mercoledì 6 marzo 2013

"Alternative für Deutschland" (per ora) non fa paura

Il nuovo partito anti-Euro "Alternative für Deutschland" per ora non sembra preoccupare i partiti tradizionali. Per il neonato partito la strada da fare verso il successo elettorale è ancora molto lunga. Da FAZ.net


I vertici dei partiti berlinesi hanno reagito all'annuncio di un nuovo partito anti-Euro dimostrando una certa tranquillità. Un partito che non è stato ancora fondato non puo' essere ancora giudicato, si dice nella sede della CDU. La SPD si rifiuta di commentare.

Il nuovo partito chiede la dissoluzione dell'Unione monetaria e il ritorno alle monete nazionali, oppure ad aree valutarie piu' piccole, secondo quanto dichiarato dal fondatore Bernd Lucke, professore all'Universtità di Amburgo. Per questa ragione i trattati europei dovranno essere modificati con l'inserimento di una clausola per il diritto di uscita. "L'attuale e cosiddeta politica degli Eurosalvataggi è centrata esclusivamente sugli interessi di breve periodo delle banche", ha criticato Lucke. L'unione monetaria con i pacchetti di aiuto miliardari si è trasformata in una "florida unione di trasferimento". I paesi sovraindebitati dovrebbero fallire e gli investitori che finora hanno goduto di alti rendimenti dovrebbero sostenerne i costi, sempre secondo il partito „Alternative für Deutschland“.

La FDP mette in guardia dal disastro

Il capogruppo della FDP Florian Toncar ha invece messo in guardia: "Una rottura dell'Euro sarebbe politicamente ed economicamente molto costosa". Molti elettori di fronte a questa crisi provano un grande disagio, ha continuato Toncar, alla fine "avrà successo solo chi saprà offrire delle soluzioni".

Ulteriori temi dei partiti Euro-critici dovrebbero essere la richiesta di una drastica semplificazione del diritto fiscale e una svolta nella politica energetica al fine di ridurre i costi delle sovvenzioni. Il partito è sostenuto dall'ex presidente della BDI (Confindustria tedesca) Hans-Olaf Henkel e da molti esperti finanziari, come Stefan Homburg dell'Università di Hannover.

Il nuovo partito, già registrato presso il "Bundeswahlleiter" (Ufficio elettorale federale), si presenterà il 14 aprile a Berlino con un congresso fondativo. L'11 marzo a Oberursel, vicino Francoforte, è previsto un evento con importanti Euro-critici come l'economista di Tuebingen Joachim Starbatty. Secondo Starbatty, i partiti rappresentati al Bundestag "ci stanno portando verso il pantano del debito". La politica degli Eurosalvataggi in realtà sarebbe stata solo una politica dei salvataggi bancari.

La partecipazione alle elezioni per il Bundestag non è ancora certa

Per il momento la partecipazione alle elezioni federali di settembre non è stata ancora decisa, ha sottolineato Lucke. Per l'ammissione il partito dovrà raccogliere entro luglio diverse migliaia di firme. "Decideremo in base al nostro seguito, tuttavia le reazioni della popolazione fino ad ora sono state travolgenti". Sempre Lucke ha confermato alla FAZ di essere già in contatto con i deputati FDP al Bundestag critici verso gli eurosalvataggi e che per questa ragione saranno esclusi dalle liste del loro partito. Non ha voluto pero'  fare nomi.

Il deputato eurocritico dell'Assia Klaus-Peter Willsch (CDU) ha commentato la fondazione del nuovo partito: "Non è un piacere vedere che l'Unione (CDU-CSU) con la sua falsa politica monetaria allontani da sé professori eccellenti come Lucke e Homburg", ha detto Wilscher a questo giornale. Un nuovo partito Euro-critico porta "ad una nuova segmentazione nel ceto medio" e contrasta la sinistra politica che da sempre insegue una condivisione dei debiti in Europa. Il "superamento delle false politiche di salvataggio" potrà avvenire solo con un rafforzamento dei critici all'interno della coalizione cristiano-liberale. Il deputato Euro-critico FDP Frank Schäffler non ha voluto commentare le nostre domande.

Nelle elezioni del Land Bassa Sassonia, i Freie Wähler, appoggiati da Lucke, hanno ottenuto solamente l'1.1 % dei voti. Stephan Werhahn, il candidato dei Freie Wähler alle elezioni politiche, ritiene che la nuova formazione porterà solo ad una ulteriore dispersione dei voti. Lucke al contrario sostiene che i Freie Wähler sono una formazione orientata solo ai temi locali. La loro Euro-critica agli elettori non sembra autentica.

