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lunedì 27 aprile 2020

Thomas Fricke - Perchè i tedeschi dovrebbero mettere da parte la solita caricatura dell'italiano inaffidabile

"La prima cosa di cui l'Europa ha bisogno per potersi salvare sono dei nuovi esperti tedeschi", scrive Thomas Fricke su Der Spiegel. La stampa tedesca che conta dà spazio anche alle colombe, ma nel dibattito complessivo, si tratta comunque di poche voci con un peso limitato. Thomas Fricke su Der Spiegel spiega ai tedeschi perché è arrivato il momento di prendere sul serio gli italiani mettendo da parte i soliti stereotipi sull'inaffidabilità dei latini. Da Der Spiegel




Forse è solo il frutto dei molti film sulla mafia. Forse è solo l'invidia per il fatto che in Italia semplicemente c'è un clima piu' mite, cibo migliore, più sole e mare. In ogni caso, ci deve essere qualcosa che spiega tutto questo bisogno di insistere sul fatto che noi tedeschi saremmo più risparmiosi, più seri e soprattutto più affidabili. E che gli italiani invece su questi temi sarebbero alquanto deficitari. Ed è proprio quello che alcuni vorrebbero continuare ad insegnarci, proprio ora nel bel mezzo del dramma piu' grande degli ultimi decenni e per il quale nessuno ha colpa.

Tanta arroganza tedesca, non solo ora, ma proprio ora è particolarmente tragica. Perché? Perché da molto tempo ormai la litania tedesca non ha piu' molto a che fare con la vita reale dell'italiano, come del resto accade con la storia della puntualità tedesca e la vicenda dei tempi di costruzione del nostro grazioso aeroporto di Berlino. Una storia che tutto sommato ci sembra ancora divertente.

Al posto della imbarazzante discussione sulla possibilità di una partecipazione tedesca agli Eurobond per aiutare altri paesi - i tedeschi preferiscono continuare a fantasticare sul fatto che l'italiano in passato avrebbe dovuto risparmiare di piu'. Il che dovrebbe spiegare la mancanza di zelo da parte dei tedeschi nell'avviare finalmente una storica operazione di salvataggio all'interno dell'UE, come del resto abbiamo visto al vertice di questa settimana. L'Europa rischia un dramma, non perché gli italiani abbiano torto, ma perché probabilmente ad essere sbagliata è una parte importante della percezione tedesca sulla questione.

Se lo stato italiano in una crisi come questa è finito sotto pressione, sempre che la responsabilità sia degli italiani, dipende soprattutto dal fatto che il paese ha un livello di debito pubblico alquanto elevato, vale a dire tanti debiti fatti in passato. Solo che questo ha poco a che fare con la realtà attuale, ma molto di piu' con una fase di vero deragliamento durante gli anni '80 - sebbene ciò all'epoca non fosse di per sé dovuto solo a una mentalità dello sperpero, ma anche ad un aumento improvviso e molto forte dei tassi di interesse, come del resto evidenziato da Antonella Stirati dell'Università di Roma Tre.


Sono almeno quattro decenni fa. Piccolo rompicapo: se noi tedeschi non avessimo avuto all'estero dei cari amici che nel 1953 ci hanno condonato parte dei nostri debiti, anche noi oggi saremmo ancora qui alquanto stupidi e con il carico dell'eredità del passato. Come rischia di andare a finire, quando le persone devono continuare a pagare per i debiti fatti in passato lo si è già visto in Germania dopo la prima guerra mondiale, quando il sistema è crollato, come del resto rischia di fare da anni in Italia.

Quanto e soprattutto se gli italiani hanno effettivamente sperperato denaro, lo si può vedere bene dallo sviluppo del bilancio statale. Dal 1992, i governi italiani, anno dopo anno, hanno registrato un avanzo di bilancio primario, escluso quindi il pagamento di interessi per il servizio sul vecchio debito. In altre parole, lo stato per 30 anni ha speso meno per i suoi cittadini rispetto a quanto non abbia preso da loro. Con l'unica eccezione dell'anno della crisi finanziaria mondiale del 2009. Si tratta di un risparmio da record, e non di uno sperpero, cara casalinga sveva.

