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lunedì 7 ottobre 2024

Monopoli nella vita reale: a Berlino il gioco da tavolo si trasforma in una drammatica crisi abitativa

Monopoly è un gioco da tavolo che tutti conosciamo, nato negli Stati Uniti e arrivato in molte case tedesche: il vincitore conquista la città, mentre i perdenti rimangono a mani vuote. Tuttavia, nella vita reale, quello che era un semplice gioco si è trasformato in un problema serio e in una drammatica crisi abitativa. E a Berlino, la capitale tedesca, questa situazione diventa un esempio lampante di come il mercato immobiliare stia sfuggendo di mano. Articolo molto interessante di Frank Blenz sulle Nachdenkseiten


crisi abitativa berlino

Le conseguenze reali di un gioco spietato

Gli interessi e i diritti degli inquilini, dei cittadini berlinesi, vengono messi da parte, referendum popolari o meno. Nel peggiore dei casi, le persone si ritrovano senza un tetto sopra la testa in una profonda crisi abitativa, e questi casi sono in aumento.

Nel 2021, il referendum berlinese sulla socializzazione delle grandi società immobiliari private ha visto la maggioranza dei cittadini votare per l’esproprio di gruppi come “Deutsche Wohnen”. Tuttavia, nonostante il chiaro esito, nulla è cambiato. La politica è rimasta silente, e le promesse fatte non sono state mantenute.

Die Linke, partito di opposizione, ha recentemente dichiarato con fermezza:

“Il voto dei berlinesi è stato chiaro. Ancora più chiaro è il fatto che CDU e SPD non siano interessati a rispettare il risultato del referendum e, quindi, la volontà dei berlinesi.”

La frustrazione cresce, così come gli affitti, e la fiducia nella democrazia diminuisce.


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Una crisi immobiliare senza fine

Tre anni dopo il successo del referendum, la politica non ha ancora agito concretamente. Il Senato ha promesso una “legge quadro per la socializzazione”, ma le azioni concrete contro la crisi abitativa a Berlino tardano ad arrivare. Stefan Evers, senatore delle Finanze, ha recentemente ammesso che la perizia necessaria per la redazione della legge non è ancora stata commissionata.

Nel frattempo, il mercato immobiliare continua a peggiorare. Gli affitti aumentano, le persone vengono sfrattate e i grandi gruppi immobiliari privati, insieme a investitori internazionali, ne approfittano.

Chi non ricorda la gioia maliziosa di acquistare la Schlossallee durante una partita di Monopoly? Ma nel mondo reale, i “signori della Schlossallee” – i grandi gruppi immobiliari e le società finanziarie – chiedono sempre di più. La crisi abitativa a Berlino è sfuggita di mano, come evidenziato dal cantautore Klaus Lage già nel 1984, quando criticava il mercato immobiliare nel suo brano “Monopoly”:

Monopoly, Monopoly, siamo solo comparse in un pessimo gioco. Monopoly, Monopoly. E i signori della Schlossallee chiedono troppo.


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Gli effetti devastanti sulla città e i suoi abitanti

Berlino, una città una volta amata per la sua vitalità, sta diventando una fredda metropoli. Gli attivisti di “Deutsche Wohnen enteignen” nel 2021 avevano lanciato l’allarme:

Berlino è la casa di tutti noi, ma rischia di diventare una città per ricchi. Gli affitti esplodono, siamo sfrattati, i profitti aziendali aumentano e i nostri politici stanno a guardare. Ne abbiamo abbastanza!”

E come dargli torto? Il mercato degli affitti continua a essere governato dalla legge della domanda e dell’offerta, ma con un twist: l’offerta di alloggi accessibili è troppo scarsa, e gli affitti non sono più equi, ma dettati dall’avidità.

Il risultato è una continua espulsione degli inquilini storici. A Friedrichshain, ad esempio, si parla di sfratti per necessità del proprietario, una tattica legale per rimuovere gli inquilini e affittare a prezzi più alti. Questo problema non riguarda solo una zona della città, ma tutta Berlino.

