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sabato 26 ottobre 2024

Norbert Haering - Rete per l'indottrinamento degli studenti di medicina su cambiamento climatico e salute fondata a Berlino

Il 20 ottobre 2024, al recente vertice mondiale sulla salute tenutosi a Berlino, è stata annunciata la creazione di una rete europea che mira a trasformare i programmi di studio medici integrando l’istruzione su clima e salute. L’iniziativa, che coinvolge 25 università mediche tedesche ed europee, si chiamerà European Network on Climate & Health Education (ENCHE) e sarà guidata dall’Università di Glasgow in collaborazione con il Global Consortium on Climate and Health Education (GCCHE) di New York. Ne scrive il grande giornalista e saggista tedesco Norbert Haering

Dietro le quinte, i principali sostenitori dell’iniziativa si trovano tra Washington e New York, e il finanziamento – dettaglio non menzionato nei comunicati ufficiali – arriva dai colossi farmaceutici. Un aspetto che solleva dubbi sul reale obiettivo di questa partnership.


Obiettivi Dichiarati e Finanziamenti Celati: Cosa C’è Dietro la Rete ENCHE?

Secondo il comunicato dell’Università di Augusta, co-fondatrice della rete, l’obiettivo di ENCHE è chiaro: “supportare gli studenti di medicina nel riconoscere e affrontare le crescenti sfide sanitarie causate dal cambiamento climatico.” Nelle intenzioni, questo progetto dovrebbe preparare almeno 10.000 futuri medici delle università partecipanti “con risorse scientifiche e pedagogiche aggiornate” nel giro di tre anni. Tuttavia, le fonti di finanziamento rimangono vaghe.

Un altro comunicato, più esplicito, elenca tra i principali sostenitori nomi di peso dell’industria farmaceutica, come AstraZeneca, GSK, Novartis, Novo Nordisk e Sanofi. La loro adesione alla rete avviene tramite la Sustainable Markets Initiative Health Systems Task Force, un’iniziativa pubblico-privata che coinvolge aziende e governi nel tentativo di decarbonizzare il settore sanitario.

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È il Cambiamento Climatico la Vera Crisi Sanitaria del Nostro Tempo?

Non manca chi solleva dubbi su questa narrazione. I dati mostrano che milioni di persone nel mondo muoiono ancora ogni anno a causa della fame e della scarsa assistenza sanitaria, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, mentre i decessi legati al cambiamento climatico restano inferiori e molto difficili da quantificare. Per ampliare la portata della crisi, l’OMS, nel suo comunicato, include l’inquinamento atmosferico nei decessi “legati al clima”, che stima in circa sette milioni all’anno. Con questa visione, anche le malattie cardiovascolari, respiratorie e persino alcuni casi di cancro e disturbi mentali vengono ricondotti al cambiamento climatico. Citando il comunicato:

“Fattori come temperature estreme e inquinamento atmosferico aggravano malattie infettive e croniche, tra cui cancro, malattie cardiovascolari, respiratorie e mentali. Al contempo, il settore sanitario contribuisce alla crisi climatica, con circa il 5% delle emissioni globali di gas serra.”


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GCCHE e ENCHE: Una Rete che Cresce tra Ambiguità e Controversie

L’apparente collaborazione tra l’Università di Augusta e il GCCHE, definita “oscura” da alcuni critici, svela collegamenti strategici più profondi. Infatti, ENCHE è semplicemente un “punto di supporto regionale” del GCCHE, il quale ha sede presso la Columbia University di New York e mira a rafforzare la cooperazione transatlantica nel settore della salute e del clima.

Il GCCHE non pubblica informazioni complete su finanziatori o membri dei suoi organi decisionali. Anche se l’iniziativa afferma di avere 350 facoltà e 200.000 studenti membri in 60 paesi, i finanziamenti, secondo alcuni critici, potrebbero includere ingenti donazioni indirette da aziende farmaceutiche attraverso fondazioni come la Rockefeller Foundation e ClimateWorks Foundation, pur rimanendo invisibili al grande pubblico.


Un’Iniziativa Controversa per un Futuro Incerto

La nascita della rete ENCHE è solo uno degli ultimi esempi di come media, istituzioni sanitarie e persino università possano essere coinvolti in partenariati pubblico-privati sul clima e la salute, sostenendo una narrativa in cui il cambiamento climatico appare come una crisi sanitaria imminente.

Se tale quadro venisse ufficialmente riconosciuto come una crisi sanitaria globale, si aprirebbero le porte a nuove misure emergenziali e a una collaborazione stretta tra OMS, governi e aziende farmaceutiche, potenzialmente a vantaggio di queste ultime.

La questione non si ferma qui. Se, come alcuni esponenti del Club di Roma propongono, fosse necessaria una “governance globale” per gestire la crisi, potremmo trovarci di fronte a una struttura decisionale planetaria capace di legiferare tramite decreti, riducendo i margini di trasparenza e autonomia.


Conclusioni

La sfida per l’OMS e le aziende farmaceutiche è oggi ridefinire il cambiamento climatico come crisi sanitaria, permettendo così interventi globali più invasivi e rapidi. Ma il controllo capillare sulle nuove minacce sanitarie solleva perplessità, specialmente quando nuove “emergenze” portano a una più rapida approvazione di farmaci e terapie genetiche potenzialmente rischiose.

Nel complesso, ENCHE e GCCHE evidenziano un crescente allineamento tra mondo accademico, industria farmaceutica e governi, lasciando aperti quesiti cruciali: la salute pubblica è davvero la priorità o questa rete risponde ad altri interessi?

Pandemia e Vaccini: matematico ci svela i numeri reali sull’eccesso di mortalità in Germania (parte seconda)

Il professor di matematica Matthias Reitzner e il professor di psicologia Christof Kuhbandner hanno calcolato il tasso di mortalità in eccesso in Germania e Austria. Nella prima parte di questa intervista, Matthias Reitzner ha spiegato i risultati, che non si aspettava in questo modo. Nel terzo anno della pandemia, in Germania sono morte più persone rispetto al primo e al secondo anno della pandemia messi insieme. E più aumentava la vaccinazione nei singoli stati federali, più aumentava il tasso di mortalità in eccesso. Ecco la seconda parte dell’intervista. (LINK alla prima parte)

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L’istituto di ricerca dell’assicurazione sanitaria “Barmer” ha ritenuto i vostri calcoli precedenti “non sostenibili”. Ha sottolineato, ad esempio, che l’influenza alla fine del 2022 ha causato molti decessi. Secondo lo studio da lei menzionato nella prima parte dell’intervista e pubblicato su The Lancet Regional Health – Europe, anche la forte influenza ha contribuito alla mortalità in eccesso nel 2022.

