012

Gli economisti arrabbiati con l'ESM si sbagliano


Mark Schieritz su Zeit.de commenta l'appello lanciato dagli economisti tedeschi guidati da Hans Werner Sinn: hanno torto e sono in malafede.
Evidentemente gli economisti guidati da Hans Werner Sinn e Walter Kraemer si sono resi conto che con il loro appello populista sono stati convincenti, ad ogni modo, sulla FAZ è stata pubblicata una spiegazione della loro posizione. Dove si dice:

"La politica dovrebbe sviluppare una procedura generale europea per la ricapitalizzazione delle banche attraverso i propri creditori.  Solo presso i creditori sono disponibili i capitali necessari, e alla fine sono proprio loro ad essere andati incontro al rischio di insolvenza con determinate decisioni di investimento"

E' esattamente cosi', ma cosa significa concretamente? Far fallire le banche in massa? Buon divertimento. I professori firmatari, grazie al loro impiego da dipendenti statali, non sarebbero colpiti dal terremoto finanziario che seguirebbe una decisione del genere - il resto dei tedeschi tuttavia lo sarebbe. Anche la crisi economica mondiale è nata dai fallimenti bancari.

Gli economisti non entrano nei particolari, e scrivono invece:

"Se questa interpretazione è corretta, allora non si dovrebbe approvare nessun fondo condiviso per la ristrutturazione e nessuna assicurazione sui depositi, come si propone nell'appello alternativo. Non capiamo come sia possibile evitare un abuso del fondo di ristrutturazione e del fondo per l'assicurazione dei depositi"

Questo punto è abbastanza discutibile, perchè il caso è proprio il contrario. Chi vuole risanare le banche, deve farlo con gli strumenti giusti - e ha bisogno di un fondo per stabilizzare le banche in difficoltà durante la fase di risanamento. Proprio come si è fatto con la legge tedesca sulle ristrutturazioni, che nel frattempo è diventata un esempio internazionale. Che cos'è una unione bancaria - fra l'altro - se non un processo ordinato per il risanamento delle banche in crisi?

Perchè tutto questo a livello europeo? Perché le banche da tempo agiscono in maniera continentale e perchè un intreccio stretto fra banche e stati in una unione monetaria è mortale. Se il merito di credito delle obbligazioni spagnole viene messo in dubbio, questo si riflette sul corso dei titoli e in maniera diretta sul settore bancario, che in questo modo non può piu' garantire il credito al settore privato. La crisi dello stato diventa una crisi economica generale. Se il merito di credito della Florida viene messo in discussione, le banche continuano a concedere crediti senza problemi.

Ma gli economisti sono consapevoli che i loro argomenti non sono convincenti. Per questo ne propongono uno nuovo - non di natura economica, ma di natura politico-economica.

"Non capiamo come sia possibile evitare un abuso del fondo di ristrutturazione e del fondo per l'assicurazione dei depositi (...) La maggior parte dei paesi in crisi si servirà dallo stesso fondo ESM, e in caso di mancanza di risorse inizieranno a fare pressione per il loro ripristino"

Su questo bisogno aggiungere 2 cose. Primo: la Germania nell'ESM ha una minoranza sufficiente per bloccare le decisioni. Nessuno potrà rifornirsi dal fondo contro il voto del governo federale - e se il governo darà il suo voto positivo, avrà per questo i suoi motivi. Chi non è daccordo con queste ragioni, dovrà allora votare per un altro governo federale.

Secondo: se davvero si pensa che l'Europa sia solo una questione di come fregarsi l'uno con l'altro e ogni riflessione sui contenuti non trova spazio, allora bisogna davvero lasciar stare con l'Euro. Questo va anche detto.

giovedì 12 luglio 2012

Homburg: l'Euro non ha nessuna possibilità di sopravvivere


Stefan Homburg, economista, professore universitario ed euroscettico della prima ora, intervistato da Focus.de, attacca il fondo ESM e si lancia in una  previsione: l'Euro non ha nessuna possibilità di sopravvivere.
Invito alla protesta contro la politica di salvataggio per l'Euro: l'economista Stefan Homburg lancia dure accuso contro il fondo di salvataggio ESM - e mette in guardia dai rischi illimitati per il contribuente tedesco.