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Chi trae profitto? Solo i grandi proprietari

La situazione è esasperata dalla presenza di grandi gruppi finanziari internazionali come Blackstone, che comprano appartamenti per venderli a ricchi investitori, trasformando case accessibili in appartamenti di lusso. Questi attori agiscono senza freni e senza vergogna, aumentando ulteriormente i prezzi.

Alla fine, chi soffre sono le persone comuni. Molti rimangono senza casa, e la situazione non sembra destinata a migliorare. Secondo le associazioni di beneficenza, la crisi della senzatetto a Berlino continuerà almeno fino al 2030.

Ursula Schoen, direttrice della Diakonie, ha dichiarato:

“Dovremo abituarci alla persistenza della senzatetto. Berlino ha un vero problema di dignità umana.”

Anche il supporto offerto dalle organizzazioni di assistenza, come il programma di aiuto invernale, non è sufficiente a fronteggiare l’emergenza crescente.

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Negli ultimi tempi, ci siamo forse chiesti tutti se viviamo ancora in un paese che possa davvero definirsi “sicuro”, dove la pace sociale è garantita e le persone possono condurre una vita serena. La verità, purtroppo, è molto diversa.

La pace sociale non è solo minacciata; c’è una sensazione diffusa di insicurezza per ciò che sta accadendo nella nostra società, nella nostra comunità. Guardiamo Berlino, per esempio: i nostri diritti e bisogni, compreso quello fondamentale dell’abitare, sono in crisi. Non è solo una percezione, la pace sociale è stata revocata e la nostra società, libera e democratica per natura, sembra in ginocchio.

Libertà e democrazia: cosa ci insegna il Patto delle Nazioni Unite

Parlando di libertà e democrazia, vale la pena ricordare che il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite (UN-Sozialpakt) contiene un articolo che invita alla riflessione:

Ogni persona ha il diritto a un alloggio adeguato. Il diritto all’abitazione è parte del diritto a un livello di vita dignitoso, sancito dall’Articolo 11 del Patto.

Eppure, la realtà che viviamo è ben diversa. Se non sono i proprietari delle case ad adempiere ai loro obblighi derivanti dalla proprietà – perché, ricordiamolo, la proprietà comporta obblighi – chi altro dovrebbe farlo?

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Il caso di Berlino e il fallimento del referendum sulla socializzazione degli alloggi

Guardiamo al caso di Berlino. Nonostante l’enorme necessità di cambiamenti per il bene comune, il referendum sulla socializzazione delle proprietà immobiliari non ha ancora portato al successo auspicato. Un risultato positivo sarebbe stato fondamentale per la nostra comunità e per i cittadini.

In un articolo pubblicato sul Tagesspiegel, un team di autori ha discusso i possibili vantaggi della socializzazione delle abitazioni.

Tra i principali obiettivi vi è quello di ampliare la partecipazione e il controllo da parte degli inquilini, trasferendo le abitazioni in una istituzione di diritto pubblico (AöR), che ne permetterebbe la gestione con la partecipazione democratica della comunità urbana e degli stessi inquilini. Questa maggiore partecipazione rappresenterebbe un’importante espansione della libertà d’azione umana – non solo individuale, ma collettiva.

Nel contesto attuale, gli inquilini hanno pochissime possibilità di decidere o partecipare attivamente, sia nel settore privato che in quello pubblico. Ma attraverso la socializzazione, la loro voce e il loro controllo sarebbero decisamente più forti.

Immaginate un mondo in cui gli inquilini possano decidere liberamente su questioni come:

  • La ristrutturazione e le misure di protezione del clima
  • La creazione di spazi comuni e il verde nei cortili
  • La progettazione di parchi giochi e alloggi accessibili
  • Sperimentare forme abitative alternative

In questo modo, più persone si assumerebbero la responsabilità per l’ambiente in cui vivono.


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giovedì 26 settembre 2024

Mercato Immobiliare Tedesco: Segni di Ripresa nel 2° Trimestre 2024!

