mercoledì 22 luglio 2020

Heiner Flassbeck - Perché la Francia non è la Germania

Per Heiner Flassbeck i francesi non devono raccontarsi menzogne pensando di poter fare come i tedeschi, vale a dire risanare le proprie finanze pubbliche impoverendo i vicini a colpi di avanzi commerciali. Chi conosce i saldi settoriali del paese sa che alla Francia questa strada è preclusa, e che pertando l'unica possibilità concreta per uscire dalla trappola del debito post-corona sarà quella di cambiare le stupide regole europee. Una riflessione molto interessante del grande economista tedesco Heiner Flassbeck da Makroskop.de


François Villeroy de Galhau, il presidente della Banca centrale francese, ha scritto una lunga lettera ai suoi Presidenti nella quale illustra la situazione economica francese e sottolinea le sfide che la politica parigina dovrà affrontare nel lungo periodo in merito al debito pubblico e nel quadro dell'unione monetaria. 


La lettera ovviamente è pensata per essere un avvertimento. Sebbene la Banque de France ammetta che nella crisi causata dal Coronavirus sia la politica monetaria che quella fiscale hanno dovuto adottare delle misure anticicliche di ampia portata per evitare il crollo dell'economia, afferma anche che dopo la crisi (dal 2022) sarà necessario intraprendere l'azione opposta. Lo Stato quindi, scrive Villeroy-Galhau, per limitare entro un decennio il debito contratto nel periodo del Coronavirus, dovrà iniziare a ''stabilizzare'' la spesa pubblica. 

Un confronto con la Germania: a cosa serve? 

Probabilmente per illustrare quanto fosse preoccupante lo stato delle finanze pubbliche francesi già prima della crisi del Coronavirus, il Presidente della Banque de France ha voluto aggiungere alla lettera un grafico che confronta Francia e Germania, e nel quale la Francia ovviamente va molto male (Figura qui sotto come l'originale dalla lettera). Nel grafico viene confrontato il debito pubblico in percentuale del PIL per Francia e Germania e per l'unione monetaria nel suo complesso. Il grafico è davvero rivelatore, ma in un senso completamento opposto rispetto a quello proposto dagli autori della lettera. 


In effetti, come sottolinea anche Banque de France, dal grafico si può notare che fino alla fine della crisi finanziaria del 2008/2009, il debito pubblico tedesco e quello francese si sono sviluppati più o meno allo stesso modo. È solo a partire dal 2010 che la Francia ''si stacca'' dalla Germania e cresce senza interruzioni, mentre la Germania ''riesce'' a spingere il suo debito al di sotto della soglia del 60% richiesta dai trattati dell'unione monetaria. È anche interessante notare che Banque de France ritiene che la Germania subito dopo il 2020 possa iniziare a ridurre immediatamente il suo debito allo stesso ritmo con cui l'ha fatto dopo il 2010, mentre la Francia può solo stabilizzarlo all'altissimo livello del 120%. 


Non c'è un macroeconomista alla Banque de France? 

Ci si chiede come è possibile che un'istituzione così importante possa aver fatto un'analisi così assurda e averla poi inviata al Presidente della Repubblica. L'unica cosa che mostra il grafico qui sopra è il fatto che la Germania ha utilizzato il suo enorme surplus di conto corrente con l'estero per consolidare il suo bilancio nazionale. 

Al dipartimento economico della Banque de France non sanno forse che in tutte le economie del mondo quando l'intero settore privato (cioè le famiglie e le imprese) sono dei risparmiatori netti, esiste un legame molto semplice e del tutto innegabile tra il bilancio di uno Stato e il saldo delle partite correnti? Perché il debito pubblico degli Stati Uniti, il paese modello del capitalismo, è aumentato così tanto dopo la crisi finanziaria? Come la Francia, anche gli Stati Uniti hanno un deficit delle partite correnti. 

Di recente ho scritto che il presidente della Bundesbank preferisce tacere sui saldi settoriali, anche se la Bundesbank li calcola da decenni. Si può almeno capire perché il signor Weidmann, per ragioni ideologiche non voglia parlare né dell'eccedenza di conto corrente tedesca né del fallimento del settore delle aziende tedesche. Ma cosa impedisce al suo omologo francese di evidenziare almeno le eccedenze delle partite correnti confrontandole con quelle tedesche? È davvero solo ignoranza? 

Le regole europee sul debito sono superate 

I saldi settoriali francesi (grafico qui sotto), su di un arco di tempo molto lungo, mostrano con chiarezza che per la Francia quasi certamente dopo la crisi causata dal Coronavirus sarà impossibile ridurre il suo debito pubblico. Non ci saranno cambiamenti nel tasso di risparmio delle famiglie (già di per sé non molto elevato), né nel fatto che da trent'anni le aziende francesi non fanno più quello che ci si aspetta da loro, cioè prendere a prestito denaro per investire. Il fatto che la Banque de France, alla luce di questa situazione presente fra le imprese, metta anche in evidenza che il debito lordo del settore aziendale francese "sia cosi' alto", è quasi imbarazzante. 


Un mondo come quello che abbiamo avuto dal 1960 fino all'inizio degli anni '80, quando le aziende erano in tutta evidenza i debitori più importanti e lo Stato riusciva a cavarsela facendo poco nuovo debito, è un ricordo del passato. E' una storia che durerà tanto a lungo, almeno fino a quando ci sarà il neoliberismo a governarci. Poiché le possibilità della Francia di realizzare una significativa inversione di tendenza nel commercio estero e di ottenere un avanzo di conto corrente sono attualmente nulle, l'unica opzione logica è che lo Stato tenga a galla l'economia facendo sempre piu' debito. 

E questo vale indipendentemente da quanto sarà alto il livello di indebitamento alla fine della crisi da Coronavirus. Un fatto confortante per la Francia: sarà inevitabile anche per la Germania. E questo sarebbe un argomento per un'iniziativa franco-tedesca. Mano nella mano, i due paesi dovrebbero mettere in discussione dalle fondamenta le regole europee sul debito secondo il motto: regole impossibili da rispettare, non devono essere rispettate.




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