mercoledì 13 marzo 2019

Una fusione fra due pesi leggeri

La fusione fra Deutsche Bank e Commerzbank s'ha da fare, almeno secondo il Ministro delle Finanze Scholz. La politica di Berlino spinge verso una fusione che metta in sicurezza il settore bancario prima che arrivi un'altra crisi economica o prima che un forte concorrente estero, come BNP, riesca ad entrare nel ricco mercato tedesco. Sullo sfondo le elezioni europee di maggio e un nuovo Parlamento con forze politiche meno indulgenti verso il corso interventista di Berlino. Ne parla il sempre ben informato German Foreign Policy.


Solo al 19 ° posto

Secondo le cronache più recenti Deutsche Bank e Commerzbank hanno avviato dei colloqui esplorativi in merito alla possibilità di una fusione fra le 2 banche. Se si dovesse arrivare alla fusione, nascerebbe di gran lunga il più grande istituto finanziario tedesco con un bilancio complessivo di quasi due trilioni di euro e 38 milioni di clienti. Attualmente sono circa 130.000 i lavoratori impiegati dalle due banche, di questi circa 80.000 nella Repubblica federale. Con la fusione tuttavia non cambierebbe di molto la situazione del nuovo istituto finanziario, in quanto con una capitalizzazione di mercato di 24 miliardi di euro nel confronto internazionale resterebbe "un peso leggero", scrivono gli osservatori. In effetti Deutsche Bank con una capitalizzazione di mercato di soli 19,6 miliardi di euro nel 2018 era il più grande istituto finanziario tedesco, ma si trovava solo al 19° posto nella classifica delle principali banche europee [2], posizione dovuta all'enorme perdita di valore delle azioni della banca in crisi. Entrambi gli istituti non si sono mai veramente ripresi dallo shock della crisi finanziaria globale del 2007/08. Il valore del titolo Deutsche Bank negli ultimi cinque anni è sceso da poco meno di 30 euro fino a soli sette euro.

Politicamente forzato

Secondo le cronache i due istituti finanziari sarebbero sotto la pressione della politica che spinge per accelerare la fusione. [3] Berlino si aspetta "una decisione nelle prossime settimane", scrive la stampa. Sarebbe soprattutto il Ministro delle finanze federale Olaf Scholz (SPD) a spingere verso la creazione di una forte banca tedesca di grandi dimensioni. Poiché il governo tedesco continua a detenere circa il 15 per cento delle azioni di Commerzbank, di cui è entrato in possesso in seguito al sostegno offerto durante la crisi finanziaria del 2007, il Ministro delle Finanze, in quanto maggiore azionista della banca, dispone anche dei mezzi necessari per far attuare il suo piano. Berlino preme sull'acceleratore in quanto teme che le prossime elezioni europee possano portare una "nuova maggioranza a Bruxelles" che potrebbe bloccare la fusione. Inoltre la strategia si adatta al nuovo corso economico interventista del governo federale: creare dei "campioni nazionali" - società monopoliste per far fronte alla crescente concorrenza mondiale - attraverso delle fusioni nei settori piu' importanti. A Berlino la fusione strategica viene considerata l'ultima possibilità "per rafforzare il settore delle grandi banche in Germania", si dice. Se la fusione dovesse fallire, per Commerzbank ci sarebbe la minaccia di un'acquisizione da parte di un "compratore straniero". A Berlino viene presa in considerazione anche la possibilità di fondere Commerzbank con un gruppo finanziario francese come BNP Paribas; ma in tal caso Deutsche Bank si troverebbe in casa un "potente concorrente" che "potrebbe rendere ancora piu' difficile il rilancio della più grande banca tedesca".

Una fusione di emergenza?

Un altra ragione che spinge il governo federale ad accelerare verso una fusione fra i due istituti finanziari, secondo gli osservatori, riguarderebbe la crescente preoccupazione per la crisi in arrivo. Deutsche Bank in caso di crisi potrebbe finire in "difficoltà", si dice; un "rallentamento dell'economia" con ogni probabilità spingerebbe i due istituti finanziari in una situazione di "squilibrio". La fusione tanto desiderata dalla politica sarebbe più che altro una fusione di emergenza. [5] L'utile annuale annunciato da Deutsche Bank - sebbene relativamente basso, ma comunque il primo dopo quattro anni - non è riuscito a nascondere il rapido declino del settore finanziario tedesco. In questo senso è significativo il confronto con la concorrenza statunitense: JP Morgan, la più grande istituzione finanziaria degli Stati Uniti, con cui un tempo "Deutsche Bank amava confrontarsi", ha una capitalizzazione di mercato di oltre "300 miliardi di euro".

