Anche il professor Hans Werner Sinn dalle colonne della Frankfurter Allgemeine Zeitung non si fa sfuggire l'occasione per attaccare Merkel sul tema dei migranti. Per il professore la Cancelliera in cambio dell'appoggio dei francesi avrebbe ceduto alla richiesta di Macron di creare un budget autonomo per l'eurozona, secondo Sinn si tratta di un errore di portata storica in quanto servirebbe solo a separare la Germania dalla sua area di influenza storica, la Mitteleuropa. Dalla FAZ.net
L'accordo è chiaro: Merkel sostiene la proposta di Macron per la creazione di un budget dell'eurozona e in cambio Macron appoggia Merkel sulla politica per i rifugiati. La Cancelliera tedesca è pronta a pagare miliardi su miliardi affinché gli altri paesi dell'UE accettino il fatto che la Germania possa respingere alla frontiera i richiedenti asilo provenienti da paesi terzi considerati sicuri. In questo modo riuscirà a soddisfare le condizioni che Horst Seehofer aveva stabilito per lei. Ma la Cancelliera si trova a dover pagare per qualcosa che è già una legge in vigore e che potrebbe essere applicata cosi' come è.
Il quadro giuridico è stato chiarito ancora una volta dall'ex presidente della Corte costituzionale federale, Hans-Jürgen Papier, in una storica conferenza sulla costituzione tedesca tenutasi lo scorso fine settimana a Frauenchiemsee. Il regolamento di Dublino prevede che di norma il primo paese sicuro raggiunto da un richiedente asilo sia quello responsabile per la procedura della richiesta d'asilo. Un altro paese UE puo' tuttavia dichiararsi responsabile e assegnarsi la procedura. Se il paese vuole avvalersi di questa possibilità, dovrà quindi osservare le proprie leggi, cioè la costituzione tedesca e la legge sull'asilo tedesca.
"Viene già comunque controllato"
Secondo la legge, chi entra in Germania attraverso un paese terzo sicuro non puo' chiedere asilo in Germania, e ai sensi della legge sull'asilo, l'ingresso nel paese deve essere negato qualora si cerchi di entrare per chiedere asilo. Il richiedente asilo deve essere respinto anche nel caso in cui venga acciuffato immediatamente dopo il confine. Se tuttavia ce l'ha fatta ad entrare nel paese, ha diritto ad avviare una procedura di asilo in Germania. Per i richiedenti asilo non vale quindi la libera circolazione all'interno dell'UE. Per loro non esiste un diritto alla libera scelta del paese di residenza o di asilo.
Il Trattato di Schengen potrebbe porre delle difficoltà in quanto non vengono piu' eseguiti controlli alla frontiera fra la Germania e i paesi vicini. Nel frattempo tuttavia il trattato è stato sospeso per un periodo di tempo limitato, mentre su molti confini interni sono stati reintrodotti i controlli alla frontiera. Dal momento che i controlli vengono già effettuati, non c'è nulla che ostacoli l'attuazione della legge.
La libertà di movimento rimane garantita
Anche i respingimenti dei richiedenti asilo provenienti dall'Italia al confine francese sono già da molto tempo una pratica diffusa e dimostrano che l'affermazione molto comune, secondo la quale il diritto europeo non sarebbe compatibile con i respingimenti alle frontiere, è semplicemente pretestuosa. Solo lo scorso anno la Francia ha respinto 85.000 persone. Seehofer vorrebbe fare un accordo simile con il cancelliere Kurz. Nei fatti è stata la Cancelliera a violare per anni la legge e ora critica Horst Seehofer, che invece vorrebbe iniziare ad applicare le norme. Che Angela Merkel, con l'appoggio dato al budget europeo sia pronta a pagare la Francia per avere un diritto di cui la Germania già dispone, è una mossa di una stupidità difficile da superare. La manovra della CSU vale davvero questo prezzo?
Consentire i controlli alle frontiere, contrariamente a quanto comunemente pensato, non significa limitare la libera circolazione, perché tali controlli non limitano il diritto dei cittadini UE a viaggiare liberamente attraverso i confini come turisti oppure per lavoro. I controlli alle frontiere consentono piuttosto di distinguere fra persone con o senza libertà di movimento. Dopotutto la libertà di movimento all'interno dell'UE vale anche per quei cittadini UE i cui paesi non appartengono all'accordo di Schengen. Proprio come il cancello davanti ad un'azienda, che serve a difendere i diritti di proprietà, non impedisce il libero commercio, ma piuttosto lo rende possibile, i controlli alle frontiere non sono in conflitto con i diritti di libertà interni all'UE, piuttosto aiutano a garantirli e a difendere i diritti di proprietà dei cittadini nei confronti del loro paese, delle infrastrutture e ad evitare gli abusi in merito alle prestazioni assicurative dello stato sociale
"Non abbiamo bisogno di questa Europa"
Che la Cancelliera per ragioni evidenti ora accetti un budeget dell'eurozona, non è affatto nell'interesse tedesco, perché con un simile bilancio ci sarà un rafforzamento dell'area dell'euro e non dell'UE. E' giusto che l'integrazione europea faccia passi avanti, e sono senza dubbio importanti i progetti di Merkel e Macron nell'ambito della difesa, dell'economia digitale, degli aiuti all'Africa e dei controlli congiunti alle frontiere, è invece sbagliato porre l'accento solo sulla zona euro. Perché l'eurozona comprende solo una parte dei paesi dell'UE. Nel nord mancano la Danimarca e la Svezia e ad est la Polonia, la Rep. Ceca, l'Ungheria, la Croazia, la Bulgaria e la Romania. Per la maggior parte di questi paesi un'adesione all'euro è impensabile nel prossimo futuro. In questo senso, la politica di Angela Merkel, è quella di tracciare una linea di separazione ai confini settentrionali e orientali dividendo la Mitteleuropa.
Se si escludono le holding localizzate in Olanda per ragioni fiscali, la Germania resta di gran lunga il principale investitore nell'europa dell'est. I vicini dell'est storicamente sono sempre stati parte integrante dell'ambito culturale dell'Europa centrale. Non è assolutamente accettabile che la Cancelliera tedesca intenda tirare una linea divisoria attraverso quest'area culturale semplicemente per distogliere l'attenzione dai suoi fallimenti catastrofici nella politica per i rifugiati e per contrastare la CSU nella battaglia interna al gruppo parlamentare. La Commissione Europea rivende la sua politica di separazione con lo slogan "Europa a due velocità". Il presidente del Consiglio Europeo, il polacco Donald Tusk, ha detto in proposito che non abbiamo bisogno di una tale Europa, perché è quella che avevamo fino al 1989. Mi pare non ci sia molto da aggiungere.