Dai dati in nostro possesso non è possibile leggere le cause mediche della mortalità in eccesso. Trovo improbabile che un’ondata influenzale possa spiegarla, poiché anche le ondate influenzali più gravi causano al massimo 25.000 decessi – nel terzo anno della pandemia, invece, abbiamo avuto una mortalità in eccesso di 78.000 morti. Le assicurazioni sanitarie dispongono di un’enorme quantità di dati. Non capisco perché non vengano analizzati in modo imparziale, se si vogliono determinare le cause della mortalità in eccesso.


l professor dott. techn. Matthias Reitzner (58 anni) ha studiato Matematica Tecnica presso l’Università Tecnica di Vienna, successivamente Matematica Attuariale, ed è un attuario riconosciuto. Dopo soggiorni a Friburgo e Salisburgo, nel 2009 è stato nominato professore di Teoria della Probabilità e Statistica presso l’Università di Osnabrück e dal 2011 dirige l’Istituto di Matematica della stessa università. Austriaco di nascita, è vaccinato contro tutto e aveva intenzione di vaccinarsi anche contro il Covid-19, fino a quando ha constatato “che in Germania, nel 2020, nonostante le notizie allarmanti, non vi era stata alcuna mortalità in eccesso e che a partire dalla metà del 2021 l’invito a vaccinarsi era stato espresso in un tono incredibilmente perentorio, che ricordava tempi oscuri della Germania.” Da allora, Reitzner si occupa criticamente del tema della mortalità in eccesso durante gli anni della pandemia


Lo studio pubblicato sulla rivista The Lancet Regional Health – Europe non ha trovato, come lei, alcuna prova che le misure anti-Covid abbiano influenzato la mortalità in eccesso. Tuttavia, su due altri punti, questo studio arriva a conclusioni molto diverse dalle sue: il tasso di mortalità in eccesso in Europa sarebbe stato più alto nel 2021 e poi diminuito. In secondo luogo, la mortalità in eccesso è diminuita in modo molto significativo proprio dove molte persone erano completamente vaccinate. Cosa risponde a questo?

Innanzitutto, il calcolo della mortalità in eccesso in questo studio è molto impreciso. Per quanto riguarda Germania e Austria, la mortalità in eccesso è aumentata costantemente dal 2020 al 2023. Abbiamo comunque analizzato i risultati di questo studio, nonostante i calcoli imprecisi.

Con quale risultato?

Questo studio rileva lo stesso che noi: la mortalità in eccesso fino alla metà del 2020 è statisticamente correlata al tasso di vaccinazione del secondo anno. Questo significherebbe che più persone sono state vaccinate nel 2021, meno persone sono morte nell’anno precedente.

La vaccinazione, però, non può proteggere retroattivamente, giusto?

Esatto. Quindi dev’esserci un altro fattore in gioco. Da metà 2020 fino alla fine del 2021, questo studio mostra anche una correlazione tra tasso di vaccinazione e mortalità in eccesso, come ci si aspetterebbe: più alto è il tasso di vaccinazione, minore è la mortalità in eccesso. Ma a partire dal 2022, la situazione si ribalta: maggiore è il tasso di vaccinazione, maggiore è la mortalità in eccesso. Analizzando l’aumento della mortalità in eccesso, si nota che a partire dalla metà del 2021 emerge una correlazione altamente significativa: più alto è il tasso di vaccinazione, più aumenta la mortalità in eccesso. Abbiamo segnalato questa osservazione agli autori e alla rivista.

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Gli autori dello studio scrivono che “le ragioni della mortalità in eccesso nel 2022, anche nei Paesi con alti tassi di vaccinazione, sono difficili da spiegare e potrebbero in parte essere collegate agli effetti del Covid-19 su altre malattie.” Come hanno reagito alla vostra critica?

Il revisore ha giudicato il nostro commento discutibile e uno degli autori ci ha detto che non riteneva necessario uno studio che mettesse in dubbio l’efficacia dei vaccini Covid-19. Così tanto per l’obiettività e la curiosità scientifica.

Potrebbe la variante altamente contagiosa Omicron, che si è diffusa a partire dalla fine del 2021, essere quel fattore sconosciuto che ha causato un tale aumento della mortalità in eccesso?

Come matematico, non posso rispondere a questo. Bisognerebbe innanzitutto verificare se “Omicron” si sia “trattenuta” ovunque ci fosse stata poca vaccinazione. In secondo luogo, andrebbe esaminato se “Omicron” non sia stata rilevata dai test. Infatti, i decessi attribuiti al Covid-19 non spiegano la mortalità in eccesso osservata.

Durante i tre anni di pandemia, ci sono stati periodi, fattori o fasce d’età in cui i decessi sono stati particolarmente numerosi?

Sì. Nel primo anno della pandemia, durante il periodo natalizio, sono morte molte più persone di oltre 70 anni, un fenomeno simile a una grave ondata di influenza, accompagnato da un aumento dei test positivi per il Covid. Si trattava chiaramente di decessi da Covid. Dall’estate del 2021, la mortalità in eccesso ha continuato a salire in tutti i Länder tedeschi e, sorprendentemente, ha colpito tutte le fasce d’età tranne una: quella dai 50 ai 60 anni, che è rimasta indenne. Lo stesso è accaduto in Austria, e ciò mi ha sorpreso molto.

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Come siete sicuri che le correlazioni riscontrate non siano semplicemente coincidenze? Anche meno cicogne e meno nascite sembrano correlate solo in apparenza.

Con l’argomento della “casualità” si può mettere in dubbio tutto, anche i test di approvazione dei farmaci, che misurano anch’essi solo correlazioni. Il fatto è che: nel primo anno della pandemia, la mortalità in eccesso ha correlato soprattutto con il numero di decessi Covid. Ma nel terzo anno, il fattore che ha mostrato la correlazione più forte con la mortalità in eccesso è stato il tasso di vaccinazione. Non si trattava della diversa struttura d’età della popolazione nei Länder, né del prodotto sociale lordo, né del numero di persone in assistenza, né della severità delle misure adottate o del tasso di povertà. Abbiamo verificato tutto. Abbiamo trovato lo stesso andamento – maggiore mortalità in eccesso nonostante una maggiore vaccinazione – anche in Austria, e quando abbiamo suddiviso la Germania nei Länder dell’est e dell’ovest.

Cosa dice la statistica delle cause di morte?

Sarebbe interessante, ma non l’abbiamo analizzata. Le informazioni sui certificati di morte non riflettono in modo affidabile le reali cause di morte. Anche studi basati sugli anticorpi nel sangue per verificare se una persona abbia avuto un’infezione da Sars-CoV-2 sarebbero utili. Ma non conosco alcuno studio del genere condotto su scala nazionale. Questi studi sono stati fatti solo a livello locale.

Nello studio scrivete che un fattore sconosciuto potrebbe aver contribuito all’aumento della mortalità. In tal caso, la correlazione con le vaccinazioni sarebbe solo apparente.

Sì, ma questo fattore sconosciuto dovrebbe soddisfare alcune condizioni: dovrebbe essere emerso improvvisamente nel secondo anno della pandemia e aver avuto il massimo effetto proprio nei Länder con il minor numero di infezioni Covid fino a quel momento. Inoltre, dovrebbe manifestarsi maggiormente nei periodi in cui la campagna vaccinale era più intensa. Sarebbe difficile trovare un fattore che soddisfi tutte queste condizioni, come fanno i vaccini Covid.

