Mark Schieritz su Die Zeit prova a delineare la risposta minima che la politica tedesca potrebbe dare a Macron sul tema delle riforme europee, senza destabilizzare il panorama politico tedesco e senza spianare la strada ad Alternative fuer Deutschland. Da Die Zeit.
Secondo un vecchio detto, il meglio è nemico del bene. Lo stesso vale per la discussione sulle riforme proposte dal presidente francese Emmanuel Macron.
Macron la scorsa estate ha presentato dei piani ambiziosi per una riorganizzazione dell'unione monetaria e da allora attende una risposta da Berlino. Il fatto che i tedeschi si trovino in difficoltà nel dare questa risposta, spesso viene interpretato come un'indicazione di un certo livello di apprensione dei tedeschi sulle politiche europee, ma questa è solo metà della storia.
La redistribuzione non funziona ovunque
Che per la Germania e la Francia non sia cosi' facile trovare una convergenza, ha semplicemente a che fare con i diversi interessi politici. Una maggiore redistribuzione in Europa non funzionerebbe allo stesso modo per tutti i paesi. Detto in altre parole: cio' che potrebbe tenere sotto controllo i populisti nell'Europa del sud, metterebbe le ali ai populisti del nord.
Si sostiene anche che la Germania avrebbe dei vantaggi se ad esempio venisse introdotta una garanzia europea sui depositi, in quanto si ridurrebbe il rischio di una crisi bancaria. Questo argomento è economicamente corretto, ma non cambia la realtà politica con cui il governo federale deve fare i conti.
Nessuno alla fine avrebbe un vantaggio reale se i depositi bancari in Italia fossero protetti un po' meglio ma se contemporaneamente AfD dovesse diventare il primo partito alle prossime elezioni generali - il che, se si guardano i sondaggi sulla Germania dell'est, non puo' essere affatto escluso. Alla fine anche i risparmiatori tedeschi non ne trarrebbero alcun vantaggio.
C'è una risposta possibile per Macron che nei fatti potrebbe far progredire l'unione monetaria senza destabilizzare il panorama politico tedesco? La buona notizia è: esiste.
Innanzitutto l'unione monetaria non è piu' nelle condizioni in cui si trovava allo scoppio dell'ultima crisi. E' stato creato un fondo per la gestione delle crisi, l'ESM, che puo' erogare aiuti agli stati in difficoltà. C'è un regime comune per la gestione delle crisi bancarie. C'è una banca centrale, che ha dimostrato che anche in caso di emergenza non esiterebbe a prendere misure non convenzionali per difendere la stabilità della valuta.
Queste cose sono state sostenute anche dai tedeschi, sebbene noti economisti avessero messo in guarda dall'iperinflazione e dal collasso debitorio. In realtà oggi l'inflazione è piu' bassa di quanto non fosse prima della crisi. Anche il debito pubblico sta calando, e probabilmente possiamo essere felici del fatto che a governare il paese siano i politici e non gli economisti.
Una lacuna nell'architettura anti-crisi
La BCE sta raggiungendo il limite delle sue possibilità nella misura in cui non puo' fissare un tasso di interesse specifico per gli stati in crisi. Quando la possibilità di fare debito pubblico si esaurisce, resta solo l'accesso al fondo ESM. E al momento le risorse vengono erogate solo se la stabilità dell'intera area valutaria è in pericolo e al paese richiedente vengono imposte condizioni difficili. E di questo molti stati hanno paura.
Questa lacuna nell'architettura anti-crisi potrebbe essere colmata se in futuro il fondo ESM potesse intervenire anche in caso di un'emergenza non cosi' grave. Si potrebbe ipotizzare ad esempio che il fondo trasferisca denaro alle assicurazioni nazionali contro la disoccupazione, in modo da evitare che alle persone che perdono il lavoro vengano tagliati anche i sussidi. Quando la crisi sarà superata, questi soldi dovranno poi essere ripagati al fondo.
Cio' aiuterebbe i paesi colpiti e in Germania sarebbe politicamente rivendibile, almeno se il governo avesse il coraggio di fare un tentativo. Un ulteriore vantaggio: al di là delle proposte di ampia portata fatte da Macron, non è necessario modificare i trattati europei, cosa che al momento non è politicamente fattibile.
L'Eurozona sarebbe salva per sempre con questa soluzione minima? Probabilmente no, ma diventerebbe almeno un po' piu' stabile. E non è poco di questi tempi.