venerdì 18 ottobre 2024

Commerzbank-Unicredit: la vendita a sorpresa, piu' telefonata di sempre

Nelle ultime settimane, la vendita di un pacchetto di azioni Commerzbank a Unicredit da parte del governo federale ha scatenato forti discussioni. La grande banca italiana si è ritrovata con il 9% di partecipazione in Commerzbank praticamente da un giorno all’altro, e tutti si sono chiesti: ma come è potuto succedere così in fretta e senza che il governo se ne accorgesse per tempo? In realtà si è trattato di una vendita decisamente “telefonata”, ne scrive WiWo.de

scalata unicredit a commerzbank

Prima della vendita ufficiale, diversi esponenti del governo tedesco avevano avuto ripetuti contatti con Unicredit. È quanto emerge da una lettera del Ministero delle Finanze al deputato della CDU, Matthias Hauer, che Reuters ha potuto visionare. Sorprendentemente, né il cancelliere Olaf Scholz né il ministro delle Finanze Christian Lindner hanno mai parlato direttamente con i rappresentanti della banca italiana.

Tuttavia, una delle conversazioni più rilevanti si è tenuta il 10 settembre 2024, quando il segretario di Stato delle Finanze Florian Toncar ha avuto una breve telefonata con la responsabile di Unicredit in Germania, Marion Höllinger. Durante questa chiamata, Höllinger ha informato Toncar che Unicredit possedeva già una partecipazione in Commerzbank.

commerzbank unicredit

La Vendita Lampo del Pacchetto Azionario

Poche ore dopo, il governo tedesco ha venduto il 4,5% delle azioni di Commerzbank a Unicredit, che aveva presentato l’offerta più alta in un’asta pubblica. In breve tempo, la banca italiana ha raggiunto una quota del 9% nella banca tedesca. Questo sviluppo ha destato sospetti, con molti che si chiedono se il governo tedesco fosse preparato all’intera operazione.

“Telefonata molto breve”, ha dichiarato il Ministero delle Finanze in merito al colloquio tra Toncar e Höllinger, cercando di minimizzare la portata di quella conversazione. Ma ciò non ha fermato le polemiche.

Scetticismo a Berlino: Un’Acquisizione Ostile?

L’acquisizione di queste azioni da parte di Unicredit viene vista come un tentativo di consolidare il frammentato settore bancario europeo. Tuttavia, a Berlino, il comportamento di Unicredit ha generato scetticismo. Molti esponenti del governo tedesco si sono trovati sorpresi dalla rapidità con cui Unicredit ha accumulato il suo pacchetto azionario, e questo ha sollevato preoccupazioni su una possibile acquisizione ostile.

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Secondo il politico della CDU Matthias Hauer, ci sarebbe stato un “intenso scambio” tra il governo e Unicredit, nonostante la mancanza di trasparenza nel processo. Hauer ha duramente criticato la gestione della vicenda:

“Il governo ha permesso incautamente che Commerzbank fosse esposta a una possibile acquisizione ostile, sollevando numerosi interrogativi e gettando una cattiva luce sull’operato governativo”.

La Strategia di Commerzbank: Fuori Controllo?

Commerzbank, che negli ultimi anni sembrava seguire una solida strategia di rilancio, è stata travolta da questo processo di vendita. Secondo Hauer, “la banca stava seguendo una buona strategia, fino a quando il governo non ha avviato un processo di vendita che gli è completamente sfuggito di mano”.

Uno dei principali interrogativi è perché solo Unicredit sia riuscita a ottenere una partecipazione strategica, nonostante l’obiettivo della vendita fosse quello di diversificare maggiormente gli investitori.

Chi C’è Dietro: Altri Contatti con Unicredit

Il caso ha preso una piega ancora più interessante quando è emerso che anche Jörg Kukies, ex banchiere d’investimento e ora segretario di Stato alla Cancelleria, aveva avuto incontri con importanti rappresentanti di Unicredit, tra cui il presidente del consiglio di amministrazione Pier Carlo Padoan e il CEO Andrea Orcel. Nonostante ciò, il Ministero delle Finanze ha dichiarato che non c’è stato “alcun incontro bilaterale” tra Kukies e Orcel, tentando così di ridimensionare l’importanza di questi contatti.