Nel 2020, 2021 e 2022 ci sono state molte differenze: altre “misure”, nuovi vaccini, nuove varianti del virus, il ritorno di malattie infettive come influenza o RSV… Eppure sospettate che siano le vaccinazioni ad avere il ruolo principale nella mortalità in eccesso. Perché?

Perché finora non ho visto altre spiegazioni ragionevoli che possano giustificare tutti questi dati.

I grandi studi sui vaccini mRNA condotti dai produttori hanno riportato che si trattava di vaccini altamente efficaci. E voi concludete che vi è una correlazione evidente tra i vaccini Covid e la mortalità in eccesso nel secondo e soprattutto nel terzo anno della pandemia. Come si conciliano queste osservazioni?

Non posso dire cosa abbia causato esattamente l’aumento della mortalità. Non so se si tratti dei vaccini mRNA. In teoria, potrebbe anche essere dovuto, ad esempio, a una contaminazione di massa delle siringhe o del vaccino stesso. I dati mostrano solo una forte correlazione con le vaccinazioni somministrate. Nei grandi studi sui vaccini sponsorizzati dai produttori, si vede che all’inizio il numero di decessi era praticamente lo stesso nel gruppo vaccinato e in quello placebo. Poi, anche nel gruppo placebo hanno iniziato a vaccinare tutti. Di conseguenza, non è stato più possibile confrontare l’andamento successivo.

Cosa rimane da fare?

In Germania sono morte circa 127.000 persone in più del solito, e la maggior parte di esse non erano decessi Covid. È devastante. E laddove si è vaccinato di più, la mortalità in eccesso è aumentata. Tutto ciò richiede di essere ulteriormente indagato, ma sembra che a nessuno interessi. Si potrebbe, per esempio, analizzare se determinati vaccini siano più correlati alla mortalità in eccesso rispetto ad altri. Vorrei che più scienziati indipendenti indagassero ulteriormente su questa questione. Sarebbe più che urgente.

domenica 20 ottobre 2024

Il tramonto dei professori anti-euro

Su die Welt Il noto giornalista e scrittore Alan Posener ci ricorda come in Germania i professori anti-euro, che avevano acquisito visibilità durante i difficili anni della crisi dell’euro, siano ormai spariti dalla scena pubblica. Tra questi spicca l’economista Joachim Starbatty, un tempo acceso critico della moneta unica. Anche AfD, partito nato con una forte opposizione all’euro, ha dovuto fare marcia indietro, ammorbidendo la sua posizione fino ad ammettere che, tutto sommato, la moneta unica non è più il male assoluto. Da die Welt

Ricordate Joachim Starbatty? Il rinomato economista ha percorso un cammino che lo ha portato dalla CDU all’AfD, fino al nirvana politico. Ha ripetutamente coinvolto la Corte Costituzionale Federale, prima con un ricorso contro l’introduzione dell’euro, poi con un ricorso contro gli aiuti alla Grecia, infine con altri ricorsi contro il meccanismo di stabilità dell’UE e il patto di bilancio dell’UE. Tutte queste azioni sono fallite.

In occasione del ricorso alla Corte Costituzionale contro gli aiuti alla Grecia, Starbatty ha dichiarato: “O la zona euro si restringe e si risana, oppure darò all’euro un termine di vita limitato di due o cinque anni.” Questo accadeva nel 2011 e dimostra che le previsioni sono difficili, soprattutto quando riguardano il futuro. Da allora, la zona euro non si è ristretta, ma si è ampliata: con Estonia, Lettonia, Lituania e infine Croazia. E i profeti di sventura sono diventati più silenziosi.

Cambiamenti nell’AfD

Anche AfD, originariamente fondata come partito anti-euro, ha modificato il suo tono. Sebbene abbia ancora nel programma l’uscita dall’unione monetaria, il capo del partito, Tino Chrupalla, ha dichiarato lo scorso anno che l’AfD desidera una moneta stabile, come era un tempo il marchio tedesco. Se ciò fosse possibile con l’euro, “naturalmente” si potrebbe fare anche con l’euro.

successo afd

In effetti, i populisti avrebbero ora motivo di chiedere l’uscita dall’euro. Perché ciò che Starbatty e altri non credevano possibile è accaduto. Le riforme richieste da Angela Merkel come condizione per un salvataggio hanno avuto effetto nei paesi un tempo derisi come “Club Med”. A scapito della Germania. Un tempo, l’euro era per la Germania – anche grazie alle riforme Hartz del governo rosso-verde sotto Gerhard Schröder – una moneta economica, mentre per il Club Med era una moneta troppo forte.

Crescita dei Costi e Competitività

Tuttavia, già nel 2015, i costi del lavoro hanno iniziato a risalire; a questo si sono aggiunti i costi energetici più elevati dopo la venuta meno del gas russo. “Per la prima volta in due decenni,” osserva il britannico “Economist”, “la Germania non ha vantaggi sui costi rispetto agli altri membri della zona euro.” Starbatty rifiutava l’euro anche perché riteneva che avrebbe costretto i sud-europei a riforme dolorose e li avrebbe spinti in una crisi politica; ora è l’euro che ci costringe a una maggiore produttività.

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La produttività della Germania deve migliorare

Naturalmente, si può eludere questo problema a breve termine, sovvenzionando energia o lavoro. Ma a lungo termine, si tratta di soluzioni controproducenti, perché riducono la pressione per l’innovazione e gli investimenti nelle aziende e sottraggono allo stato risorse che sarebbero meglio destinate all’infrastruttura – che potrebbe includere anche reattori nucleari modulari.

Resta da notare: nonostante le voci contrarie, l’euro è un successo proprio perché, come moneta forte, costringe ripetutamente i suoi membri a confrontarsi con le crisi. La compiacenza e la pigrizia negli investimenti non vengono punite immediatamente, ma in modo inesorabile. Quando si valutano i partiti politici, è importante prestare attenzione a se hanno ricette per risolvere la crisi di produttività della Germania. Perché da questo dipende il futuro.

Pandemia e Vaccini: matematico ci svela i numeri reali sull'eccesso di mortalità in Germania

“Negli Stati federali tedeschi dove sono state somministrate più vaccinazioni contro il Covid, il numero di decessi è aumentato molto di più. Gli Stati federali con un’alta copertura vaccinale hanno registrato nel terzo anno di pandemia la maggiore mortalità in eccesso“ dice l’attuario austriaco Matthias Reitzner intervistato da inforsperber.ch. Matthias Reitzner è professore di statistica all’Università di Osnabruck e ha analizzato in maniera dettagliata i dati sull’eccesso di mortalità in Germania e Austria.

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Signor Reitzner, lei è professore di matematica. Come è arrivato a calcolare la sovramortalità durante la pandemia di COVID-19?

