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lunedì 14 agosto 2023

Heiner Flassbeck - Inutile combattere la recessione senza aver capito le vere cause della crisi economica della Germania

Intervento molto interessante del grande economista tedesco Heiner Flassbeck il quale dalle pagine di Relevante Oekonomik ci spiega perchè non ha senso combattere la recessione tedesca senza prima aver compreso le vere cause della crisi economica. Se da un lato il governo è ostaggio dei dogmi rigoristi di Lindner, dall'altro la politica monetaria restrittiva della BCE sta portando l'economia tedesca ed europea verso la recessione. Per Flassbeck in Europa non ci sarà un soft landing, anzi, senza un drastico cambio di rotta della BCE ci andremo a schiantare. Ne scrive Heiner Flassbeck e Friederieke Spiecker su relevante-oekonomik.com/


Heiner Flassbeck
Heiner Flassbeck

Il lungo dibattito sulla "recessione invernale", la recessione "tecnica" o "lieve" in Germania, che sarebbe stata superata nel corso dell'anno, è giunto al termine. Nel frattempo, gli indicatori sono diventati troppo opprimenti e le critiche da parte degli imprenditori troppo forti, perché il declino dell'economia tedesca possa ancora essere derubricato dalle autorità responsabili della politica economica e dai media.

Questa tendenza negativa si profilava già da oltre sei mesi, come si può leggere in un articolo di inizio dicembre 2022. La recessione è basata su una carenza di domanda: la maggior parte dei cittadini - sia in Germania che in mezzo mondo - quest'anno hanno avuto meno potere d'acquisto rispetto all'anno scorso; i redditi reali sono diminuiti a causa dell'incremento dei prezzi dell'energia e di molti altri prodotti alimentari.

La perdita di potere d'acquisto è avvenuta proprio nel momento in cui l'economia aveva appena iniziato a riprendersi dagli effetti della pandemia da COVID-19. Molte aziende in diversi settori, infatti, così come la forza lavoro, avevano già attraversato un periodo difficile e non avevano accumulato riserve da un precedente boom, come invece di solito accade alla fine di un ciclo congiunturale "normale" dopo un periodo di crescita.

Tra l'inizio della flessione e l'ammissione da parte del governo che la congiuntura è debole, è trascorso molto tempo prezioso che avrebbe potuto e dovuto essere utilizzato per stimolare positivamente l'economia. Ciò che pesa particolarmente è il fatto che la politica monetaria europea sta amplificando in modo massiccio la carenza di domanda causata principalmente da fattori in gran parte esogeni legati all'aumento dei prezzi. Inoltre, in Germania si sta attuando una politica fiscale prociclica, vale a dire il tentativo dello Stato di risparmiare e spendere meno proprio quando la domanda complessiva è insufficiente. L'interazione di questi fattori ha il potenziale di trasformare una debolezza economica in una recessione duratura.

Questi due gravi errori nella politica economica devono essere identificati e corretti rapidamente se nel breve termine si vuole invertire il trend congiunturale e prevenire una spirale potenzialmente negativa. L'attuale dottrina economica mainstream, tuttavia, sembra puntare nella direzione errata.  Handelsblatt ha intervistato dieci economisti tedeschi per chiedere loro quali misure dovrebbero essere prese con urgenza. Le risposte, ad eccezione di una, non rivelano nemmeno un tentativo di analisi macroeconomica completa. Gli intervistati ignorano le ragioni centrali del peggioramento della congiuntura economica. Ciò che viene menzionato essenzialmente nei loro consigli riguarda le condizioni quadro, il cui cambiamento potrebbe non essere un errore, ma che non affrontano davvero le cause della situazione attuale e quindi non promettono una soluzione adeguata e tempestiva ai problemi.

martedì 4 ottobre 2022

Un nuovo bilancio ombra da 360 miliardi di euro per finanziare il freno al prezzo del gas

Con il freno al prezzo del gas (Gaspreisbremse) da 200 miliardi di euro, annunciato pochi giorni fa dal governo di Berlino, i tedeschi di fatto archiviano il pareggio di bilancio che nel decennio scorso avevano imposto ai paesi del sud Europa. Il Ministro delle Finanze Lindner però non vuole perdere la faccia aumentando le tasse e quindi per finanziare il riarmo della Bundeswehr, la lotta al cambiamento climatico e il freno al prezzo del gas dovrà mettere in piedi un bilancio ombra da 360 miliardi di euro pari al 10% del PIL tedesco. Ne scrive Mark Schieritz su Die Zeit

Robert Habeck (Grüne), Bundeskanzler Olaf Scholz (SPD) und Christian Lindner (FDP)


C'è un quadro del pittore spagnolo Francisco de Goya intitolato El sueño de la razón produce monstruos - Il sonno della ragione genera mostri. Ci fa vedere una persona addormentata su una scrivania, ci sono figure simili a pipistrelli con volti distorti che sullo sfondo si alzano in aria. Il dipinto viene considerato un omaggio all'Illuminismo, o piuttosto un monito contro le conseguenze della sua assenza.

