Secondo quanto riportato da Handelsblatt, tedeschi, olandesi e finlandesi, anche nel pieno della crisi causata dal corona virus, non avrebbero nessuna intenzione di concedere dei prestiti incondizionati a francesi, italiani e spagnoli. Ne scrive Handelsblatt
Il corona virus ha portato a una rottura nella diga della politica fiscale: gli stati di tutto il mondo stanno lanciando programmi di aiuto per molti miliardi di euro al fine di evitare un crollo dell'economia. Anche gli europei stanno agendo in maniera rapida e decisa, ma solo a livello nazionale.
Finora l'Unione Monetaria Europea non è stata in grado di concretizzare nulla - al contrario: la crisi scaturita dal corona virus ha provocato una riapertura dei vecchi fronti all'interno dell'eurogruppo. Gli europei del sud, guidati da Italia e Francia, chiedono un programma di aiuti europei da molti miliardi di euro per combattere la crisi, mentre gli europei del nord, guidati da Germania e Paesi Bassi, frenano.
Il leader del'eurogruppo Mário Centeno non vuole accettare il blocco: per martedì ha invitato i ministri delle finanze dei 19 paesi dell'euro ad un incontro in videoconferenza. Ci sono forti dubbi sul fatto che in quella sede possano essere prese delle decisioni. "La resistenza della Germania e dei Paesi Bassi è enorme", riferisce un diplomatico dell'UE.
Il fulcro della controversia è il fondo di salvataggio MES. La Francia e gli europei del sud chiedono che il MES lanci un programma di prestiti multimiliardario aperto a tutti i paesi dell'euro. Per finanziarlo l'ESM dovrebbe emettere sul mercato le cosiddette obbligazioni corona.
I prestiti del nuovo programma di aiuti dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per combattere le conseguenze della crisi. Inoltre, i prestiti non dovrebbero essere soggetti ad alcuna condizionalità. In un appello congiunto, un gruppo di 13 economisti europei ha anche chiesto al MES di fornire una linea di credito per tutti i paesi in modo da poter affrontare in maniera congiunta la crisi causata dal corona virus.
Prestiti incondizionati?
Sarebbe una novità per il MES. Fino ad ora, infatti, i prestiti del fondo di salvataggio sono sempre stati soggetti a dei requisiti di politica economica: i paesi beneficiari hanno dovuto ristrutturare i propri bilanci e adottare riforme strutturali impopolari. Il rispetto di queste condizioni è stato attentamente monitorato dalla "Troika" composta dalla BCE, dal FMI e dalla Commissione europea.
Nonostante la crisi scaturita dal corona virus, per Germania, Paesi Bassi e Finlandia è impensabile che il MES possa erogare contemporaneamente e in maniera incondizionata dei prestiti a tutti i paesi dell'euro. Nel trattato ESM non è affatto previsto un tale programma di prestiti, e non ci sarebbe il tempo necessario per un cambiamento, si dice a Berlino.
La cassetta degli attrezzi esistente contiene già degli strumenti sufficienti per aiutare i paesi colpiti piu' duramente. Ad esempio, potrebbero richiedere una „Enhanced Conditions Credit Line“ (ECCL). Le condizioni per questi prestiti sono meno rigorose rispetto alla seconda linea di credito possibile, vale a dire la "Linea di credito condizionata precauzionale" (PCCL).
Per la linea di credito PCCL, l'Italia dovrebbe impegnarsi a rispettare il Patto di stabilità. Ma Roma non lo faceva neanche prima del Corona virus. Gli ostacoli per accedere ad un prestito ECCL sono più bassi, sostengono alcuni diplomatici dell'UE. "Nessuno penserebbe di chiedere all'Italia di riformare il sistema pensionistico o il mercato del lavoro, se nella situazione attuale dovesse chiedere aiuto al MES", si dice a Berlino.
Un prestito ECCL avrebbe anche un altro vantaggio: la BCE potrebbe utilizzare il cosiddetto programma OMT per acquistare i titoli di stato del paese beneficiario, in modo da rassicurare i mercati finanziari e gli investitori. Normalmente, la BCE non è piu' autorizzata a farlo dal momento in cui un paese riceve credito dal MES.
Roma insiste su un programma di sostegno europeo
Alla banca centrale è stato permesso di acquistare titoli di Stato portoghesi e greci solo dopo che i 2 paesi sono usciti dal programma di sostegno. Il ministro delle finanze italiano Roberto Gualtieri non è ancora stato convinto da questi argomenti.
Gualtieri teme che se facesse domanda per avere un programma di aiuti del MES solo per l'Italia, il suo paese verrebbe stigmatizzato sui mercati finanziari. Anche se gli altri paesi dell'eurozona molto probabilmente approverebbero immediatamente il prestito: l'Italia teme che sarebbe messa alla berlina in quanto paese in crisi e dovrebbe pagare premi al rischio più elevati per i suoi titoli di Stato.
Ecco perché il governo di Roma insiste per ottenere un programma generale di sostegno europeo per tutti i paesi dell'euro, preferibilmente attraverso il MES. Il fondo di salvataggio avrebbe la potenza di fuoco necessaria, affermano i diplomatici dell'UE
Del capitale di 705 miliardi di euro dell'ESM, ci sarebbero circa 410 miliardi attualmente disponibili per prestiti, come ha confermato il presidente dell'ESM Klaus Regling lunedì scorso. Poiché la Germania e i Paesi Bassi attualmente respingono un programma generale di prestiti ESM, ci sarebbero altre opzioni in discussione.
Secondo i diplomatici, la Banca europea per gli investimenti (BEI) o la Commissione europea potrebbero emettere dei corona bonds e finanziare un fondo per gli Stati membri in difficoltà. Entrambi i costrutti, tuttavia, avrebbero bisogno di una garanzia - dal MES o direttamente dai paesi dell'UE.
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