Nel 2° trimestre 2024, i prezzi delle immobili residenziali in Germania (destatis.de) mostrano dinamiche interessanti, rivelando un quadro complesso. Ecco cosa c’è da sapere:

Diminuzione rispetto allo scorso anno, ma segni di ripresa

I dati preliminari indicano che i prezzi delle immobili residenziali (indice dei prezzi delle case) sono diminuiti in media del 2,6% rispetto al 2° trimestre 2023. Tuttavia, rispetto al trimestre precedente, si registra un aumento dell’1,3%. Questo segna il primo incremento rispetto a un trimestre precedente dal 2° trimestre 2022.

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Panoramica dell’Indice dei Prezzi delle Case

L’indice dei prezzi delle case (con base 2015 = 100) mostra un calo significativo nel tempo, ma l’ultimo trimestre ha portato un’inversione di tendenza.

Aumenti di Prezzo nelle Diverse Regioni

Nonostante i prezzi siano ancora in calo nella maggior parte delle aree della Germania rispetto al 2° trimestre 2023, si osservano aumenti nei prezzi delle case unifamiliari e bifamiliari in tutte le regioni rispetto al trimestre precedente.

Città Principali in Evidenza

Nelle sette più grandi città della Germania (Berlino, Amburgo, Monaco, Colonia, Francoforte sul Meno, Stoccarda e Düsseldorf), i prezzi sono aumentati dell’1,6% per gli appartamenti e del 2,3% per le case unifamiliari e bifamiliari rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, rispetto al trimestre dello scorso anno, gli appartamenti in queste metropoli sono stati più economici del 1,5%, mentre le case hanno visto una diminuzione del 4%.

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Trend nei Distretti Rurali

Anche in altre città grandi e autonome, gli appartamenti hanno mostrato un aumento dei prezzi dell’1,4% rispetto al trimestre precedente, ma un calo dello 0,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. Per quanto riguarda le case unifamiliari e bifamiliari, il loro costo è aumentato dell’1,3% rispetto al 1° trimestre 2024, ma è comunque più basso del 4,9% rispetto al 2° trimestre 2023.

In distritti rurali scarsamente popolati, i compratori hanno speso il 0,9% in più per le case unifamiliari e bifamiliari rispetto al 1° trimestre 2024, ma hanno pagato ancora il 5% in meno rispetto al 2° trimestre 2023. Gli appartamenti in queste aree hanno visto una diminuzione del 3% rispetto al trimestre precedente e del 6,5% rispetto al trimestre dello scorso anno.

Conclusione

In sintesi, mentre i prezzi delle immobili residenziali mostrano una diminuzione rispetto all’anno scorso, l’aumento dei prezzi rispetto al trimestre precedente potrebbe suggerire una possibile ripresa nel mercato immobiliare. Sarà interessante osservare come questi trend evolveranno nei prossimi mesi.

martedì 24 settembre 2024

Affitti alle Stelle: Berlino è tra le Città più Care per Vivere in WG in Germania

Solo a Francoforte e Monaco di Baviera si spende di più

Trovare una stanza in un appartamento condiviso (WG) non è mai stato così caro, e Berlino è tra le città più costose in Germania. Solo a Francoforte sul Meno e a Monaco di Baviera i prezzi sono più alti. Questa è la conclusione di una recente analisi condotta dall’Istituto Moses Mendelssohn in collaborazione con la piattaforma “wg-gesucht”. Ne scrive RBB24.de

Affitti alle Stelle: Berlino è tra le Città più Care per Vivere in WG

Prezzo Medio a Berlino: 650 Euro

Con l’inizio del semestre invernale alle porte, il prezzo mediano per una stanza in una WG a Berlino è di 650 euro al mese. Questo rende la capitale la terza città più cara per chi cerca una sistemazione condivisa. Solo Monaco di Baviera, con 790 euro, e Francoforte, con 680 euro, sono più costose.

Secondo il responsabile del progetto, Stefan Brauckmann, i dati mostrano una leggera stabilizzazione dei prezzi dopo gli aumenti esponenziali registrati negli ultimi anni.