Da circa 200 anni, gli attuari utilizzano un modello standard per calcolare la sovramortalità. Questo modello tiene conto, tra l’altro, della struttura demografica della popolazione, dell’aumento dell’aspettativa di vita e del trend pluriennale dei decessi. Anche l’Ufficio federale di statistica tedesco ha sempre utilizzato questo metodo. Nel 2020, durante la pandemia, questa autorità ha improvvisamente cambiato metodo di calcolo, passando a una nuova e strana metodologia. Questo nuovo metodo ignorava completamente il fatto che in Germania ogni anno muoiono circa 15.000 persone in più rispetto all’anno precedente. Questo mi ha insospettito.

Per calcolare la sovra- o sottomortalità, si confronta il numero di decessi attesi normalmente con il numero reale dei decessi. Come cambia il risultato se non si tiene conto di questo consueto aumento annuo dei decessi?

Di conseguenza, il numero di decessi attesi diminuisce di circa 30.000-40.000. La differenza tra i decessi attesi e quelli osservati aumenta. Di conseguenza, la sovramortalità calcolata risulta significativamente più alta.

L’Ufficio federale ha quindi calcolato, con questo nuovo metodo, una sovramortalità molto più alta rispetto a quella che si sarebbe ottenuta con il metodo di calcolo tradizionale?

Sì.

Con quale giustificazione è stato adottato questo nuovo e, secondo lei, “strano” metodo di calcolo?

Improvvisamente è stato detto che il metodo precedente era troppo complicato. Tuttavia, un’interrogazione parlamentare ha poi rivelato che l’Ufficio federale di statistica non aveva affatto abbandonato il metodo tradizionale, ma continuava a utilizzarlo in background. Tuttavia, i risultati di questi calcoli non sono stati comunicati durante le conferenze stampa ufficiali durante la pandemia. Ora l’Ufficio federale di statistica è tornato a utilizzare il metodo precedente.

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Conosce altri esempi di calcoli sulla sovramortalità che, secondo lei, sono errati?

Le stime dell’OMS sono completamente assurde. È un’assurdità matematica, una barzelletta tra gli attuari. Anche uno studio pubblicato recentemente su “The Lancet Respiratory Medicine”, che ha fatto il giro dei media, è una follia matematica. In questo studio è stato calcolato quante vite sono state salvate direttamente dai vaccini contro il COVID-19.

I media hanno dato ampio risalto a questo studio. Secondo esso, le vaccinazioni contro il COVID-19 avrebbero salvato circa 1,6 milioni di vite solo in Europa fino a marzo 2023. Perché considera questo studio “assurdo”?

Se si prendono sul serio i calcoli di questi autori, in Europa dovrebbero vivere almeno 4,5 miliardi di persone. Questo è completamente inverosimile, poiché ci sono circa 740 milioni di persone. Inoltre, gli autori fanno ipotesi irrealistiche, come il fatto che l’effetto protettivo del vaccino contro il COVID duri molto più a lungo di quanto non sia in realtà. Inoltre, hanno stimato una mortalità per COVID-19 circa 100 volte superiore a quella reale. E la formula su cui si basano è assurda: anche se ipoteticamente tutte le persone vaccinate in Europa fossero state avvelenate con arsenico subito dopo la vaccinazione e fossero morte, secondo i calcoli di questo studio, i vaccini contro il COVID avrebbero comunque salvato vite.

Com’è stata la sovramortalità in Austria e Germania nel corso dei tre anni di pandemia, rispetto agli anni precedenti?

Per quanto riguarda la mortalità, il 2020 è stato un anno del tutto normale per la Germania, normale quanto può esserlo. In Germania, ci sono variazioni annuali nei decessi di più o meno 25.000, questa è la normale fascia di fluttuazione. Nel 2020 ci sono stati circa 4.000 decessi in più di quanto previsto. Quindi era del tutto nella norma.

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Ma questo riguarda l’anno solare. Per evitare che le ondate di infezioni invernali si distribuiscano su due anni solari, lei non ha calcolato in anni solari, ma in “anni pandemici”. Un “anno pandemico” andava da aprile fino a marzo dell’anno successivo. Come si presenta la situazione se si considera l’anno pandemico da aprile 2020 a marzo 2021?

In questo caso, calcoliamo una sovramortalità di circa 22.000 decessi. È paragonabile a un anno di influenza molto grave.

E nell’anno pandemico successivo, da aprile 2021 a marzo 2022, l’eccesso di mortalità è aumentato in modo significativo.

Sì, abbiamo registrato circa 60.000 decessi in eccesso. Questo aumento può essere paragonato a un anno con una mortalità particolarmente alta a causa di un’epidemia di influenza.

Nel 2022, la mortalità è aumentata ulteriormente. Come spiega questo fenomeno?

Nel 2022 abbiamo avuto circa 70.000 decessi in eccesso. L’aspetto allarmante è che, nonostante il picco di mortalità nel 2022, in Germania la mortalità nel 2023 rimane molto alta. Non possiamo parlare di un’influenza in questo caso. Se confrontiamo i decessi del 2023 con quelli degli anni precedenti, ci troviamo davanti a un tasso di mortalità del 25% più alto rispetto ai valori normali. Questo è estremamente allarmante.

Nel suo studio ha dimostrato che la mortalità in eccesso si manifesta in modo diverso nei diversi Stati federali. Cosa ha scoperto?

Ho notato un chiaro legame tra la copertura vaccinale e la mortalità in eccesso. Negli Stati federali tedeschi dove sono state somministrate più vaccinazioni contro il Covid, il numero di decessi è aumentato molto di più. Gli Stati federali con un’alta copertura vaccinale hanno registrato nel terzo anno di pandemia la maggiore mortalità in eccesso. Questo significa che il numero di decessi è molto più alto rispetto agli anni precedenti.

venerdì 18 ottobre 2024

Commerzbank-Unicredit: la vendita a sorpresa, piu' telefonata di sempre

Nelle ultime settimane, la vendita di un pacchetto di azioni Commerzbank a Unicredit da parte del governo federale ha scatenato forti discussioni. La grande banca italiana si è ritrovata con il 9% di partecipazione in Commerzbank praticamente da un giorno all’altro, e tutti si sono chiesti: ma come è potuto succedere così in fretta e senza che il governo se ne accorgesse per tempo? In realtà si è trattato di una vendita decisamente “telefonata”, ne scrive WiWo.de

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Prima della vendita ufficiale, diversi esponenti del governo tedesco avevano avuto ripetuti contatti con Unicredit. È quanto emerge da una lettera del Ministero delle Finanze al deputato della CDU, Matthias Hauer, che Reuters ha potuto visionare. Sorprendentemente, né il cancelliere Olaf Scholz né il ministro delle Finanze Christian Lindner hanno mai parlato direttamente con i rappresentanti della banca italiana.

Tuttavia, una delle conversazioni più rilevanti si è tenuta il 10 settembre 2024, quando il segretario di Stato delle Finanze Florian Toncar ha avuto una breve telefonata con la responsabile di Unicredit in Germania, Marion Höllinger. Durante questa chiamata, Höllinger ha informato Toncar che Unicredit possedeva già una partecipazione in Commerzbank.