Focus: Herr Homburg, l'ESM è incostituzionale?

Homburg: Credo che l'ESM sia evidentemente incostituzionale, perché svuota i poteri del parlamento in materia di bilancio e in questo modo viola i principi democratici. Storicamente la democrazia moderna si è fondata sulla legge di bilancio. Il potere del parlamento in materia di bilancio, che include un diritto a decidere e uno a controllare, deve essere pertanto considerato il cuore del principio democratico. Il trattato ESM limita i poteri decisionali del Bundestag: le azioni di salvataggio secondo la nostra esperienza sono sempre urgenti, e una partecipazione del Bundestag alle decisioni urgenti è da escludere. Inoltre, il potere di controllo del Bundestag viene completamente eliminato: non c'è alcuna possibilità di decidere sull'utilizzo del denaro dei contribuenti tedeschi, gestito attraverso il fondo ESM.

Focus: E' necessario un voto popolare sul trattato ESM?

Homburg: Se i poteri in materia di bilancio del parlamento e il principio democratico dovessero essere eliminati - come ci chiede una parte del mondo finanziario e i loro portavoce nel mondo dei media - è necessario presentare al popolo una nuova costituzione, su cui si dovrà poi votare

Focus: Almeno economicamente l'ESM ha senso?

Homburg: La stragrande maggioranza degli economisti considera i salvataggi bancari, che vengono rivenduti ai cittadini come salvataggio degli stati, sbagliati. Venti anni fa c'era accordo sul fatto che l'autonomia di bilancio nazionale e i bail-out erano incompatibili. Per questo la legge attuale impedisce azioni di salvataggio - anche se i capi di governo hanno violato in piu' occasioni questi principi. Se 2 anni fa ci si fosse attenuti al divieto di bail-out, la Grecia sarebbe diventata insolvente e come molti altri stati prima di lei avrebbe ristrutturato il proprio debito. In mancanza di nuovo credito il paese avrebbe avviato un duro programma di risparmio. Spagna e Italia avrebbero visto questo esempio come un avvertimento e sarebbero state piu' prudenti. L'ESM mette fuori gioco questa autodisciplina. Istituzionalizza la violazone della clausola di no bail-out, imposta degli incentivi sbagliati e ci porta sempre piu' a fondo nel pantano della Schuldenunion (unione del debito). Spagna e Italia negli ultimi 4 anni, nonostante tutta la propaganda, non hanno ridotto i loro tassi di consumo, li hanno invece aumentati. Ora sono sull'orlo della bancarotta.

Focus: Che cosa propone invece?

Homburg: Una politica di bilancio indipendente richiede un divieto di bail-out. Con l'ESM si va nella direzione opposta. Questa Schuldenunion (unione del debito) prima o poi fallirà.

Focus: Ma l'Euro non richiede una politica finanziaria europea comune?

Homburg: La combinazione attuale di una moneta unica, autonomia di bilancio, e unione del debito non è sostenibile: tutti la pensano in questo modo. Non si potrà rinunciare alla autonomia di bilancio, perché i tedeschi non sono pronti per trasferire a Brussel le decisioni in materia fiscale e pensionistica. Anche per i francesi e gli irlandesi non è certamente concepibile. Senza la condivisione delle entrate e delle uscite piu' importanti una unione fiscale sarebbe inefficace.

Focus: Tutto dovrebbe continuare come prima?

Homburg: No. Perchè il divieto di bail-out prima è stato ammorbidito e poi rimosso, e perchè una piena unione fiscale è irrealistica, c'è solo una logica conseguenza: l'abbandono dell'unione monetaria. 

Focus: Una rottura dell'Euro non sarebbe estremamente costosa?

Homburg: Poiché l'Euro come appena detto non ha nessuna possibilità di sopravvivere, i costi per la rottura della moneta unica ci saranno comunque, prima o poi. Questi costi non sono rilevanti per la decisione. Molto piu' importante: i costi saranno tanto piu' alti, quanto piu' a lungo aspetteremo. Nel contesto attuale nessuna impresa investe nei paesi in crisi, gli stati restano intrappolati nella recessione. In questo modo permangono i deficit, e i debiti che la Germania deve garantire crescono senza sosta.