Un Rallentamento Dopo l’Aumento dei Prezzi

Brauckmann ha spiegato che “dopo la fine della pandemia di Covid-19 e l’inizio della guerra in Ucraina, i costi abitativi sono aumentati notevolmente. Tuttavia, ora stiamo osservando una fase di ripresa”. Infatti, rispetto all’anno scorso, i prezzi delle stanze nelle WG a Berlino sono rimasti stabili, nonostante il contesto economico turbolento.

Affitti alle Stelle: Berlino è tra le Città più Care per Vivere in WG

Il Costo Medio delle Stanze nelle Città Universitarie

In media, una stanza in WG nelle città universitarie tedesche costa 489 euro al mese, una cifra che è aumentata di 17 euro rispetto al semestre invernale 2023/2024. Berlino rimane ben al di sopra di questa media.

L’analisi è stata condotta su oltre 9.000 offerte pubblicate nelle ultime due settimane di agosto. Sono stati presi in considerazione 88 centri universitari con oltre 5.000 studenti, escludendo le università a distanza e quelle amministrative. Solo stanze in WG con due o tre residenti sono state incluse nell’analisi, escludendo nuove aperture.

Affitti alle Stelle: Berlino è tra le Città più Care per Vivere in WG

Quanto Pesa l’Affitto sul Bilancio degli Studenti?

L’affitto è una delle principali voci di spesa per gli studenti. Secondo l’Ufficio Federale di Statistica (Destatis), due terzi degli studenti che non vivono con i genitori spendono circa il 54% del loro reddito mensile per l’affitto. La situazione è leggermente migliore per i tirocinanti, che spendono il 42% del loro reddito.

Questo elevato costo dell’affitto significa che molti studenti sono considerati “sovraccaricati” finanziariamente: circa due terzi di loro faticano a sostenere il peso degli affitti. In media, gli studenti che vivono da soli dispongono di meno di 867 euro al mese, mentre i tirocinanti hanno un reddito mensile leggermente superiore, pari a 1.240 euro.

Conclusione

Se stai cercando una stanza in una WG in una grande città tedesca, Berlino rimane una delle opzioni più costose, ma non la più cara. Tuttavia, con i prezzi degli affitti che si stanno stabilizzando, potrebbe esserci una speranza di miglioramento per gli studenti che cercano alloggi a prezzi accessibili.

martedì 5 settembre 2023

Il cappio della crisi economica si stringe al collo dei grandi gruppi immobiliari tedeschi

I grandi gruppi immobiliari tedeschi ragiscono alla crisi immobiliare aumentando gli affitti e scaricano sugli affittuari il costo del risanamento di bilancio, la soluzione alla crisi abitativa potrebbe essere quella di una socializzazione degli immobili ma ovviamente buona parte della politica si oppone. Ne scrive la TAZ


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In quanto inquilino che sta affrontando un nuovo aumento dell'affitto dopo quello precedente, la situazione attuale risulta complessa da comprendere. È importante notare che anche le grandi società proprietarie di immobili stanno attraversando una fase di crisi, anche se non dovuta a una diminuzione dei redditi derivanti dagli affitti, bensì a causa di tassi di interesse sui prestiti che si sono quadruplicati nell'arco di un anno, rendendo gli investimenti immobiliari notevolmente più costosi.

Inoltre, recentemente i prezzi degli immobili sono scesi in molti luoghi, segnando una prima significativa diminuzione in un decennio. Questa tendenza ha messo sotto pressione gruppi come Vonovia, TAG Immobilien e Grand City Property, che stanno cercando attivamente di vendere appartamenti per ridurre il proprio debito e garantire la propria stabilità finanziaria. Tuttavia, l'ampia offerta di immobili sul mercato sta mettendo pressione sui prezzi.

