L'unione debitoria europea assume tratti sempre piu' pericolosi. Inosservati dai media, dalla politica e dall'opinione pubblica, vanno avanti i lavori per la creazione di un "Fondo per l'assistenza finanziaria ai paesi membri la cui moneta non è l'Euro". Dietro questo lungo nome, si nasconde un ESM-ombra per i paesi EU che hanno ancora la loro moneta nazionale. In parole povere: dopo la Grecia, l'Irlanda, il Portogallo, la Spagna e presto anche Cipro e la Slovenia, si dovranno salvare anche stati come la Romania o la Bulgaria.
A garantire saranno chiamati tutti i paesi europei, quindi anche la Germania. La motivazione non è sorprendente: gli stati dovranno essere aiutati, secondo la proposta della Commissione Europea, "se minacciati o colpiti da una crisi della bilancia dei pagamenti".
L'assistenza finanziaria dovrà essere fornita sotto forma di un prestito oppure una linea di credito (preventiva): in questo modo per gli stati sarà piu' facile accedere ai fondi. La Commissione avrà la possibilità "di emettere sul mercato dei capitali o presso istituti finanziari obbligazioni in nome dell'Unione Europea". "Le obbligazioni o le linee di credito che potranno essere concesse a uno stato membro sono di un massimo di 50 miliardi di Euro". Manca il respiro. Perchè qui si nasconde un rischio finanziario enorme.
Al momento nell'UE ci sono 10 stati membri con una valuta diversa dall'Euro: Gran Bretagna, Svezia, Polonia, Rep. Ceca, Lituania, Lettonia, Ungheria, Romania e Bulgaria. Teoricamente ognuno di questi stati potrebbe chiedere 50 miliardi di Euro di aiuti.
Quando la Croazia, la cui situazione economica è tutt'altro che rosea, dal primo luglio 2013 entrerà a far parte dell'UE, gli stati saranno 11. Si sta costruendo un ESM-ombra.
Secondo il Governo federale tedesco l'assistenza finanziaria massima per ogni singolo stato membro non dovrebbe superare i 50 miliardi di Euro, ma senza grandi difficoltà e senza una decisione del Parlamento sarà possibile aumentarne l'importo. Nella versione tedesca è scritto testualmente: "I prestiti o le linee di credito che potranno essere accordate ad ogni singolo stato membro sono limitate a 50 miliardi di Euro".
In una "bozza interna" la relatrice al Parlamento europeo, il deputato polacco Danuta Maria Hübner (PPE), ha aggiunto che altri 60 miliardi di Euro potrebbero provenire dal bilancio dell'Unione Europea.
E questo è già il primo indizio che i 50 miliardi non saranno il tetto massimo assoluto. L'aumento a leva della somma esistente sarebbe un'altra possibilità. ll regolamento - come già detto - prevede anche un'opzione per l'indebitamento.
Già nel 2002 con il regolamento Nr. 332/2002 era stata istituita una "balance of payments facility“ (BoP) europea. Sulla base di questo provvedimento si sta ora cercando di costruire un ESM-ombra. Originariamente erano previsti 12 miliardi di Euro, ma nel dicembre 2008 l'importo è stato aumentato a 25 miliardi di Euro.
Nel maggio 2009 è stato raggiunto un accordo per il raddoppio dell'importo a 50 miliardi di Euro. Anche questo aumento permanente da 12 a 25, e poi fino a 50 miliardi, chiarisce che non è stata ancora raggiunta la somma massima.
Il FMI si tira indietro dai salvataggi Euro
Sarà abbastanza facile e non servirà molto tempo per cambiare il provvedimento. Inoltre, non è necessaria la partecipazione dei parlamenti. La domanda determinerà l'offerta. Se sarà necessario del denaro per attaccare gli stati alla flebo europea, allora il limite massimo sarà aumentato. Anche se io non credo che Gran Bretagna, Danimarca e Svezia chiederanno aiuti finanziari. Il recente discorso di Cameron offre pero' dei chiari segnali di tensione fra gli ideologi dell'integrazione e i sostenitori dell'autoderminazione dei popoli europei.
La Gran Bretagna, ancora oggi il nostro quarto piu' importante partner commerciale, non assisterà senza obiezioni ad ogni ulteriore centralizzazione europea, e fortunatamente, è necessario aggiungere, si opporrà ad ogni nuovo pacchetto di aiuti.
Alla fine del 2008 è stato distribuito il primo denaro dal fondo BOP: il fondo ha messo a disposizione dell'Ungheria 20 miliardi di Euro. 6.5 miliardi sono arrivati dal bilancio EU, il resto l'hanno portato il FMI (12.5 miliardi di Euro) e la Banca Mondiale (1 miliardo di Euro).
Poco tempo dopo la Lettonia è stata salvata dal fallimento con 7.5 miliardi di Euro; 3.1 miliardi di Euro sono arrivati dal bilancio dell'Unione Europea, 1.7 miliardi dal FMI; i vicini del nord Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia ed Estonia hanno contribuito con 1.9 miliardi di Euro; la Banca Mondiale con 0.4 miliardi di Euro; altri 0.4 miliardi sono arrivati dalla BERS.
