mercoledì 1 agosto 2012

Raus!


Continua la campagna della stampa popolare per l'uscita di Atene dall'Euro. Questa volta su Focus.de, Uli Dönch ci ricorda che solo attraverso il risparmio i greci potranno restare nel paradiso della moneta unica. 
Non possono risparmiare - e non vogliono nemmeno farlo. Al contrario danno la colpa sempre agli altri: prima gli USA, oggi la Germania e domani forse gli eschimesi.

I dati sono pessimi. Incredibilmente cattivi. E questo, nonostante noi e il resto degli europei li abbiamo sostenuti con almeno 380 miliardi di Euro. Non è servito a nulla. Al contrario: lo stato sprecone continua a crescere, la burocrazia continua a imperversare - solo il debole settore privato si contrae.

Ma che cosa fanno i greci? Si lamentano. Pretendono riforme piu' morbide, piu' tempo e aiuti generosi. Come se gli oltre 33.000 Euro a testa non fossero ancora abbastanza. 

Non ci fa arrabbiare la routine ormai secolare di una intera nazione. Ma l'arroganza spesso irritata, insieme ad una sfacciata mancanza di responsabilità.  Ma c'è una cosa che i greci sanno fare molto bene, ed è incolpare gli altri della loro miseria. 

Un greco smaschera i greci

Chi dovrebbe saperlo meglio di un locale: il combattivo commentatore di atene Takis Michais sa smascherare la pigrizia dei suoi connazionali come nessun'altro. Già nel 2009 aveva pronosticato: non passerà molto tempo prima che i media greci inizino a dare la colpa al resto del mondo per le proprie miserie. I "mercati", la "Germania"  in generale, oppure "Angela Merkel" in particolare - "mettete la croce sul corrispondente". E' andata proprio così.

La FAZ cita l'autore Takis con le parole: "prima gli americani erano tutti colpevoli, ora sono i tedeschi, domani forse gli eschimesi." In questo atteggiamento presuntuoso i politici, i giornalisiti e la popolazione sono tutti uniti.

Quanto Takis abbia ragione, lo mostra il commento sulla „Süddeutschen Zeitung“ di due greci molto influenti: l'ex presidente Kostas Simitis e il professore Jiannis Stornaras. Per entrambi è chiaro  - che meraviglia - che la Grecia non ha nessuna colpa nella Eurocrisi.

Debito sì, risparmio no

Ancora piu' notevole di questa tesi sono tuttavia gli argomenti di entrambi i 2 grandi pensatori greci.

- Il paese negli anni '90 si è enormemente sforzato per raggiungere i criteri della moneta unica. Il rapporto deficit/pil nel 1999 ha raggiunto il 2.5%. Come? E' stato un vero successo economico - oppure il risultato di statistiche falsificate massicciamente? Qui gli autori tacciono...

- Al contrario, si rammaricano in maniera eloquente "che l'allora governo in carica, nel 2006 abbia perso il controllo sulle entrate e la spesa pubblica". Ben detto. Non ci dicono nulla di come tutti i governi greci negli ultimi decenni abbiano gonfiato gli apparati statali, per poter regalare ad elettori ed amici un lavoro lucrativo...

- Secondo gli autori non è stata la Grecia a causare lo sfascio greco. Piuttosto il "fallimento di Lehman Brothers", "l'aumento dei rischi finanziari", e "l'aumento dei tassi di interesse...hanno innescato la crisi del debito".

- Come era da attendersi, Simitis e Stournaras a questo punto smascherano i veri colpevoli: gli altri europei. "La titubanza della zona Euro ad agire...ha portato la Grecia fuori dai mercati".

Arriva a questo punto la parte migliore del pamphlet: la Grecia e gli altri stati indebitati non hanno fatto nulla di sbagliato. "Per poter coprire questi deficit, i paesi della periferia sono stati costretti a prendere sempre piu' denaro in prestito." Veramente? Esiste una parola magica? Inizia con la "S" - come Simitis e Stournaras - e finisce con "PAREN" (sparen=risparmiare).

Chi in maniera duratura spende piu' di quanto incassa, avrà prima o poi un problema. Ma il problema può essere eliminato proprio con il risparmio. Questo concetto però in tutta la Grecia sembra essere una parola straniera. Fino a quando questo atteggiamento non cambia, il paese non potrà essere aiutato. Purtroppo. Questo sembrano averlo notato gradualmente anche i politici tedeschi. Merkel, Schäuble & Co. in questi giorni hanno giurato che avrebbero fatto "tutto il possibile per il mantenimento dell'Euro". Non hanno però detto, che tutti i paesi potranno mantenere la moneta unica...