Conclusione: Un Processo da Chiarire

L’intera vicenda della vendita delle azioni di Commerzbank lascia aperte molte domande: perché il governo non è riuscito a diversificare gli acquirenti? E perché Unicredit è riuscita ad accumulare una partecipazione così significativa con tale facilità? Queste domande richiedono risposte chiare e urgenti.

Ciò che è certo è che la vendita ha creato un terremoto politico ed economico in Germania, e il futuro della Commerzbank è ora più incerto che mai.

Rheinmetall e Leonardo: Super Accordo da 23 Miliardi per Potenziare l’Esercito Italiano

La tedesca Rheinmetall pronta ad allearsi con il gigante italiano Leonardo per consegnare all’esercito italiano oltre mille carri armati e veicoli da combattimento, in un accordo che potrebbe valere fino a 23 miliardi di euro. Un passo che segna un bel balzo in avanti per i tedeschi di Rheinmetall, che punta a diventare uno dei big globali nel mondo della difesa. Ne scrive il sempre ben informato German Foreign Policy

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Un Accordo per Miliardi: Il Carro Armato KF51 Panther e il Veicolo Lynx

La partnership tra Rheinmetall e Leonardo prevede la produzione di due modelli chiave: il carro armato KF51 Panther, ancora in fase di sviluppo, e il veicolo da combattimento Lynx. Entrambi i veicoli saranno costruiti in parte in Italia e in parte negli stabilimenti tedeschi di Rheinmetall, con una produzione divisa equamente tra le due aziende. Questo accordo non solo rafforza la posizione di Rheinmetall sul mercato, ma è anche una mossa strategica per equipaggiare l’esercito italiano con veicoli avanzati e pronti per le sfide future.

La Strategia di Espansione di Rheinmetall

Rheinmetall ha intrapreso una chiara strategia di espansione, sia in Europa che negli Stati Uniti, il più grande mercato della difesa al mondo. Recentemente, l’azienda ha acquisito per 950 milioni di dollari l’azienda statunitense specializzata in veicoli Loc Performance Products, ampliando così le sue capacità produttive negli Stati Uniti. Questo passo è essenziale per ottenere contratti per un valore di 60 miliardi di dollari con le forze armate statunitensi per la produzione di veicoli da combattimento e camion militari.

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Opportunità Globali: Il Mercato degli Stati Uniti

Uno degli obiettivi chiave di Rheinmetall è la gara per la costruzione di 4.000 veicoli da combattimento destinati a sostituire i vecchi modelli Bradley per un valore complessivo di 45 miliardi di dollari. L’azienda si sta anche proponendo per il programma Common Tactical Truck, che prevede la produzione di 40.000 camion militari per 16 miliardi di dollari. Queste opportunità rappresentano un passaggio cruciale per l’ascesa globale di Rheinmetall, che mira a consolidarsi come uno dei leader mondiali nel settore della difesa.

Il Ruolo di Rheinmetall nel Mercato Europeo

Parallelamente alla sua espansione negli Stati Uniti, Rheinmetall sta rafforzando la sua posizione in Europa. Grazie al fondo speciale da 100 miliardi di euro istituito dal governo tedesco per le forze armate, il gruppo prevede di ottenere fino a 40 miliardi di euro in contratti. Inoltre, la guerra in Ucraina ha accelerato la domanda di armamenti in Europa, e diversi paesi, tra cui Repubblica Ceca, Lituania e Danimarca, hanno già siglato contratti con Rheinmetall per l’acquisto di carri armati e sistemi di difesa.

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Italia: Da Leopard a Panther

La joint venture con Leonardo segna un cambio di rotta per l’Italia, che inizialmente aveva pianificato di acquistare i carri armati Leopard 2A8 da KNDS, un consorzio franco-tedesco. Tuttavia, i ritardi del progetto e la riluttanza di KNDS a concedere maggiori quote di produzione alle aziende italiane hanno spinto il governo italiano a optare per il nuovo KF51 Panther di Rheinmetall.