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La Vendita Lampo del Pacchetto Azionario

Poche ore dopo, il governo tedesco ha venduto il 4,5% delle azioni di Commerzbank a Unicredit, che aveva presentato l’offerta più alta in un’asta pubblica. In breve tempo, la banca italiana ha raggiunto una quota del 9% nella banca tedesca. Questo sviluppo ha destato sospetti, con molti che si chiedono se il governo tedesco fosse preparato all’intera operazione.

“Telefonata molto breve”, ha dichiarato il Ministero delle Finanze in merito al colloquio tra Toncar e Höllinger, cercando di minimizzare la portata di quella conversazione. Ma ciò non ha fermato le polemiche.

Scetticismo a Berlino: Un’Acquisizione Ostile?

L’acquisizione di queste azioni da parte di Unicredit viene vista come un tentativo di consolidare il frammentato settore bancario europeo. Tuttavia, a Berlino, il comportamento di Unicredit ha generato scetticismo. Molti esponenti del governo tedesco si sono trovati sorpresi dalla rapidità con cui Unicredit ha accumulato il suo pacchetto azionario, e questo ha sollevato preoccupazioni su una possibile acquisizione ostile.

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Secondo il politico della CDU Matthias Hauer, ci sarebbe stato un “intenso scambio” tra il governo e Unicredit, nonostante la mancanza di trasparenza nel processo. Hauer ha duramente criticato la gestione della vicenda:

“Il governo ha permesso incautamente che Commerzbank fosse esposta a una possibile acquisizione ostile, sollevando numerosi interrogativi e gettando una cattiva luce sull’operato governativo”.

La Strategia di Commerzbank: Fuori Controllo?

Commerzbank, che negli ultimi anni sembrava seguire una solida strategia di rilancio, è stata travolta da questo processo di vendita. Secondo Hauer, “la banca stava seguendo una buona strategia, fino a quando il governo non ha avviato un processo di vendita che gli è completamente sfuggito di mano”.

Uno dei principali interrogativi è perché solo Unicredit sia riuscita a ottenere una partecipazione strategica, nonostante l’obiettivo della vendita fosse quello di diversificare maggiormente gli investitori.

Chi C’è Dietro: Altri Contatti con Unicredit

Il caso ha preso una piega ancora più interessante quando è emerso che anche Jörg Kukies, ex banchiere d’investimento e ora segretario di Stato alla Cancelleria, aveva avuto incontri con importanti rappresentanti di Unicredit, tra cui il presidente del consiglio di amministrazione Pier Carlo Padoan e il CEO Andrea Orcel. Nonostante ciò, il Ministero delle Finanze ha dichiarato che non c’è stato “alcun incontro bilaterale” tra Kukies e Orcel, tentando così di ridimensionare l’importanza di questi contatti.

Conclusione: Un Processo da Chiarire

L’intera vicenda della vendita delle azioni di Commerzbank lascia aperte molte domande: perché il governo non è riuscito a diversificare gli acquirenti? E perché Unicredit è riuscita ad accumulare una partecipazione così significativa con tale facilità? Queste domande richiedono risposte chiare e urgenti.

Ciò che è certo è che la vendita ha creato un terremoto politico ed economico in Germania, e il futuro della Commerzbank è ora più incerto che mai.

domenica 13 ottobre 2024

Intervista a Gerhard Schröder sulle Sfide Globali: Migrazione, Crisi Energetica e Diplomazia in Europa

Nel corso di una recente intervista, Gerhard Schröder, ex cancelliere tedesco, ha offerto una prospettiva lucida e critica sulle principali questioni politiche che stanno attualmente influenzando la Germania e l’Europa. Il suo intervento, pur fondato sull’esperienza e sulle scelte politiche passate, si concentra su una serie di sfide che vanno dalla gestione della crisi migratoria, alle difficoltà economiche, fino alla guerra in Ucraina. Di seguito, esploreremo i punti chiave toccati da Schröder, che risultano di grande interesse per comprendere le dinamiche politiche attuali.

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1. La crisi migratoria e il suo impatto sociale

Uno dei temi più rilevanti affrontati da Schröder è la gestione della migrazione, che continua a rappresentare una sfida fondamentale per la Germania e l’Europa. Schröder critica l’approccio attuale, accusando i governi di non aver trovato un equilibrio tra l’accoglienza umanitaria e il controllo dell’immigrazione. Secondo lui, la distinzione tra rifugiati politici e migranti economici è spesso troppo sfumata, e questo ha portato a tensioni sociali crescenti. La percezione diffusa, osserva Schröder, è che i cittadini che lavorano regolarmente siano svantaggiati rispetto a coloro che beneficiano dei sussidi statali, una situazione che rischia di alimentare sentimenti di frustrazione e il sostegno ai partiti populisti.

2. La transizione energetica e la crisi economica

Schröder esprime preoccupazioni anche sulla gestione della transizione energetica in Germania. Sebbene riconosca l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico, critica l’impatto delle attuali politiche verdi sull’economia del Paese. La rapida transizione verso fonti di energia rinnovabile, insieme al distacco dalle tradizionali forniture energetiche russe, ha infatti provocato una crisi che ha colpito sia le industrie tedesche che i cittadini. Schröder suggerisce che la Germania dovrebbe adottare un approccio più graduale e pragmatico per proteggere la sua competitività economica e sostenere la crescita, mantenendo comunque gli obiettivi ambientali.

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3. La guerra in Ucraina e il ruolo dell’Europa

Un altro tema centrale dell’intervista è il conflitto in Ucraina. Schröder, che ha mantenuto legami stretti con la Russia, non giustifica l’invasione russa ma critica anche la mancanza di volontà da parte dell’Occidente di cercare una soluzione diplomatica. Secondo l’ex cancelliere, l’Europa dovrebbe assumere un ruolo più attivo nel mediare tra le parti in conflitto, cercando soluzioni negoziate piuttosto che puntare esclusivamente sull’invio di armi alla parte ucraina. Schröder teme che l’ulteriore escalation militare possa portare a una destabilizzazione maggiore, con conseguenze disastrose, specialmente per l’Europa.

Uno dei punti più controversi del suo intervento è la critica alle armi fornite all’Ucraina, in particolare quelle a lungo raggio che potrebbero colpire obiettivi russi sensibili, come Mosca. Schröder ritiene che un conflitto prolungato, basato unicamente su una soluzione militare, non porterebbe a una pace duratura. In questo contesto, richiama l’importanza di trovare canali diplomatici e suggerisce che l’Europa, soprattutto Francia e Germania, debba assumere la leadership in questi negoziati, senza aspettare l’iniziativa di potenze esterne come gli Stati Uniti o la Cina.

