Gli euroscettici di CDU e FDP tornano ad attaccare la BCE: è in corso un finanziamento diretto degli stati e la Germania deve avere un diritto di veto. La caccia al voto euroscettico continua. Da Handelsblatt.de
La crisi dell'Euro tiene occupata la BCE. I critici la accusano di aver trasformato le operazioni per il contenimento della crisi in un vero e proprio finanziamento degli stati. E chiedono una revisione delle istituzioni UE.
Il mantenimento della stabilità dei prezzi è il compito principale della BCE. Ma la crisi Euro ha cambiato radicalmente il ruolo delle autorità monetarie. Negli ultimi mesi infatti la BCE è stata costretta ad intervenire in maniera massiccia 2 volte. La prima, per assicurare la liquidità al sistema bancario, la seconda, per ridurre i costi di finanziamento degli stati. A causa delle sue operazioni per il contenimento della crisi, il costo del denaro è ai minimi storici e le banche in difficoltà sono state inondate dalla liquidità - ma non basta, la crisi va avanti. Ed è molto probabile che la banca centrale torni ad essere attiva, visto che il presidente Mario Draghi ha recentemente spiegato di voler difendere l'Euro a tutti i costi.
In questo quadro sorge la domanda: il ruolo che la BCE ha assunto, è ancora coperto dal proprio mandato? La Bundesbank lo ha recentemente messo in dubbio. Questo hanno lasciato intendere le parole del capo della Bundesbank Jens Weidmann, che recentemente a Berlino ha affermato: "l'obiettivo di un Euro stabile e di una Stabilitätsunion non potrà essere raggiunto, se la politica monetaria sarà sempre piu' utilizzata per scopi che non corrispondono con il mandato originario".
Anche a Berlino l'attività della BCE viene valutata in maniera sempre piu' critica. I politici della CDU e della FDP ritengono addirittura necessaria una riforma della BCE. "E' necessario, in tutti gli organi della BCE, un riequilibrio del diritto di voto basato sulla quota di responsabilità assunta", ha dichiarato ad Handelsblatt Online il deputato CDU ed esperto di bilancio Klaus-Peter Willsch. "La Germania in qualità di creditore principale, su ogni decisione deve avere un diritto di veto". Willsch motiva la sua richiesta sostenendo che la BCE sotto la presidenza di Mario Draghi si è allontanata dal suo mandato: garantire la stabilità monetaria nell'area Euro. "La BCE sotto Draghi, contrariamente ai trattati europei, si è trasformata in un finanziatore degli stati e in una bad bank".
Allo stesso modo si è espresso l'esperto finanziariao della FDP al Bundestag, Frank Schäffler. Ad inizio 2010 nel corso del primo pacchetto di salvataggio per la Grecia, "ha avuto luogo una riforma monetaria silenziosa", da cui è emersa una diversa politica monetaria della BCE. "Le regole formali ancora non sono presenti, ma in pratica sono state alterate in maniera irrecuperabile", ha detto Schäffler ad Handelsblatt Online. La Germania dovrebbe pertanto denunciare la continua violazione delle leggi istitutive della BCE. "Allo stesso tempo è necessaria una riforma delle procedure di voto nel consiglio BCE", ha sottolineato il membro del consiglio nazionale della FDP. "Che Malta e Cipro abbiano gli stessi voti della Germania, è un grave errore di costruzione".
Anche l'esperto di politiche di bilancio SPD Carsten Schneider ha chiesto un ritorno della BCE al suo compito centrale di difesa della stabilità dei prezzi nella zona Euro. "In nessun modo dovrà farsi carico del finanziamento degli stati, come già ora accade indirettamente con l'acquisto di obbligazioni", ha detto Schneider ad Handelsblatt Online. "Nei casi di emergenza, quando i mercati non funzionano, dovranno essere disponibili dei meccanismi di salvataggio". Schneider ha inoltre escluso che la BCE possa assumere anche il compito della vigilanza bancaria. "A causa della sua attivtà di concessione di credito alle banche, non è un soggetto indipendente".