E tutto ciò dopo la crisi dell'euro si è trasformato in una catastrofe, quando i capi di governo come Mario Monti, sotto la pressione internazionale e soprattutto tedesca hanno fatto una riforma dopo l'altra. A volte sul mercato del lavoro, a volte del sistema pensionistico. Dolce vita? Sciocchezze. Dal 2010, gli investimenti pubblici in Italia, sotto la pressione dell'austerità, sono scesi del 40 %, afferma Stirati. Un vero crollo. Lo stato ora investe quasi un 10% in meno nell'istruzione. Follia.

Nel complesso la spesa pubblica reale in Italia dal 2006 è rimasta stagnante. Per fare un confronto: da allora in Germania è aumentata di quasi il 20 %. E questo, caro furbacchione, non può essere considerato come un presunto risarcimento per il fatto che in passato l'italiano aveva speso troppo. In Germania, il nostro padre-stato spende un 25% in più pro-capite rispetto all'Italia. Fatto che in queste settimane si mostra in tutta la sua miseria.

E tutto ciò nell'attuale crisi sta diventando un dramma senza fine: i governi italiani dal 2010 in poi hanno anche tagliato la spesa pubblica per la salute, mentre in Germania la spesa pro-capite continuava a crescere anno dopo anno. Il che ha portato al fatto che quando la pandemia è scoppiata in Italia, dove mancavano posti letto, la gente è morta, e molte di quelle persone oggi potrebbero essere ancora vive. Nessuna colpa diretta dei politici tedeschi, ovviamente. Ma è giunto il momento di smetterla di dare ordini sbagliati, e invece aiutare a risolvere il disastro, caro signor Schäuble. Oppure di dire "scusateci".

I pagliacci che invece vorrebbero spiegarci il funzionamento del mondo, in questi giorni continuano a parlare della "tossicodipendenza da debito" degli italiani. Ecco un piccolo suggerimento: se rapportato al prodotto interno lordo, in nessun altro paese il debito privato è così basso come in Italia.

Ancora una domanda: perché la percentuale di coloro che in Italia vorrebbero uscire dall'UE è aumentata e nelle ultime settimane ha superato il 50%? Per capirlo, almeno in una certa misura, bisognerebbe solo provare a mettersi nei panni di quelle persone che a Milano o Bergamo per anni si sono dovuti sorbire tutti i tagli sopra menzionati nella loro vita quotidiana, e che a causa degli ospedali sovraccarichi potrebbero aver perso il padre o la madre - e ora leggono dagli spacconi tedeschi che avrebbero dovuto risparmiare di piu'. A volte semplicemente è solo scomodo. Come italiano, prima o poi mi sentirei nel diritto di dirgli: "levatevi di torno!".

Di questa situazione, tuttavia, non si possono rimproverare i tedeschi in generale. Dietro piuttosto c'è il grande fallimento degli esperti che da noi fanno politica a mano libera, e agiscono come se fossero dei papi dell'economia e mostrando risentimento. E chi per pigrizia o altro preferisce rimestare i soliti cliché, invece di occuparsi delle persone o avere a che fare con delle regole relativamente semplici di analisi e statistica macroeconomica. Non è sufficiente recitare la solita storia del rapporto debito/PIL italiano.

Se il debito pubblico italiano dopo la crisi dell'euro è cresciuto, ciò non è dovuto alla mancanza di austerità. Chi durante la crisi riduce le uscite e aumenta le tasse, semplicemente sta peggiorando la situazione sia sul lato economico che di bilancio - e finisce per avere un deficit e un debito pubblico piu' alto di prima. Qualcosa del genere, con un po 'di buona volontà, dovrebbe essere comunicato anche in Germania. Non siamo mediamente piu' stupidi rispetto ad altri paesi.

