Un influente Think Tank della capitale tedesca ipotizza la necessità di creare le condizioni per una maggiore autonomia strategica di Berlino e Bruxelles. Sullo sfondo il conflitto con gli americani per il gasdotto Nord Stream 2, sulla tecnologia Huawei e per i costi di stazionamento dei militari. Per German Foreign Policy, anche se fino ad ora il bilancio è modesto, l'autonomia strategica dall'America è l'inizio di un percorso che porta allo status di potenza mondiale. Da German Foreign Policy
"Autonomia strategica"
"L'autonomia strategica" che l'UE ha rivendicato per la prima volta nella sua "Strategia globale per gli affari esteri e la politica di sicurezza" del giugno 2016 [1], è oggetto di un recente studio della Fondazione Wissenschaft und Politik (SWP), fondazione finanziata dalla Cancelleria di Berlino. Per la SWP "l'autonomia strategica" non è solo "la semplice capacità di stabilire le priorità nella politica estera e di sicurezza e di prendere decisioni"; è necessario piuttosto disporre anche "delle condizioni istituzionali, politiche e materiali" per "implementare in maniera indipendente, o in collaborazione con terzi, se necessario," le proprie priorità. [2] "Il contrario dell'autonomia strategica", prosegue la SWP, "sarebbe lo status di chi deve recepire regole e decisioni strategiche prese da terze parti... con un effetto immediato sull'Europa". I "terzi" che stabiliscono le regole e prendono decisioni, possono essere anche gli Stati Uniti. "L'autonomia strategica" nei confronti degli Stati Uniti condurrebbe allo status di potenza globale.
La costruzione del contro-potere
La SWP consiglia "di espandere le proprie opzioni in politica estera", anche nei confronti degli Stati Uniti. [3] La "politica estera dirompente e irregolare" dell'amministrazione Trump "sfida l'UE a definire e proteggere gli interessi europei in maniera più forte". Berlino e Bruxelles inoltre, anche "per il periodo che seguirà la fine della presidenza di Donald Trump, dovranno prepararsi ad affrontare sempre piu' polemiche, dibattiti aperti e anche conflitti con gli Stati Uniti". Nel perseguimento di una "autonomia strategica" si possono trarre "alcune conclusioni per gestire i rapporti con gli Stati Uniti". Pertanto l'UE e i suoi stati membri "... a seconda del conflitto e della costellazione di interessi..." dovranno "perseguire una politica di contro-potenza economica e diplomatica solida oppure più soft". "L'autonomia strategica" non deve essere mantenuta invano: in ogni occasione si dovrà sempre "nominare e prendere in considerazione i costi di una maggiore autonomia strategica nei confronti degli USA".
Bilancio misto
Ed è in questo contesto che i conflitti con gli Stati Uniti continuano ad aumentare. Finora Berlino e Bruxelles possono mostrare un bilancio misto. Cosi' nel conflitto commerciale è subentrata una sorta di situazione di stallo, mentre la minaccia di dazi punitivi sulle importazioni di auto pende come una spada di Damocle sull'UE, e molto di più sulla Germania - l'industria automobilistica tedesca, vanto della Repubblica federale, verrebbe colpita duramente dai dazi doganali [4]. Anche il tentativo di mantenere aperto il commercio con l'Iran per salvare l'accordo nucleare con Teheran dopo il ritiro degli Stati Uniti può essere considerato fallito: la minaccia di sanzioni degli Stati Uniti ha spinto tutte le maggiori compagnie dell'UE a interrompere il business con l'Iran. Lo strumento finanziario annunciato molto tempo fa da Berlino e Bruxelles, che avrebbe dovuto consentire di evitare le sanzioni statunitensi, in realtà non sta funzionando. [5]
Battaglia su Nord Stream 2