Nel 2009 è stato accordato un programma di salvataggio di 20 miliardi di Euro per la Romania. Anche in questo caso sono arrivati 5 miliardi di Euro dal "Fondo di assistenza per la bilancia dei pagamenti" dell'Unione Europea; il FMI ha contribuito con quasi 13 miliardi di Euro, a Bucarest un miliardo è arrivato dalla Banca Mondiale, altre risorse sono state messe a disposizione dalla BEI e dalla BERS.
Un secondo programma di aiuti per la Romania è già stato approvato in via preventiva, ma non ancora attivato. In questo caso è prevista una partecipazione del bilancio EU per 1.4 miliardi di Euro.
Con l'aiuto di una scappatoia nel regolamento europeo Nr. 332/2002, sono stati messi a disposizione di Ungheria, Lettonia e Romania, 16 miliardi di Euro dal bilancio EU. Ora i salvataggi potranno andare avanti in grande stile. Se 4 anni fa una richiesta di aiuto poteva essere ancora vissuta come una vergogna, oggi a causa dell'effetto abitudine, nel quarto anno degli "eurosalvataggi" non è piu' così.
Sotto la copertura del processo di convergenza della competitività, i paesi ancora in salute vengono chiamati a pagare per colmare i deficit degli stati indebitati all'interno e all'esterno dell'Eurozona. E il FMI, che fino ad ora ha sostenuto la parte piu' importante dei 3 pacchetti di salvataggio BOP, parteciperà ai prossimi pacchetti solo "ove possibile".
La formulazione è stata scelta attentamente, perché il FMI già da tempo si sta ritirando dagli "Eurosalvataggi". Il FMI non sarà piu' disponibile a sostenere per i due terzi un pacchetto di aiuti, come ha fatto con Ungheria e Romania.
"Dobbiamo ottenere una partecipazione parlamentare"
Per poter accordare un prestito, la Commissione Europea avrà il potere di emettere obbligazioni sul mercato dei capitali oppure presso istituti finanziari. L'EU si è data un regolamento con il quale potrà scavalcare il suo divieto di indebitamento. Il fondo ESM-ombra si basa sull'articolo 143 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea (AEUV - Vertrags über die Arbeitsweise der Europäischen Union). Dove all'articolo 2 C si dice:
"Il consiglio concede l'assistenza reciproca (...) L'assistenza reciproca puo' avvenire (...) attraverso la messa a disposizione di crediti in misura limitata da parte degli altri stati membri; per fare questo è necessario il loro accordo".
Si puo' ammettere che l'art. 143 dell'AEUV contempli la concessione di crediti ai singoli stati membri. Ma anche se si interpreta in questo modo l'art 143 dell'AEUV, e quindi si considera legittima la concessione di aiuti reciproci fra gli stati, resta chiaramente proibito alla EU l'emissione di obbligazioni con questo scopo. Su questo punto ci sono molti studi. Cosi' scrveva nel 2009 il rinomato Centrum für Europäische Politik (Cep):
"Nel caso in cui l'Unione Europea dovesse sostenere la bilancia dei pagamenti dei paesi membri o di stati terzi attraverso l'emissione di debito, andrebbe oltre le proprie competenze (...) ancora piu' grave è che la UE abbia recentemente aumentato il limite per tali prestiti a 50 miliardi di Euro".
Il regolamento è contrario al divieto di indebitamento dell'UE ed è chiaramente contrario al diritto. Ma quale scappatoia sarà utilizzata? Si utilizzerà semplicemente l'articolo 352 dell'AEUV. Dove proprio all'inizio è scritto:
"Nel caso in cui fosse necessaria un'azione dell'Unione in uno degli ambiti definiti dai trattati, per rendere effettivo uno degli obiettivi, e se i poteri necessari non fossero ancora definiti, il Consiglio su proposta della Commissione e dopo un voto del Parlamento Europeo puo' approvare all'unanimità le decisioni del caso".
Con l'aiuto di un'autorizzazione cosi' generica si puo' naturalmente introdurre di tutto. Una discussione presso la Corte di Giustizia Europea sarebbe opportuna.
La violazione continua della legge è stata istituzionalizzata. Dopo aver aperto per i paesi Euro con l'ESM la strada verso la messa in comune del debito, adesso anche sugli altri paesi UE si dovrà aprire un ombrello di protezione. Non appena il fondo ESM sarà autorizzato a intervenire direttamente sulle banche, con l'ESM-ombra sarà possibile ricapitalizzare anche le banche bulgare o romene. Tutto questo accade lontano dall'attenzione dell'opinione pubblica europea.
Sulla Germania graverà un ulteriore e ben nascosto rischio miliardario. La nostra quota di partecipazione all'ESM ombra corrisponde alla nostra quota nel bilancio europeo, pari a circa il 20%. Il fondo ESM-ombra non potrà essere controllato: avrà sede nella scatola nera di Bruessel. Sull'ESM e l'EFSF abbiamo almeno la possibilità di dibattere in Parlamento o in Commissione bilancio, ma con il fondo ESM-ombra non ci sarà permesso. Non solo per motivi di rispetto verso di noi, ma anche in considerazione della posizione della Corte Costituzionale sull'argomento, noi deputati del Bundestag dovremo ottenere un coinvolgimento parlamentare come nell'ESM.