Il Futuro della Difesa: Un Pilastro della NATO

Con l’aumento della sua influenza nel mercato europeo e il parallelo tentativo di ottenere contratti miliardari negli Stati Uniti, Rheinmetall si sta consolidando come un attore chiave nella base industriale della difesa della NATO. Inoltre, partecipando alla produzione del caccia F-35, Rheinmetall si prepara a svolgere un ruolo ancora più importante nella cooperazione transatlantica. La presenza di investitori statunitensi e europei nel capitale di Rheinmetall, come BlackRock e Société Générale, sottolinea l’importanza strategica del mercato globale per il gruppo.

Conclusione

La joint venture tra Rheinmetall e Leonardo non solo segna un passo cruciale per l’equipaggiamento dell’esercito italiano, ma rappresenta anche un momento chiave nella crescita globale di Rheinmetall. Con un occhio puntato sugli Stati Uniti e l’altro sull’Europa, il gruppo tedesco si sta rapidamente affermando come uno dei maggiori protagonisti dell’industria della difesa internazionale.

mercoledì 16 ottobre 2024

L'indice Dax Tedesco sempre piu' in mani straniere

Il Dax si preannuncia come un indice di grande successo nel 2024, con l’interesse non solo dei tedeschi ma anche di investitori stranieri. Secondo i dati, a metà ottobre, l’indice azionario tedesco è a +14% rispetto all’inizio dell’anno, nonostante le tensioni geopolitiche e la debolezza della crescita economica in Germania. Questo trend positivo è sostenuto da una forte fiducia degli investitori, come evidenziato da un recente sondaggio Sentix. Ne scrive la ZDF.de

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L’evoluzione degli investimenti tedeschi

Negli ultimi anni, i tedeschi hanno iniziato a investire di più in azioni. L’era dei tassi d’interesse zero ha spinto molti investitori verso le partecipazioni aziendali, attratti da rendimenti più elevati. Tuttavia, nel 2023, c’è stata una leggera flessione di questa convinzione. I dati dell’Istituto Tedesco per le Azioni (DAI) mostrano che l’investimento diretto in singole azioni è in calo, mentre l’interesse per i fondi comuni di investimento e gli ETF è aumentato.

La forza dei gestori patrimoniali statunitensi

Un fattore significativo che ha influenzato il Dax è la crescente influenza dei gestori patrimoniali americani. Oggi, solo un terzo dei titoli del Dax è detenuto da investitori tedeschi, mentre gli investitori americani hanno preso il comando. Blackrock, il più grande gestore patrimoniale del mondo, ha investito circa 100 miliardi di dollari nel Dax attraverso i suoi ETF, mentre altri nomi noti come Vanguard e la Capital Group seguono lo stesso trend. Questi attori sostituiscono gradualmente gli investitori privati, che investono sempre meno direttamente.

indice dax tedesco

La crescita degli investitori stranieri

Negli ultimi anni, gli investitori stranieri sono in continua crescita nel Dax. Grazie alla partecipazione indiretta tramite fondi e ETF, la quota tedesca nel Dax è probabilmente superiore a quella indicata dalle cifre ufficiali. Fino all’anno 2000, gli stranieri detenevano solo un terzo delle azioni delle aziende del Dax, ma nel 2005 questa cifra è già salita al 45%. Dal 2007, più della metà delle azioni del Dax è nelle mani di investitori stranieri.

Un bilancio positivo nonostante le sfide

Nonostante le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, i pessimi dati economici e le continue tensioni nel governo di coalizione, il mercato azionario si prepara a chiudere l’anno con un bilancio positivo.

La quota di azionisti stranieri è particolarmente alta in aziende come MTU, Vonovia e Brenntag, ciascuna con una partecipazione dell’81%. Al contrario, Porsche si distingue: l’88% della casa automobilistica è in possesso tedesco, ma la maggior parte delle azioni appartiene a Volkswagen e alla Porsche Automobil Holding.

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Un’opportunità di investimento

Secondo Gerrit Fey, responsabile del settore mercati di capitale presso il DAI, l’impegno degli investitori stranieri nel Dax dimostra la loro fiducia nelle aziende e nelle azioni tedesche, desiderosi di partecipare ai successi delle società. Questa tendenza è influenzata anche dal fatto che in paesi come Gran Bretagna, Svezia, Svizzera, Stati Uniti e Canada, le persone investono molto più in azioni rispetto ai cittadini tedeschi, dovuto in parte a una minore sicurezza pensionistica legata ai sistemi statali.

