domenica 29 luglio 2018

Perché il ricalcolo delle quote BCE sarebbe un problema per il debito italiano

Ai tedeschi il programma di acquisto titoli della BCE non piace proprio e in previsione del ricalcolo delle quote di capitale nel 2019 Die Welt si lascia andare allo Schadenfreude: nella nuova BCE la Germania sarà ancora piu' forte e si potranno acquistare sempre meno titoli italiani, non è da escludere una nuova crisi debitoria nel sud-Europa. Ne parla Holger Zschäpitz su Die Welt


(...) Ironia della sorte, proprio nel sesto anniversario del „whatever it takes“, la promessa con cui Draghi nel 2012 in solitaria ha praticamente salvato l'euro e ha garantito alla zona euro un programma anti-crisi durato fino ad oggi, il presidente della BCE è sembrato alquanto abbottonato quando gli è stato chiesto come dovrebbe avvenire concretamente l'uscita dal programma di acquisto titoli.

Il tempo a disposizione del consiglio BCE sta per scadere. Dal 2015 la BCE ha messo nei suoi libri 2.1 trilioni di euro solo in titoli di stato. A questi bisogna aggiungere molte obbligazioni societarie e i titoli coperti da proprietà immobiliari.

Nel frattempo alcune di queste obbligazioni sono già scadute, e la BCE ha reinvestito il denaro incassato per il riacquisto. Cio' dovrebbe continuare anche se la BCE, come previsto, dovesse smettere di acquistare nuovi titoli dall'inizio del prossimo anno. 

Per quanto tempo la BCE continuerà a sostituire le obbligazioni in scadenza?

Le molte questioni sollevate da questa strategia tuttavia fino ad ora sono rimaste senza risposta: ad esempio, per quanto tempo la BCE intende sostituire le obbligazioni in scadenza con quelle nuove. O ancora piu' urgente, verso quali titoli il denaro dovrebbe continuare a fluire. Dopotutto si tratta di miliardi di euro che potrebbero turbare i mercati.

"Non ne abbiamo discusso", ha fatto notare Draghi a chi glielo ha chiesto e si è sforzato di smorzare qualsiasi discussione in merito: "non abbiamo nemmeno parlato di quando ne dovremo discutere". Alla fine tuttavia ha annunciato che i reinvestimenti saranno basati sulla partecipazione al capitale delle banche centrali.


Ma questo è cio' che rende l'argomento ancora piu' esplosivo. A partire dal 1 ° gennaio 2019, infatti, come previsto, la BCE aggiusterà la composizione del proprio capitale. Al fine di mantenerla indipendente dall'influenza politica, all'inizio dell'unione monetaria si era deciso che sarebbero state le banche centrali nazionali ad essere le proprietarie della BCE. Le diverse banche centrali detengono infatti una percentuale del capitale della BCE.

La dimensione della partecipazione al capitale dipende infatti dalla popolazione e dal PIL. Il PIL e il numero di abitanti di ogni paese vengono messi in relazione al PIL totale a alla popolazione dell'intera unione monetaria. Da entrambe le quote viene determinato un valore medio. 

Alla Germania spetterà una quota maggiore della BCE

Secondo questo sistema di calcolo la Germania attualmente ha una quota del 25.7%. Poichè negli ultimi 5 anni in Germania la popolazione e il PIL sono cresciuti al di sopra della media, a partire dal prossimo anno, dopo il ricalcolo, la quota tedesca dovrebbe aumentare. Nella realtà concreta della politica monetaria fino al 2015 la partecipazione al capitale di ogni paese non aveva alcun ruolo: in seno al consiglio BCE, sulle questioni di politica monetaria ogni membro ha diritto ad un voto. Cio' continuerà a valere.

Ma dal momento che gli acquisti di bond e i reinvestimenti sono orientati alla partecipazione al capitale di ogni singolo paese - per indebolire l'accusa di finanziamento monetario agli stati - i miliardi vengono movimentati esattamente sulla base di queste percentuali. Se al momento si acquistano 30 miliardi di euro di titoli al mese, circa un quarto finisce in titoli di stato tedeschi.

Il ricalcolo delle quote di capitale tuttavia potrebbe avere delle conseguenze importanti. Secondo i calcoli fatti da Die Welt, la quota tedesca dovrebbe salire al 26.8%, cio' significa che la BCE potrà mettere piu' Bund nel suo bilancio in rapporto al volume totale degli acquisti. Esattamente il contrario accadrà con  l'Italia, la cui economia negli ultimi anni si è contratta: la quota di capitale italiana dovrebbe passare dal 17.5% al 16.5%. Anche la quota spagnola dovrebbe scendere dal 12.6% al 12.1%.

Per entrambi i paesi si tratta di un cambiamento significativo. Dopotutto con la fine degli acquisti della BCE dal prossimo anno non si tratterà solo dell'uscita dal mercato del piu' importante acquirente. La modifica delle quote di capitale potrebbe anche implicare la mancanza di un riacquisto di pari importo dopo la scadenza del titolo. Vale a dire: i paesi interessati dovranno trovare dei nuovi acquirenti per le loro obbligazioni.

Il ricalcolo delle quote di capitale è un problema per l'Italia

Se i mercati non fossero disposti ad acquistare questi titoli, cio' porterebbe con sé inevitabilmente dei tassi di interesse significativamente piu' alti e aumenterebbe i costi di finanziamento di questi paesi sul debito in emissione. In particolare per l'Italia i rischi sono elevati perché la BCE è rimasta uno degli ultimi acquirenti dei titoli di stato di Roma. Non si puo' escludere una nuova crisi dell'euro in formato ridotto.