Anche il sonno della ragione economica fa nascere dei mostri: mostri fiscali. La Ampel Koalition intende proteggere famiglie e imprese dall'aumento del prezzo del gas. E poiché qualche anno fa a qualcuno è venuta in mente l'idea che il debito pubblico è un male assoluto e quindi deve essere vietato, ora si è deciso di istituire un nuovo contenitore di denaro al di fuori del normale bilancio pubblico. E questo fondo speciale sarà riempito con 200 miliardi di euro presi in prestito. Oltre al fondo speciale per la Bundeswehr e al fondo contro il cambiamento climatico. In totale nel bilancio ombra ci saranno 360 miliardi di euro di debito, pari a circa il dieci per cento del PIL, più della metà del bilancio federale.



Questo contorsionismo costituzionale non sarebbe stato necessario se lo Schuldenbremse non fosse mai esistito. A tal proposito, si può rimproverare alla Ampel Koalition di non aver avuto il coraggio di annullare o almeno riformare una legge cosi' controversa. Invece, ancora una volta, preferiscono andare avanti con dei trucchi contabili. D'altra parte i soldi sono già a disposizione. Qualche mese fa era accaduto esattamente lo stesso nel caso della Bundeswehr. E prima ancora con il clima. L'interpretazione benevola dei fatti sarebbe quindi questa: dopo una lunga lotta e una grande disponibilità al compromesso (in questo caso da parte del Ministro delle Finanze Christian Lindner, che si era a lungo opposto all'ipotesi di fare altro debito), la Ampel Koalition mette a disposizione i fondi per i programmi di soccorso aggiuntivi urgentemente necessari.

Il finanziamento attraverso l'aumento delle tasse sarebbe stato sensato.

I dettagli saranno discussi dalla apposita commissione nominata dal governo. Anche facendo piu' debito, infatti, non sarebbe comunque possibile produrre del gas aggiuntivo. Il fascino del tetto al prezzo del gas è che evita i problemi amministrativi legati al sostegno diretto alle famiglie bisognose. Da un punto di vista puramente economico, infatti, sarebbe più sensato accettare l'aumento del prezzo del gas e sostenere con dei trasferimenti pubblici solo coloro che non riescono più a pagare le bollette. In pratica, però, ciò sarebbe stato estremamente costoso e complicato, se non altro perché in Germania non esiste un meccanismo di erogazione dei trasferimenti diretti.

Con il tetto al prezzo del gas, infatti, lo Stato interviene direttamente alla fonte (il prezzo del gas), il che rende le cose più semplici. E questo è ciò che conta. Perché se gli aiuti non arrivano rapidamente - come ha giustamente sottolineato il ministro dell'Economia Robert Habeck - il tessuto economico del Paese sarà in pericolo. E questo non significa solo il panettiere dietro l'angolo, ma anche la media impresa con molti dipendenti.

Nel progetto si tratta di fare in modo che i risparmi necessari vengano comqunque realizzati nonostante le sovvenzioni, altrimenti il gas a un certo punto dell'inverno sarà finito. Per questo motivo solo una parte del consumo di gas potrà essere sovvenzionata dallo Stato. A causa all'aumento dei prezzi dell'energia, infatti, ci sarà una inevitabile fuoriuscita di ricchezza dalla Germania verso i Paesi da cui proviene l'energia. Lo Stato può solo mitigare questa perdita di prosperità e distribuire l'onere nel modo più equo possibile, non può però compensarla.

Per questo motivo avrebbe avuto senso finanzaiare gli sgravi attraverso un aumento delle tasse. La Ampel non ha seguito questa strada perché sarebbe stato un passo troppo grande per la FDP. Ma questo non risolve il problema, lo rimanda soltanto. A differenza della costruzione di una scuola, un sussidio energetico erogato alle famiglie non produce necessariamente un ritorno - sotto forma di tassi di crescita futuri più elevati grazie all'aumento del livello di istruzione - con il quale i prestiti contratti potranno poi essere ripagati. Quindi non si autofinanzia. Ciò significa che, alla scadenza dei prestiti, si dovrà rispondere alla domanda su chi pagherà il conto. E per questo ci sarà un fondo speciale.

mercoledì 1 dicembre 2021

Perché solo Lindner può far indebitare la Germania

Se è vero che „Only Nixon could go to China“ allora è anche vero che nella Germania di oggi "solo un ministro delle finanze con un'immagine "solida" sarà in grado di conciliare l'elettorato tedesco, molto attaccato alla "stabilità delle finanze pubbliche", con una spesa per investimenti fatta su larga scala". Una riflessione molto interessante del giornalista tedesco Sebastian Puschner su Der Freitag.