Il Dax 2024 si prepara quindi a essere un anno cruciale, con opportunità per investitori e aziende in un contesto di continua evoluzione del mercato.

BMW e Mercedes in grave Crisi in Cina, Mentre Tesla e BYD Volano

Il mercato dell’auto si sta trasformando rapidamente, e per i giganti tedeschi come BMW e Mercedes-Benz, la sfida è sempre più complessa. Nel terzo trimestre del 2023, entrambe le case automobilistiche hanno registrato un calo significativo nelle vendite, con la Cina, il loro mercato chiave, che sta diventando sempre più difficile da conquistare. Ne scrive Welt.de

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Le Difficoltà del Mercato Cinese per BMW e Mercedes

Le vendite di BMW tra luglio e settembre sono scese del 30%, fermandosi a poco meno di 148.000 veicoli. Non è andata meglio a Mercedes-Benz, che ha registrato una riduzione del 13%, vendendo 170.700 veicoli. La Cina, solitamente il motore delle vendite globali per i produttori premium tedeschi, è diventata improvvisamente un mercato problematico.

Le case automobilistiche hanno spiegato che il contesto di mercato è particolarmente “difficile” e “sfidante”, con una domanda ridotta per i beni di lusso e sconti che penalizzano soprattutto il segmento dei veicoli elettrici. Mercedes-Benz ha sottolineato che la combinazione di bassa domanda e sconti prolungati ha inciso pesantemente sulle vendite in Cina.

Il Boom dei Veicoli Elettrici in Cina: Tesla e BYD in Crescita

Mentre BMW e Mercedes lottano, Tesla e il produttore cinese BYD stanno registrando risultati opposti. BYD ha aumentato le vendite di veicoli elettrici puri e ibridi del 45%, raggiungendo quasi 418.000 unità a settembre. Tesla, dal canto suo, ha annunciato un incremento del 66% nelle vendite, con 72.000 auto vendute nello stesso mese.

Questa crescita è alimentata dagli incentivi statali per l’acquisto di veicoli elettrici in Cina, che hanno generato un vero e proprio boom del mercato elettrico. Tuttavia, i produttori tedeschi sembrano essere rimasti fuori da questo trend, poiché le case automobilistiche cinesi offrono veicoli più economici e modelli più adatti al pubblico locale.

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Problemi di Fornitura e Frenate Improvvise

Un altro colpo per BMW è arrivato sotto forma di un problema di fornitura legato al sistema frenante di Continental, che ha costretto l’azienda a fermare la consegna di circa 320.000 veicoli già pronti. Nel terzo trimestre, le vendite globali di BMW sono scese del 13% (poco più di 540.000 auto), mentre nei primi nove mesi del 2023, il calo è stato del 4,5%, con un totale di 1,75 milioni di veicoli venduti.

Mercedes-Benz, nonostante un trimestre difficile con 503.600 consegne, rimane indietro rispetto a BMW, con una flessione delle vendite del 4% rispetto all’anno precedente, totalizzando 1,46 milioni di auto consegnate fino ad ora.

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La Battaglia dei Veicoli Elettrici: BMW in Crescita, Mercedes in Crisi

Nel segmento dei veicoli elettrici, BMW sta ottenendo risultati positivi, con una crescita del 10% nel terzo trimestre e un aumento del 19% nelle vendite annuali, totalizzando 294.000 veicoli elettrici. “I nostri veicoli completamente elettrici stanno conquistando i clienti in tutto il mondo”, ha affermato Jochen Goller, responsabile delle vendite di BMW.

D’altro canto, Mercedes-Benz ha visto un crollo nel suo settore elettrico: le vendite dei modelli EQ sono diminuite del 31%, con solo 42.500 veicoli venduti nel terzo trimestre. Da gennaio a settembre, il totale dei veicoli elettrici venduti si attesta a 136.000, un calo del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, il marchio ha visto una crescita del 10% nei plug-in ibridi, trainata dalla forte domanda negli Stati Uniti.

crisi produttori auto tedesche

Conclusione: Un Mercato in Evoluzione

Il terzo trimestre del 2023 ha messo in luce una trasformazione significativa nel mercato automobilistico globale. Mentre Tesla e BYD continuano a crescere nel segmento dei veicoli elettrici, BMW e Mercedes-Benz stanno lottando per mantenere il loro primato in un mercato che si sta rapidamente elettrificando.

