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martedì 8 agosto 2023

Fabio De Masi - Cosi' la Ampelkoalition e i Verdi peggiorano la crisi economica della Germania

L'OPPORTUNISMO POLITICO DEI VERDI E L'AUSTERITA' DEL MINISTRO DELLE FINANZE LINDNER NON FANNO ALTRO CHE PEGGIORARE UNA SITUAZIONE GIÀ DIFFICILE A CAUSA DELLA RECESSIONE IN CORSO. L'OTTIMO FABIO DE MASI SULLA BERLINER ZEITUNG CI SPIEGA PERCHÈ LE AMBIGUITÀ DEI VERDI IN MATERIA DI POLITICA DI BILANCIO E' UNA DELLE PRINCIPALI CAUSE DELLA CRISI ECONOMICA DELLA GERMANIA. DALLA BERLINER ZEITUNG

Selfie durante le consultazioni per la formazione del governo

La recente politica economica dei Verdi tedeschi, all'interno della cosiddetta Ampelkoalition, sembra contraddittoria e potenzialmente dannosa per l'economia tedesca. Mentre il mondo si sta riprendendo dall'incertezza economica causata dalla pandemia, le decisioni prese dai Verdi da quando sono al potere stanno suscitando dubbi e preoccupazioni sul futuro economico della Germania.

La più recente previsione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) indica una crescente ripresa dell'economia globale. Negli Stati Uniti, l'"Inflation Reduction Act" sta stimolando notevoli investimenti nelle tecnologie del futuro. Una svolta storica nella politica economica. In Cina, secondo lo storico economico Adam Tooze, si sta costruendo più capacità solare di quanto la Germania abbia fatto in un quarto di secolo. Anche l'economia russa sta crescendo. Il Cancelliere Olaf Scholz aveva recentemente promesso un nuovo "German Tempo" e tassi di crescita paragonabili all'era del miracolo economico grazie alla trasformazione verde. Tuttavia, la realtà è diversa: recentemente la Germania è finita in recessione e secondo il FMI il nostro Prodotto Interno Lordo (PIL) quest'anno dovrebbe contrarsi.

Questa situazione tuttavia è aggravata dalla coalizione Ampel, che sembra voler tagliare ulteriormente la spesa pubblica in piena crisi economica. Questo approccio è non solo irrazionale ma suscita anche preoccupazioni a livello internazionale. La Germania è ancora la quarta economia del mondo in termini di Pil. Tuttavia, l'Ampel sta facendo di tutto per cambiare questa situazione.

Un esempio eloquente è la proposta di tagliare i finanziamenti per la digitalizzazione amministrativa da 377 milioni a 3 milioni di euro. Una riduzione drastica dal 100% a meno dell'1%. Questo equivale a un vero e proprio massacro alla velocità tedesca nei confronti dell'infrastruttura digitale. Ma questo fa anche sorgere una domanda: presto ci chiederanno di tirare fuori i nostri fax dal seminterrato?

Andamento della spesa pubblica secondo il documento di programmazione


Ridurre la spesa pubblica equivale a ridurre le entrate del settore privato, sia attraverso minori commesse nel campo delle costruzioni che attraverso salari più bassi, influenzando le aspettative economiche e la volontà di investire. Rimane un mistero in che modo una riduzione degli investimenti e della domanda interna possa rilanciare l'economia di una grande nazione. La quota del commercio estero della Germania (la percentuale di esportazioni e importazioni rispetto al PIL) è già pericolosamente alta per un'economia delle dimensioni della Germania, con un gran numero di consumatori.

Ovviamente, negli anni passati si è voluto puntare su una politica di dumping dei prezzi (bassi investimenti, maggiore disoccupazione, bassi costi salariali rispetto alla produttività) per espandere l'eccedenza commerciale e "scroccare" domanda estera. Questo presuppone che gli altri paesi siano disposti ad indebitarsi e a comprare da noi piu' di quanto noi compriamo da loro. Tuttavia, in tempi di crisi globali e rivoluzioni tecnologiche, dalla fornitura di energia all'intelligenza artificiale, sembra irragionevole voler creare ancora più dipendenza dall'economia mondiale. Soprattutto dato che la strategia del governo tedesco nei confronti della Cina suggerisce che la Germania potrebbe perdere quote significative in un mercato cruciale in oriente a causa della crescente tensione tra USA e Cina.

Il Ministro delle Finanze è un economista spericolato. 

Il Ministro delle Finanze Lindner sostiene che la recessione sia il risultato di anni di perdita di competitività tedesca, che ora invece starebbe emergendo improvvisamente. Se esistesse un rilevatore di menzogne economiche, il Ministro delle Finanze dovrebbe finire immediatamente in prigione, come nel gioco da tavolo Monopoly. Lindner sta praticamente agendo come un macellaio nel macello, che si lamenta del troppo sangue versato.

Il surplus commerciale tedesco è sempre stato elevato negli ultimi anni e proprio per questo la Germania è stata criticata a livello internazionale. Tuttavia, il vero problema è che abbiamo investito troppo poco negli ultimi anni, vivendo sugli introiti o esaurando il capitale pubblico. Questo ci rende più vulnerabili alle crisi globali. I dati parlano chiaro: il PIL è diminuito a causa della domanda debole.

Un alto surplus con l'estero è indice di una notevole competitività a livello dei prezzi, ottenuta ad esempio attraverso un vasto settore a basso salario. Il cosiddetto "costo unitario del lavoro" (ovvero la quantità di salario nei nostri beni e servizi), infatti, in Germania è cresciuto meno rispetto a quanto accaduto ad altri paesi negli ultimi anni. Gli stipendi dovrebbero aumentare ogni anno di circa il 2% in più della produttività media, per soddisfare il tasso d'inflazione obiettivo di circa il 2% e preservare la quota dei salari sul reddito nazionale. Se gli stipendi rimangono indietro rispetto alla produttività, non c'è domanda per il surplus dei beni prodotti. Questo è stato regolarmente il caso nelle ultime decadi, specialmente prima della crisi dell'euro.