Diminuzione ad agosto 2023 del prezzo medio degli immobili al mq dal picco massimo raggiunto nel corso del 2022 nelle diverse città tedesche (Fonte Immowelt)

StadtProzentualer Rückgang
Hannover-16,9 Prozent
Dresden-13,0 Prozent
Bremen-11,6 Prozent
Stuttgart11,1 Prozent
München-10,8 Prozent
Köln-9,7 Prozent
Düsseldorf-9,6 Prozent
Nürnberg-9,4 Prozent
Frankfurt-9,0 Prozent
Hamburg-7,2 Prozent
Essen-6,7 Prozent
Dortmund-5,7 Prozent
Leipzig-4,2 Prozent
Berlin-3,3 Prozent

Il sociologo urbano Andrej Holm ha recentemente evidenziato che i modelli di business delle società immobiliari quotate degli ultimi dieci anni stanno raggiungendo i loro limiti. Queste società avevano puntato a rivalutare le loro proprietà, ma sembra che abbiano sopravvalutato i valori contabili dei loro asset. Con la diminuzione dei valori, i bilanci non appaiono più così solidi, e la speculazione sui valori contabili sta perdendo credibilità, influenzando anche il valore delle azioni. Inoltre, a causa dell'incremento dei tassi di interesse e della necessità di rinnovare i prestiti, queste aziende si trovano ora in una situazione di liquidità precaria.

Tuttavia, Holm non prevede un crollo totale dei leader del settore come Vonovia, ma ritiene che dovranno adottare una nuova strategia. La principale questione ora è chi dovrà sostenere il costo delle valutazioni troppo alte degli immobili delle società, poiché i dividendi e il valore dei dossier continuano a diminuire. La gestione futura sembra destinata a incassare denaro principalmente attraverso l'aumento degli affitti e la riduzione della manutenzione.

Anche la vendita di immobili rappresenta un'opzione rischiosa, in quanto vendere a prezzi realistici potrebbe mettere in luce l'irrealisticità delle valutazioni precedenti. Inoltre, l'acquisizione di immobili diventa un'attività rischiosa in un contesto di tassi di interesse elevati.

In generale, la situazione riflette ciò che il movimento degli affittuari ha sostenuto per anni: gli appartamenti non dovrebbero essere nelle mani delle società quotate in borsa. La soluzione più realistica sembra essere una legge che preveda l'esproprio delle società immobiliari come Deutsche Wohnen e altre. Questa proposta è stata supportata dalla commissione di esperti sul referendum e dalla commissione edilizia.

Tuttavia, chi si oppone a questa idea è invitato a presentare alternative valide. L'alleanza tra l'industria immobiliare e la stimolazione della costruzione da parte delle aziende private sembra non essere un modo efficace per risolvere il problema.

Ulrike Hamann, dell'Associazione degli Inquilini di Berlino, teme che durante la crisi del settore immobiliare la pressione sugli affitti aumenterà ulteriormente. Le società immobiliari private sembrano non esitare ad aumentare gli affitti il più possibile, nonostante l'impegno volontario per una loro limitazione. Inoltre, Hamann sottolinea che le valutazioni troppo alte delle proprietà delle aziende private hanno permesso loro di ottenere prestiti considerevoli, ma ora, con la diminuzione delle valutazioni, ciò rappresenta una preoccupazione per gli inquilini.

La situazione delle diverse aziende immobiliari, come Vonovia, Signa, Heimstaden e Adler Group, riflette la crisi più ampia del settore immobiliare berlinese. Ognuna di queste aziende sta cercando di adottare strategie diverse per affrontare la situazione. Vonovia ha interrotto i progetti di costruzione e sta cercando di vendere appartamenti per ridurre il suo debito. Signa, che aveva investito pesantemente in progetti su larga scala, sta lottando con valutazioni in calo e crescenti costi di rifinanziamento. Heimstaden sta cercando di resistere alla crisi, ma ha visto il suo rating abbassato e sta vendendo alcune delle sue proprietà. Adler Group, nel frattempo, è stata coinvolta in vari scandali e ha visto il valore delle sue azioni diminuire drasticamente, con il rischio di insolvenza.