Il futuro per i produttori tedeschi dipenderà dalla loro capacità di innovare nel segmento dei veicoli elettrici e di adattarsi a un mercato in cui i consumatori cercano sempre più soluzioni sostenibili e a prezzi competitivi.

Ma lo sapevate che in Germania...nelle scuole mancheranno 110.000 Insegnanti per il tempo pieno entro il 2030!

La carenza di insegnanti in Germania sta raggiungendo livelli critici, e la situazione rischia di peggiorare con l’introduzione del diritto legale all’assistenza scolastica a tempo pieno nelle scuole elementari. Secondo nuove stime del sindacato degli educatori GEW (Gewerkschaft Erziehung und Wissenschaft), entro il 2030 mancheranno oltre 110.000 insegnanti. Questa enorme lacuna sarà aggravata dal crescente bisogno di personale qualificato per soddisfare le esigenze dell’assistenza a tempo pieno. Ne scrive BR.de

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Il diritto legale all’assistenza scolastica: una mossa strategica, ma rischiosa

A partire dall’anno scolastico 2026/2027, il governo tedesco ha deciso di introdurre gradualmente il diritto legale all’assistenza a tempo pieno per i bambini delle scuole elementari, iniziando dai primi anni fino a coprire tutti i bambini fino alla quarta classe nel 2029/2030.

Questo diritto potrebbe rappresentare una grande opportunità per rafforzare il sistema educativo del Paese, ma il sindacato GEW avverte: la mancanza di insegnanti rischia di far fallire questa ambiziosa riforma. Maike Finnern, presidente del GEW, ha spiegato che, oltre ai docenti, mancheranno anche diverse centinaia di migliaia di educatori, assistenti sociali e psicologi scolastici, tutti cruciali per il successo del piano di assistenza a tempo pieno.

Il crescente interesse delle famiglie per l’assistenza a tempo pieno

La previsione di una tale carenza di insegnanti si basa sull’aumento della domanda da parte delle famiglie. Secondo Ulf Rödde, portavoce del GEW, si stima che entro il 2030 tra il 70 e l’80% dei genitori utilizzerà l’offerta di assistenza a tempo pieno. Attualmente, il 55% delle famiglie sfrutta già queste opportunità, ma con l’introduzione del diritto legale, il tasso di utilizzo dovrebbe aumentare notevolmente.

L’esperienza con il diritto all’asilo nido ha già mostrato che, una volta stabilito un diritto legale, l’interesse dei genitori cresce esponenzialmente.

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Non solo insegnanti: manca anche il personale di supporto

Oltre alla carenza di insegnanti, il sistema scolastico dovrà affrontare anche una grave mancanza di educatori, assistenti sociali e psicologi scolastici. Questi professionisti sono essenziali per garantire che l’assistenza a tempo pieno funzioni, poiché si occuperanno dell’aspetto educativo, sociale e psicologico dei bambini durante tutto l’arco della giornata scolastica.

La presidente del GEW, Finnern, riconosce che l’introduzione dell’assistenza a tempo pieno rappresenta un’opportunità unica per trasformare il sistema educativo tedesco. Tuttavia, sottolinea l’importanza di affrontare queste sfide offrendo soluzioni concrete come una migliore formazione e condizioni di lavoro più attrattive.

La sfida della Diaconia di Monaco: nuove opportunità di qualificazione

Anche la Diaconia di Monaco e Alta Baviera si sta preparando per affrontare la sfida della carenza di personale. Andrea Betz, portavoce della Diaconia, ha dichiarato che la chiave per colmare questa lacuna potrebbe risiedere in nuovi programmi di qualificazione, come la formazione di “assistenti per l’assistenza ai bambini delle scuole elementari”. Questi programmi richiedono meno tempo rispetto a una formazione completa come educatore, offrendo una buona opportunità anche per gli immigrati con qualifiche pedagogiche non riconosciute in Germania.