Sebbene questa tendenza si sia in parte corretta piu' di recente, i vantaggi competitivi cumulati non sono stati eliminati. Nonostante il basso livello di disoccupazione prima della pandemia e dell'eurocrisi, gli stipendi non hanno registrato una crescita adeguata, a causa anche delle riforme del mercato del lavoro attuate dai precedenti governi. Un quarto dei lavoratori tedeschi guadagna meno di 14 euro lordi l'ora, approssimativamente il valore di riferimento tedesco per la direttiva europea sul salario minimo. L'attuale dinamica dell'inflazione non è dovuta a salari troppo alti, ma al temporaneo shock dei prezzi dell'energia, alla rottura delle catene di approvvigionamento e all'inflazione causata dai profitti, come riconosciuto anche dalla Banca Centrale Europea.

La Ampel ora si trova in una posizione difficile, poiché ha rinunciato alla possibilità straordinaria di non rispettare lo Schuldenbremse, che avrebbe consentito investimenti finanziati a debito. Nel settore della difesa, è stato creato un fondo speciale per aggirare il freno al debito, ma non è stato fatto nulla di simile per gli investimenti cruciali per rilanciare la nostra economia. Ma questo era già prevedibile prima delle elezioni federali, quando il governo federale aveva stabilito che i miliardi stanziati per la pandemia dovessero essere restituiti entro 20 anni. A titolo di paragone, l'Austria ha emesso obbligazioni statali a 100 anni, sfruttando i bassi tassi di interesse.

Fabio De Masi


Le Bugie di Habeck

Il Ministro dell'Economia Habeck, che è stato individuato come figura simbolo della crisi economica tedesca, ora sta cercando di dissociarsi dal Ministro delle Finanze Lindner, fingendo che i Verdi siano vittime di un ricatto da parte del loro partner di coalizione più piccolo, la FDP. Ma questa è una falsità.

I Verdi, infatti, il 16 marzo 2022, nel Consiglio dei ministri federale, hanno approvato senza grossi ostacoli i parametri del bilancio per il 2023 e la pianificazione finanziaria fino al 2026. Già in quell'occasione era evidente che porre fine alla situazione straordinaria dello Schuldenbremse sarebbe stato completamente irrazionale. Mentre per il buco nero della corruzione negli appalti delle forze armate è stato creato un fondo speciale da 100 miliardi di euro al di fuori dello Schuldenbremse, il quasi totale divieto di indebitamento sta nuovamente limitando drasticamente la flessibilità per gli investimenti a lungo termine. Lo sviluppo dell'industria tedesca non sarebbe mai partito senza i prestiti bancari. Fin dall'inizio, la Ampel ha gestito la politica finanziaria tedesca ad un livello paragonabile ad una setta degli Amish!

I "realisti" verdi stanno collaborando con Olaf Scholz per diffondere la leggenda secondo cui Lindner avrebbe insistito per diventare Ministro delle Finanze durante i negoziati di coalizione. Tuttavia, personalmente ritengo che sia un mito creato da Robert Habeck e Annalena Baerbock per distrarre dall'effettivo obiettivo dei Verdi, vale a dire ottenere il Ministero degli Esteri, eliminando l'ala del partito orientata alla politica sociale e non supportando adeguatamente la Ministra per la Famiglia Lisa Paus durante i negoziati per la definizione del bilancio. Non è forse Annalena Baerbock quella che ha giustificato l'approvazione della vendita di armi alla dittatura saudita al congresso dei Verdi, sostenendo che altrimenti non ci sarebbe stato abbastanza denaro per il "reddito minimo per i bambini" di "Lisa"? E anche se Lindner avesse voluto affermarsi in modo aggressivo e diventare Ministro delle Finanze, dopo il fallimento dei negoziati per la coalizione Giamaica, la sua posizione era comunque precaria. I Verdi si sono fatti sfuggire il ministero chiave.

Non solo i Verdi sono sempre stati in prima fila quando si è trattato di chiedere sanzioni più severe, nonostante i dubbi legittimi sull'efficacia delle sanzioni per contenere la guerra in Ucraina. Inoltre, il bilancio non viene approvato solo dai Verdi, ma dai 3 partiti della coalizione di governo, giusto? Se Habeck vede cinque anni difficili per l'economia tedesca a causa della politica dei tagli al bilancio, e teme la deindustrializzazione, come ha dichiarato di recente, allora non dovrebbe minacciare di votare contro il bilancio e, se necessario, di abbandonare la coalizione per responsabilità verso il Paese? Quando la Ampel ha deciso di non fare più affidamento sul regime provvisorio dello Schuldenbremse, cosa che sarebbe stata giustificata alla luce della guerra in Ucraina e della recessione, non c'è stata una protesta significativa da parte dei Verdi.