È successo. Christian Lindner sarà il Ministro federale delle finanze della nuova Ampelkoalition. La presentazione mercoledi' scorso dell'accordo di coalizione rosso-verde-giallo lo ha confermato: la FDP avrà la responsabilità delle Finanze; il leader del partito avrà la posizione centrale. E questo significa che sta accadendo esattamanete proprio quello da cui in molti nelle scorse settimane - soprattutto a sinistra - ci avevano messo in guardia.

"Atene non se lo merita", aveva scritto l'economista britannico Adam Tooze sul Guardian e su Der Freitag, evocando le conseguenze fatali per l'Europa di una politica finanziaria tedesca orientata al mercato e liberista, e poi aveva proseguito con il suo collega Joseph E. Stiglitz su Die Zeit: "Sarebbe un errore dare seguito ai suoi desideri". Sulle piattaforme social come Twitter, alcuni ne avevano già disegnato lo spettro sulla parete subito dopo le elezioni per il Bundestag: un ministro delle finanze come Lindner nelle ultime settimane sembrava essere un freno per tutti i progetti progressisti di questo governo. Un duro difensore del pareggio di bilancio in una fase in cui c'è la massima necessità di investimenti, non solo per la politica climatica, ma anche il rappresentante di una politica fiscale in favore dei ricchi in un'epoca di forte polarizzazione della disuguaglianza - le accuse contro Christian Lindner sembravano ovvie.

La gelosia della sinistra

La nomina del leader della FDP è diventata una profezia che si autoavvera, e l'economista Jens Südekum ("I debiti alleviano il peso per le generazioni future!") nel suo avvertimento nei confronti di chi metteva in guardia dal pericolo aveva ragione: più i critici di Lindner alzano il volume delle loro critiche, maggiore sarà la pressione su di lui nei negoziati di coalizione per fargli mettere le mani sul ministero delle finanze, "ora più che mai". Ad un certo punto, dalle sue stesse fila, avrebbero interpretato qualsiasi altra cosa come nient'altro che una sconfitta colossale e forse anche messo in dubbio l'ingresso dei liberali in questo governo.

Soprattutto tra fra gli esperti in materia di politica finanziaria a sinistra ha preso piede una gelosia più o meno inconscia: mentre fra i politici di sinistra l'interesse interno nei confronti della politica fiscale è alquanto latente, è invece un argomento della massima importanza per la FDP. Era accaduto lo stesso alla SPD dopo essere entrata nella Grande Coalizione del 2017/2018, il suo colpo piu' importante era stato proprio quello di sottrarre il Ministero delle finanze alla CDU e a Wolfgang Schäuble.

E da lì ora Olaf Scholz si sta spostando alla Cancelleria. Il suo successore Christian Lindner ridurrà in macerie di tutto quello che l'uomo della SPD aveva cominciato a costruire sotto la pressione delle necessità emerse durante la crisi causata dal Covid? Anche il primo passo verso la messa in comune del debito in Europa, il tanto citato "Hamilton Moment", dal nome del Segretario del Tesoro degli Stati Uniti che aveva fatto lo stesso per l'Unione degli Stati Uniti? Stiamo tornando all'egemnonia della casalinga sveva, allo Schwarze Null, al regime del pareggio di bilancio?


Garante dei crediti Corona

E questo è tutt'altro che garantito. Fino a quando la pandemia avrà in pugno la Germania e comporterà chiusure parziali o di vasta portata, non c'è alternativa all'aiuto di Stato, sempre che il nuovo governo non voglia provocare un'esplosione sociale. Persino Christian Lindner non potrà evitarlo e lo Schuldenbremse del resto negli ultimi due anni non ha impedito l'indebitamento necessario - peraltro molto vantaggioso per lo Stato tedesco.

La situazione si è fatta molto simile con la crisi climatica: anche se al momento è improbabile che la Ampelkoalition cominci improvvisamente a far pagare un prezzo maggiore in termini di politica fiscale a chi ne è la causa principale - famiglie ricche e ad alto reddito -, c'è sicuramente ancora molto lavoro da fare. Le vie d'uscita dal collasso climatico fondate sull'innovazione e la tecnologia, tuttavia, come invece chiede la FDP, costano molto - proprio come la digitalizzazione e tutto ciò che dovrebbe rappresentare "un nuovo inizio" o "la modernizzazione" - e il successo della Ampelkoalition si deciderà nei prossimi anni proprio in base alla capacità di realizzare queste promesse.