Il lavoro di squadra come chiave del successo

Per garantire il successo dell’assistenza a tempo pieno, Betz sottolinea che il concetto di assistenza cooperativa a tempo pieno (KoGa) richiede una stretta collaborazione tra insegnanti e operatori dell’assistenza. È fondamentale che le due parti lavorino alla pari e che gli spazi scolastici vengano utilizzati in maniera condivisa. Questo tipo di approccio integrato potrebbe portare a un cambiamento positivo nell’atteggiamento del personale, ma è necessario che questo cambiamento culturale sia sostenuto “dall’alto”, con un maggiore impegno politico e istituzionale.

La carenza di insegnanti: un problema di lunga data

La carenza di insegnanti in Germania è un problema che persiste da anni, ma ora si sta aggravando. Solo pochi giorni fa, il Ministero della Cultura della Baviera ha reso noto che sempre meno insegnanti lavorano fino all’età pensionabile. Attualmente, solo il 18% degli insegnanti in Baviera raggiunge l’età pensionabile o lavora oltre, contro il 60% di dieci anni fa. Questa tendenza preoccupa ancora di più in vista della crescente domanda che il diritto all’assistenza a tempo pieno genererà nei prossimi anni.

Conclusione: un’opportunità da non perdere

La riforma dell’assistenza scolastica a tempo pieno rappresenta una sfida enorme per il sistema educativo tedesco, ma anche un’opportunità unica per trasformare il panorama dell’istruzione. Affrontare la carenza di insegnanti e di personale di supporto sarà cruciale per il successo di questa iniziativa, ma con una pianificazione adeguata e investimenti mirati, la Germania potrebbe fare un passo importante verso un sistema educativo più inclusivo e moderno.

Germania: La Lotta Contro la Carenza di Personale nel Settore dell'Assistenza

Gli ospedali e le strutture sanitarie in Germania stanno affrontando una carenza acuta di personale. Poiché il numero di professionisti locali non è sufficiente a coprire la domanda, le aziende hanno iniziato a reclutare operatori sanitari anche da altri Paesi. Un recente rapporto di ricerca dell’IAB offre una panoramica sul ruolo crescente dei lavoratori stranieri nel settore dell’assistenza sanitaria in Germania e del contributo fondamentale che offrono per colmare il fabbisogno immediato di personale. Ne scrive lo IAB-Forum.de

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Quanto è grave la crisi del personale nel settore dell’assistenza?

Holger Seibert, ricercatore presso la rete regionale dell’IAB, sottolinea come il cambiamento demografico stia colpendo duramente il settore dell’assistenza sanitaria in Germania. Con l’aumento delle persone bisognose di cure, anche il personale sanitario ne risente: tra gli operatori di nazionalità tedesca ci sono molti più lavoratori anziani che giovani. Nei prossimi anni, molti di loro andranno in pensione, e questo aggraverà ulteriormente la situazione.

L’analisi delle carenze dell’Agenzia Federale per l’Impiego mostra tempi di copertura dei posti vacanti nei lavori di assistenza molto superiori alla media. Anche per i lavori di assistenza ausiliaria, i tempi di reclutamento sono elevati.

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Gli accordi di migrazione: una soluzione efficace?

La Germania ha siglato di recente nuovi accordi di migrazione con Paesi terzi, come il Kenya e l’Uzbekistan, per incentivare il reclutamento internazionale di personale qualificato. Secondo Doris Wiethölter, ricercatrice dell’IAB, questo modello ha avuto un certo successo, ma ci sono ancora molte sfide da affrontare, tra cui la lunghezza delle procedure di riconoscimento professionale. Spesso, i titoli accademici stranieri vengono solo parzialmente riconosciuti, costringendo personale qualificato a lavorare a livello di assistenti, il che può portare a insoddisfazione.

I Paesi di reclutamento più importanti

Da molti anni, il reclutamento di operatori sanitari avviene tramite accordi bilaterali con Paesi selezionati, spiega Seibert. I Paesi di reclutamento più significativi, secondo i dati occupazionali, sono: Bosnia-Erzegovina, Filippine, India, Tunisia e Vietnam.

