Questo blog rilancia un commento di altissimo livello lasciato pochi giorni fa da anonimo sul tema dell'esercito UE, che senza dubbio alza la media del blog. Quello dell'esercito europeo è infatti un tema fondamentale che al pari della moneta unica è destinato a spaccare ancora di più l'UE e a peggiorare i rapporti con America e Russia. Un ringraziamento ad anonimo per la riflessione.
Rilevo numerose criticità nell'impostazione dell'esercito EU così come auspicato dall'articolo:
1) Stanti passate esperienze di decisioni politiche spacciate per tecniche e sottratte al processo democratico, il vagheggiato "comitato di politici esperti di sicurezza, espressione dei parlamenti nazionali, che in tempi rapidi dovranno essere in grado di preparare e prendere decisioni" suona abbastanza sinistro. Non si dovrebbe dimenticare che, a parte le dichiarazioni di rito di difesa della democrazia, l'EU è un organismo che presenta evidenti deficit di democrazia. Demandare ad organismi tecnici le decisioni politiche è, oltre che altamente antidemocratico, anche pericoloso infatti nessuna nazione al mondo ha MAI lasciato la più politica delle decisioni (se, a chi, e quando, fare la guerra) in mano ad un organismo tecnico.
2) La questione della gestione dell'arsenale nucleare, da me evidenziata in un altro intervento sul medesimo tema, risulta ancora totalmente indefinita. Non si tratta di una questione di poco conto. Dal momento che l'arsenale nucleare europeo sarebbe costituito dall'arsenale nucleare francese (essendo la Gran Bretagna fuori dall'UE), è molto difficile pensare che i francesi cedano il controllo del loro arsenale (che si sono pagati), senza chiedere sostanziose compensazioni in termini di peso decisionale e/o diritto speciale di veto sulle decisioni riguardanti l'impiego dell'esercito EU. Sarebbe interessante sentire il punto di vista francese sull'argomento.
3) Non si affronta minimamente la spinosa questione di se e come l'esercito EU possa venir usato per questioni interne all'EU tipo "law enforcing", "stabilizzazione", "pace keeping", sedazione rivolte.
4) L'articolo rispecchia il tipico approccio germanico: parla diffusamente degli interessi della Germania senza confrontarsi con gli interessi degli altri paesi dell'unione. L'unico punto in cui si citano gli interessi non germanici è quello in cui si dice che "i singoli stati membri in futuro potranno essere costretti a sostenere una politica estera apertamente contraria ai loro interessi". Il che suona assai sinistro, specialmente per l'Italia.
5) la proposta di abolire l'obbligo dell'unanimità va vista alla luce del fatto che la rappresentanza politica in EU è lo specchio dei rapporti di forza economici. Per capire come questo c'entri con la questione dell'unanimità, bisogna ricordare che quando si parla di Germania in realtà si sta parlando non solo della Germania in senso stretto, ma di tutto quel blocco economico che prima dell'euro si chiamava "area del marco tedesco" e che comprende Germania, Austria, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Non è difficile capire che convergenti interessi economici siano motore di convergenti interessi politici, se pur con eccezioni anche notevoli (vedasi la posizione austriaca sull'immigrazione rispetto alla posizione tedesca).
Essendo che i rapporti di forza economici sono già oggi molto sbilanciati a favore della Germania "largamente intesa", un passaggio dall'unanimità alla maggioranza determinerebbe un ulteriore rafforzamento dell'egemonia tedesca.
6) L'articolo non affronta la questione di chi dovrebbe mantenere finanziariamente l'esercito EU. Stanti i punti precedenti, perché un paese che rischia di vedersi costretto "a sostenere una politica estera apertamente contraria ai propri interessi" dovrebbe contribuire a mantenere lo strumento della propria stessa costrizione?
7) Non si chiarisce cosa si intende esattamente con "esercito europeo" e quale dovrebbe essere almeno a grandi linee la sua composizione. Una forza armata moderna è genericamente composta da 3 armi: esercito propriamente detto, una forza aerea ed una marina. E' evidente che paesi diversi hanno esigenze strategiche diverse. Ad esempio l'Austria, non avendo accesso al mare, non ha una neanche marina da guerra e non è interessata ad averla. All'opposto l'Italia, essendo una penisola, ha interesse ad avere una marina da guerra decisamente preponderante rispetto alla componente terrestre. Si pone quindi il problema di come evolverà nel tempo la composizione stessa dell'esercito europeo.
Il rischio è di ritrovarsi, nel tempo, con uno strumento militare la cui stessa composizione di materiali sia tagliata a misura di una ristretta cerchia di paesi e poco o nulla impiegabile per gli altri.
Per dare concretezza a quanto esposto si paragonino i numeri della marina tedesca con quelli della marina italiana: si vede chiaramente come l'impostazione della marina tedesca sia prettamente difensiva (avendo la Germania scarso accesso al mare). La marina italiana è invece molto più capace di interdizione d'area e proiezione di forza, come è ovvio per un paese protratto nel mediterraneo, aggredibile via mare e che storicamente ha prosperato con i commerci marittimi con la conseguente esigenza di difenderli.
Marina TEDESCA / ITALIANA
portaeromobili 0 / 2
incrociatori lanciamissili 0 / 4
fregate 10 / 12
corvette 5 / 1
pattugliatori d'altura 0 / 10
cacciamine 19 / 10
assalto anfibio 0 / 3
sottomarini 4 / 8
8) La visione data dall'articolo è totalmente autocentrica, come se la costituzione di una forza armata di rilevanza globale fosse una questione solamente interna all'UE, e non prende minimamente in considerazione la reazione del resto del mondo. Questa visione è per lo meno miope. Ci sono almeno 2 attori di rilevanza globale che verrebbero impattati dalla creazione di una forza armata europea, e sono USA e Cina. Già oggi vi sono notevoli segni di attrito USA-Germania e una indipendenza militare europea (leggasi: tedesca) che rendesse la politica estera tedesca meno dipendente da quella USA, sarebbe un ulteriore elemento di scontro.
Un altro elemento di sicuro scontro USA-UE introdotto dalle costituende forze armate europee, sarebbe il dominio del Mediterraneo. L'unione delle marine di Italia, Francia, Spagna e Germania costituirebbe una forza navale capace di una opposizione *credibile* alla VI flotta USA che è responsabile del controllo del mar Mediterraneo. Per comprendere come questo sia un terreno -anzi mare- di scontro, bisogna considerare che il Canale di Suez è un ganglio assolutamente vitale dei commerci mondiali: non è un caso infatti che la marina USA tenga la VI flotta di stanza nel mediterraneo e la V flotta nel Mar Arabico, cioè ai due lati della trafficatissima rotta commerciale che passa dal canale.
Sempre per la stessa ragione, la Cina avrebbe molto da temere da una marina europea capace -potenzialmente- di bloccare il canale, essendo questo la principale arteria di entrata delle merci cinesi in europa.
La posizione dell'Italia in un tale frangente sarebbe doppiamente delicata: a Napoli vi è la base della VI flotta e ciò rende l'Italia particolarmente importante per la politica USA nel mediterraneo. Al tempo stesso l'Italia è importante per una ipotetica marina europea essendo la seconda marina UE appena dopo quella francese.
Concludendo, se gli annunci sul costituendo esercito europeo non fossero solo propaganda elettorale in vista delle venture elezioni europee, possiamo stare certi che questo sarà un tema di scontro -anche molto duro- con gli USA.