Focus: Che cosa succede alla quota tedesca del fondo ESM se un altro paese non paga piu'?

Homburg: La quota tedesca può crescere oltre i 190 miliardi a 3 condizioni. Primo, se altri paesi lasciano la zona Euro - come Finlandia o Italia. Secondo, se gli altri paesi non contribuiscono, perchè sono in bancarotta. In questo caso la quota tedesca cresce automaticamente. Terzo,  vi è una norma nascosta nel trattato ESM, secondo cui si potrà richiedere un aumento illimitato nel caso in cui il fondo emetta obbligazioni. A tale proposito la garanzia tedesca non è limitata a 190 miliardi  né a 700 miliardi di Euro: la verità è che per la nostra garanzia non esiste nessun limite superiore.

mercoledì 11 luglio 2012

Il portamonete sul tavolo

Continua la battaglia fra Werner Sinn e Walter Kraemer: l'ESM non deve rifinanziare le banche e il risparmio tedesco è in pericolo. Da FAZ.net, un contributo dei due economisti

L'appello della professione economica ha innescato una serie di repliche. La cancelliera ha negato che al vertice EU si fosse decisa una ulteriore condivisione delle garanzie. Gli economisti rispondono alle critiche.

Merkel accusa gli oltre 200 professori che hanno sottoscritto l'appello contro la messa in comune del debito, di non aver letto correttamente le conclusioni dell'ultimo vertice EU. Non saranno accettate ulteriori garanzie verso le banche, e niente è cambiato. Una garanzia verso le banche in crisi è proibita, come del resto lo è per gli stati. E il ministro delle finanze Schäuble aggiunge: l'ESM non è diventato un fondo di salvataggio per le banche.

Respingiamo decisamente l'accusa di aver dato con il nostro appello informazioni false al pubblico. Nel testo con le conclusioni del vertice si legge letteralmente: "Non appena con il coinvolgimento della BCE sarà messo in piedi un meccanismo unitario di controllo per le banche della zona Euro, il fondo ESM avrà la possibilità di ricapitalizzare direttamente le banche". Questa decisione è stata accolta dai mercati in maniera euforica: in questo modo, diversamente da quanto stabilito fino ad ora dai trattati EU, si aprirà la possibilità di utilizzare direttamente i mezzi del fondo ESM per la ricapitalizzazione delle banche. Pertanto gli stati interessati saranno risparmiati dal dover garantire per il salvataggio delle proprie banche. Ma soprattutto ai creditori verrà data la possibilità di non dover rispondere delle loro decisioni di investimento sbagliate. In tutto il mondo la decisione del vertice è stata interpretata allo stesso modo. Che solo il governo federale veda i fatti in maniera diversa, lo possiamo spiegare solamente con il tentativo di non voler preoccupare troppo l'opinione pubblica tedesca.

Normalmente sono i proprietari delle banche ad essere responsabili per le perdite delle banche. Se le perdite fanno scendere il capitale proprio sotto il minimo previsto dalla legge, è necessario dichiarare l'insolvenza, oppure ristrutturare la banca. In questo caso anche i creditori sono chiamati a rispondere, e ricapitalizzano la banca attraverso una rinuncia ai loro crediti. Ciò avviene convertendo i crediti in capitale proprio e con il ritiro dei precedenti proprietari.

Secondo le decisioni del vertice, sarà il fondo ESM a dover sostenere, al posto dei creditori, la ricapitalizzazione delle banche. In questo modo i creditori saranno coperti da eventuali perdite. Il fondo ESM non solo dovrà garantire i debiti pubblici dei paesi in crisi, ma anche i debiti delle banche di questi paesi, e proteggere dalle perdite coloro che in portafoglio hanno dei crediti verso queste banche.