In realtà, Habeck si è inizialmente opposto a un limite sul prezzo del gas e ha cercato di agevolare i consumatori con una sovrattassa sul prezzo del gas, invece di opporsi con fermezza a questa politica finanziaria folle. Il Ministro dell'Economia e dell'Energia non ha davvero toccato i profitti straordinari dei beneficiari della crisi, come RWE ad esempio. E prima delle elezioni, Habeck aveva scritto un articolo sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung contro una tassa patrimoniale per i multimilionari e i miliardari, solo per poi riscoprire la questione dopo le elezioni, quando il Ministro delle Finanze Lindner è entrato in carica, evitando così che l'1% più ricco della popolazione dovesse fare sacrifici. Un approccio simile era già stato adottato per l'imposta di successione e i privilegi eccessivi per chi ereditava un'impresa, che la Corte Costituzionale Federale ha ripetutamente criticato. Chiunque erediti una casa in affitto deve pagare l'imposta di successione. Tuttavia, chi eredita più di 300 appartamenti e li trasforma in una società immobiliare, è agevolato da un decreto del Ministro delle Finanze Scholz. I Verdi nel Consiglio Federale, guidati dal Ministro-Presidente del Baden-Württemberg Winfried Kretschmann, hanno approvato senza alcun motivo questo accordo sleale sulle eredità aziendali. E questo ha causato tensioni tra i ministri verdi e Robert Habeck, allora ministro dello Schleswig-Holstein, il quale ha sostenuto Kretschmann nonostante avesse dei "dubbi".

La strategia dell'opportunismo verde si sta ritorcendo contro di loro. Nel frattempo, i deputati verdi cercano di convincere il pubblico della necessità di fare sacrifici. Non sorprende quindi che i Verdi non stiano riscuotendo simpatie. Habeck ha sostenuto prima delle elezioni che la giustizia fiscale non fosse un argomento valido, affermando che la questione principale era riformare lo Schuldenbremse. La critica corretta allo Schuldenbremse è stata scoperta da Habeck solo quando le richieste di una tassa sul patrimonio sono diventate più forti, date le restrizioni imposte da questa regola di bilancio assurdamente rigida.

Non dimentichiamo che è stato un gruppo di influenti politici in materia finanziaria dei Verdi vicini a Habeck, tra cui la sua sottosegretaria di stato ad Amburgo Anja Hajduk, che hanno contribuito a far sembrare che la politica finanziaria tedesca fosse paragonabile alla cassa di un club di appassionati di colombi viaggiatori o alla "casalinga sveva" alquanto parsimoniosa. Nel 2007, la Hamburger Abendblatt citava la sottosegretaria di stato di Habeck nel seguente modo:

"La situazione dovrebbe funzionare come in una casa privata. Lì si guarda innanzitutto a quanto denaro c'è, prima di decidere come spenderlo. (…) E chiede l'introduzione di un "freno al debito che colleghi le spese alle entrate" Sette anni dopo, la Frankfurter Allgemeine Zeitung titolava: "I Verdi vogliono risparmiare più di Schäuble". Un gruppo di politici finanziari verdi del filone di Habeck ha richiesto in un documento della Fondazione Heinrich-Böll, vicina al partito, non solo il rispetto dello Schuldenbremse, ma addirittura la generazione di un surplus di bilancio permanente. Volevano abbandonare i concetti di Jürgen Trittin, ex candidato alla Cancelleria dei Verdi, come la tassa patrimoniale. In quel periodo, i presunti "realisti" verdi cercarono infatti di attribuire il fallimento del partito alle elezioni federali del 2013 ai piani fiscali di Trittin, nonostante la campagna elettorale fosse stata oscurata da una discussione sull'approvazione dell'abuso sui minori.

Se i Verdi saranno ritenuti responsabili della miseria dell'economia tedesca nella prossima campagna mediatica da parte del gruppo Axel Springer & Co., ciò avrà a che fare anche con la "strategica ambivalenza" costante che Habeck ha reso la sua cifra distintiva. Questa può a volte nascondere delle contraddizioni interne, ma si rivela una strategia fallimentare quando un paese deve prendere decisioni cruciali e affrontare conflitti distributivi.

I Verdi dovrebbero riflettere sul fatto che ora è proprio il sindaco di Berlino  della CDU, Kai Wegner, a sostenere la sospensione dello Schuldenbresme, dando in questo modo una spinta sia all'Ampel tedesca che al proprio leader di partito, Friedrich Merz. I Verdi non fanno che sottolineare il loro disagio per le decisioni del proprio governo. Forse la prossima coalizione progressista dovrebbe invece essere chiamata "coalizione del disagio"? Quasi quasi vorrei regalare una borsa d'acqua calda ai Verdi, Robert e Annalena, mentre si trovano a disagio sui banchi del governo. Sarebbe in linea con le pompe di calore e con la legge sul riscaldamento e ci risparmierebbe questa insopportabile autocommiserazione.


martedì 4 ottobre 2022

Un nuovo bilancio ombra da 360 miliardi di euro per finanziare il freno al prezzo del gas

Con il freno al prezzo del gas (Gaspreisbremse) da 200 miliardi di euro, annunciato pochi giorni fa dal governo di Berlino, i tedeschi di fatto archiviano il pareggio di bilancio che nel decennio scorso avevano imposto ai paesi del sud Europa. Il Ministro delle Finanze Lindner però non vuole perdere la faccia aumentando le tasse e quindi per finanziare il riarmo della Bundeswehr, la lotta al cambiamento climatico e il freno al prezzo del gas dovrà mettere in piedi un bilancio ombra da 360 miliardi di euro pari al 10% del PIL tedesco. Ne scrive Mark Schieritz su Die Zeit

Robert Habeck (Grüne), Bundeskanzler Olaf Scholz (SPD) und Christian Lindner (FDP)


C'è un quadro del pittore spagnolo Francisco de Goya intitolato El sueño de la razón produce monstruos - Il sonno della ragione genera mostri. Ci fa vedere una persona addormentata su una scrivania, ci sono figure simili a pipistrelli con volti distorti che sullo sfondo si alzano in aria. Il dipinto viene considerato un omaggio all'Illuminismo, o piuttosto un monito contro le conseguenze della sua assenza.