Anche il numero di rifugiati impiegati nel settore dell’assistenza è aumentato significativamente. Nel 2023, 24.000 operatori provenienti dai principali Paesi di origine dei richiedenti asilo erano attivi nel settore dell’assistenza, e il numero di operatori dall’Ucraina è in crescita.

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L’impatto delle forze di lavoro straniere

Il personale straniero è ormai una componente indispensabile del settore dell’assistenza in Germania. Un sesto degli operatori sanitari è di nazionalità straniera, una quota che è cresciuta costantemente negli ultimi dieci anni. Dal 2022, la crescita occupazionale nel settore dell’assistenza è stata sostenuta esclusivamente dai lavoratori stranieri, mentre il numero di operatori tedeschi è in calo.

Livelli di qualificazione: differenze tra lavoratori stranieri e tedeschi

Ci sono notevoli differenze tra assistenza ospedaliera e assistenza agli anziani. Nell’assistenza ospedaliera, tre su quattro operatori tedeschi lavorano come professionisti qualificati, mentre tra i lavoratori stranieri, due su tre hanno qualifiche professionali. Nell’assistenza agli anziani, il numero di assistenti è più alto: solo la metà del personale tedesco lavora come professionisti qualificati, mentre tra gli stranieri un terzo ha qualifiche professionali e due terzi lavorano come assistenti.

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Cosa deve fare la politica?

Non esiste una soluzione unica per la crisi del personale nel settore dell’assistenza, afferma Seibert. Tuttavia, una delle priorità dovrebbe essere accelerare le procedure di riconoscimento professionale, con l’introduzione di standard uniformi che semplifichino il processo già dall’estero. La padronanza della lingua tedesca rimane una sfida per molti lavoratori stranieri, e ulteriori supporti sono necessari per agevolare l’integrazione.

Le misure già in atto

Secondo Doris Wiethölter, alcuni passi sono già stati fatti. La riforma della legge sull’immigrazione del personale qualificato mira a ridurre le barriere burocratiche. Inoltre, il Ministero della Salute sta sostenendo progetti come il “Toolbox per una buona integrazione” e il progetto “INGA Pflege”, che puntano a facilitare l’integrazione e il riconoscimento rapido delle qualifiche professionali.

In conclusione, mentre la Germania affronta una crisi del personale nel settore dell’assistenza, il ruolo del personale straniero è cruciale per soddisfare la crescente domanda di servizi di cura. Tuttavia, restano numerose sfide, soprattutto legate al riconoscimento delle qualifiche e all’integrazione linguistica e sociale.

domenica 13 ottobre 2024

Intervista a Gerhard Schröder sulle Sfide Globali: Migrazione, Crisi Energetica e Diplomazia in Europa

Nel corso di una recente intervista, Gerhard Schröder, ex cancelliere tedesco, ha offerto una prospettiva lucida e critica sulle principali questioni politiche che stanno attualmente influenzando la Germania e l’Europa. Il suo intervento, pur fondato sull’esperienza e sulle scelte politiche passate, si concentra su una serie di sfide che vanno dalla gestione della crisi migratoria, alle difficoltà economiche, fino alla guerra in Ucraina. Di seguito, esploreremo i punti chiave toccati da Schröder, che risultano di grande interesse per comprendere le dinamiche politiche attuali.

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1. La crisi migratoria e il suo impatto sociale

Uno dei temi più rilevanti affrontati da Schröder è la gestione della migrazione, che continua a rappresentare una sfida fondamentale per la Germania e l’Europa. Schröder critica l’approccio attuale, accusando i governi di non aver trovato un equilibrio tra l’accoglienza umanitaria e il controllo dell’immigrazione. Secondo lui, la distinzione tra rifugiati politici e migranti economici è spesso troppo sfumata, e questo ha portato a tensioni sociali crescenti. La percezione diffusa, osserva Schröder, è che i cittadini che lavorano regolarmente siano svantaggiati rispetto a coloro che beneficiano dei sussidi statali, una situazione che rischia di alimentare sentimenti di frustrazione e il sostegno ai partiti populisti.