In conclusione, la crisi nel settore immobiliare berlinese sta influenzando sia gli inquilini che le società immobiliari, e sembra che siano necessarie soluzioni drastiche per affrontare la situazione. La discussione sulla socializzazione delle proprietà immobiliari è sempre più rilevante, ma ci sono ancora divergenze di opinioni su come affrontare questa sfida.


Leggi gli altri articoli sulla crisi abitativa tedesca -->>

mercoledì 10 aprile 2019

Intervista al leader del movimento per l'esproprio degli immobili a Berlino

Nelle città tedesche la lunga stagione dei tassi a zero e l'enorme afflusso di migranti stanno alimentando la nuova frattura sociale: l'aumento incontrollato degli affitti. In un paese in cui la maggioranza delle famiglie non possiede una casa, senza dubbio un problema molto serio. A Berlino l'iniziativa di legge popolare per l'esproprio degli immobili sta raccogliendo un ampio consenso, ne parla uno dei promotori intervistato da DLF

referendum esproprio immobili a Berlino

Michael Prütz è uno dei due promotori dell’iniziativa di legge popolare denominata "Deutsche Wohnen und Co. enteignen“, partita oggi e con la quale a Berlino si vorrebbero espropriare le grandi società immobiliari e agire contro le grandi società in possesso di più di 3.000 appartamenti.
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DLF: Herr Prütz, in questa prima fase avrà bisogno di almeno 20.000 firme, il che non dovrebbe essere un problema. Cosa si aspetta, riuscirà a raccoglierle tutte già oggi?

Prütz: è possibile che già oggi si riesca  a raccoglierle tutte, ma forse ci vorrà un altro giorno o due. Il supporto che stiamo ricevendo in città è enorme, non sarà affatto un problema.

DLF: ma se la raccolta firme avesse successo e si arrivasse fino agli espropri, non ci sarebbe comunque un solo appartamento in piu’ - abbiamo sentito questo argomento. Vale la pena tutto questo sforzo?

Prutz: non abbiamo mai detto infatti che in questo modo sarebbero sorte delle nuove abitazioni, ma diciamo che con l'esproprio in città avremo 400-500.000 inquilini in piu’ protetti, avranno una maggiore possibilità di pianificare la loro vita e più sicurezza per il futuro, e come risultato di questa espropriazione anche i proprietari più piccoli si atterranno maggiormente alle regole ragionevoli che tutti noi vogliamo.
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DLF: ma le grandi aziende, ad esempio Deutsche Wohnen, sostengono di essere sensibili alla situazione attuale. L‘azienda dice che i suoi affitti sono relativamente economici. È così falso?

Prütz: tutte le società dicono che i loro affitti sono intorno ai 6,60 euro al metro, è naturale, ma non dicono - o lo scrivono solo nei loro rapporti annuali - che l’aumento potenziale degli affitti nei prossimi anni a Berlino sarà del 50%. Vale a dire tre o quattro euro di affitto in piu’ al metro quadrato, ecco a cosa aspirano, e questo la maggioranza dei berlinesi non se lo puo’ proprio permettere.

DLF: a cosa serve ora raccogliere le firme, se poi il Senato di Berlino non dà seguito alla richiesta? Il sindaco Müller ha detto chiaramente che non crede in questi espropri.

Prütz: nel senato ci sono tre opinioni diverse, i tre partiti di governo hanno un'opinione diversa in merito alla questione. E non ci saranno obiezioni da parte del Senato nei confronti dell'iniziativa di legge, perché tutti e tre i partiti del Senato dovranno essere d’accordo nel respingere la petizione e a quel punto andremo davanti alla Corte Costituzionale. Non lo faranno.

DLF: la SPD, o il sindaco, tuttavia, ritengono che Berlino sia una città già altamente indebitata che non può permettersi una simile socializzazione degli appartamenti. Ci sarebbero da pagare miliardi di euro di indennizzi.

