Anche nel 2019, nonostante la guerra dei dazi e la Brexit, secondo i dati dell'istituto Ifo, i tedeschi hanno registrato un altro record nei conti con l'estero. Cresce l'export (di poco), rallentano le importazioni e soprattutto aumenta il saldo dei redditi primari derivanti da interessi e dividendi sugli investimenti esteri. Ne scrive Sputnik News
La Germania nel 2019 ha esportato molto più di quanto ha importato: l'avanzo delle partite correnti tedesche è tornato a crescere e resta di gran lunga il piu' grande al mondo. Lo dimostrano gli ultimi dati dell'Institut für Wirtschaftsforschung (Ifo). Gli esperti giudicano in maniera controversa le conseguenze di un tale tendenza.
Per il quarto anno consecutivo la Germania avrà il piu’ alto surplus con l’estero del mondo. "Prevediamo 293 miliardi di dollari o 262 miliardi di euro, pari al 7,6% del PIL. Nel 2018 era stato solo il 7,3 %", afferma Christian Grimme dell'Istituto Ifo, esperto di congiuntura economica. L'Unione europea ritiene che nel lungo periodo un avanzo con l’estero sia sostenibile fino ad un massimo del 6%. Le elevate eccedenze delle partite correnti tedesche, infatti, superano ampiamente gli obiettivi fissati dall'UE nell'ambito delle procedure di sorveglianza sugli squilibri macroeconomici e provocano pertanto forti critiche a livello internazionale.
Gli economisti calcolano che il surplus delle partite correnti tedesche sia nettamente superiore a quello del Giappone, che registra un surplus di 194 miliardi di dollari (pari al 3,8 % Pil). La Cina si piazza al terzo posto con circa 183 miliardi di dollari (1,3 % del PIL).
Al contrario, è probabile che gli Stati Uniti ancora una volta presentino il più grande deficit delle partite correnti del mondo - circa 490 miliardi di dollari. Ma ciò corrisponde solo al 2,3 % del PIL, sempre secondo I dati Ifo. Dietro ci sono il Regno Unito con un deficit di 117 miliardi di dollari (4,2 % del PIL) e il Brasile con $ 51 miliardi (2,9 % del PIL).
La causa è la recessione?
Questa volta, tuttavia, gli analisti ipotizzano che la recessione in corso nell'industria tedesca sia stata un importante fattore nel determinare il surplus record delle esportazioni: "l'import di beni è aumentato molto più lentamente", spiega Grimme. Dopo una forte partenza a inizio 2019, le esportazioni nel secondo trimestre non sono cresciute, chiarisce l'esperto economico.
“Questo sviluppo è stato trainato principalmente da un crollo della domanda da parte del Regno Unito. L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, infatti, era originariamente prevista per la fine di marzo, per questo nel primo trimestre sono state acquistate più merci provenienti dalla Germania per riempire i magazzini in vista dell'introduzione delle imminenti barriere doganali", afferma il rapporto "Ifo".
Ma già nella seconda metà dell'anno le esportazioni di merci sarebbero ripartite con forza. “L'aumento delle esportazioni verso gli Stati Uniti a causa del continuo deprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro USA, come la crescita delle esportazioni verso il Regno Unito, dove la domanda è tornata in qualche modo a salire, hanno determinato nella seconda metà dell'anno un netto aumento delle esportazioni tedesche. Al contrario nell'estate del 2019 le importazioni sono aumentate molto debolmente e la recessione industriale in corso in Germania ha rallentato le importazioni di beni intermedi"
Il saldo dei redditi primari, che si basa principalmente sui reddito derivanti dagli investimenti all'estero, anche nel 2019, secondo i ricercatori Ifo, ha proseguito la sua forte crescita. Le eccedenze generate dai redditi primari rappresentano ormai il 37 % del surplus delle partite correnti tedeschie. Tale dato è generato da un reddito netto elevato proveniente da investimenti esteri diretti e investimenti in titoli. Gli economisti tuttavia sono ancora alquanto divisi su quanto possano essere considerati veramente redditizi gli investimenti tedeschi all'estero, osserva Grimme.
Critica al surplus tedesco
Non ci sono solo la Commissione europea e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ad essere infastiditi dalle enormi eccedenze tedesche. Anche il Fondo monetario internazionale (FMI) nel 2018 aveva già espresso la sua critica: "la persistenza di squilibri globali e condizioni di scambio sempre più inique alimentano dei sentimenti protezionistici", scriveva Maurice Obstfeld, capo economista del Fondo monetario internazionale (FMI), in un articolo su "Die Welt". Nell’articolo individuava una "minaccia di medio termine per la stabilità finanziaria globale".
Il governo tedesco non vuole capire che le eccedenze comerciali tedesche violano le regole del commercio equo, critica l'ex sottosegretario Tedesco Heiner Flassbeck in un'intervista a Sputnik:
"Non può esserci commercio equo se un paese continua ad avere delle enormi eccedenze", afferma Flassbeck. “La Germania ha un enorme surplus delle esportazioni verso il resto del mondo, perché fin dall'inizio dell'Unione monetaria ha praticato il dumping salariale senza aumentare i salari in maniera adeguata,” critica l'economista. “Ciò significa che la Germania si è procurata con l'inganno un vantaggio competitivo nei confronti degli altri partner europei. E ciò ha reso anche l'euro relativamente debole. Il dollaro USA in termini reali fino ad ora ha continuato ad apprezzarsi. Ciò significa che gli americani hanno continuato a perdere competitività. Questo infastidisce Trump e su questo punto ha pienamente ragione", afferma Flassbeck.
Il noto analista finanziario ed esperto economico Folker Hellmeyer, invece, contraddice con forza questa posizione. Il saldo dell'export tedesco, secondo lui, sarebbe espressione dell'attrattività e della competitività dei prodotti Made in Germany: "perché abbiamo merci che sono richieste a livello internazionale". E ciò rende la Germania un forte paese esportatore. “Non siamo necessariamente più economici degli altri. Stiamo esportando nel segmento di mercato piu' alto. Ci comprano, non solo perché il prodotto è buono, ma anche perché offriamo la garanzia di un servizio anche in seguito", sottolinea l'analista capo di "Solvecon Invest" di Brema.
Cifre inaffidabili per i saldi bilaterali
Ultimo, ma non meno importante, gli esperti "Ifo" parlano anche dei saldi bilaterali delle partite correnti, ripetutamente criticati dal governo degli Stati Uniti. Il presente studio non ha deliberatamente affrontato questi aspetti, poiché gli attuali lavori di ricerca fanno emergere dei seri dubbi sull'affidabilità della base dei dati economici. Gli esperti economici Martin Braml (Ifo) e Gabriel Felbermayr (Ifw Kiel) hanno dimostrato che per ogni anno dell'ultimo decennio non è chiaro se l'UE abbia avuto un avanzo bilaterale delle partite correnti o un disavanzo nei confronti degli Stati Uniti. "Nel calcolo del saldo bilaterale delle partite correnti, le statistiche europee e americane mostrano una differenza di 180 miliardi di dollari (2017)", afferma lo studio. Secondo i dati delle partite correnti di Eurostat, invece, l'UE avrebbe un avanzo commerciale di 307 miliardi di euro, vale a dire meno del 2% del PIL europeo del 2018. Si tratta "in realtà di qualcosa impossibile", osservano i ricercatori.