L'appello fa riferimento al fatto che i debiti bancari dei paesi in crisi sono 9.2 trilioni di Euro, mentre i debiti pubblici ammontano a 3.3 trilioni di Euro. Sono soprattutto queste grandi cifre che ci fanno preoccupare. Abbiamo paura che la Germania assuma una responsabilità finanziaria, da cui poi in seguito non potrà liberarsi. Proteggere i creditori degli stati dalle perdite è già un compito troppo impegnativo. La protezione dei creditori delle banche, ora richiesta, supera ampiamente le disponibilità dei paesi ancora stabili. L'esultanza dei mercati in merito alla disponibilità della Germania di coprire con il proprio denaro le perdite del sistema bancario, dovrebbe impensierire i cittadini tedeschi come anche noi.

L'appello da noi sottoscritto non fa riferimento alla regolamentazione comune delle banche europee. Su questo tema non dice nulla. Noi e probabilmente molti dei sottoscrittori siamo daccordo su questo punto con l'appello del gruppo di economisti guidato da Martin Hellwig. Una regolamentazione comune delle banche è già necessaria: la regolamentazione nazionale, infatti, sotto l'effetto della concorrenza fra sistemi tende ad essere erosa. Ogni autorità nazionale ha l'incentivo a regolamentare le proprie banche in maniera un po' meno rigida di altre autorità, per poter mantenere nel paese le attività bancarie. Sul tema rimandiamo alle nostre precedenti pubblicazioni scientifiche. Accogliamo con favore il fatto che Hellwig e altri sostengono la nostra proposta di ricapitalizzare le banche attraverso le rinunce dei creditori. La politica dovrebbe sviluppare una procedura generale europea per la ricapitalizzazione delle banche attraverso i propri creditori. Solo presso i creditori sono disponibili i capitali necessari, e alla fine sono proprio loro ad essere andati incontro al rischio di insolvenza con determinate decisioni di investimento.

Siamo perfino d'accordo sul fatto che le enormi perdite delle banche del sud Europa non dovranno essere colletivizzate. Queste perdite sono emerse con lo scoppio della bolla del credito, causata dall'Euro con la convergenza dei tassi di interesse. La loro pubblicazione nei bilanci si fa di mese in mese piu' urgente: anche l'arte di occultamento dei contabili in questo caso incontra dei limiti. Anche i colleghi non chiedono che queste perdite siano contabilizzate nei bilanci pubblici degli stati. 

Se questa interpretazione è corretta, allora non si dovrebbe approvare nessun fondo condiviso per la ristrutturazione e nessuna assicurazione sui depositi, come si si propone nell'appello alternativo. Non capiamo come sia possibile evitare un abuso del fondo di ristrutturazione e del fondo per l'assicurazione dei depositi. Questi strumenti saranno istituiti e quindi potranno essere utilizzati per coprire le perdite conseguite anche prima della regolamentazione congiunta. Da soli i depositi delle banche in crisi, che sono una parte dei debiti delle banche, ammontano a 3.6 trilioni di Euro: per questo riteniamo molto rischioso immischiarsi in questo argomento.

Il limite provvisorio al volume dell'ESM non è una difesa contro spese aggiuntive, perchè il meccanismo per l'allargamento delle garanzie è già stato inserito nel trattato ESM. La maggior parte dei paesi in crisi si servirà dallo stesso fondo ESM, e in caso di mancanza di risorse inizieranno a fare pressione per il loro ripristino. Le belle regole non vengono utilizzate. L'Euro è una storia continua di violazioni di trattati e regole autoimposte: dalla violazione della clausola di no bail-out, fino alla rinuncia della condizionalità degli aiuti del fondo ESM. La sequenza è sempre la stessa: prima siamo portati con il placebo dei limiti politici ad aprire il portafoglio, e quando il portafoglio è sul tavolo, siamo obbligati a rinunciare ai limiti politici. Il gioco si è ripetuto così tante volte, che non comprendiamo piu', da dove arriva la speranza del governo tedesco e dei nostri colleghi che questa volta le cose andranno diversamente.

giovedì 5 luglio 2012

La lettera aperta degli economisti tedeschi


FAZ.net pubblica la lettera aperta degli economisti di lingua tedesca ispirata da Werner Sinn. Il documento attacca duramente le decisioni dell'ultimo vertice EU. Lettera da cestinare?
I professori di economia con una lettera di protesta si rivolgono ai cittadini e alla politica. Le decisioni del recente vertice EU destano grandi preoccupazioni, scrivono gli economisti. La dichiarazione integrale.