Anche il sonno della ragione economica fa nascere dei mostri: mostri fiscali. La Ampel Koalition intende proteggere famiglie e imprese dall'aumento del prezzo del gas. E poiché qualche anno fa a qualcuno è venuta in mente l'idea che il debito pubblico è un male assoluto e quindi deve essere vietato, ora si è deciso di istituire un nuovo contenitore di denaro al di fuori del normale bilancio pubblico. E questo fondo speciale sarà riempito con 200 miliardi di euro presi in prestito. Oltre al fondo speciale per la Bundeswehr e al fondo contro il cambiamento climatico. In totale nel bilancio ombra ci saranno 360 miliardi di euro di debito, pari a circa il dieci per cento del PIL, più della metà del bilancio federale.



Questo contorsionismo costituzionale non sarebbe stato necessario se lo Schuldenbremse non fosse mai esistito. A tal proposito, si può rimproverare alla Ampel Koalition di non aver avuto il coraggio di annullare o almeno riformare una legge cosi' controversa. Invece, ancora una volta, preferiscono andare avanti con dei trucchi contabili. D'altra parte i soldi sono già a disposizione. Qualche mese fa era accaduto esattamente lo stesso nel caso della Bundeswehr. E prima ancora con il clima. L'interpretazione benevola dei fatti sarebbe quindi questa: dopo una lunga lotta e una grande disponibilità al compromesso (in questo caso da parte del Ministro delle Finanze Christian Lindner, che si era a lungo opposto all'ipotesi di fare altro debito), la Ampel Koalition mette a disposizione i fondi per i programmi di soccorso aggiuntivi urgentemente necessari.

Il finanziamento attraverso l'aumento delle tasse sarebbe stato sensato.

I dettagli saranno discussi dalla apposita commissione nominata dal governo. Anche facendo piu' debito, infatti, non sarebbe comunque possibile produrre del gas aggiuntivo. Il fascino del tetto al prezzo del gas è che evita i problemi amministrativi legati al sostegno diretto alle famiglie bisognose. Da un punto di vista puramente economico, infatti, sarebbe più sensato accettare l'aumento del prezzo del gas e sostenere con dei trasferimenti pubblici solo coloro che non riescono più a pagare le bollette. In pratica, però, ciò sarebbe stato estremamente costoso e complicato, se non altro perché in Germania non esiste un meccanismo di erogazione dei trasferimenti diretti.

Con il tetto al prezzo del gas, infatti, lo Stato interviene direttamente alla fonte (il prezzo del gas), il che rende le cose più semplici. E questo è ciò che conta. Perché se gli aiuti non arrivano rapidamente - come ha giustamente sottolineato il ministro dell'Economia Robert Habeck - il tessuto economico del Paese sarà in pericolo. E questo non significa solo il panettiere dietro l'angolo, ma anche la media impresa con molti dipendenti.

Nel progetto si tratta di fare in modo che i risparmi necessari vengano comqunque realizzati nonostante le sovvenzioni, altrimenti il gas a un certo punto dell'inverno sarà finito. Per questo motivo solo una parte del consumo di gas potrà essere sovvenzionata dallo Stato. A causa all'aumento dei prezzi dell'energia, infatti, ci sarà una inevitabile fuoriuscita di ricchezza dalla Germania verso i Paesi da cui proviene l'energia. Lo Stato può solo mitigare questa perdita di prosperità e distribuire l'onere nel modo più equo possibile, non può però compensarla.

Per questo motivo avrebbe avuto senso finanzaiare gli sgravi attraverso un aumento delle tasse. La Ampel non ha seguito questa strada perché sarebbe stato un passo troppo grande per la FDP. Ma questo non risolve il problema, lo rimanda soltanto. A differenza della costruzione di una scuola, un sussidio energetico erogato alle famiglie non produce necessariamente un ritorno - sotto forma di tassi di crescita futuri più elevati grazie all'aumento del livello di istruzione - con il quale i prestiti contratti potranno poi essere ripagati. Quindi non si autofinanzia. Ciò significa che, alla scadenza dei prestiti, si dovrà rispondere alla domanda su chi pagherà il conto. E per questo ci sarà un fondo speciale.

mercoledì 8 dicembre 2021

Da Hartz IV verso un nuovo reddito di cittadinanza: con la Ampelkoalition arriva il Buergergeld

Nelle città tedesche l'inflazione viaggia al 6% mentre i sussidi per i disoccupati di lungo periodo (ALG II) a partire da gennaio aumenteranno di appena 3 euro. Per questo i percettori di un sussidio Hartz sperano nella Ampelkoaltion e nella promessa fatta dai socialdemocratici in campagna elettorale di introdurre un Buergergeld, vale a dire un nuovo redditto di cittadinanza privo di sanzioni e con meno obblighi e meno burocrazia. Ne scrive T-Online


Un nuovo "Buergergeld" in futuro dovrà sostituire Hartz IV. T-online chiarisce che cosa nel dettaglio dovrà cambiare secondo il piano della Ampelkoalition e quali sono le principali differenze con il sistema attuale.

Nemmeno una parola, e questo la dice lunga. I leader della SPD, dei Verdi e della FDP mercoledì scorso alla presentazione dell'accordo di coalizione hanno parlato per circa 40 minuti - e non hanno nemmeno menzionato un argomento che invece non sarebbe mai potuto mancare in nessun dibattito da campagna elettorale: il cosiddetto reddito di cittadinanza o Buergergeld, il candidato alla successione dell'attuale Hartz IV.

Cosa era successo?

Prima delle elezioni, infatti, era stata soprattutto la SPD a preparare il terreno per superare Hartz IV. Per anni, infatti, il partito aveva lottato con se stesso. Durante la campagna elettorale, la leader della SPD Saskia Esken aveva annunciato in un'intervista alla "Taz" che il nuovo "Buergergeld" doveva essere "adeguato" e ricalcolato. I Verdi avevano anche fatto intendere di volere un aumento del sussidio previsto dall'Arbeitslosengeld II - e durante la campagna elettorale avevano anche indicato una cifra concreta: 50 euro in più.