Potrebbe quindi avere senso usare il motto „Only Nixon could go to China“ per sintetizzare il mandato di Lindner: così come solo un repubblicano convinto come Richard Nixon poteva realizzare un'offensiva diplomatica degli Stati Uniti contro la Cina comunista, oggi solo un ministro delle finanze con un'immagine "solida" sarà in grado di conciliare l'elettorato tedesco, molto attaccato alla "stabilità delle finanze pubbliche", con una spesa per investimenti su larga scala.

Debiti in ombra

Ma da dove dovrebbero arrivare i soldi se la FDP si dovesse rifiutare di fare debito pubblico oppure di introdurre ogni aumento delle tasse sui ricchi o se invece non intendesse introdurre nuove tasse come quella sullo zucchero nelle bevande particolarmente zuccherate - e ci sarebbero state fin troppe buone ragioni per mettere una tassa simile, anche al di là delle esigenze fiscali dello Stato. Naturalmente, tali entrate non sarebbero state sufficienti per finanziare la trasformazione della Repubblica.



Quello che serve veramente, e gli uccellini già da tempo lo stavano fischiettando sui tetti, e del resto anche l'accordo di coalizione lo conferma: gli investimenti saranno semplicemente spostati su società statali e fondi pubblici al di fuori del bilancio federale.

Una tale procedura è discutibile in termini democratici - in quanto limita effettivamente le prerogative del Parlamento in materia di finanze. Ma già da tempo si è diffuso uno stato d'animo che considera l'azione dello Stato ormai in ampio ritardo, soprattutto a causa della crisi climatica, tanto da far pensare che non ci sia piu' tempo da perdere a preoccuparsi degli standard democratici. Almeno la Ampelkoalition promette di "espandere il controllo parlamentare, pubblico e dell'esecutivo nei confronti delle aziende statali".

Così ora il Fondo per l'energia e il clima diventerà un fondo per il clima e la trasformazione, ma soprattutto il Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW), di proprietà statale, dovrà "agire con maggiore incisione nel ruolo di agenzia per l'innovazione e l'investimento". Garanzie statali per il denaro preso a prestito da un'istituzione pubblica, compresa la leva del capitale privato - il leader della SPD Norbert Walter-Borjans aveva già delineato durante i negoziati di coalizione il percorso che la KfW avrebbe dovuto intraprendere "per diventare un'agenzia di investimenti e innovazione nell'ambito delle nuove infrastrutture, della digitalizzazione e della decentralizzazione" e su questo tema sa di essere in sintonia con Olaf Scholz, che da tempo fa lavorare il suo staff proprio su questo progetto. Economisti progressisti come Mariana Mazzucato, del resto, da tempo sottolineano il potenziale che la Germania avrebbe a disposizione con un attore come la KfW.



Lo Stato costruisce in autonomia

Inoltre, sempre secondo l'accordo di coalizione, i partner di governo intendono rafforzare "le imprese statali già esistenti come la Deutsche Bahn AG (settore delle infrastrutture) o la BImA" sorpattutto per quanto riguarda le loro possibilità di finanziamento: "a tale scopo, gli strumenti come le autorizzazioni al credito e il rafforzamento del capitale potranno essere utilizzati caso per caso".

La BImA, l'Agenzia federale per gli investimenti immobiliari, dovrà "investire e costruire autonomamente" - è lo Stato stesso che diventa costruttore e questo significa che non sono stati solo i liberali a prevalere nei negoziati di coalizione. Di conseguenza è proprio la SPD ad aver assunto il Ministero per l'edilizia. Per inciso, Olaf Scholz ha messo delle persone fidate e che conosce bene ai vertici della KfW e del BIma.

Nel frattempo, ci sono altre posizioni cruciali in materia di politica finanziaria, oltre a quella di Ministro delle finanze, ancora in attesa di essere occupate - è improbabile ad esempio che la FDP sia in grado di esercitare un'influenza decisiva sulla nomina del futuro capo della Bundesbank, proprio ora che è riuscita a nominare il Ministro delle finanze. Sarà emozionante vedere in che modo riuscirà a gestire il personale che si troverà in casa. Durante il suo periodo da ministro, Olaf Scholz ha portato nella Wilhelmstrasse 97 un certo numero di dirigenti finanziariamente progressisti con delle qualifiche abbastanza alte - per esempio, Jakob von Weizsäcker come capo-economista. E molte persone un tempo consideravano Scholz una testa dura in materia finanziaria.