Se Hans-Werner Sinn per anni, grazie ad una interpretazione eccessiva ed errata dei saldi target, ha strombazzato ai quattro venti la fiaba dei sud-europei malvagi, lo ha fatto piu' che altro per zelo e anche risentimento, ma non per mancanza di competenza (certamente no). Ma è davvero assurdo se persino un ex capo-economista della Banca centrale europea come Ottmar Issing sembra dimenticare i numeri reali e invece si lamenta sostenendo che i politici italiani chiedono gli Eurobond solo per potersi indebitare all'infinito - dopo che i politici italiani da oltre tre decenni stanno generando un avanzo primario. Cosa vuol dire allora tutto ciò?

Forse la prima cosa di cui l'Europa ha bisogno per potersi salvare sono dei nuovi esperti tedeschi. Alcuni, che in questo periodo continuano a parlare ad alta voce, non meritano affato la buona immagine di cui gode la Germania nel mondo.

Non siamo al circo. Ma in una crisi incredibilmente grave. Per come le cose si stanno mettendo, crescerà il numero di italiani stufi dell'Europa e che non ne vorranno piu' sapere di farsi dire cosa fare nella loro vita quotidiana, da persone che apparentemente non ne hanno idea.

È giunto il momento di fermare il dramma - sia esso con gli Eurobond, come simbolo di un destino da condividere, che del resto abbiamo già fatto con la valuta comune. C'è ancora tempo per i tedeschi, dopo le ultime settimane difficili e incasinate, per raddrizzare la curva.

Altrimenti tra qualche anno l'Unione Europea non sarà più un'Unione. E in paesi come Italia e Francia arriveranno al potere persone che come Donald Trump o Boris Johnson, non avranno piu' alcuna intenzione di prendere parte al gioco. Quel gioco grazie al quale la Germania per decenni ha costruito la propria prosperità. 



sabato 18 aprile 2020

Jörg Meuthen: se italiani, francesi e spagnoli sono piu' ricchi dei tedeschi, perché dovremmo pagare per i loro debiti?

Questo non è il blog di AfD in lingua italiana, ma ogni tanto vale la pena andare a sbirciare cosa scrivono i vertici di AfD, vale a dire il partito che in Germania nella battaglia contro gli eurobond probabilmente detta la linea alla FdP, alla CDU e alla CSU.  Il leader di AfD Jörg Meuthen su FB



Cari lettori, per favore provate a fare una stima: qual'è la ricchezza mediana del tedesco "medio" (adulto) (cioè quella esattamente nel mezzo tra la metà più povera e più ricca del nostro paese)?

E qual'è invece la ricchezza mediana dell'italiano, dello spagnolo, e del francese?

Allora deve essere proprio vero che il tedesco medio è molto più ricco degli altri europei, giusto? Dopotutto, ce lo hanno inculcato per anni: da una parte i ricchi tedeschi, dall'altra gli altri europei piu' poveri (in parte). Poveri europei che, nonostante la loro povertà, hanno anche finanziato la nostra prosperità acquistando i nostri prodotti.

E ora in questi tempi di Corona-virus, è arrivato il momento di dare finalmente qualcosa in cambio e di mostrare la nostra solidarietà, non è vero, soccorritori europei riuniti?

Quindi ora per dare una risposta alla domanda posta. Ci sono varie statistiche su questo argomento, ma tutte, senza eccezioni, puntano nella stessa direzione. Ora citerò una statistica che è persino usata su Wikipedia (nota per essere piuttosto di sinistra).

Secondo queste statistiche, l'italiano medio ha un patrimonio netto mediano, dedotti i suoi debiti, di circa 84.500 euro.

Lo spagnolo ha un patrimonio mediano netto di circa 87.700 euro.

Il francese addirittura ha una fortuna mediana corrispondente a circa 93.700 euro.

Tutti questi importi, ovviamente, non sono nulla in confronto al presunto "ricco" tedesco: questo egoista che si occupa solo del proprio benessere, può dire di avere accumulato solo circa 32.500 euro.

Sì, avete letto bene, non manca uno zero e non è uno scherzo: in tutti i paesi citati, la ricchezza pro-capite mediana è più di due volte, e nel caso della Francia, è quasi tre volte più alta che in Germania.