Dopo le elezioni, tuttavia, sembrava ovvio che un aumento del sussidio per i disoccupati di lungo periodo sarebbe stato imminente. La domanda era piuttosto un'altra: a partire da quale importo le parti potranno rivendere un aumento come un successo?

Ma ora che l'accordo di coalizione è pronto, nessuno sembra esserne piu' cosi' convinto, come ad esempio sostiene Holger Schäfer, economista presso lo Institut der Deutschen Wirtschaft (IW), vicino ai datori di lavoro: "Prima di tutto, Burgergeld è solo il nuovo nome dato ad Hartz IV", ha dichiarato a t-online.

Wohlfartsverband sulle tariffe standard: "Eccezionalmente deluso".

Se date un'occhiata all'accordo di coalizione fra i tre partiti, noterete ciò che non viene affatto menzionato - vale a dire un aumento delle tariffe standard.

Anche Ulrich Schneider lo ha notato immediatamente. In un'intervista a t-online, l'amministratore delegato della Paritätischer Wohlfahrtverband ha detto: "Il Buergergeld non è ancora la soluzione promessa per il superamento di Hartz IV. La sua associazione, infatti, riunisce organizzazioni come il Kinderhilfswerk, il Sozialverband o le Tafeln locali, tra le altre. "Siamo estremamente delusi dal fatto che non ci sia stato alcun movimento verso l'alto delle tariffe standard", ha continuato Schneider.


Ma non è solo questo. In considerazione delle promesse fatte in campagna elettorale, molti disoccupati di lunga durata si auguravano un aumento dei sussidi. E le critiche, sempre piu' forti, ora arrivano anche dal mondo accademico. Martin Seeleib-Kaiser, professore di politica sociale all'Università di Tubinga, ad esempio, ha detto a t-online: "Il fatto che le tariffe standard non vengano aumentate dalla Ampelkoalition è alquanto deludente, perché a quanto pare non sarà possibile superare la soglia di povertà generalmente considerata - i beneficiari resteranno così in una situazione di povertà". E questa situazione sembrerebbe essere fatale alla luce del tasso di inflazione attuale, che si riflette anche sui prodotti alimentari di base, "e che quindi va a colpire in maniera massiccia proprio questi gruppi".

Attualmente i singoli beneficiari del sussidio sociale ricevono 446 euro al mese, nel gennaio 2022 l'importo sarà aumentato di tre euro secondo quanto previsto dalle tariffe. Il presidente dell'associazione delle Wohlfahrtsverband, Ulrich Schneider, chiede un "adeguamento delle tariffe standard, secondo le necessità, ad almeno 600 euro".

La SPD ha cercato di prendere le distanze dalle riforme Hartz

Tutte queste dichiarazioni probabilmente nei prossimi giorni faranno sentire la loro eco tra i partner della Ampelkoalition, soprattutto tra i socialdemocratici. Erano stati proprio loro, infatti, sotto l'allora cancelliere Gerhard Schröder, a introdurre le riforme Hartz.

Da allora Hartz IV è sempre stato collegato alla freddezza sociale e alla paura del declino sociale. Anche se i Verdi all'epoca erano al governo - e anche se la CDU/CSU ha sostenuto queste riforme - esse generalmente vengono attribuite solo alla SPD. E i risultati deludenti dei socialdemocratici ottenuti nel corso degli anni vengono spesso spiegati da questa politica. Ecco perché al partito sembrava così importante segnalare una vera e propria rottura con Hartz IV.

La riforma che ora viene presa in considerazione dalla SPD, dai Verdi e dalla FDP, tuttavia, sembra più che altro essere una ridenominazione - che, tuttavia, trova anche qualche approvazione. L'economista dello IW Holger Schäfer, ad esempio, trova la parola "Buergergeld", sulla quale i partner della coalizione si sono accordati sin dall'inizio, molto meglio del termine "Hartz IV", ormai carico di connotazioni negative.




Le opportunità per guadagnare un reddito aggiuntivo dovranno essere migliorate

Ci sono tuttavia dei cambiamenti positivi su piccola scala, come ci spiega lo scienziato sociale Seeleib-Kaiser. La Ampelkoalition ad esempio promette di migliorare le opportunità di reddito aggiuntive, anche se non è ancora chiaro in che modo ciò sarà possibile.

Anche il fatto che nei primi due anni la dimensione degli appartamenti dei destinatari di un sussidio non venga presa in esame (come era già avvenuto durante la pandemia) è positivo: "A seconda del Jobcenter, infatti, sembra che in passato ci sia stata una gestione molto rigida di questo aspetto - con conseguenze fatali per le persone colpite", dice Seeleib-Kaiser. Ad esempio, c'è stato chi dopo essere diventato disoccupato ha dovuto abbandonare il proprio appartamento perché misurava qualche metro quadrato in più del consentito.

Anche l'economista dello IW Schäfer elogia alcuni dei cambiamenti. Con le maggiori opportunità di poter guadagnare un reddito aggiuntivo e un miglioramento del sostegno, le richieste centrali della comunità imprenditoriale sembrano essere state soddisfatte. Considera anche ragionevole, inoltre, l'annunciata riduzione della burocrazia attraverso l'erogazione di prestazioni forfettarie - cioè il pagamento di somme forfettarie invece dei calcoli sui casi individuali.