Cari cittadini,

le decisioni a cui la cancelliera è stata costretta durante il vertice dei paesi EU sono sbagliate. Noi, economiste ed economisti dei paesi di lingua tedesca, assistiamo con grande preoccupazione al passo appena fatto verso una unione bancaria. Decisione che significherebbe una responsabilità collettiva per i debiti delle banche dell'Eurosistema. I debiti bancari sono tre volte i debiti pubblici e nei 5 paesi in crisi ammontano a diversi trilioni di Euro. I contribuenti, i pensionati, e i risparmiatori dei paesi europei ancora solidi non devono essere responsabili per l'assicurazione di questi debiti. Tanto piu' se si considerano le prevedibili grosse perdite legate al finanziamento delle bolle economiche del sud Europa. Le banche devono poter fallire. Se non possono ripagare i debiti, c'è solo un gruppo che deve e può sostenere i costi: i creditori stessi, perchè hanno deliberatamente preso il rischio e dispongono dei patrimoni necessari.

I politici sperano di poter limitare la responsabilità e di evitare ogni forma di abuso attraverso una vigilanza bancaria comune. Non gli riuscirà, fino a quando i paesi debitori potranno disporre di una maggioranza strutturale nella moneta unica. Se i paesi con finanze solide in linea di principio appoggeranno la condivisione della responsabilità, saranno continuamente esposti a pressioni per aumentare le somme delle garanzie o per ammorbidirne i requisiti di concessione. Litigi e tensioni con i vicini saranno inevitabili. Con l'estensione della garanzia per le banche non si salverà né l'Euro, né l'ideale europeo in quanto tale; si aiuterà invece Wall Street, la City di Londra - anche alcuni investitori in Germania - e una lunga lista di banche in difficoltà, nazionali ed estere, che vogliono salvare i loro affari a spese dei cittadini degli altri paesi, che con tutto questo hanno poco a che fare.

La socializzazione del debito non risolve i problemi attuali in maniera permanente: significa solamente sovvenzionare alcuni gruppi di creditori sotto la copertura della solidarietà europea  e allo stesso tempo distorcere le decisioni economiche centrali.

Münchau: crescono le probabilità di una rottura dell'Euro


Secondo Wolfgang Münchau, su Der Spiegel, non c'è motivo di essere euforici per i risultati del vertice europeo: non ci sono né vincitori né sconfitti, e l'Euro è sempre piu' in pericolo.

Monti trionfa, umiliazione della Merkel? In occasione del vertice UE di venerdi scorso, in realtà la cancelliera non ha accettato nessuna decisione definitiva. Questo significa anche: le probabilità che l'unione monetaria si frantumi continuano ad aumentare.

Quelli secondo cui venerdi c'è stata una svolta: si sono felicitati del fatto che Monti nel consiglio europeo abbia messo la cancelliera all'angolo e sia riuscito ad ottenere una lunga lista di concessioni. Per gli altri invece venerdì è stata una catastrofe: Angela Merkel aveva segnato una serie di linee rosse sulla sabbia, che sono state invece superate. La CSU pensa addirittura ad una rottura della coalizione.

Non sono daccordo con entrambe le interpretazioni. Quello che è successo la scorsa settimana, è stato solo un allenamento. Monti non ha vinto, Merkel non ha fatto nessuna rinuncia. L'acquisto di obbligazioni con il fondo ESM, come deciso al vertice europeo, non avrà alcun senso fino a quando il fondo ESM disporrà di solo 500 miliardi di Euro. L'italia ha emesso obbligazioni per quasi 2000 miliardi di Euro, la Spagna per 800 miliardi di Euro. La sola istituzione che in Europa può acquistare obbligazioni in grande stile è la BCE, perchè dispone di risorse illimitate. La BCE, ad eccezione di alcune situazioni circoscritte, non può acquistare titoli di stato, e non lo vuole nemmeno fare.