Chi non ci crede, vada a leggersi la colonna mediana (tenere presente che i valori indicati sono in dollari USA, mentre i valori menzionati sopra sono già stati convertiti in euro):

Non ci hanno forse sempre detto che siamo noi tedeschi a trarre i maggiori benefici dall'euro? Come è possibile che siamo rimasti cosi' indietro rispetto ai paesi la cui performance economica è inferiore rispetto alla nostra?

Oltre ad alcuni fattori - come ad esempio un livello di tassazione più basso rispetto alla Germania (motivo per cui questi paesi hanno piu' debito pubblico di noi, che ora vorrebbero scaricare su di noi!) - ad essere responsabili per questa situazione sono stati gli errori di progettazione dell'euro, che ora gravano su di noi.

Proprio all'inizio della mia carriera professionale, quando ero consulente presso il Ministero delle finanze dell'Assia, avevo messo in guardia molto chiaramente dalle enormi difficoltà che sarebbero sorte con questa valuta e che il Trattato di Maastricht non valeva nemmeno la carta su cui era scritto.

In quella fase, avevo anche sperimentato personalmente come Theo Waigel, ovviamente proprio come lo era Helmut Kohl, si era completamente disinteressato alla politica monetaria, avviando una campagna per l'introduzione dell'euro.

L'euro, insieme ad altri effetti estremamente spiacevoli, fa in modo che, ad esempio, noi tedeschi fortemente orientati all'export, garantiamo ai paesi abituati ad una valuta debole nel sud del nostro continente (ma anche sostanzialmente a tutti coloro che vogliono utilizzare il sistema per se stessi) una struttura di scoperto di conto corrente completamente illimitata e anche completamente non garantita all'interno del quadro dei sistemi di pagamento dell'eurozona. 

Questo scoperto illimitato, tuttavia, non viene chiamato "scoperto illimitato" ma "saldo Target II".

Ed è così che funziona: se, ad esempio, un italiano acquista una nuova auto da uno dei nostri produttori tedeschi, non c'è un flusso di denaro che passa direttamente da un conto bancario italiano a un conto bancario tedesco, ma la tedesca Bundesbank, che deve inviare l'importo al produttore in Germania, riceve un messaggio dalla BCE secondo il quale ora ha un credito corrispondente nei confronti della banca centrale italiana. È così facile!

Ed è così facile spennare un paese orientato all'export. L'importo totale dei crediti nei confronti degli altri paesi, già maturato, è quasi di 1 trilione (!) di euro. Niente di tutto ciò, nemmeno un centesimo, sarà recuperabile se l'eurozona dovesse rompersi.

Ora, dopo la crisi finanziaria e la crisi greca, abbiamo già la prossima crisi (c'erano davvero così tante crisi ai tempi del D-Mark?), e ancora una volta sarà a spese nostre. In maniera spudorata e in parte con parole che ricordano la retorica di guerra, i paesi citati all'inizio chiedono a noi tedeschi di garantire la prossima orgia del debito appena iniziata.

In Germania, a dare sostegno a questo progetto ci sono prima di tutto i politici dell'area verde e di sinistra che probabilmente non otterranno molto dall'usare il loro lavoro in favore di altri paesi - paesi in cui la ricchezza pro capite è più alta e l'età pensionabile è più bassa. Quanto si può essere ciechi? (...)

E' arrivato il momento di avere una valuta in grado di aiutare il nostro paese invece di danneggiarlo. E' il momento di porre fine al prolungamento dell'insolvenza degli stati a spese dei paesi del nord. Tempo per #AfD.