"Dopo la pausa estiva la BCE dovrà accelerare l'uscita dal programma di acquisto titoli", afferma Friedrich Heinemann, economista presso il Mannheimer Forschungsinstitut. E' chiaro che la quota italiana e spagnola nel capitale BCE dopo il ricalcolo del 2019 scenderà notevolmente.

"Cio' in realtà significa che le obbligazioni di questi paesi in scadenza non verranno riacquistate per un importo equivalente, e saranno in parte sostituite dall'acquisto di titoli di altri stati membri", ha affermato Heinemann. "Su questo punto la BCE nei prossimi mesi dovrà dimostrare che sta realizzando il suo programma di acquisto titoli con neutralità monetaria e non come un programma di finanziamento per gli stati membri dell'eurozona fortemente indebitati".

Draghi potrebbe essere consapevole dell'esplosività dell'argomento. Poco prima della pausa estiva evidentemente il capo della BCE non ha voluto preoccupare i mercati.

4 commenti:

  1. Uscire dall'€ per l'Italia significherebbe recuperare sovranita' monetaria, competitivita', una crescita economica forte, con la nuova Lira recupereremmo anche un minimo di sovranita' nazionale; la Banca d'Italia stamperebbe moneta e comprerebbe i titoli di stato italiani insomma ci conviene uscire dalla gabbia chiamata € e in fretta. In alternativa ci sarebbero i CCF proposti da Cattaneo la Moneta Fiscale per resuscitare l'economia ma uscire dall'€ e' ancora meglio, mentre ai kartoffen non conviene uscire dall'€ perche' col nuovo Marco le esportazioni tedesche come minimo si dimezzerebbero e i tedeschi dovrebbero cambiare politiche economiche puntando sul mercato interno se non vogliono crollare !!! ???
    Luca il KAKAKATSO PATRIOTA

    RispondiElimina
  2. A mio avviso chi avrebbe veramente un interesse (urgente) ad uscire dall'Euro sarebbero in primis i Paesi del nord (non solo Germania, ma anche Olanda etc.). Uscendo adesso ne verrebbero fuori: con le ossa rotte, ma vivi! Se restano (loro) impigliati in questa "gabbia" si troveranno, alla fine, a dover mantenere tutti (Francia, Italia, Spagna, Grecia etc.)
    come è avvenuto - ed avviene quotidanamente - in Italia alle sventurate regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) rinchiuse - a suo tempo - nella gabbia della lira. È vero: anche Italia, Grecia etc. avrebbero interesse ad uscire da questa bislacca "trovata" dei sognatori europeisti: almeno le monete si "riallineerebbero" alle capacità produttive dei rispettivi Paesi (ovviamente svalutando pesantemente)ma ritroverebbero competitività e sovranità. L'euro è un progetto criminale che ha fatto solo una marea di danni: a tutti.

    RispondiElimina
  3. dove lo vedete il vantaggio di uscire per la gente (il 99%) ???
    siete drogati? di solito quelli della bocconi si, gira molta coca a milano.

    Cosa me ne frega della sovranita' se il 99% sarebbe alla fame?

    la benzina a 10mila lire al litro la paghi tu? col tuo bel nuovo SUV?

    siete fuori di testa.

    Poi non capisco lo Schadenfreude dei tedeschi.
    Non capiscono che se mandano in merda noi, ci vanno pure loro.
    La Merkel e' il peggior politico degli ultimi 30 anni

    RispondiElimina
  4. Holger Zschäpitz è un simpatico personaggio che di prima mattina su Twitter saluta i followers con delle notizie spesso buffe che lui fa apparire dei quasi scoop o allarmanti. A volte 'provoca' gli italiani con messaggi che dimostrano la sua diffidenza nel nostro Paese. PIù volte gli ho replicato facendo presente imprecisioni da lui espresse. E' anche lui un appassionato del famigerato TARGET2 che menziona spesso. Anche in questo articolo non si smentisce e mostra alcune imprecisioni oltre a opinioni infondate. I "Kapitalanteile" non sono quelli da lui riportati, lui si confonde con le quote di assegnazione per i programmi di acquisto titoli governativi e di imprese provate che fanno capo ai soli Paesi dell'eurozona da cui ne consegue una 'ritaratura' dei capitali sottoscritti nel capitale della BCE da lui erroneamente menzionati, che nell'ordine sono: 17,99% per la Bundesbank, 12,31% per la Banca d'Italia e 8,84% per il Banco de España. Cosa accadrà dopo l'aggiornamento che avviene regolarmente ogni 5 anni? Presumibilmente nulla. Nulla perché le direttive date dalla BCE faranno seguito alle decisioni di politica monetaria per perseguire l'unico obiettivo della BCE con le BCN dell'eurosistema, ovvero la crescita dei prezzi prossimo al 2%. Le quote poi non sono tassative, ogni banca centrale ne ha assegnata una ma come si può vedere dai dati storici vi è un margine di oscillazione anche sopra l'1%. L'Italia rischia (e molto) dalle politiche economiche annunciate da questo governo, non dal TARGET2, dal ricalcolo delle quote di sottoscrizione al capitale della BCE o altre banalità del genere.

    RispondiElimina