Nell'estate del 2015 Merkel decideva unilateralmente di far entrare in Germania un milione di migranti. Quella scelta ha avuto conseguenze enormi e ora i tedeschi devono pagare il prezzo di quell'errore: il ricatto dei francesi i quali avrebbero strappato a Merkel la promessa di creare un budget autonomo per l'eurozona in cambio dell'appoggio di Macron per fare fuori (politicamente) il leader della CSU Horst Seehofer. Dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, un commento del condirettore Holger Steltzner.
Angela Merkel sostiene di voler evitare divisioni all'interno dell'UE. Allo stesso tempo pero' con la sua politica del benvenuto e con gli euro-salvataggi sta creando altre fratture fra gli stati membri. Anche se negli uffici della cancelleria federale di Berlino nessuno vorrebbe sentirlo dire: tre anni fa, improvvisamente e unilateralmente, senza consultare i suoi partner europei (ad eccezione dell'Austria) decise di aprire i confini ad oltre un milione di migranti senza prima aver chiarito la loro identità e il loro diritto a richiedere asilo. Le conseguenze sono state enormi: per la Germania, per l'UE, per i paesi arabi e per l'Africa. Merkel tuttavia insiste nel sostenere di non aver sbagliato.
Una conseguenza immediata è stato il voto sulla Brexit, perché le immagini di un afflusso illimitato sono state la famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso britannico. In Germania la decisione solitaria di Merkel ha portato ad una seconda e duratura ripresa elettorale di AfD, e ad essere sotto stress non sono solo i gruppi parlamentari della CDU e della CSU. Anche il clima sociale da allora è diventato sempre piu' tossico. Il fallimento e gli scandali del Bamf lasciano sbalorditi, come del resto l'accumularsi dei cosiddetti casi isolati simili a quello di Susanna F. Nessuno capisce perché persino i terroristi islamici possano rientrare legalmente in Germania. Nemmeno la nazionale di calcio non è piu' un modello per un'integrazione di successo, dopo che Özil e Gündogan hanno posato con il "venerabile" presidente Erdogan in campagna elettorale, sebbene non abbiano un passaporto turco.
Si è resa ricattabile
Ad Annegret Kramp-Karrenbauer piace evocare l'eredità europea di Helmut Kohl. Ma c'è il rischio che le ricada addosso quando il segretario generale della CDU, nel pieno della battaglia con la CSU, vorrebbe erigere a principio europeo la necessità di evitare l'unilateralismo nazionale a scapito degli altri paesi europei. Il cancelliere federale austriaco Sebastian Kurz ha fatto un commento appropriato sull'argomento: "non siamo noi i colpevoli nella questione migratoria". Oppure, come dicevano i danesi: "puoi anche invitare qualcuno da te, ma dopo non puoi metterti a discutere su chi deve essere a pagare il conto".
Quella decisione unilaterale ha reso la Cancelliera ricattabile, come del resto hanno evidenziato le negoziazioni con il presidente francese Emmanuel Macron. La "Dichiarazione di Meseberg", messa insieme precipitosamente, rivela soprattutto una cosa: la situazione di emergenza di Merkel. Diversamente da quanto concordato con la CSU, la Cancelliera è dovuta andare incontro al desiderio di Macron di dotare l'eurozona di un budget autonomo, per questo il presidente francese la sostiene sui temi della politica di asilo. La CSU vorrebbe invece convocare immediatamente una riunione di coalizione. C'è molto di piu' in gioco della stabilità finanziaria. Perché secondo i desideri di Macron a decidere sul budget della zona euro dovrebbero essere solo 19 stati. C'è il rischio di una nuova spaccatura con i vicini orientali della Germania, Polonia e Rep. Ceca, e con i vicini del nord, Danimarca e Svezia, che dell'euro non ne vogliono sapere.
La CSU non puo' aspettare perchè presto in Baviera si vota. Il Ministro dell'Interno Horst Seehofer (CSU), per buone ragioni, ha annunciato per il futuro di voler respingere alle frontiere tedesche i rifugiati già registrati, in quanto cio' corrisponde al quadro giuridico tedesco e all'attuale legislazione dell'UE, come spiegato anche da molti importanti giuristi. Riuscirà il vertice UE sull'asilo, convocato in tutta fretta per questo fine settimana, a impedire la divisione fra i "partiti gemelli" CDU e CSU?
La politica del benvenuto di Merkel ha trasformato la legge tedesca sull'asilo in una legge per la richiesta di asilo che quando deve decidere in merito all'ingresso nel sistema sociale tedesco non fa alcuna distinzione fra i rifugiati politici, i migranti economici e l'immigrazione. Chiunque alla frontiera pronunci la parola "asilo" avrà diritto ad una richiesta di durata per lo piu' indefinita, sebbene non esista alcun diritto a vivere in uno stato di propria scelta. Bisogna leggerlo lentamente per poterlo capire: il ministro dell'interno vuole applicare le leggi attualmente in vigore in Germania, motivo per cui la Cancelliera minaccia di licenziarlo. E poi Merkel promette a Macron anche i miliardi necessari per i suoi piani sull'eurozona, nel tentativo di farsi aiutare da Parigi a sconfiggere Seehofer.