I minijobber nel settore della gastronomia e dell'ospitalità sono stati fra i primi a perdere il lavoro e soprattutto non hanno diritto né alla cassa integrazione né alla disoccuppazione, in pratica lavoro nero legalizzato, e per questo rischiano di finire subito in Hartz IV. Un articolo della DGB (confederazione sindacale tedesca) ci spiega perchè i minijob non sono la soluzione, anzi sono parte del problema.
La pandemia da Coronavirus è iniziata circa un anno fa. Fino alla sua esplosione la Bassa Sassonia per oltre un decennio aveva assistito ad una forte crescita dell'occupazione. Con il virus e con la conseguente recessione, questa fase, almeno per il momento, è terminata. Rispetto all'anno precedente, infatti, c'è stato un aumento significativo della disoccupazione. Persistono grandi incertezze.
La cassa integrazione ha salvato molti posti di lavoro
In considerazione di questa eccezionale situazione economica, tuttavia, la perdita in termini di posti di lavoro fino ad oggi è stata tutto sommato moderata. La cassa integrazione (Kurzarbeitesgeldes) ha alleggerito il peso che grava sulle aziende e ha salvato molti posti di lavoro.
I minijobber sono stati i veri perdenti sul mercato del lavoro
L'impatto del Coronavirus tuttavia varia molto a seconda della forma di occupazione. Il numero dei dipendenti soggetti ai contributi sociali nel periodo in questione è perfino aumentato, anche se in misura minima. Fra i mini-jobber invece c'è stata una riduzione molto forte. Il loro numero è diminuito di oltre il 7%. In totale, in Bassa Sassonia sono andati perduti più di 55.000 posti di lavoro. La maggior parte di questi posti di lavoro sono stati persi da dipendenti occupati esclusivamente con un contratto di mini-job. I minijobber sono stati quindi i grandi perdenti sul mercato del lavoro!
Questo risultato non è affatto sorprendente. Un promemoria: i mini-jobs, altrimenti detti impieghi marginali, con un limite di guadagno di 450 euro al mese - sono dei lavori precari. Spesso non sono neanche previsti dei contratti di lavoro, oppure sono solo temporanei. Inoltre, dato che per i mini-jobs non vengono versati i contributi per l'assicurazione contro la disoccupazione, i dipendenti con un mini-job non hanno diritto alla cassa integrazione. E a causa di questi fattori, in una tale situazione di crisi i mini-jobbers possono essere facilmente messi alla porta. E per questa stessa ragione, anche quando si tratta dell'indennità di disoccupazione, restano a mani vuote. Anche questo, infatti, è un beneficio erogato dalla Bundesagentur für Arbeit il cui accesso è precluso ai minijobber.
Ad essere colpite sono soprattutto le donne
C'è un numero particolarmente alto di persone con un'occupazione marginale nei settori attualmente ridimensionati dalla crisi del commercio al dettaglio, della ristorazione e degli eventi. In quei settori, in considerazione dell'ulteriore prolungamento delle chiusure, infatti, c'è il pericolo che la perdita dei mini-jobs continui. E questo potrebbe diventare un problema crescente soprattutto per le donne. Per loro, infatti, i mini-jobs molto spesso sono l'unica fonte di reddito. Molte di loro, infatti, rischiano di finire nella sicurezza sociale di base (Hartz IV).
L'assicurazione sociale obbligatoria deve essere applicata dal primo euro
Ecco perché questo è il momento per impare la giusta lezione. I mini-job hanno bisogno di essere riformati. Chi ha un'occupazione marginale (mini-job) non ha alcuna protezione e finisce senza alcun paracadute direttamente ai margini della società. Per essere garantiti i mini-job dovrebbero essere soggetti ai contributi sociali fin dal primo euro di retribuzione, senza eccezioni. In modo che questo rapporto di lavoro di seconda classe diventi finalmente un ricordo del passato!
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