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giovedì 10 agosto 2023

Mafia nein Danke!

Esiste la mafia italiana in Germania? E la Ndrangheta quanti membri ha sul suolo tedesco? E la legislazione tedesca è in grado di contrastare la mafia? Tutte questioni alquanto complesse di cui si occupa l'associazione Mafia Nein Danke, un Verein fondato a Berlino da alcuni ristoratori italiani dopo la strage di Duisburg e cresciuto come un punto di incontro fra cultura italiana e tedesca La Taz intervista la vice presidente Helena Raspe,

razzia contro la Ndrangheta in Germania

TAZ: Signora Raspe, l'associazione mafianeindanke si impegna contro la criminalità organizzata, specialmente la mafia italiana, in Germania. Qual è la ragione di questa necessità?

Helena Raspe: In Germania è presente un vasto riciclaggio di denaro. Si stima che ammonti a 100 miliardi di euro all'anno, causando una perdita considerevole per il bilancio federale. Organizzazioni criminali come la 'Ndrangheta guadagnano questi profitti illeciti a livello globale tramite oppressione e violenza, traffico di armi, esseri umani e droga. Ogni individuo in Germania ne risente direttamente.

In che modo?

Helena Raspe: Il riciclaggio di denaro e le speculazioni nel mercato immobiliare causano un aumento dei prezzi degli affitti. L'influenza delle organizzazioni mafiose nel settore alimentare porta alla presenza di prodotti contraffatti nei supermercati. A ciò si aggiungono attività criminali che danneggiano le basi della vita globale, come la deforestazione illegale o lo smaltimento illecito di rifiuti tossici. Inoltre, l'economia legale in Germania è sistematicamente infiltrata.

lunedì 1 ottobre 2018

Perché il governo tedesco non fa nulla per contrastare il riciclaggio di denaro sporco

La Germania in questi anni con il suo mercato immobiliare in pieno boom è diventata il paradiso dei riciclatori di denaro sporco che grazie agli scarsi controlli possono agire quasi indisturbati. Soprattutto non ci sarebbe la volontà politica di rafforzare le autorità anti-riciclaggio per fermare l'enorme afflusso di denaro proveniente da tutto il mondo, indirizzato verso un mercato immobiliare in continua crescita. Un'ottima inchiesta da Handelsblatt.de


Il senatore di Berlino Andreas Geisel (SPD) era visibilmente soddisfatto. A metà luglio, la procura di Berlino e la polizia hanno confiscato 77 immobili appartenenti a un clan arabo per un valore di dieci milioni di euro. I sospetti sono accusati di aver ripulito i fondi illegali provenienti dal traffico di droga e dalle rapine acquistando degli immobili.

"Lo stato di diritto ha mostrato tutta la sua forza", ha dichiarato Geisel durante la conferenza stampa convocata per l'occasione. "Andiamo a pestare i piedi dei criminali e li colpiamo dove gli fa veramente male: soldi e proprietà immobiliari".

Cio' che Geisel senza dubbio ha tralasciato: lo stato di diritto di solito arriva con molti anni di ritardo. Secondo una ricerca di Handelsblatt, anche la banda di Berlino poteva essere fermata molto prima. Prerequisito: il sistema di controllo avrebbe dovuto funzionare. Ma non è andata cosi'.

Una dipendente di una società municipale di costruzioni aveva semplicemente dimenticato di denunciare un membro del clan per le attività di riciclaggio di denaro sporco. L'incontro le sarebbe dovuto sembrare molto sospetto. Un giorno senza preavviso si è presentato un uomo con 200.000 euro in contanti intenzionato ad acquistare due proprietà a Neukölln.

In casi come questo le denunce sono normali. Lei invece gli ha permesso di comprare l'immobile. La banda apparentemente ha potuto agire indisturbata per anni. Le loro transazioni immobiliari "sono iniziate nel 2008", conferma il pubblico ministero.

Il caso è un esempio perfetto del fallimento tedesco nella lotta al riciclaggio di denaro sporco. Le singole storie di successo potrebbero trarre in in inganno perché le indagini nel nostro paese spesso falliscono in quanto coloro che hanno a che fare con transazioni sospette semplicemente preferiscono non parlarne.

Dagli agenti immobiliari fino ai notai, ma anche dall'altrettanto problematico commercio automobilistico, raramente arrivano segnalazioni di attività sospette - anche perché questi settori spesso non vengono controllate in maniera efficace. "Secondo le nostre conoscenze, in questi settori molti affari vengono regolati in contanti", ci dice un investigatore federale di alto rango. "Ma non abbiamo nessuna possibilità di controllo perché non vengono segnalate".