Al contrario l'economista resta critico nei confronti di altri cambiamenti, come ad esempio l'abolizione della priorità nel collocamento. L'obiettivo primario deve rimanere quello di reintegrare le persone nel mercato del lavoro, ha detto Schäfer. Considera quindi opportuno mantenere l'obbligo di cooperare.

Se la logica del nuovo Buergerld sarà effettivamente diversa dal precedente Hartz IV resta tutto da vedere, dice Seeleib-Kaiser, professore di politica sociale. Questo perché si tratta di una riforma che dovrà coordinare le varie prestazioni sociali - compreso il Buergergeld - e deve essere ancora elaborata da una commissione. "Questo significa che ancora non sappiamo esattamente come sarà il nuovo Buergergeld", dice Seeleib-Kaiser.

Moratoria sulle sanzioni: "Un passo nella giusta direzione".

E questo sembra essere particolarmente vero per quanto riguarda le sanzioni: più volte, infatti, è stato criticato il fatto che le prestazioni, in determinate circostanze, possono essere ridotte. Dopo tutto, il sostegno al reddito di base è già per definizione il minimo sociale, quindi pagare ancora di meno non sembra appropriato. Anche la Corte costituzionale federale la vede allo stesso modo e ha stabilito che questa pratica sanzionatoria in parte è incostituzionale.

Questo è probabilmente uno dei motivi per cui la Ampelkoalition intende sospendere le sanzioni almeno per un anno. "La moratoria sulle sanzioni è un passo nella giusta direzione", dice Schneider. Dopo di che, ci sarà il cosiddetto obbligo di cooperazione.

Ci sono già oggi molti obblighi per i beneficiari di Hartz IV: devono essere disponibili per il centro per l'impiego, devono presenziare agli appuntamenti, devono rivelare la loro situazione finanziaria. L'accordo di coalizione non chiarisce esattamente cosa dovrebbe accadere se questi "doveri di cooperazione" non venissero rispettati. Alla fine forse saranno solo delle sanzioni con un nuovo nome.

A questo punto, però, è probabile che anche le associazioni giovanili della SPD e dei Verdi facciano pressione: la riforma del sistema Hartz IV era una tema molto importante per entrambi i gruppi, anche prima delle elezioni. Per la portavoce della Gioventù Verde, Sarah-Lee Heinrich, "Hartz IV resta un sistema disumano".

"Fino a quando le tariffe standard non saranno aumentate, una vita da Hartz IV resta una vita al di sotto del livello di sussistenza minimo e quindi non vi sarà nessuna sicurezza sociale", ha detto a t-online. Chi veramente intende contrastare la "crisi sociale" deve fare in modo che lo stato sociale riesca veramente ad aiutare le persone - e non è questo il caso. Si sta solo risparmiando deliberatamente "sui più poveri della società", dice Heinrich, lei stessa cresciuta in Hartz IV.




mercoledì 1 dicembre 2021

Perché solo Lindner può far indebitare la Germania

Se è vero che „Only Nixon could go to China“ allora è anche vero che nella Germania di oggi "solo un ministro delle finanze con un'immagine "solida" sarà in grado di conciliare l'elettorato tedesco, molto attaccato alla "stabilità delle finanze pubbliche", con una spesa per investimenti fatta su larga scala". Una riflessione molto interessante del giornalista tedesco Sebastian Puschner su Der Freitag.


È successo. Christian Lindner sarà il Ministro federale delle finanze della nuova Ampelkoalition. La presentazione mercoledi' scorso dell'accordo di coalizione rosso-verde-giallo lo ha confermato: la FDP avrà la responsabilità delle Finanze; il leader del partito avrà la posizione centrale. E questo significa che sta accadendo esattamanete proprio quello da cui in molti nelle scorse settimane - soprattutto a sinistra - ci avevano messo in guardia.

"Atene non se lo merita", aveva scritto l'economista britannico Adam Tooze sul Guardian e su Der Freitag, evocando le conseguenze fatali per l'Europa di una politica finanziaria tedesca orientata al mercato e liberista, e poi aveva proseguito con il suo collega Joseph E. Stiglitz su Die Zeit: "Sarebbe un errore dare seguito ai suoi desideri". Sulle piattaforme social come Twitter, alcuni ne avevano già disegnato lo spettro sulla parete subito dopo le elezioni per il Bundestag: un ministro delle finanze come Lindner nelle ultime settimane sembrava essere un freno per tutti i progetti progressisti di questo governo. Un duro difensore del pareggio di bilancio in una fase in cui c'è la massima necessità di investimenti, non solo per la politica climatica, ma anche il rappresentante di una politica fiscale in favore dei ricchi in un'epoca di forte polarizzazione della disuguaglianza - le accuse contro Christian Lindner sembravano ovvie.

La gelosia della sinistra

La nomina del leader della FDP è diventata una profezia che si autoavvera, e l'economista Jens Südekum ("I debiti alleviano il peso per le generazioni future!") nel suo avvertimento nei confronti di chi metteva in guardia dal pericolo aveva ragione: più i critici di Lindner alzano il volume delle loro critiche, maggiore sarà la pressione su di lui nei negoziati di coalizione per fargli mettere le mani sul ministero delle finanze, "ora più che mai". Ad un certo punto, dalle sue stesse fila, avrebbero interpretato qualsiasi altra cosa come nient'altro che una sconfitta colossale e forse anche messo in dubbio l'ingresso dei liberali in questo governo.

Soprattutto tra fra gli esperti in materia di politica finanziaria a sinistra ha preso piede una gelosia più o meno inconscia: mentre fra i politici di sinistra l'interesse interno nei confronti della politica fiscale è alquanto latente, è invece un argomento della massima importanza per la FDP. Era accaduto lo stesso alla SPD dopo essere entrata nella Grande Coalizione del 2017/2018, il suo colpo piu' importante era stato proprio quello di sottrarre il Ministero delle finanze alla CDU e a Wolfgang Schäuble.