2. La transizione energetica e la crisi economica

Schröder esprime preoccupazioni anche sulla gestione della transizione energetica in Germania. Sebbene riconosca l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico, critica l’impatto delle attuali politiche verdi sull’economia del Paese. La rapida transizione verso fonti di energia rinnovabile, insieme al distacco dalle tradizionali forniture energetiche russe, ha infatti provocato una crisi che ha colpito sia le industrie tedesche che i cittadini. Schröder suggerisce che la Germania dovrebbe adottare un approccio più graduale e pragmatico per proteggere la sua competitività economica e sostenere la crescita, mantenendo comunque gli obiettivi ambientali.

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3. La guerra in Ucraina e il ruolo dell’Europa

Un altro tema centrale dell’intervista è il conflitto in Ucraina. Schröder, che ha mantenuto legami stretti con la Russia, non giustifica l’invasione russa ma critica anche la mancanza di volontà da parte dell’Occidente di cercare una soluzione diplomatica. Secondo l’ex cancelliere, l’Europa dovrebbe assumere un ruolo più attivo nel mediare tra le parti in conflitto, cercando soluzioni negoziate piuttosto che puntare esclusivamente sull’invio di armi alla parte ucraina. Schröder teme che l’ulteriore escalation militare possa portare a una destabilizzazione maggiore, con conseguenze disastrose, specialmente per l’Europa.

Uno dei punti più controversi del suo intervento è la critica alle armi fornite all’Ucraina, in particolare quelle a lungo raggio che potrebbero colpire obiettivi russi sensibili, come Mosca. Schröder ritiene che un conflitto prolungato, basato unicamente su una soluzione militare, non porterebbe a una pace duratura. In questo contesto, richiama l’importanza di trovare canali diplomatici e suggerisce che l’Europa, soprattutto Francia e Germania, debba assumere la leadership in questi negoziati, senza aspettare l’iniziativa di potenze esterne come gli Stati Uniti o la Cina.

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4. La politica europea e il ruolo del motore franco-tedesco

Schröder riflette inoltre sullo stato attuale dell’Unione Europea, lamentando la debolezza del cosiddetto “motore franco-tedesco”, che storicamente ha guidato l’integrazione e la stabilità in Europa. A suo avviso, l’indebolimento della cooperazione tra Germania e Francia sta mettendo a rischio la capacità dell’Europa di affrontare le sfide globali. Questa mancanza di leadership, sostiene Schröder, ha creato un vuoto politico che rende l’Europa vulnerabile su diversi fronti, dall’economia alla sicurezza.

Secondo Schröder, la soluzione per rilanciare l’Europa risiede in un rinnovato impegno da parte di Germania e Francia a lavorare insieme per affrontare le crisi interne e internazionali, rafforzando al contempo l’integrazione europea. Senza una forte alleanza tra questi due Paesi, le prospettive per un’Europa unita e competitiva sembrano sempre più incerte.

5. Un futuro incerto per la leadership globale

Infine, Schröder riflette sulle trasformazioni della leadership globale, sottolineando come l’Europa stia perdendo terreno rispetto ad altre potenze, in particolare Stati Uniti e Cina. Il suo richiamo è chiaro: l’Europa deve riconquistare una posizione di maggiore indipendenza strategica, specialmente nel dialogo con gli Stati Uniti. Se l’Europa vuole avere un peso nei negoziati internazionali, specialmente in quelli relativi al conflitto in Ucraina, deve essere più proattiva e autonoma nelle sue decisioni geopolitiche.

Schröder avverte che un’Europa frammentata rischia di restare relegata a un ruolo marginale, incapace di influenzare gli eventi globali e di proteggere i propri interessi.

Conclusione

Gerhard Schröder, con la sua lunga esperienza politica, ci offre uno sguardo critico ma costruttivo sulle attuali sfide della Germania e dell’Europa. Le sue osservazioni, che spaziano dalla crisi migratoria, alla politica energetica, alla guerra in Ucraina, evidenziano la necessità di una leadership forte e decisa, capace di affrontare i problemi con pragmatismo e visione a lungo termine. In un momento di grande incertezza, Schröder suggerisce che solo una Germania e un’Europa unite possono trovare soluzioni durature per garantire prosperità e stabilità nel prossimo futuro.