Nel giorno in cui si celebra la riunificazione tedesca, questo blog propone una riflessione sul nuovo militarismo tedesco. Un ottimo Georg Rammer su Ossietzky, una rivista pacifista e anti-militarista, analizza gli sforzi del governo di Berlino per dotare la Germania di una Bundeswehr in grado di agire su scala globale con l'obiettivo di difendere gli interessi della grande potenza esportatrice. Da Ossietzky.net
L'egemonia tedesca in Europa, da molti paesi temuta sin dal 1989, ormai è una realtà. Il campione mondiale dell'export impone nell'UE una rigorosa politica di austerità e nel proprio interesse garantisce il sostegno agli investitori e al libero commercio. Tuttavia per garantire alle imprese tedesche un ambiente favorevole agli investimenti e l'accesso a materie prime a basso costo è necessaria un'adeguata garanzia militare. Da un punto di vista critico, queste attività possono essere considerate elementi costitutivi del nuovo imperialismo tedesco.
Il governo federale e l'industria della difesa su questo tema possono già registrare un successo: da parte della popolazione tedesca c'è poca resistenza nei confronti del riarmo. Anche se in realtà molti sondaggi da anni ci ripetono che in Germania ci sarebbe un'ampia maggioranza contraria alle missioni militari e sempre secondo i tedeschi a minacciare la pace sarebbero molto piu' gli Stati Uniti che non la Russia. Nonostante ciò il ministero diretto dalla signora Von der Leyen e la Grande Coalizione continuano a perseguire una politica di militarizzazione, riarmo e di atti minacciosi nei confronti della Russia. Recentemente il Ministero della Difesa ha infatti presentato un nuovo "Concetto per la Bundeswehr" (Ministero della Difesa federale, 20 luglio 2018). L'obiettivo del documento è fornire una risposta al "profondo cambiamento nella situazione di sicurezza in Europa e nel mondo" ed esprimere "la volontà della Germania di assumere maggiori responsabilità a livello globale" (p.4). "Nel mondo", qui espresso in senso letterale, le missioni dell'esercito tedesco in futuro comprenderanno un concetto di sicurezza globale esteso anche nell'ambito dei sistemi informatici e spaziali.
Il documento del ministero sottolinea l'importanza sia delle missioni all'estero che della difesa nazionale e dell'alleanza. Ma chi sarebbe - dopo il crollo del sistema socialista, del Patto di Varsavia e dell'Unione Sovietica - il vero nemico dal quale il paese e la NATO devono difendersi? La Russia non viene menzionata da nessuna parte. Probabilmente non è nemmeno necessario, perché evidentemente gli autori ritengono che il nemico di cui si parla nel documento quando si fa riferimento alla "minaccia ibrida" - sovversione e disinformazione, propaganda e attacchi dal cyberspazio (p.22) - sia già ampiamente ancorato nella mente dell'opinione pubblica. Dobbiamo perciò' creare una "resilienza" contro questi attacchi, cioé una protezione per la nostra capacità di agire. Il potenziale di minaccia dell'avversario, con la sua strategia globale ibrida ed estremamente agile, sarà la sfida centrale. Mancano tuttavia informazioni più concrete.
La Bundeswehr in ogni caso è già pronta. In Georgia, che a nord ha un lungo confine con la Russia, in agosto si sono svolte manovre di addestramento con 3.000 soldati provenienti da 13 paesi, tra cui la Germania. A luglio 19 paesi della NATO hanno partecipato alla manovra navale »Sea Breeze« nei pressi di Odessa, in Ucraina. A novembre, la Bundeswehr, con 8.000 soldati e 100 carri armati parteciperà alla più grande manovra della NATO dalla fine della Guerra Fredda - in Norvegia, un paese che nell'estremo nord ha un confine comune con la Russia. Trenta paesi fra NATO e paesi partner dell'alleanza forniranno un totale di 40.000 militari per intimidire il nemico.