E da lì ora Olaf Scholz si sta spostando alla Cancelleria. Il suo successore Christian Lindner ridurrà in macerie di tutto quello che l'uomo della SPD aveva cominciato a costruire sotto la pressione delle necessità emerse durante la crisi causata dal Covid? Anche il primo passo verso la messa in comune del debito in Europa, il tanto citato "Hamilton Moment", dal nome del Segretario del Tesoro degli Stati Uniti che aveva fatto lo stesso per l'Unione degli Stati Uniti? Stiamo tornando all'egemnonia della casalinga sveva, allo Schwarze Null, al regime del pareggio di bilancio?


Garante dei crediti Corona

E questo è tutt'altro che garantito. Fino a quando la pandemia avrà in pugno la Germania e comporterà chiusure parziali o di vasta portata, non c'è alternativa all'aiuto di Stato, sempre che il nuovo governo non voglia provocare un'esplosione sociale. Persino Christian Lindner non potrà evitarlo e lo Schuldenbremse del resto negli ultimi due anni non ha impedito l'indebitamento necessario - peraltro molto vantaggioso per lo Stato tedesco.

La situazione si è fatta molto simile con la crisi climatica: anche se al momento è improbabile che la Ampelkoalition cominci improvvisamente a far pagare un prezzo maggiore in termini di politica fiscale a chi ne è la causa principale - famiglie ricche e ad alto reddito -, c'è sicuramente ancora molto lavoro da fare. Le vie d'uscita dal collasso climatico fondate sull'innovazione e la tecnologia, tuttavia, come invece chiede la FDP, costano molto - proprio come la digitalizzazione e tutto ciò che dovrebbe rappresentare "un nuovo inizio" o "la modernizzazione" - e il successo della Ampelkoalition si deciderà nei prossimi anni proprio in base alla capacità di realizzare queste promesse.

Potrebbe quindi avere senso usare il motto „Only Nixon could go to China“ per sintetizzare il mandato di Lindner: così come solo un repubblicano convinto come Richard Nixon poteva realizzare un'offensiva diplomatica degli Stati Uniti contro la Cina comunista, oggi solo un ministro delle finanze con un'immagine "solida" sarà in grado di conciliare l'elettorato tedesco, molto attaccato alla "stabilità delle finanze pubbliche", con una spesa per investimenti su larga scala.

Debiti in ombra

Ma da dove dovrebbero arrivare i soldi se la FDP si dovesse rifiutare di fare debito pubblico oppure di introdurre ogni aumento delle tasse sui ricchi o se invece non intendesse introdurre nuove tasse come quella sullo zucchero nelle bevande particolarmente zuccherate - e ci sarebbero state fin troppe buone ragioni per mettere una tassa simile, anche al di là delle esigenze fiscali dello Stato. Naturalmente, tali entrate non sarebbero state sufficienti per finanziare la trasformazione della Repubblica.



Quello che serve veramente, e gli uccellini già da tempo lo stavano fischiettando sui tetti, e del resto anche l'accordo di coalizione lo conferma: gli investimenti saranno semplicemente spostati su società statali e fondi pubblici al di fuori del bilancio federale.

Una tale procedura è discutibile in termini democratici - in quanto limita effettivamente le prerogative del Parlamento in materia di finanze. Ma già da tempo si è diffuso uno stato d'animo che considera l'azione dello Stato ormai in ampio ritardo, soprattutto a causa della crisi climatica, tanto da far pensare che non ci sia piu' tempo da perdere a preoccuparsi degli standard democratici. Almeno la Ampelkoalition promette di "espandere il controllo parlamentare, pubblico e dell'esecutivo nei confronti delle aziende statali".

Così ora il Fondo per l'energia e il clima diventerà un fondo per il clima e la trasformazione, ma soprattutto il Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW), di proprietà statale, dovrà "agire con maggiore incisione nel ruolo di agenzia per l'innovazione e l'investimento". Garanzie statali per il denaro preso a prestito da un'istituzione pubblica, compresa la leva del capitale privato - il leader della SPD Norbert Walter-Borjans aveva già delineato durante i negoziati di coalizione il percorso che la KfW avrebbe dovuto intraprendere "per diventare un'agenzia di investimenti e innovazione nell'ambito delle nuove infrastrutture, della digitalizzazione e della decentralizzazione" e su questo tema sa di essere in sintonia con Olaf Scholz, che da tempo fa lavorare il suo staff proprio su questo progetto. Economisti progressisti come Mariana Mazzucato, del resto, da tempo sottolineano il potenziale che la Germania avrebbe a disposizione con un attore come la KfW.



Lo Stato costruisce in autonomia

Inoltre, sempre secondo l'accordo di coalizione, i partner di governo intendono rafforzare "le imprese statali già esistenti come la Deutsche Bahn AG (settore delle infrastrutture) o la BImA" sorpattutto per quanto riguarda le loro possibilità di finanziamento: "a tale scopo, gli strumenti come le autorizzazioni al credito e il rafforzamento del capitale potranno essere utilizzati caso per caso".

La BImA, l'Agenzia federale per gli investimenti immobiliari, dovrà "investire e costruire autonomamente" - è lo Stato stesso che diventa costruttore e questo significa che non sono stati solo i liberali a prevalere nei negoziati di coalizione. Di conseguenza è proprio la SPD ad aver assunto il Ministero per l'edilizia. Per inciso, Olaf Scholz ha messo delle persone fidate e che conosce bene ai vertici della KfW e del BIma.