L'altra decisione del vertice di Brussel è stata quella di permettere al fondo ESM di aiutare direttamente le banche. Ma questo potrà accadere solo quando ci sarà un accordo su una vigilanza bancaria comune: e non accadrà entro i prossimi 12 mesi. Io scommetto che Angela Merkel su questi accordi ha idee molto diverse rispetto a quelle dei colleghi del sud. Chi ha festeggiato venerdi, molto probabilmente non ha capito la crisi europea. E chi si è sentito sconfitto, anche.

Gli accordi raggiunti nella notte fra giovedi e venerdi sono un trionfo dell'illusione sulla realtà. La reazione positiva dei mercati di venerdi non dovrebbe essere una sorpresa. I mercati hanno reagito con euforia a quasi ogni vertice, fino a quando non si è iniziato a leggere le frasi scritte con carattere piccolo o a riflettere sulle decisioni prese. In aggiunta, gli investitori sono felici come una Pasqua per l'atteso abbassamento dei tassi della BCE e della FED. Il vertice EU non era dunque l'unica ragione di questa euforia.

Chi negli ultimi 3 anni avesse scommesso sulla salita dei mercati dopo ogni vertice, seguita da una fase di disillusione, avrebbe sicuramente guadagnato un bel po'. E la disillusione è arrivata questa settimana. I tassi di interesse in Spagna e Italia salgono di nuovo, e io lo dico in anticipo: una fase acuta della crisi tornerà di nuovo questa estate. Dopo che la BCE giovedi avrà abbassato i tassi di interesse, non ci sarà piu' nulla di cui i mercati potranno esultare. E allora si avrà molto tempo per rimuginare. I mercati nella Eurocrisi sono stati spesso lenti, ma una volta afferrato qualcosa, sono stati spietati.

La probabilità di una rottura dell'euro è cresciuta.

Quando la crisi tornerà, Monti potrà mettere di nuovo Merkel sotto pressione? Si supererà la prossima linea rossa dando all'ESM una licenza bancaria e quindi la possibilità di attingere dalla BCE tutto il denaro di cui ha bisogno? Cederà sugli Euro-bonds? Io credo sia abbastanza improbabile. Il problema è che la cancelliera si è messa in un angolo, da cui non potrà piu' uscire.

La posizione tedesca si farà ancora piu' rigida con le decisioni della corte costituzionale. Io non credo che la corte respingerà le leggi sull'ESM come incostituzionali. Potrebbe anche accadere, ma non me lo aspetto. Mi aspetto tuttavia, che la decisione della corte riduca ulteriormente lo spazio di azione del governo. Con gli Euro-salvataggi ormai  siamo entrati da tempo nella zona grigia della costituzione tedesca. Non escluderei neanche che la corte possa ulteriormente restringere il valore delle decisioni raggiunte durante il vertice. Sarei ad esempio sorpreso se la ricapitalizzazione diretta delle banche attraverso il fondo di salvataggio fosse approvata dalla corte così come decisa. Anche i margini politici non si faranno certo piu' ampi, come si vede dalla reazione FDP e CSU. E proprio in questo momento l'economia globale sta rallentando, dagli USA fino alla Cina. La dinamica della crisi è destinata a peggiorare. Nei paesi in crisi della zona Euro, gli obiettivi di bilancio saranno mancati, e i debiti continueranno a crescere.

Non vedo nessun'altra possibilità all'infuori dell'introduzione degli Euro-bonds o almeno un allargamento di breve periodo dello schermo salva stati. Entrambi non ci saranno fino a quando la posizione politica e giuridica della Germania non cambierà.

Arrivo pertanto alla conclusione: la possibilità di una rottura dell'Euro, dal vertice di venerdi scorso è cresciuta ancora. 

mercoledì 4 luglio 2012

Disoccupati del sud-Europa, studiate il tedesco!