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4. La politica europea e il ruolo del motore franco-tedesco

Schröder riflette inoltre sullo stato attuale dell’Unione Europea, lamentando la debolezza del cosiddetto “motore franco-tedesco”, che storicamente ha guidato l’integrazione e la stabilità in Europa. A suo avviso, l’indebolimento della cooperazione tra Germania e Francia sta mettendo a rischio la capacità dell’Europa di affrontare le sfide globali. Questa mancanza di leadership, sostiene Schröder, ha creato un vuoto politico che rende l’Europa vulnerabile su diversi fronti, dall’economia alla sicurezza.

Secondo Schröder, la soluzione per rilanciare l’Europa risiede in un rinnovato impegno da parte di Germania e Francia a lavorare insieme per affrontare le crisi interne e internazionali, rafforzando al contempo l’integrazione europea. Senza una forte alleanza tra questi due Paesi, le prospettive per un’Europa unita e competitiva sembrano sempre più incerte.

5. Un futuro incerto per la leadership globale

Infine, Schröder riflette sulle trasformazioni della leadership globale, sottolineando come l’Europa stia perdendo terreno rispetto ad altre potenze, in particolare Stati Uniti e Cina. Il suo richiamo è chiaro: l’Europa deve riconquistare una posizione di maggiore indipendenza strategica, specialmente nel dialogo con gli Stati Uniti. Se l’Europa vuole avere un peso nei negoziati internazionali, specialmente in quelli relativi al conflitto in Ucraina, deve essere più proattiva e autonoma nelle sue decisioni geopolitiche.

Schröder avverte che un’Europa frammentata rischia di restare relegata a un ruolo marginale, incapace di influenzare gli eventi globali e di proteggere i propri interessi.

Conclusione

Gerhard Schröder, con la sua lunga esperienza politica, ci offre uno sguardo critico ma costruttivo sulle attuali sfide della Germania e dell’Europa. Le sue osservazioni, che spaziano dalla crisi migratoria, alla politica energetica, alla guerra in Ucraina, evidenziano la necessità di una leadership forte e decisa, capace di affrontare i problemi con pragmatismo e visione a lungo termine. In un momento di grande incertezza, Schröder suggerisce che solo una Germania e un’Europa unite possono trovare soluzioni durature per garantire prosperità e stabilità nel prossimo futuro.

giovedì 10 ottobre 2024

Perchè a pagare il conto dei dazi sulle auto elettriche potrebbero essere proprio i tedeschi (che non li volevano)

Interessante riflessione che si inserisce nell’ambito di relazioni poco amichevoli e interessi divergenti tra Francia e Germania: a pagare il conto dei dazi sulle auto elettriche cinesi, fortemente voluti dai francesi per proteggere Stellantis e Renault, potrebbero essere proprio i tedeschi che continuano a fare affari d’oro con i cinesi grazie alle auto di lusso e alle importazioni di auto elettriche in Europa costruite in Cina. Ne scrive il sempre ben informato German Foreign Policy.

dazi auto elettriche cinesi

Pechino ha avviato le prime contromisure contro i dazi punitivi imposti dall’Unione Europea sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina. Al centro del mirino: il brandy francese, per un valore di 1,7 miliardi di euro. E questo potrebbe essere solo l’inizio: ulteriori misure potrebbero colpire anche la Germania e altre nazioni.

Un inizio segnato dal brandy francese

Dopo la decisione dell’UE di imporre dazi sulle auto elettriche cinesi, la Cina non ha tardato a reagire. Da venerdì prossimo, gli importatori di acquavite europea, come il brandy francese, dovranno versare una cauzione dal 30,6% al 39% presso le dogane cinesi. Questo primo passo è considerato un segnale verso l’introduzione di controdazi formali, e colpisce un settore chiave per la Francia, che l’anno scorso ha esportato acquavite in Cina per 1,7 miliardi di euro.

Oltre al brandy, Pechino sta valutando ulteriori misure contro le importazioni europee di carne suina, latticini e, potenzialmente, auto con grandi motori a combustione. Quest’ultimo provvedimento rappresenterebbe un colpo duro per le case automobilistiche tedesche, come Mercedes, fortemente dipendenti dal mercato cinese per i loro veicoli di lusso.

Le ragioni dietro i dazi dell’UE

La decisione dell’UE di imporre dazi punitivi sulle auto elettriche cinesi è arrivata lo scorso venerdì, con l’obiettivo di contrastare la concorrenza a basso costo dei produttori cinesi. I dazi punitivi, che si aggiungono al già esistente 10% di dazi sulle importazioni, possono raggiungere fino al 35,5%.

Questo massimo sarà imposto alle aziende cinesi come SAIC (Shanghai Automotive Industry Corporation) e altre che si sono rifiutate di fornire all’UE dati interni sulle loro presunte sovvenzioni. Per altri marchi come Geely, BYD e persino per le auto elettriche prodotte in Cina da BMW e Volkswagen, i dazi saranno più bassi ma comunque rilevanti, oscillando tra il 17% e il 20,7%. Sorprendentemente, Tesla dovrà pagare solo il 7,8% di dazi sulle sue auto prodotte in Cina, un dettaglio che ha scatenato indignazione tra i produttori europei.

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L’impatto sui produttori tedeschi e la spaccatura nell’UE

Il settore automobilistico tedesco ha reagito con forte irritazione. Il CEO di BMW, Oliver Zipse, ha definito la decisione dell’UE “un segnale fatale per l’industria automobilistica europea”. Anche Oliver Blume, CEO di Volkswagen, ha avvertito che questi dazi sono “particolarmente rischiosi per l’industria tedesca”, poiché colpiscono più duramente i produttori europei rispetto ai loro concorrenti cinesi e statunitensi.

Nel voto dell’UE, Germania e Ungheria si sono opposte ai dazi, mentre dieci Paesi, tra cui Francia, Italia e Polonia, hanno votato a favore. La Francia, il più forte sostenitore dei dazi, teme che i suoi produttori nazionali – Renault e Stellantis – non possano competere con i veicoli elettrici cinesi a basso costo. L’Italia, invece, spera di attirare i produttori cinesi sul proprio suolo, scoraggiando l’importazione di auto finite.

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Le preoccupazioni della Germania: un mercato in declino

La preoccupazione principale dei produttori tedeschi riguarda le possibili contromisure cinesi. La Germania dipende ancora fortemente dal mercato automobilistico cinese, il più grande del mondo, che rappresenta circa il 40% di tutte le immatricolazioni globali di automobili. Chi perde terreno in Cina, rischia di perdere posizioni a livello globale.

Negli ultimi anni, però, le case automobilistiche occidentali stanno vedendo erodersi rapidamente le loro quote di mercato in Cina, in particolare a favore delle aziende locali che dominano il settore delle auto elettriche. Il gruppo Volkswagen, ad esempio, ha visto crollare la sua quota dal 19% nel 2020 al 14% nel 2024. Anche i profitti sono in calo: nel 2023, gli utili di Volkswagen nelle sue joint venture cinesi sono scesi a 2,6 miliardi di euro, rispetto ai 4,6 miliardi del 2018. Solo BMW è riuscita a compensare il calo delle vendite di veicoli a combustione con un aumento del 20% delle vendite di auto elettriche.