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giovedì 9 aprile 2020

Voci dalla stampa tedesca sugli Eurobond

Frammentazione alquanto prevedibile nella linea editoriale adottata dalla stampa tedesca per affrontare il dibattito sugli eurobond. Al fronte dei contrari appartiene sicuramente Die Welt che da diversi giorni ormai porta avanti la sua linea secondo la quale con i titoli di stato comuni i soldi degli onesti e operosi contribuenti tedeschi finirebbero nelle mani della mafia italiana:

"Frau Merkel non cedere" titola il quotidiano di Amburgo, che poi scrive: "La solidarietà in Europa è un'importante categoria, ma anche la sovranità nazionale e la responsabilità dei politici nazionali nei confronti degli elettori del loro paese sono fondamentali". Prosegue  Die Welt: "deve essere chiaro che gli aiuti all'Italia - paese in cui la mafia a livello nazionale è molto forte e sta solo aspettando una nuova manna da Bruxelles - dovranno essere spesi esclusivamente nel settore sanitario e non finire nel sistema sociale e fiscale italiano". Conclude il quotidiano: "E, naturalmente, anche gli italiani dovranno essere controllati da Bruxelles e dimostrare che stanno usando i soldi correttamente"

Anche la FAZ resta decisamente scettica e teme che i corona-bond si trasformino nel Vaso di Pandora e siano l'inizio della tanto temuta unione di trasferimento:


Scrive infatti il quotidiano di Francoforte: "I sostenitori di tali obbligazioni sanno benissimo che se venissero introdotti come una forma di aiuto di emergenza, cambierebbero per sempre l'architettura della zona euro. Questo probabilmente non è nemmeno l'obiettivo minimo di molti sostenitori". Prosegue il commento della FAZ: "l'affermazione difensiva di chi sostiene che rimarrà un caso eccezionale mostra perfettamente l'ingenuità politica....chi apre il vaso di Pandora non sarà piu' in grado di chiuderlo".

Anche la BILD, che qualche giorno fa parlava addirittura dei "fratelli italiani" rema contro gli eurobond e con un commento rivolto al governo di Berlino si chiede "chi sarà alla fine a dover pagare il conto per gli aiuti a Italia e Spagna?"


Scrive il tabloid di Amburgo: "In considerazione delle ingenti somme, il governo federale deve fare ciò che altrimenti sarebbe riluttante a fare: dire chiaramente ai contribuenti quanto costerà loro il salvataggio di Italia, Spagna e Co. E se possiamo permettercelo".

Linea invece piu' pragmatica e sempre piè europeista quella adottata negli ultimi giorni dal quotidiano della grande industria e della finanza Handelsblatt, in un importante commento di mercoledi il quotidiano titola infatti: "In gioco c'è la moneta unica"


Il quotidiano di Duesseldorf attacca addirittura il ministro delle finanze olandese: "Un governo responsabile spiega al popolo e ai suoi rappresentanti parlamentari che la prosperità e la coesione europea e quella del singolo paese sono fra loro reciprocamente dipendenti. Uno non può esistere senza l'altro

Nessun paese può solo beneficiare dell'unione monetaria, senza contribuire ai suoi costi in tempi di crisi. Coloro che non vogliono comprenderlo stanno volontariamente mettendo a rischio la moneta unica europea".

Sempre su Handelsblatt di oggi una importante intervista al grande imprenditore Wuerth, aperto sostenitore degli eurobonds, il quotidiano infatti titola: "quello che sta succedendo a Berlino in merito all'Europa è una catastrofe", il miliardario in favore di una forte "unità politica" e di un programma da "trilioni di eurobond"


Contro gli eurobond ma decisamente in favore di un ESM senza condizioni il quotidiano liberal di Amburgo Die Zeit, peraltro diretto da un italiano, che titola: "Solidarietà sì, ma niente eurobonds!".


Scrive il prestigioso quotidiano di Amburgo in un commento: "Ogni mancanza di empatia sarebbe fuori luogo in considerazione dell'orrore causato dal corona-virus in Italia. Gli italiani in effetti hanno bisogno della nostra solidarietà attraverso gli aiuti d'emergenza e i prestiti dal fondo europeo ESM per salvare il loro sistma sanitario e le loro aziende o per pagare la cassa integrazione. Per favore siate generosi e non arroganti! E se i soldi non dovessero bastare, i partner dovranno aggiungere altri mezzi. L'Europa deve trovare un accordo su tutti gli aiuti necessari entro questa settimana. Deve esserci per i paesi che piu' stanno soffrendo. Dopotutto, può colpire tutti in maniera particolarmente grave, anche i tedeschi che da sempre tendono ad essere arroganti"