In Germania, nonostante i milioni di disoccupati e sottoccupati, mancano lavoratori qualificati e allora si cercano nei paesi in crisi. L'ostacolo resta la conoscenza della lingua: un mercato del lavoro europeo resta un miraggio. Da Welt.de
Alle imprese nazionali mancano nuove leve. I candidati del sud-Europa dovrebbero sopperire alle mancanze. Nelle agenzie federali per il lavoro (Arbeitsagentur) il numero di candidati si è quadruplicato - ma molti non sono adatti.

Francesca Lopez-Tomasety negli ultimi 5 anni ha lavorato solo la metà del tempo. A volte una settimana, a volte per tre mesi. "Ho lavorato in molte cliniche", ci racconta l'infermiera. La maggior parte del tempo è stata però disoccupata. Da poco Francesca ha un nuovo datore di lavoro - non in Spagna, ma in Germania.

Lopez-Tomasety è una delle 27 infermiere spagnole, che in queste settimane hanno iniziato presso la clinica universitaria di Erlangen, in Franconia. La clinica universitaria all'inizio dell'anno ha pubblicato un annuncio in Spagna - in meno di 4 settimane sono arrivate piu' di 1000 candidature. "Questo è il numero di candidature che normalmente riceviamo in un anno", ci dice il direttore Reiner Schrüfer. E in Spagna si trovano dei profili molto specializzati, che nel nostro paese sono difficili da trovare. 

"La Germania è molto attrattiva per i paesi del sud Europa", ci conferma Raimund Becker, responsabile per i lavoratori specializzati dell'agenzia federale per il lavoro (Bundesagentur für Arbeit). L'agenzia federale sta sempre piu' cercando forza lavoro qualificata in Portogallo, Spagna, Italia e Grecia.

Il numero dei candidati esteri è quadruplicato

Nei primi 5 mesi si è quadruplicato il numero dei candidati provenienti dai paesi in crisi. Si cercano soprattutto ingegneri, medici, infermieri ma anche lavoratori per gli alberghi e i ristoranti e nel settore metalmeccanico ed elettronico. La Zentralstelle für Arbeitsvermittlung (ZAV) a Bonn ha raddoppiato il numero dei suoi dipendenti per il recruiting di personale qualificato dall'estero, da 50 a 100.

Di un cambio di paradigma nella gestione del lavoro ci parla anche Becker. "Prima si proponevano i disoccupati tedeschi per posizioni all'estero, oggi invece reclutiamo professionisti per portarli in Germania". L'agenzia sta reclutando nei paesi con un surplus di manodopera qualificata. Nelle fiere specializzate e nei recruiting day, le Arbeitsagenturen insieme ai datori di lavoro reclutano all'estero i tanto ricercati lavoratori specializzati.

L'ostacolo principale è la scarsa conoscenza del tedesco

L'agenzia per il lavoro di Stuttgart è riuscita a trovare in Spagna per le medie imprese del Baden-Württemberg 33 ingegneri. "L'interesse per la Germania è grande", ci dice Becker. Ma di 300 interessati restano solo dai 20 ai 30 candidati qualificati. L'ostacolo principale è la mancanza di conoscenza della lingua tedesca. Il numero degli occupati dai 4 stati sud Europei in crisi è cresciuto fino ad aprile 2012, in rapporto all'anno precedente, di circa 26.500 unità, o del 6.3 %. "E' evidente", dice Becker.

Invece il numero degli occupati dall'Europa dell'est è cresciuto di 103.700 unità, il 45.7% in piu'. Gli est europei dal primo di maggio 2011 hanno la totale libertà di movimento nella EU. L'aumento è stato in linea con quanto la Bundesagentur si aspettava prima dell'apertura dei confini ad est. Altre istituzioni avevano previsto l'arrivo di un milione di lavoratori. 

Dall'Europa dell'est sono arrivati soprattutto lavoratori non qualificati.

Becker sottolinea che dall'Europa dell'est non "sono arrivati i lavoratori piu' qualificati", piuttosto lavoratori non specializzati impiegati nel lavoro temporaneo, nelle costruzioni, nell'agricoltura e nell'industria. Da oggi al 2025 sarà necessario reclutare all'estero fino a 800.000 lavoratori qualificati, calcola la Bundesagentur, per poter sopperire alla mancanza di personale specializzato.