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Contromisure future: miliardi in gioco

Martedì, Pechino ha annunciato le prime contromisure, ma ha temporaneamente risparmiato il settore automobilistico. La Cina ha infatti avviato indagini antidumping su latticini e carne suina provenienti dall’UE, due settori chiave per molti paesi europei, soprattutto Francia, Spagna e Paesi Bassi. Inoltre, la Cina sta valutando la possibilità di imporre dazi sulle auto con motori a combustione di grandi dimensioni, una mossa che colpirebbe duramente produttori come Mercedes, i cui veicoli di lusso rappresentano una delle principali fonti di guadagno nel mercato cinese.

Conclusione: la partita è appena iniziata

La guerra commerciale tra Cina e UE è solo agli inizi. Da una parte, l’Europa cerca di proteggere la propria industria automobilistica dalla crescente concorrenza cinese. Dall’altra, Pechino non intende subire passivamente queste mosse e sta già colpendo settori chiave delle esportazioni europee. I prossimi mesi saranno decisivi per capire fino a che punto entrambe le parti saranno disposte a spingersi e quali settori ne usciranno vincitori o perdenti.

In questo scenario, il settore automobilistico tedesco rischia di trovarsi nel mezzo di un conflitto commerciale che potrebbe costargli caro, non solo in termini di profitti, ma anche di leadership globale.

mercoledì 9 ottobre 2024

Norbert Haering - A Berlino il Vertice Globale sulla Salute organizzato dai Manipolatori dell'Opinione Pubblica

Il 13 e 14 ottobre, Berlino accoglierà nuovamente il World Health Summit, la più importante conferenza annuale sulla politica globale della salute dopo l’Assemblea Mondiale della Sanità dell’OMS. Questo vertice è largamente finanziato da aziende farmaceutiche e IT, oltre che dalle loro fondazioni, e quest’anno si concentra su temi cruciali: ristabilire la fiducia distrutta nell’industria farmaceutica, nell’OMS e nei governi, e garantire l’approvazione dell’accordo pandemico dell’OMS. Ne scrive Norbert Haering

Gli Sponsor Principali

I principali sponsor del World Health Summit, che raccoglierà migliaia di partecipanti, includono l’azienda di cloud computing Amazon (AWS), la fondazione del fondatore di Microsoft Bill Gates e la sua ex moglie, la fondazione farmaceutica Wellcome Trust, Siemens Healthineers, la Charité e il Ministero Federale della Salute. Altri contributori includono la Rockefeller Foundation, l’UE e due organizzazioni delle Nazioni Unite, oltre ai soliti sospetti dell’industria farmaceutica e IT: Pfizer, Bayer, Sanofi, Johnson & Johnson, Fresenius, Google Health, e molti altri.

Gli sponsor di quest’anno sono, in gran parte, gli stessi del vertice dell’anno scorso.

L’Incontro dello Scorso Anno: Dichiarazioni Rivelatrici

Il World Health Summit del 2023 ha rivelato dichiarazioni piuttosto significative. Ad esempio, il virologo della Charité, Drosten, ha proposto di creare, in caso di pandemia, liste di scienziati affidabili che possano esprimersi sullo stato della scienza. Tuttavia, l’inefficacia dei vaccini Covid e i loro numerosi effetti collaterali non sono stati argomenti d’interesse per i politici globali della sanità.

Inoltre, si è affermato che l’enorme aumento di malattie mentali tra i giovani non sia stato causato dai lockdown o dalla strategia di paura promossa dal governo, ma piuttosto dal cambiamento climatico.

world health summit berlino

Fiducia Distrutta: Il Tema Centrale

Il tema principale di quest’anno sembra essere la ricostruzione della fiducia persa. Tuttavia, sembra improbabile che ci sarà una revisione critica degli errori che hanno contribuito alla perdita di tale fiducia.

Una delle domande poste sarà: “L’intelligenza artificiale può aumentare la fiducia nella scienza?” Questa discussione avverrà a porte chiuse, senza streaming o registrazioni, e richiederà un permesso speciale per partecipare.

Inoltre, si discuterà del “deficit di fiducia globale”, emerso con il fallimento provvisorio dell’accordo pandemico. La sessione si concentrerà su come colmare il divario di fiducia e mobilitare un approccio sociale per costruire sistemi sanitari resilienti.

L’Approccio della WHO per Colmare il “Trust Gap”

Secondo un articolo pubblicato su Foreign Affairs e caldamente raccomandato dall’OMS, il governo dovrebbe investire in organizzazioni di fiducia come chiese, media e imprese per coinvolgerle come promotori segreti delle misure di salute pubblica. Questo approccio, promosso da figure come Ilona Kickbusch, è stato adottato in collaborazione con piattaforme social come TikTok, che ha aiutato a diffondere i messaggi di scienziati e medici formati.

world health summit berlino

Censura e Manipolazione dei Media

Oltre all’uso di promotori segreti, il secondo pilastro dell’approccio dell’OMS è la censura. L’OMS collabora con organizzazioni per creare liste di siti web considerati inaffidabili, suggerendo a piattaforme come Google e Wikipedia di promuovere solo le informazioni ritenute veritiere dall’OMS. Inoltre, con il supporto di militari e servizi segreti, le piattaforme di social media sono monitorate e manipolate per modellare l’opinione pubblica in merito alle politiche sanitarie globali.

I Global Health Labs: Approfondimenti Esclusivi

Una novità del vertice di quest’anno sono i Global Health Labs, sessioni riservate con partecipanti selezionati che esploreranno le complessità dei processi decisionali nella salute globale. Un esempio è il panel dedicato a come convincere i cittadini a condividere i propri dati sanitari, accettare l’uso della telemedicina e della diagnostica basata sull’intelligenza artificiale, e utilizzare dispositivi indossabili e app sanitarie.

Altri panel si concentreranno sulla preparazione e risposta alle emergenze e su come migliorare la fiducia reciproca tra governi e OMS, gravemente danneggiata durante la pandemia.

Cambiamento Climatico: Un’emergenza Sanitaria?

Una sessione pubblica tratterà la presunta aumentata minaccia pandemica causata dal cambiamento climatico. Il programma afferma che il cambiamento climatico espande le aree di diffusione di animali che trasmettono malattie, come zanzare e pipistrelli, aumentando così il rischio di nuove pandemie. Secondo questa narrazione, la salute umana, quella del pianeta, degli animali e delle piante sono interconnesse.

Bioweapons e Gain-of-Function Research: Un Silenzio Assordante

Tuttavia, non ci sarà alcuna discussione sulla pericolosa ricerca sulle armi biologiche (Gain-of-Function Research), nonostante la pandemia da Covid suggerirebbe che sia un argomento di grande rilevanza. Poiché Stati Uniti e Cina continuano senza ostacoli le loro ricerche, questo tema rimane assente dall’agenda del vertice.

Conclusioni

Il World Health Summit, organizzato dalla Charité e dal Ministero Federale della Salute, ma finanziato in gran parte dalle aziende farmaceutiche e IT, dimostra chiaramente quanto sia malsano il mix tra interessi privati e potere statale nella determinazione delle politiche sanitarie globali.