Mancano molte cose: controllo, conoscenza dei reati e degli autori e mancano anche gli esperti in grado di contrastare il riciclaggio. Il ministro delle finanze federale Olaf Scholz (SPD) prova a minimizzare il problema. La congestione degli atti presso la FIU (Financial Intelligence Unit), la centrale per il controllo del riciclaggio di denaro, ad esempio, sarebbe stata risolta alla svelta, cosi' almeno recentemente faceva sapere il suo ministero.

Ma secondo gli addetti ai lavori all'interno della pubblica amministrazione si tratterebbe di una versione più che discutibile. E' sicuramente vero che alla FIU sono state promesse 465 nuove assunzioni dopo che questa aveva ricevuto una copertura mediatica molto negativa. Ma il personale è difficile da reclutare. Ad esempio, reclutare per queste posizioni degli agenti di polizia con esperienza è molto difficile perché questi dovrebbero essere poi inquadrati come degli ufficiali delle dogane - con la conseguenza che finirebbero per dover lavorare due anni in piu' prima di  poter andare in pensione.

Inoltre, il basso inquadramento tariffario non attira gli esperti dal settore privato. La conseguenza: l'elaborazione delle oltre 6.000 nuove segnalazioni per transazioni sospette che arrivano ogni mese dura in media tre mesi per ogni singolo caso.

Oltre alle critiche interne Scholz subisce anche una forte pressione esterna. Il Financial Action Task Force (FATF) si trova a Parigi e ha il compito di esaminare i sistemi anti-riciclaggio di denaro in tutto il mondo. Già nel 2010 gli ispettori, dopo aver esaminato la Germania, erano rimasti estremamente insoddisfatti.

Nel 2020 è prevista una nuova relazione. "Il prossimo esame non sarà una passeggiata di salute", predice Michael Findeisen. Dal 2003 al 2010 è stato a capo della delegazione tedesca del FATF e fino al 2016 responsabile del dipartimento "Prevenzione del riciclaggio di denaro" presso il Ministero federale delle finanze.

Da sempre insiste per l'attuazione coerente degli standard FATF anche al di fuori del settore finanziario, in particolar modo nei confronti dei Laender federali, ma anche nell'ambito delle competenze del Ministero della giustizia, afferma Findeisen: "queste istituzioni governative ottengono consapevolmente un risultato molto basso e sono la causa dell'immagine negativa  del mercato finanziario tedesco".

Due persone per tutta Berlino

Le ricerche gli danno ragione. Sebbene gli investigatori sospettino un boom nel riciclaggio di denaro sporco, specialmente nel settore immobiliare e automobilistico, manca la possibilità di monitorare il fenomeno. Handelsblatt ha raccolto delle cifre. Queste mostrano che per Berlino, la città da 3 milioni e mezzo di abitanti, ci sono al massimo due persone nell'ufficio competente presso l'ispettorato del lavoro - responsabile per l'ispezione di tutti gli 8.206 agenti immobiliari della città.

Anche ad Amburgo ci sono solo due ispettori. Che allo stesso tempo sono anche responsabili per il settore del commercio e devono quindi controllare ogni singolo venditore di automobili. Il loro numero dovrebbe essere nell'ordine delle centinaia considerando le oltre 140.000 nuove immatricolazioni ogni anno.

Perché proprio nelle città i controlli sono così deboli, vale a dire laddove secondo gli investigatori l'incentivo al riciclaggio di denaro sporco è particolarmente alto?

Secondo il governo federale negli ultimi anni nelle città tedesche il ricavato proveniente dalle vendite di immobili è esploso. A Berlino nel 2009 era circa 3,6 miliardi di euro. Ma nel 2016 superava già i 9,2 miliardi di euro. Conclusione del governo: soprattutto nel settore immobiliare, la possibilità di poter "mascherare l'origine dei fondi e la proprietà immobiliare associata è molto alta".

Ma le segnalazioni di transazioni sospette provenienti dal settore non finanziario tuttavia sono pochissime. Secondo la FIU, fra tutte le circa 70.000 segnalazioni di transazioni sospette, solo 150 provenivano dal settore non finanziario. Vale a dire lo 0,21 %. Anche a Trinidad e Tobago, secondo il rapporto della FIU locale, sono circa il dieci percento.

Gli agenti immobiliari e i notai difendono le loro attività sostenendo che per loro il riciclaggio di denaro sporco è difficile da individuare. Ad esempio, di solito non si sa se e in che modo vengono pagati i soldi pattuiti, almeno cosi' sostengono. L'agente immobiliare alla fine "non è un criminologo", ci dicono dai vertici della IVD (Immobilien Verband).

La soglia oltre la quale le transazioni sospette devono essere segnalate tuttavia è molto bassa, soprattutto per gli agenti immobiliari. Mentre i notai in caso di riciclaggio di denaro sporco devono essere quasi certi, agli agenti e ai concessionari di automobili è sufficiente che il loro istinto suggerisca che in una determinata transazione sta succedendo qualcosa.