L'amministrazione Trump ora va all'offensiva su altri due campi in cui la Repubblica federale sta cercando di difendere i propri interessi, in contrasto con quelli degli Stati Uniti, per far rispettare la sua "autonomia strategica". Uno di questi riguarda il gasdotto Nord Stream 2, il quale assicura alla Germania [6] l'accesso esclusivo alle riserve di gas della Russia e conferisce a Berlino una posizione centrale nelle forniture di gas naturale all'UE. Già ad inizio mese un funzionario di alto livello del Dipartimento di Stato americano aveva confermato che se le compagnie europee dovessero continuare a lavorare al gasdotto, rischiano "sanzioni significative" [7]. Un altro funzionario di governo degli Stati Uniti, davanti alla stampa economica, ha confermato che Washington sta preparando le sanzioni. A Berlino lo si considera come un attacco nei confronti di un alleato NATO. "Le sanzioni condurranno inevitabilmente a uno scontro non solo con la Germania, ma anche con l'Europa", ha dichiarato un funzionario del governo di Berlino: "faremo tutto il necessario per completare il gasdotto". [8]
La battaglia su Huawei
Contemporaneamente si registra un'escalation del conflitto sull'uso della tecnologia del gruppo cinese Huawei per lo sviluppo delle reti 5G in Germania e nell'UE. Berlino non ha ancora preso una decisione definitiva, ma finora si è tenuta aperta la possibilità di utilizzare i prodotti Huawei per venire incontro ai forti interessi delle aziende tedesche [9]. Washington continua la sua campagna globale per escludere Huawei e aumenta la sua pressione sul governo federale. L'ambasciatore degli Stati Uniti a Berlino, Richard Grenell, con una lettera al ministero federale dell'economia ha minacciato che se Huawei in Germania dovesse avere via libera, allora gli Stati Uniti in futuro si troverebbero nella situazione "di non poter piu' scambiare informazioni di intelligence e altri dati come è accaduto fino ad oggi" [10]. Anche nella disputa sul Nord Stream 2, Grenell aveva già fatto ricorso a lettere di minaccia, senza tuttavia rivolgersi direttamente al governo federale, ma a dozzine di aziende di diversi paesi europei.
Tasse di stazionamento
Nella battaglia di potere con Berlino, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, secondo quanto riporta la stampa, sta ora prendendo in considerazione l'ipotesi di richiedere del denaro per il dispiegamento delle truppe statunitensi. Seoul ha già dovuto aumentare a 925 milioni di dollari la somma che paga a Washington per lo stazionamento dei circa 28.500 soldati statunitensi di stanza in Corea del Sud. Si tratta di circa la metà dei costi di stazionamento. Trump sta attualmente pensando, si dice nell'ambito dei suoi collaboratori piu' stretti, di aumentare di una volta e mezza l'importo dei costi di stazionamento, e non solo in Corea del Sud. Ciò potrebbe colpire anche la Germania, dove attualmente sono presenti più di 33.000 militari statunitensi. [11] In questo modo si estenderebbe ad un altro campo il conflitto per l'autonomia strategica della Germania e dell'UE.
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[1] Gemeinsame Vision, gemeinsames Handeln: Ein stärkeres Europa. Eine Globale Strategie für die Außen- und Sicherheitspolitik der Europäischen Union. Brüssel, Juni 2016.
[2], [3] Barbara Lippert, Nicolai von Ondarza, Volker Perthes (Hg.): Strategische Autonomie Europas. Akteure, Handlungsfelder, Zielkonflikte. SWP-Studie 2. Berlin, Februar 2019.
[4] S. dazu Vorbereitungen auf den Handelskrieg.
[5] S. dazu Sanktionskrieg um Iran.
[6] S. dazu Die Macht der Röhren.
[7] Jamie Dettmer: US Officials Issue Sanctions Warnings to Europe Over Russian Gas. Voanews.com 06.03.2019.
[8] Bojan Pancevski: How a Russian Gas Pipeline Is Driving a Wedge Between the U.S. and Its Allies. wsj.com 10.03.2019.
[9] S. auch Spionage bei 5G (II).
[10] Silke Mülherr: Der Drohbrief von Trumps Botschafter an die Bundesregierung im Detail. welt.de 12.03.2019.
[11] John Hudson, Anne Gearan, Philip Rucker, Dan Lamothe: Trump invokes new demand for extracting billions of dollars from U.S. allies. washingtonpost.com 09.03.2019.