10 commenti:

  1. Caro "voci" l'articolo è praticamente incommentabile.
    Magari prova tu a "controdiffondere" questi articoli (non scritti da...greci) presso le genti costrette a leggersi Uli Donch:
    http://www.tnr.com/article/economy/95989/eurozone-crisis-debt-dont-blame-greece

    http://dmarionuti.blogspot.it/2012/07/monti-merkel-double-act.html

    Sono solo l'esempio di miriadi di articoli e interventi di gente competente di tutto il mondo civile che compongono un, ormai schiacciante ed univoco, "buon senso" qualificato, che pare essere ostinatamente ignorato

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    1. @Quarantotto

      Mi sono letto il secondo articolo di cui posti il link e dove tu dici esserci buon senso qualificato.

      Davvero ce l'hai trovato?
      Io ci ho visto solo fantasiose spiegazioni di comportamenti di attori politici, in pratica fanta-politica, che l'autore chiama a rational explanation.

      Se vi contentate così beati voi.

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    2. Beh, se non sei in grado di capirlo (si tratta di uno dei maggiori economisti italiani) nonostante si esprima in termini alquanto semplici su fatti evdenti e meccanismi economici scontati (è solo un esempio di opinione tecnica corretta, largamente prevalente tra gli studiosi), fatti tuoi.

      Non vuoi cercare di capire perchè credi di aver già capito tutto e spari epiteti tipo "fanta politica" su una ineccepibile analisi che riguarda anche te e la tua vita?
      Ti vedo turbato e aggressivo e ti ho risposto in precedenza, spiegando cose che evidentemente non sapevi e non hai capito, con pazienza, nonostante la tua tecnica sia di pura provocazione e ignori di considerare cose già ampiamente dette.

      Quando uno fa così gli lascio le sue convinzioni. Ma non vedo perchè debba rinunciare a cercare di far luce su questioni complesse e non note al "pubblico", disinformato dai media posseduti dagli stessi oligarchi protagonisti di comportamenti avidi, sleali e interessati a nasconderli.

      Ma questo è un libero blog e la cosa, evindentemente, ti da' fastidio.

      Ma allora perchè lo frequenti? Per "reprimerlo" con risposte polemiche e assiomatiche? Per affermare qualche tesi che non si è vista (lasciami indovinare: debitopubblicobrutto-sepsapubblicacattiva-abbiamovissutoaldisopradellenostrepossiblità-corruzioneètuttounmagnamagna)?
      In tal caso, hai sicuramente ragione, come potrebbe esserci qualcosa di diverso dal luogocomunismo?

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  2. @Voci dalla Germania

    Scusa ma l'articolo parla della Grecia o piuttosto dell'Italia?

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    1. Luigi, apprezzo la battuta, ma la stampa tedesca, specialmente quella popolare già da un bel po' è impegnata in questa campagna mediatica per buttare fuori la Grecia dall'Euro.

      I toni che un tempo erano riservati al calcio o allo sport, sono ormai parte del dibattito pubblico sull'Euro. Fuori, raus, lo si diceva solo per gli europei o i mondiali, ora lo si dice per la moneta unica. Un peggioramento netto, direi.

      Nella loro immensa meschinità, questi giornali, che hanno come unico obiettivo vendere copie e guadagnare facendo leva sugli istinti piu' bassi, e sui risentimenti popolari, non si rendono conto che stanno seriamente compromettendo le basi su cui dovrebbe fondarsi l'unione monetaria e l'unione europea.

      Bild e Focus, che sono giornalacci, in Germania vendono milioni di copie, quindi queste idee non sono proprio di nicchia. Anzi...

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  3. I tedeschi hanno i loro lati negativi, ma non si puo' dare torto a priori. La loro paura e' di trovarsi in una posizione di dover sostenere finaziariamente i paesi spreconi come la Grecia, per esempio durante gli anni del boom in Grecia le Porsche erano abbastanza comuni.
    Quel leader greco Alexis Tsipras, il piu' strenuo antitedesco, la sua moto e' una BMW. I tedeschi, noti per la loro pignoleria, questi particolari li conoscono.

    Come "Voci" sapra' io sono molto critico dell'arroganza teutonica.

    Poi se vogliamo prestare attenzione alla situazione dell'Italia nel contesto europeo e la situazione interna, credo che sia molto da cambiare.
    Se la Germania non ne vuole sapere della Grecia, in Italia c'e' la Magna Grecia, e la Sicilia non ha bisogno di commenti. Dopo 60 anni finanziamenti per lo svipuppo del sud, poco o niente e' stato fatto, eccezione fatta della criminalita' organizzata, pero' quello che trovo desolante e' che questo andazzo sia diventato una cosa normale. Il sud e' un problema irrisolto da molto tempo, ma non e' il solo.