Le transazioni in contanti, ad esempio, sono sempre sospette. Così come la prova della disponibilità di fondi proveniente da una banca in un paradiso fiscale, o un contatto di affari proveniente dall'estero oppure un'offerta con un prezzo insolitamente alto. Anche nel caso in cui le condizioni economiche dell'acquirente non sembrino corrispondere al valore della proprietà acquisita, è prevista una comunicazione alle autorità. Ma raramente avviene

Problema noto da anni

(...) Perché accade? Gli intermediari e i notai possono dedurre dal comportamento degli organi di regolamentazione che per il legislatore la questione è molto meno importante di quanto non si vorrebbe far credere in certi comizi politici della domenica. Le autorità dovrebbero inoltre monitorare gli agenti immobiliari e i commercianti operando dei controlli in loco.

"Ma se guardi ai numeri, allora ti accorgi che questo non può essere vero", dice un funzionario della LKA (Landeskriminalamt) del nord. Due posti di lavoro a tempo pieno a Berlino e Amburgo, 4,4 per tutto il Nord Reno-Westfalia, 1,3 in Turingia e solo 0,3 a Brema. Per i controlli a domicilio non resta tempo.

Il numero di ammende comminate è decisamente misero. È vero che possono arrivare fino a cinque milioni di euro. In pratica, però questo non succede mai. Nel 2017, le autorità di controllo nel settore immobiliare hanno incassato 75.000 euro - ma in tutta la Germania. Secondo un'analisi di Handelsblatt nell'anno in corso fino ad ora sono stati 41.000 euro. In tutto il NRW nel corso del 2017 sono state fatte solo due multe, nel 2018 finora: zero. A Berlino e Amburgo sia nel 2017 che nel 2018 non c'è stata una sola multa.

Ancora più chiara è la situazione per i notai. Sono supervisionati dai giudici del tribunale regionale in collaborazione con le rispettive camere notarili. L'intero settore praticamente si controlla da solo.

E apparentemente in maniera non troppo intensa. A Brema per tutti i notai sono disponibili "0,85 unità di controllo". A Berlino, in aggiunta al loro lavoro quotidiano, ogni anno cinque giudici devono ispezionare 33 notai. Nel 2017 e nel 2018, in tutta la Germania non è stata comminata una sola sanzione.

Manca il registro immobiliare

Il settore bancario è molto diverso. Nel 2017 le multe del Bafin (autorità di controllo finanziario) ammontavano a oltre dieci milioni di euro. E questo, sebbene il settore non finanziario sia molto più grande. Il Bafin deve controllare circa 8.300 aziende. Al contrario si stima che in Germania ci siano circa 40.000 agenti immobiliari e 7.200 notai, per non parlare degli innumerevoli concessionari di automobili.

Gli investigatori considerano il deficit di controllo esistente come uno dei problemi principali. "È davvero molto semplice", ci dice l'ispettore federale: "Solo laddove si temono controlli regolari e multe salate, succede qualcosa." Ma finora, la politica non ha risposto.

Perché? Alcuni ispettori ipotizzano che l'afflusso incontrollato di denaro verso la Germania sia economicamente auspicabile, indipendentemente dalla sua provenienza. Alla politica manca una "volontà energetica", accusa Frank Buckenhofer, presidente del sindacato di polizia della dogana

Infine, gli investigatori si accorgono che il riciclaggio di denaro è una cosa reale. Secondo le statistiche doganali, alle frontiere vengono sequestrati annualmente oltre 8 milioni di euro in contanti. E anche nel settore immobiliare le transazioni illegali continuano a crescere.

Ma alle autorità nel nostro paese tuttavia mancano strumenti di investigazione importanti. E' vero che nel frattempo è stato istituito un registro per la trasparenza delle aziende. Ma ci sono diverse lacune. "Oltre 10.000 aziende non hanno indicato i veri proprietari, e i dati non rilevati dalle statistiche sono probabilmente molto piu' grandi", critica il deputato della Linke Fabio De Masi.

Inoltre ancora piu' importante sarebbe un registro immobiliare in cui siano elencati i veri proprietari degli immobili e al quale gli investigatori possano accedere rapidamente e in maniera elettronica. "Paesi come la Gran Bretagna lo hanno introdotto da tempo. La Germania sembra semplicemente aver sprecato l'opportunità storica della riforma del catasto", afferma la portavoce per gli affari finanziari dei Verdi, Lisa Paus.

Per il momento agli investigatori non resta altro che stare a guardare le vicende dei criminali. "Siamo sicuri che stiano accadendo molte cose", dice un funzionario federale. "Ma ci manca quasi tutto per poter rintracciare i sospetti."



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