Nel frattempo, ci sono altre posizioni cruciali in materia di politica finanziaria, oltre a quella di Ministro delle finanze, ancora in attesa di essere occupate - è improbabile ad esempio che la FDP sia in grado di esercitare un'influenza decisiva sulla nomina del futuro capo della Bundesbank, proprio ora che è riuscita a nominare il Ministro delle finanze. Sarà emozionante vedere in che modo riuscirà a gestire il personale che si troverà in casa. Durante il suo periodo da ministro, Olaf Scholz ha portato nella Wilhelmstrasse 97 un certo numero di dirigenti finanziariamente progressisti con delle qualifiche abbastanza alte - per esempio, Jakob von Weizsäcker come capo-economista. E molte persone un tempo consideravano Scholz una testa dura in materia finanziaria.


sabato 27 novembre 2021

Adam Tooze - Atene e Roma non se lo meritano

Secondo il recente Koalitionsvertrag, Christian Lindner, il leader dei liberali tedeschi, dovrebbe essere il nuovo Ministro delle finanze della Ampelkoalition (SPD, Verdi, FDP). Il grande intellettuale britannico Adam Tooze nelle scorse settimane è intervenuto sulla stampa tedesca per mettere in guardia da una tale eventualità. Per Tooze il leader della FDP non è solo uno showman che nel nuovo governo dovrà interpretare il ruolo del cattivo, ma anche e soprattutto un rischio sistemico per l'eurozona. Atene e Roma probabilmente meritavano qualcosa di meglio. Adam Tooze da Der Freitag.



Dietro le quinte la battaglia per il Ministero delle finanze va avanti da tempo. In gioco non c'è solo il futuro del nuovo governo tedesco, ma anche quello dell'Europa.

Sia la FDP che i Verdi hanno rivendicato il Ministero delle finanze tedesco. I due partiti sotto molti punti di vista si assomigliano: entrambi si battono per conquistare il voto dei giovani. Rappresentano due varietà del liberalismo. Vorrebbero modernizzare le malandate infrastrutture tedesche. Ma naturalmente hanno opinioni diverse sulle questioni climatiche. E sono in disaccordo anche sulla politica sociale ed economica - esattamente come lo sono sulla politica europea.

Christian Lindner e la FDP vorrebbero abbassare le tasse, difendere il pareggio di bilancio e mantenere una linea dura nei confronti dei partner europei della Germania. Per i liberali la crisi climatica dovrebbe essere risolta attraverso gli investimenti privati e tramite l'applicazione di un prezzo per le emissioni di CO₂. I Verdi, invece, vorrebbero maggiori investimenti pubblici, l'allentamento delle regole sul pareggio di bilancio e una politica pro-europea che prosegua il corso politico fatto di investimenti comuni finanziati dal debito europeo iniziato nel 2020. Ed è proprio su queste aree politiche, dove le differenze tra i Verdi (e la SPD) e la FDP sono maggiori, che il Ministero delle Finanze sarà cruciale.



Wolfgang Schäuble (CDU), ministro delle finanze della Germania dal 2009 al 2017, ai tempi dell'eurocrisi era riuscito a guadagnarsi una reputazione alquanto discutibile. Le sue continue misure di austerità avevano messo i paesi debitori sotto una enorme pressione. Nel 2015 era arrivato a proporre per la Grecia un "time-out" dall'euro. Il suo comportamento derivava da una logica politica ineludibile: in Europa, un ordoliberale alla guida del ministero delle finanze tedesco non può nascondersi. Deve issare la bandiera.

E questo atteggiamanto, è da temere, varrà ancora di più per Lindner ministro delle finanze. Lindner è un'europeista molto meno convinto di Schäuble. Le sue posizioni economiche consistono in banalità neoliberali. Ma è anche uno showman che deve dimostrare che lui e il suo partito possono tenere testa ai due partner alla sua sinistra. Sarebbe da ingenui pensare che possa restare schiacciato fra una cancelleria guidata da Olaf Scholz e un super-ministero verde dell'ambiente.

Lo stesso Scholz ha mostrato cosa può fare un progressista ed europeista alla guida del Ministero delle finanze tedesco. Ha cambiato sia il tono che il contenuto del dibattito tedesco in materia di politica economica e ha spinto verso una riforma fiscale globale. Ha speso generosamente durante la crisi del Covid. Soprattutto, ha preso sul serio la fragilità dell'eurozona. Ma la ripresa in Europa resta debole. Gli indici di indebitamento in Europa sono più alti di prima della pandemia. La governance politica dell'Eurozona è quanto mai irrisolta.

La dinamite è già li' pronta

In questo contesto la prospettiva di un Lindner ministro delle finanze è ragione di preoccupazione. La FDP, infatti, chiede a gran voce che sia la Germania sia l'Europa tornino al più presto alle regole sul debito che si applicavano prima della pandemia. E per la Germania sarebbe anche fattibile. La SPD e i Verdi potrebbero anche essere d'accordo se la FDP accettasse investimenti fuori bilancio su larga scala. Per l'Europa, un tale programma invece sarebbe rovinoso. Il 60% dei cittadini della zona euro vive in paesi dove il rapporto debito/PIL supera il 100 per cento del PIL. In tali condizioni forzare un ritorno ai criteri dell'era di Maastricht sarebbe disastroso. Soffocherebbe tutti gli investimenti pubblici contro il cambiamento climatico e provocherebbe un contraccolpo populista.

L'esplosivo c'è già. Otto membri dell'UE hanno chiesto il consolidamento delle finanze europee a partire dal 2022. Sono piccoli stati. Se otterranno quello che chiedono dipende dalla Germania.

Un ministro delle finanze tedesco dello stampo di Lindner rappresenta un rischio sistemico per l'Europa. E anche la Merkel lo ha dovuto imparare: se l'Europa entra in crisi, diventa molto difficile per Berlino fare politica.