    Qui bisogna che la parte sana del paese faccia sentire la propria voce, altrimenti non ci sara' nessun cambiamento. Mettere i tedeschi sul banco degli accusati senza ammettere i nostri errori e' fuorviante, riconoscere i propri errori e' il primo passo verso il miglioramento.

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    1. Nessun banco degli accusati. Solo ricostruzione deii meccanismi alla base della crisi. Che questi siano accuratamente nascosti dalla stampa-media, in Italia come in Germania, in mano agli stessi soggetti (banche) che se ne avvantaggiano dovrebbe porci in posizione di forte allarme.

      Quanto al sud d'Italia, beh, se fosse uscita dalla (o mai entrata nella) moneta "unica lira" a suo tempo, probabilmente i suoi problemi sarebbero risolti da un pezzo.
      Ma questo è un discorso su come, anche qui, una unificazione-annessione non possa funzionare (salvo una coscienza politica che, semmai c'è stata, è stata interrotta proprio dall'irrompere del "più europa" affidato esclusivamente ai banchieri, senza indispensabili processi democratici e culturali, nemmeno mai tentati: unificazione dei sistemi di istruzione, unificazione linguistica, dei sistemi di tassazione, della legislazione sul lavoro, della effettiva politica di difesa ecc...)

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  4. L'unione monetaria italiana in realtà non ha funzionato male, il deficit annuale del sud del 17 per cento circa (mi pare) è stato salvato dai trasferimenti monetari (sotto varie forme) dal nord e questo ha permesso al nord di produrre e vendere e al sud di comprare poi nei decenni anche lo spostamento di milioni di lavoratori verso le aree industrializzate è servito a far funzionare il tutto. Questo ovviamente non ha risolto i problemi del mezzogiorno ma ha tenuto in piedi tutto in modo sufficiente. Ed è proprio questo tipo di intervento che non la germania non vuole e non può fare. Non vuole perchè ha altri interessi e mire e non può perchè han raccontato al popolo tedesco che era colpa dei vari piigs di turno se gli dovevano tagliare stipendio pensioni stato sociale e adesso non possono andare a dirgli eran tutte balle...

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    1. Ma certo zeno che l'unione monetaria "lira" ha funzionato meglio: erano insiti nell'unificazione statale i trasferimenti "correttivi" a carico di un bilancio centrale!
      Però, ciò non toglie che - a conferma, se ce ne fosse bisogno, della problematicità irrisolvibile delle aree valutarie e della loro dipendenza dalla ideologia politica costitutiva- che una mera correzione per "trasferimenti", conduce alla stabilizzazione delle differenze geografiche di sviluppo e alla necessaria mobilità territoriale della manodopera (emigrazione dei "meridionali"). Mobilità che, in UE, non può che-, per ragioni culturali e linguistiche, oltre che di verificarsi in un momento di generale caduta delle tutele del lavoro in UE-, provocare tensioni e frustrazioni ancora maggiori di quelle verificatesi nel'Italia degli anni 60-80.

      Il costo politico-antropologico (e non è poco) è comunque altissimo, perchà le aree "forti" da cui provengono di fatto i trasferimenti, tendono sempre a dimenticare che, attraverso di essi, sussidiano la "propria" offerta produttiva nelle aree più deboli (impedendo a queste di sviluppare sufficientemente la propria e di instaurare una concorrenza sui prezzi...che sarebbe consentita solo dall'uso di diverse monete a cambio flessibile: insomma un cul de sac di difficile soluzione "efficiente").

      E' tanto vero che si verifica sempre questa "amnesia" nelle aree "forti", che, come ha evidenziato più volte il prof.Bagnai, a un certo punto, in Italia, abbiamo avuto le camicie "verdi" e una tendenza alla disgregazione dell'unità che trova attuali riscontri in molte tendenze dell'attuale "comune sentire" germanico (attestato da questo blog e..."grazie" Voci...)

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    2. la penso esattamente come te....l'immmagine poi di vagoni di lavoratori disperati che dal sud vadano a cercare un po' di lavoro al nord è allucinante. Comunque in germania prima o poi si sentiranno rullare i tamburi e cominceranno
      a marciare ma non in camicia verde, in camicia bruna...
      Grazie anche da parte mia "Voci" e grazie anche a te 48.

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