È essenziale che i parlamenti e i media mainstream comincino a interessarsi seriamente a questi temi e a fornire un contrappeso. Il governo federale dovrebbe essere chiamato a giustificare pubblicamente l’utilizzo di denaro pubblico e della reputazione nazionale per servire gli interessi delle aziende farmaceutiche e IT. Se il Bundestag non riesce a intervenire, dovrebbero essere i governi e i parlamenti statali a opporsi a tali accordi, sostenendo la necessità di maggiore trasparenza e responsabilità.


domenica 6 ottobre 2024

Il Nuovo "Pacchetto Sicurezza" del Governo Tedesco: Proteste, Critiche e Dubbi Legali

Il nuovo “pacchetto sicurezza” proposto dal governo tedesco ha infiammato il dibattito e sollevato accese proteste. Organizzazioni per i diritti umani, come Amnesty International e la Gesellschaft für Freiheitsrechte, denunciano che le misure proposte minacciano seriamente i diritti civili, avvicinando la Germania a uno stato di sorveglianza. A seguito delle proteste, alcuni politici della coalizione di governo hanno ammesso che il pacchetto è “giuridicamente discutibile” e necessita di modifiche. La sua approvazione, inizialmente prevista per la fine di settembre, è stata posticipata. Ne scrive German Foreign Policy

migranti in germania

Cosa Prevede il Pacchetto Sicurezza?

Le modifiche legislative proposte puntano a rafforzare i poteri della polizia e ad aumentare il controllo statale in vari ambiti. Ecco alcuni dei punti più controversi:

  • Controlli a campione: La polizia potrà effettuare controlli senza sospetto su persone presenti in aree definite “ad alto tasso di criminalità”.
  • Inasprimento delle leggi sulle armi: Viene introdotto il divieto assoluto di portare coltelli in eventi pubblici, insieme al divieto di possedere armi come i coltelli a scatto.
  • Sorveglianza con IA: Verranno utilizzate tecnologie di riconoscimento facciale e vocale basate sull’intelligenza artificiale per individuare non solo sospetti, ma anche potenziali testimoni. Questo processo avverrà confrontando immagini e dati raccolti su Internet con le banche dati della polizia.

Secondo Christian Mihr, vice segretario generale di Amnesty International in Germania, questa misura permetterebbe allo Stato di “esaminare tutte le nostre foto o registrazioni audio online”, violando la privacy di milioni di cittadini.

controllo digitale

L’Attacco di Solingen: Il Punto di Svolta

L’accelerazione verso queste nuove misure repressive è avvenuta dopo l’attacco terroristico del 23 agosto 2024 a Solingen, dove un rifugiato siriano ha ucciso tre persone e ferito altre cinque. Il governo tedesco ha subito sottolineato l’origine dell’aggressore e il fatto che avrebbe dovuto essere deportato in Bulgaria. Questo ha spinto la coalizione di governo a proporre modifiche legislative che, secondo i critici, si sovrappongono alla retorica dell’AfD, il partito di estrema destra che sfrutta frequentemente tali tematiche per guadagnare consensi.

immigrazione in germania

“Un Pacchetto Incompatibile con i Diritti Umani”

Oltre all’espansione dei poteri della polizia, il pacchetto prevede anche restrizioni significative per rifugiati e richiedenti asilo:

  • Revoca dello status di protezione: I richiedenti asilo potrebbero perdere il loro status se tornano nel loro paese d’origine senza giustificazione.
  • Perdita dei sussidi sociali: I rifugiati soggetti a deportazione perderanno i benefici sociali se il paese dell’UE responsabile della loro espulsione approva il rimpatrio.

Inoltre, le nuove misure consentirebbero il controllo dei telefoni cellulari dei richiedenti asilo per verificare la loro identità e confrontare i dati biometrici raccolti con quelli disponibili online.

Julia Duchrow, segretaria generale di Amnesty International in Germania, ha criticato duramente queste misure, definendole “incompatibili con i diritti umani” e contrarie al diritto europeo, in particolare alla regolamentazione sull’intelligenza artificiale dell’UE, entrata in vigore il 1° agosto 2024, che vieta esplicitamente la raccolta indiscriminata di dati biometrici da Internet.

Rischi di Profiling Razziale

Uno dei punti più controversi riguarda il profiling razziale, ovvero la possibilità che la polizia esegua controlli su persone di specifiche etnie senza giustificazioni, in base solo alla loro appartenenza razziale. Questo tipo di pratica è già stato condannato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che ha giudicato casi di profiling razziale come violazioni dei diritti umani. Tra i casi più noti, quello di Mohamed Wa Baile, fermato alla stazione centrale di Zurigo nel 2024, proprio a causa del colore della sua pelle.

Le organizzazioni per i diritti umani temono che queste pratiche diventino più diffuse in Germania, con il rischio di abusi e discriminazioni. La Gesellschaft für Freiheitsrechte (GFF) ha avvertito che gruppi emarginati potrebbero essere sottoposti a controlli e perquisizioni senza motivo, con un alto rischio di abusi mirati.

Un Clima di Repressione Politica

Il pacchetto sicurezza arriva in un contesto di crescente repressione politica in Germania. Dal 7 ottobre 2023, le autorità hanno aumentato la sorveglianza e il controllo, in particolare contro attivisti filo-palestinesi e contro coloro che si oppongono al crescente razzismo antiarabo, alimentato dai conflitti a Gaza e in Libano.

Amnesty International ha pubblicato un rapporto nel luglio 2024 che denuncia l’uso eccessivo della forza da parte della polizia e i divieti preventivi di manifestazione, giustificati con motivi di “sicurezza nazionale”. In molti casi, secondo Amnesty, queste misure sono basate su pregiudizi razziali contro le comunità arabe e musulmane.

controllo digitale

Dubbi All’interno della Coalizione di Governo

Anche all’interno della stessa coalizione di governo, il pacchetto sicurezza ha suscitato perplessità. L’AG Migration del partito SPD ha dichiarato che le nuove leggi sono “giuridicamente discutibili” e mettono “un’intera popolazione sotto sospetto generale”. Il deputato SPD Jan Dieren ha definito molte delle misure “esagerate” e ha avvertito che queste leggi rischiano di confondere il dibattito pubblico, inasprendo irrazionalmente la politica migratoria invece di concentrarsi sul contrasto al terrorismo.

Dieren ha inoltre sottolineato che queste misure rischiano di rafforzare solo un gruppo politico: l’estrema destra.

Conclusione: Un Pacchetto da Rivedere

L’approvazione definitiva del pacchetto sicurezza, originariamente prevista per la fine di settembre 2024, è stata rinviata a seguito delle proteste e delle critiche crescenti. Le modifiche proposte potrebbero avere conseguenze importanti sui diritti civili e sulla vita quotidiana in Germania, in un contesto di crescenti tensioni politiche e sociali. La questione resta aperta e il dibattito è destinato a proseguire

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