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Prütz: pensiamo che il risarcimento sarà ben al di sotto del valore di mercato. Ci aspettiamo dai 7 ai 14 miliardi, il Land Berlino dovrà farsene carico fino al 20 %, ci sarebbero da versare tra i 2 e i 2,5 miliardi e mezzo di capitale proprio e il resto verrebbe finanziato attraverso un prestito di una nuova società di edilizia popolare, e questo credito verrebbe ripagato con i canoni mensili. Abbiamo anche calcolato che gli affitti potrebbero diminuire di circa 80-90 centesimi al metro quadrato. Quindi, nessun problema per il bilancio statale di Berlino.

DLF: ma da dove dovrebbero venire questi miliardi? Berlino già ora dipende dalla perequazione finanziaria regionale, un Land come la Baviera dovrebbe davvero finanziare gli espropri a Berlino?

Prütz: non credo che 1 o 2 miliardi di euro sarebbero un grosso problema. Si tratta di denaro di cui Berlino effettivamente dispone, e come ho detto, il resto viene preso in prestito da una nuova società per l’edilizia residenziale, quindi non vedo alcun problema. Naturalmente i bavaresi non saranno entusiasti, ma si tratta di una questione regionale, e sarà decisa a Berlino, e in nessun altro luogo.

DLF: il Senato di Berlino ha venduto quegli stessi appartamenti, che Lei ora vorrebbe espropriare, non molto tempo fa, proprio a queste società immobiliari, e ora chiede di farseli restituire ad un prezzo ben al di sotto del valore di mercato, un prezzo fissato dal legislatore - c'è qualcosa di perfido, o la vede in maniera diversa?

Prutz: beh, non è proprio qualcosa di perfido, ma in effetti le cose stanno così, e lei ha ragione, il Senato nel 2003-2004 ha venduto grandi stock di edilizia residenziale pubblica, presumibilmente a causa di una crisi di bilancio. È successo anche in altre città. Oggi tutti dicono che è stato un grande errore, anche all’epoca ci fu una grande protesta contro questa decisione, ma il Senato non volle ascoltarla. E ora, naturalmente, si cerca di riportare indietro lo stato delle cose, vale a dire ammettere l'errore, per questo ora ci si dà molto da fare.

DLF: chi dovrà decidere l'importo dell'indennizzo, che lei ipotizza relativamente basso?

Prütz: il risarcimento naturalmente sarà definito dal tribunale. Supponiamo naturalmente che Deutsche Wohnen, Vonovia, Akelius o come si chiamano, semplicemente non si arrendano senza combattere. Andranno dal giudice, e poi alla fine ci sarà un compromesso, può esserne sicuro.

DLF: Herr Prütz, a Monaco e in altre città della Germania, gli affitti sono ancora molto, molto più alti che a Berlino, e altrove gli espropri non sono un tema, lo sono solo a Berlino. È ancora il vecchio spirito della DDR?

Prütz: no, non è il vecchio spirito della DDR. Berlino è una città di soli inquilini. L'85% della popolazione vive in affitto, da un lato, dall'altro invece, il livello dei salari a Berlino è del 25% piu' basso rispetto, ad esempio, ad Amburgo o a Monaco di Baviera, e le persone sono con le spalle al muro semplicemente perché non possono gestire l'aumento degli affitti - ovvero aumenti del 50% negli ultimi cinque anni.

DLF: manifestazioni di inquilini, lo abbiamo detto all'inizio o sentito, ci sono già oggi in più di 20 città tedesche, i piani per l'esproprio, tuttavia, si vedono solo a Berlino. Pensa che a Berlino ci sia come un terreno di coltura speciale, che non può essere confrontato con il resto del paese?

Prütz: si può fare un paragone senza alcun problema. Riceviamo richieste da tutte le città tedesche, tra l'altro anche richieste internazionali, per presentare la nostra iniziativa. Certo, la situazione legale è diversa: una città come Monaco non può decidere da sola una legge sull'esproprio, a farlo deve essere almeno un Land, ad esempio città come Amburgo o Brema potrebbero anche farlo. La risposta, anche a livello nazionale, alla nostra iniziativa è enorme, a nostro avviso, e non siamo in grado di gestire tutte le richieste.
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