"Politica industriale per le banche"

Secondo gli esperti, infatti, l'intero settore finanziario tedesco si troverebbe in una fase di declino, non solo a livello internazionale ma anche a livello nazionale, dove le banche estere stanno espandendo la propria posizione. Il settore finanziario si sta quindi sviluppando nella direzione opposta rispetto ad un'economia tedesca fortemente orientata all'export. A differenza degli Stati Uniti, nella Repubblica federale dopo lo scoppio della crisi finanziaria gli istituti finanziari, dopo essere stati "salvati" a suon di miliardi di euro, non sono stati "dotati di nuovo capitale fresco", scrivono gli osservatori; è mancato il "capitale necessario per fare le riforme interne urgentemente necessarie e affrontare le sfide della digitalizzazione". [6] Le banche tedesche di conseguenza sono rimaste indietro rispetto ai concorrenti. Le misure del Ministero delle finanze in questo contesto possono essere considerate come "una politica industriale per il settore finanziario" che alla fine giova "all'intera economia tedesca". In ogni caso, nei centri finanziari di Francoforte l'approccio di Scholz, in considerazione dello stato in cui versa il settore, viene accolto con favore.

Ritiro dall'Europa dell'Est e dal Portogallo

Deutsche Bank di fatto si è già ritirata da diversi mercati europei. In Portogallo, ad esempio, nel corso del 2018 ha completato la sua uscita dal settore bancario privato e aziendale cedendolo alla banca regionale spagnola Abanca [7]. Nell'ambito della ristrutturazione del gruppo e della necessaria riduzione dei costi, anche in Polonia l'attività bancaria commerciale è stata ceduta alla banca spagnola Santander. Nel contesto della vasta inchiesta sul riciclaggio di denaro nella filiale estone della Danske Bank, per la quale la principale istituzione finanziaria tedesca ha gestito come banca corrispondente transazioni dubbie per un volume di 150 miliardi di euro, nell'Europa orientale è iniziata una ritirata generale da questa linea di business. Dal 2016, il numero dei clienti in quest'area è stato ridotto di "circa il 60 %", ha detto l'incaricato di Deutsche Bank per il contrasto al riciclaggio di denaro all'inizio di febbraio davanti ai parlamentari europei. Nei confronti della banca in crisi, infatti, negli Stati Uniti sono in corso delle indagini in quanto dal 2007 al 2015 avrebbe ripulito e trasferito circa 200 miliardi di euro provenienti da fonti russe alquanto torbide [9].

Pressione negli Stati Uniti

La dubbia natura dei business gestiti dalla grande banca tedesca, anche negli Stati Uniti sta causando un aumento della pressione. Già alla fine dello scorso anno alcuni politici democratici avevano annunciato la volontà di esaminare il ruolo di Deutsche Bank nei flussi di cassa di dubbia natura che in alcuni casi portano fino all'ambiente del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. [10] Nel frattempo due commissioni parlamentari alla Camera si stanno occupando di Deutsche Bank per chiarire le sue pratiche e i rapporti con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Sono probabili audizioni pubbliche sulle attività di riciclaggio di denaro di Deutsche Bank. Date le prospettive cupe negli Stati Uniti, la stampa finanziaria tedesca formula delle raccomandazioni chiare in merito ai titoli del più grande istituto finanziario tedesco: "evitate le azioni" [11]

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[1] Tim Kanning: Sewing holt sich Erlaubnis für Gespräche über eine Fusion. faz.net 10.03.2019.
[2] The 20 largest banks in Europe by market capitalization. banksdaily.com 31.05.2018.
[3] Deutsche Bank und Commerzbank prüfen Zusammenschluss. zeit.de 09.03.2019.
[4] Tim Kanning: Sewing holt sich Erlaubnis für Gespräche über eine Fusion. faz.net 10.03.2019.
[5] Tim Bartz: Auf dem Weg zur Notfusion. spiegel.de 31.01.2019.
[6] Deutsche Banken noch immer in der Krise. daserste.de 17.10.2018.
[7] Deutsche Bank: Rückzug aus Privatkundengeschäft in Portugal. fnp.de 27.03.2018.
[8] Deutsche Bank zieht sich aus Osteuropa zurück. n-tv.de 04.02.2019.
[9] Meike Schreiber: Deutsche Bank gerät im Danske-Skandal unter Druck. sueddeutsche.de 23.01.2019.
[10] Für die Deutsche Bank steigt der Druck aus den USA. handelsblatt.com 07.02.2019.
[11] Deutsche Bank: Neue Ermittlungen in den USA? deraktionaer.de 14.12.2018.


1 commento:

  1. 25 miliardi di euro le entrate e 1,3 di profitti pretasse di una, 8,6 miliardi le entrate e 1,2 dell'altra 'pesi leggeri'.

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