Quest'anno nel complesso è previsto che 12.000 soldati tedeschi prendano parte alle esercitazioni della NATO nella parte settentrionale e orientale del territorio dell'alleanza, tre volte in più rispetto al 2017. L'obiettivo è la "deterrenza della Russia", come si legge dall'inizio dell'anno su diversi giornali. Inoltre i battaglioni multinazionali di stanza in Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia e Lituania sono già sotto la guida della Bundeswehr. La Bundeswehr dal 2019 prenderà inoltre il comando della forza di risposta rapida della NATO. Diverse manovre della NATO come "Sabre Strike", "Flaming Thunder" o "Iron Wolf" dovrebbero, secondo Ntv (19.2.18), inviare un chiaro segnale di deterrenza a Putin.
Dobbiamo ricordarlo: nella guerra di annientamento contro l'Unione Sovietica, i soldati tedeschi hanno bombardato, fucilato e fatto morire di fame 27 milioni di persone. Evidentemente la sicurezza della Russia non fa parte della ragione di stato tedesca.
Se fino a qualche anno fa lo si diceva con un certo imbarazzo, oggi il ministro della difesa lo sottolinea con orgoglio: la Germania rivendica la leadership nell'UE, sia economica che politica. La Bundeswehr dovrà pertanto essere in grado di affermare la sua guida nelle operazioni multinazionali. Gli interessi tedeschi determineranno in maniera chiara la missione e i compiti dei militari. Oltre alla protezione della sovranità dello stato, l'interesse verterà sulla salvaguardia delle rotte commerciali e di approvvigionamento di una Germania povera di risorse, ma molto forte nell'export. Per questa ragione, come sottolineato dal documento del ministero, dal 1991 i militari tedeschi hanno gestito più di 60 missioni in tutto il mondo (pagina 14).
Oltre a queste missioni estere, in futuro sarà necessario occuparsi dei "compiti di ristabilimento dell'ordine" anche nei paesi amici, nel caso in cui la sicurezza pubblica (degli investitori o della popolazione?) non dovesse essere piu' garantita (p.25). In queste "regioni fragili" (p.28), in certe condizioni potrebbe essere necessario creare autorità politiche e organizzazioni al fine di"rafforzare" i "partner" attraverso "consulenze militari e una cooperazione negli armamenti". Come è noto già oggi lo si fa nei paesi africani.
Non c'è da sorprendersi se la Germania ha boicottato l'accordo ONU sul divieto di proliferazione delle armi nucleari firmato da 122 Stati. Nel Concetto del ministero della difesa viene infatti sottolineata l'importanza di una partecipazione al nucleare. La Germania vorrebbe pertanto aggiungersi alla lista delle potenze nucleari mettendo a disposizione dei sistemi di lancio per i missili, immagazzinando armi nucleari nel paese e usando la bomba in caso di guerra. Naturalmente tutto ciò non è affatto compatibile con il divieto imposto dalle Nazioni Unite.
"La Bundeswehr dovrà essere [...] effettiva in tutte le dimensioni e ad ogni livello di intensità" (p.50). In questo modo non solo si mira a raggiungere il successo dell'azione militare, ma anche alla possibilità di aprire una varietà di opzioni ai "decisori politici" (p.36). Potere politico da raggiungere attraverso una superiorità militare. Del disarmo, della priorità da dare alla risoluzione pacifica dei conflitti o della necessità di osservare la situazione mondiale con gli occhi del nemico, nel documento non se ne parla.
Questo concetto sembra piu' che altro un guazzabuglio tecnocratico. Nessun pensiero alle possibili cause dei numerosi conflitti nel mondo o alla possibilità di evitarli e gestirli pacificamente. Sembra banale, ma è molto pericoloso: chi ha solo un martello, in ogni problema vedrà un chiodo. Il documento del governo è un pamphlet ideologico. Le affermazioni, i pregiudizi e le immagini di un nemico auto-creato sono imposte come dei fatti al fine di ottenere il risultato desiderato: riarmo e militarizzazione. Si sta preparando il terreno a delle "soluzioni" militariste.
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