Nella Linke tedesca, dopo le recenti prese di posizione di Oskar Lafontaine e della moglie Sahra Wagenknecht, alcuni membri di spicco del partito, fra loro anche Fabio De Masi, hanno fatto uscire un documento con il quale prendono una posizione molto chiara sul tema dell'immigrazione e delle politiche per i rifiugiati: non è scritto da nessuna parte che esiste un diritto all'immigrazione, aiutiamoli a casa loro! Ne parla la TAZ.de
Nel dibattito sui profughi e sui migranti interno alla Linke diversi esponenti di spicco del partito hanno preso posizione con un documento comune "per una politica di immigrazione di sinistra, umana e socialmente regolata". Si tratta probabilmente del documento piu' dettagliato che fino ad ora abbia provato a tracciare un punto di contatto nell'attuale situazione di polarizzazione fra la leadership del partito rappresentata da Katja Kipping, schierata a favore dell'apertura delle frontiere e il capogruppo al Bundestag Sahra Wagenknecht, che invece sostiene una politica sull'immigrazione piu' restrittiva. Fra i firmatari ci sono i membri del Bundestag Fabio De Masi, Jutta Krell, Michael Leutert, Sabine Zimmermann e il membro del consiglio federale Ralf Krämer.
I firmatari si allontanano decisamente dal concetto delle "frontiere aperte". Il documento recita: "i controlli alle frontiere non sono di per sé né violenti né disumani". Senza la gestione delle frontiere gli stati resterebbero "indifesi contro la criminalità organizzata e il terrorismo".
Gli autori si schierano a favore di una distinzione fra le politiche di immigrazione e quelle sui rifugiati. "La protezione per le persone in stato di necessità è qualcosa di diverso dall'immigrazione illimitata, che riguarderebbe tutti coloro che desiderano guadagnare di piu' oppure sono alla ricerca di un tenore di vita migliore". Nel secondo caso "i paesi riceventi hanno il diritto di regolare l'immigrazione". Dopotutto anche nella carta delle Nazioni Unite non viene sancito alcun diritto universale all'immigrazione. "Non esiste di fatto alcun diritto riguardante la libertà globale di movimento o la libertà di insediamento e non ci sarà nulla di simile anche nel prossimo futuro".
Il modello delle frontiere aperte è solo una "visione per il futuro": "al momento le condizioni non ci sono. Abbiamo bisogno di soluzioni realistiche e transitorie che ci possano avvicinare a questo obiettivo". Queste dovranno "essere accettabili per i lavoratori dipendenti e per la parte meno privilegiata della società".
"Privilegio per le piccole minoranze mobili"
Degno di nota in particolare è il sesto punto del documento, intitolato "Sinistra politica e solidarietà internazionale". Mentre il dibattito di sinistra in Germania ruota attorno alla possibilità che chiunque voglia farlo possa entrare nel paese, gli autori fanno riferimento alla sinistra latinoamericana che invece discute del diritto a non dover emigrare. "Con lo stesso sforzo finanziario, spesso è possibile ottenere nei paesi di origine un multiplo di cio' che in termini di miglioramento delle condizioni di vita puo' essere raggiunto in questo paese", scrivono gli autori.
"La migrazione non regolamentata di lavoratori non offre alcuna prospettiva di alleviare la miseria del mondo, ma si rivolge direttamente a una piccola minoranza di privilegiati che si possono spostare". La migrazione di lavoratori deve essere regolata. Gli autori menzionano proposte come gli accordi speciali con i paesi non-UE per l'arrivo di lavoratori non qualificati, ma anche una lista di lavori con un'eccedenza di manodopera, per i quali non potrà essere concessa nessuna autorizzazione all'ingresso. "I processi di migrazione dovrebbero avere effetti positivi ed evitare quelli piu' negativi per tutti gli interessati, senza quindi mettere in pericolo le persone nei paesi di origine e in quelli di destinazione, ma promuovendone il benessere".
Sulla questione dei rifugiati gli autori sostengono "una politica che aiuti tutti". A cio' appartiene anche il sostegno nei confronti dei paesi fuori dall'UE che accolgono i rifugiati, sia con il denaro, sia "con l'ammissione contingentata di rifugiati" direttamente da questi stati.
Il documento evita una questione controversa all'interno del partito, come quella di indicare i casi in cui i migranti dovranno essere espulsi. Il documento serve ad alimentare il dibattito interno al partito. Al congresso del partito previsto a giugno a Lipsia, infatti, la richiesta di avere "frontiere aperte" sarà messa ai voti nella mozione presentata dai vertici del partito.