Fra i target delle agenzie per il lavoro ci sono gli studenti stranieri nelle università tedesche. Ogni 100 studenti, solo il 25% dopo la loro formazione decide di tornare nel proprio paese, il 25% resta in Germania, la metà decide invece di trasferirsi in un altro paese. E sono questi studenti che dovranno essere sempre piu' l'obiettivo per la Germania. 

martedì 3 luglio 2012

Sinn: la stabilità finanziaria tedesca è in pericolo


H.W. Sinn attacca le recenti decisioni del vertice UE e ricorda ai tedeschi: i vostri patrimoni serviranno a rimborsare le banche americane e britanniche. L'ultima difesa è la corte costituzionale. Da Handelsblatt.de

Dopo il vertice Euro, gli investitori sembrano di nuovo soddisfatti. Ma a quale prezzo? La Germania è sempre piu' coinvolta nella crisi debitoria, avverte il presidente IFO Hans Werner Sinn.

Secondo H.W. Sinn, con il vertice UE di Brussel, non si è fatto alcun passo in avanti nel salvataggio dell'Euro - la Germania invece è stata tirata dentro la crisi. "Wall Street, la City di Londra, e le banche di Parigi sono state salvate. Ci siamo impegnati a rimborsare i debiti delle banche del sud-Europa", ha dichiarato l'economista ad Handelsblatt. "Lo stato tedesco è stato trascinato nella crisi del sud-Europa, e gli investitori di tutto il mondo, che hanno speculato, possono uscire dal vortice all'ultimo momento", ha dichiarato Sinn. I mercati finanziari sembrano ora tranquilli, quasi euforici, perchè è stato trovato un modo per usare i patrimoni tedeschi. "La stabilità finanziaria tedesca è in pericolo", ha avvertito Sinn.

Su Angela Merkel è stata fatta piu' pressione di quanta ne abbia mai dovuta sopportare un cancelliere dalla fine della seconda guerra. "Si è organizzata una caccia spietata. Per poter arrivare al nostro denaro, si è accusato la Germania di avere ambizioni imperiali, e profetizzato l'odio dei popoli nei nostri confronti", ha detto Sinn. Angela Merkel non è stata in grado di reggere la pressione e si è arresa. "Ora i cittadini, al cui patrimonio si vuole arrivare, possono sperare solo nella corte costituzionale". L'errore era già stato fatto nel maggio 2010 con il fondo EFSF. "La suscettibilità tedesca per la pressione esterna, è stato l'invito per poter estorcerce con sempre maggiore pressione, sempre piu' denaro".

I crediti concessi dall'ESM non avranno uno status privilegiato, ma saranno alla pari degli altri: secondo Sinn questa decisione ci porterà verso una situazione di pericolo. "La status di creditore privilegiato del salvatore è l'essenza di ogni procedura di fallimento", ha detto. Anche il FMI concede aiuti a queste condizioni. La posizione della Germania era sempre stata quella di organizzare i salvataggi con il FMI e secondo le sue regole. "La condizione secondo cui possiamo concedere denaro solo quando lo fa anche il FMI, era già stata rimossa dal trattato ESM". Ora sono state rimosse anche le condizioni per concedere gli aiuti secondo le regole del FMI.  Sinn: "I trattati europei sono già obsoleti, prima che l'inchiostro si sia asciugato".

Anche il Fiskalpakt secondo Sinn è una protezione contro le perdite patrimoniali: "Il patto sarà preso seriamente solo in Germania", ci dice l'economista. "E' un placebo - come a suo tempo  - il patto di stabilità e crescita". Per i paesi che non hanno la fiducia del mercato dei capitali, non c'è bisogno di mettere un limite politico all'indebitamento. "Se si vuole limitare il loro indebitamento, è sufficiente, concedere meno credito pubblico". Nuove regole di condotta causano insoddisfazione e portano solo rabbia. "La Germania non avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa". Gli ammonimenti tedeschi hanno avvelenato l'atmosfera del vertice e contribuito alla determinazione degli altri paesi di far uscire sconfitta la Germania.