Anche Der Spiegel nel dibattito si posiziona in favore della solidarietà europea, titola infatti un importante commento sul prestigioso settimanale di Amburgo:  "La Germania egoista, meschina e vigliacca"


Scrive il settimanale: "Non c'è un'alternativa ai corona-bond in questa crisi. Ma invece di dirlo onestamente ed apertamente agli elettori, la Cancelliera fa capire che c'è qualcosa che non va. Che alla fine a pagare saranno i laboriosi contribuenti tedeschi perché apparentemente gli italiani non sono mai stati in grado di gestire il denaro. La Cancelliera ha usato questa narrativa così spesso che qualsiasi concessione agli spagnoli e agli italiani sembrerebbe una sconfitta. Non avrebbe mai dovuto spingersi cosi' lontano".








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sabato 28 marzo 2020

Così il governo tedesco vuole fermare l'offensiva sugli eurobonds

Il governo tedesco sa bene che nell'Eurogruppo, un organo informale e poco trasparente, nessuno avrà il coraggio di creare una coalizione contro la Germania, per questo il dossier sugli eurobond sarà tolto dalle mani dei 5 presidenti e passerà al gruppo dei ministri delle finanze europei. L'offensiva dei paesi latini è destinata ad arenarsi. Ne scrive Lost in Europe sui retroscena di Der Spiegel


A prima vista, è solo una questione minore: non saranno la Commissione europea, il Consiglio o la BCE a dover presentare nuove proposte per superare la crisi economica e finanziaria, ma saranno i ministri delle finanze dell'Eurogruppo. Dietro c'è la strategia mirata della Cancelliera Merkel.

Al vertice anti-crisi dell'UE, Merkel è stata messa sotto pressione. Nove paesi dell'UE, infatti, hanno chiesto nuovi strumenti finanziari comuni come i coronabonds. Le istituzioni dell'UE, secondo quanto affermato dal primo ministro italiano Conte, entro dieci giorni dovranno preparare una proposta congiunta.

Il problema per Merkel: i cinque presidenti delle istituzioni in realtà sono tutti in favore dei Coronabonds. È una situazione simile a quanto era già accaduto durante l'eurocrisi, quando tutti i leader dell'UE si erano pronunciati in favore degli eurobond. E all'epoca Merkel li aveva respinti.

Questa volta però non è stato così facile. Per risolvere il problema, Merkel allora ha escogitato un trucco. Non saranno le 5 istituzioni dell'UE responsabili, ma sarà l'Eurogruppo ad elaborare un piano. È questo è solo un corpo informale.

Varoufakis recentemente nel suo "Euroleaks" ha documentato quanto sia opaco e imprevedibile l'Eurogruppo. Nella cerchia dei ministri delle finanze dell'eurozona non si decide mai nulla contro la Germania. Ciò è stato dimostrato più volte durante la crisi dell'euro.

"Der Spiegel" descrive quanto sia intelligente il trucco di Merkel:

"La differenza non è decisiva solo per i raffinati intenditori dei grovigli di Bruxelles: i cinque presidenti delle istituzioni dell'UE, vale a dire i presidenti del Consiglio, del Parlamento europeo, della Commissione, della Banca centrale europea e dell'Eurogruppo, sono tra i sostenitori dei cosiddetti Coronabonds e degli strumenti comuni di debito. Se gli dai il compito di trovare il modo di affrontare la crisi, il risultato finale saranno i coronabonds. Nell'Eurogruppo, tuttavia, gli oppositori di questi strumenti, soprattutto i Paesi Bassi ma anche la Germania, hanno molto di piu' da dire"

Il trucco procedurale è quello di minare formalmente e legalmente le istituzioni dell'UE responsabili. Neanche l'amico del cuore di Merkel, la Von der Leyen, sarà autorizzata a partecipare al piano finanziario contro la mega-crisi. La Commissione europea di fatto è stata estromessa ed è priva di poteri.

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