Il sondaggista Thomas Petersen dell'Institut für Demoskopie Allensbach dà alla nuova formazione Euro-critica "poche possibilità di farsi notare e di ottenere consenso". Sicuramente i cittadini si sentono molto insicuri a causa della crisi Euro e insoddisfatti per le politiche degli Eurosalvataggi. "La fiducia nelle istituzioni EU è diminuita in modo significativo", ha continuato Petersen. Ma i cittadini in fondo si sentono ancora vicini all'Europa e percepiscono l'Euro come una materia per esperti. "Non sembra esserci il potenziale per un forte coinvolgimento popolare", ha detto Petersen. Ha fatto anche riferimento ad altri partiti anti-Euro già falliti in precedenza.

L'ultimo tango di Parigi


André Kühnlenz, ex redattore del Financial Times Deutschland, si chiede fino a quando i tedeschi potranno continuare a finanziare i  giganteschi disavanzi commerciali dei francesi. Siamo all'ultimo giro di tango? Da weitwinkelsubjektiv.com
Partite correnti tedesche verso la Francia e verso l'Eurozona.
E' davvero degno di nota. Quasi tutta l'Europa ha ridotto le importazioni dalla Germania - a causa della recessione e della mancanza di finanziamenti dall'estero. Ma c'è ancora un paese in Eurolandia dove i consumatori e le aziende non ne vogliono sapere della crisi: la Francia. I nostri resistenti vicini continuano a comprare a debito auto tedesche e macchinari come se nella zona Euro non ci fosse mai stata una crisi.

I francesi contribuiscono ancora alla mini crescita tedesca. Ma per quanto tempo potrà continuare? Nei giorni scorsi si sono fatte sempre piu' forti le voci dalla Germania che esortavano Parigi a raggiungere gli obiettivi di bilancio fissati per quest'anno. Apparentemente si tratta di rafforzare la credibilità delle severe regole di bilancio del patto di stabilità e crescita. Ma dietro non c'è forse un'altra strategia?

Se guardiamo alle partite correnti della Germania con il resto dei paesi Euro, si potrebbe immaginare che gli squilibri delle partite correnti dovranno scomparire completamente. Se il mercato non effettua piu' trasferimenti di risparmio fra i diversi paesi, scompare il pericolo che prima o poi debba intervenire il contribuente tedesco. Dopo tutto, l'Unione di trasferimento dopo l'Unione dell'inflazione è da sempre l'incubo peggiore dei tedeschi.

Sembra che nel nostro paese non si debbano temere le conseguenze di questo processo.  Lo mostra il modo in cui senza timore il resto del mondo - soprattutto gli USA - continuano ad acquistare i nostri prodotti a debito. Percio' i tedeschi, dopo un momento di difficoltà in inverno, potranno di nuovo ricominciare a pensare di essere un'isola di tranquillità risparmiata dalla recessione nell'Eurozona.

Manca solo la Francia come ultimo anello della catena - se anche i francesi cadono, potrebbero essere soddisfatte tutte le condizioni per una unione fiscale, si potrebbe pensare. Se anche loro finiranno in questa situazione, dipenderà dal credito che riceveranno dall'estero. Sarebbe molto efficace in questo senso un piccolo momento di panico sui mercati che allontani il nostro vicino dai creditori internazionali. Ma i partner tedeschi nel tango non saranno cosi' cinici - oppure no?

lunedì 4 marzo 2013

Sono state elezioni libere?


German-Foreign-Policy.com, osservatorio on-line sulla politica estera tedesca, propone un'analisi delle interferenze tedesche durante la campagna elettorale italiana: gli interventi all'estero saranno sempre piu' frequenti per sostenere il corso europeista.
Berlino ha reagito ai risultati elettorali italiani con un certo scetticismo. Il socialdemocratico Bersani a favore del quale il governo tedesco e i funzionari tedeschi della UE sono intervenuti massicciamente durante la campagna elettorale, ha ottenuto la maggioranza assoluta solo alla Camera dei Deputati. Secondo i piu' importanti commentatori tedeschi, in futuro sarà "sempre piu' normale" che i politici di Berlino - come nel caso italiano - intervengano nelle campagne elettorali dei paesi stranieri. Anche se nel caso attuale l'interferenza sembrava legittimata a livello popolare dagli scandali berlusconiani e dalle sue simpatie per Mussolini, nel complesso si tratta di una decisa limitazione della democrazia, sempre secondo gli osservatori. In questa situazione il Presidente della Repubblica Tedesca dichiara: "l'Europa non ha bisogno di scettici, ma di portabandiera".

Le conseguenze dell'austerità

Per Berlino le elezioni in Italia avevano una straordinaria importanza, in quanto era in gioco la subordinazione dell'Italia alle politiche di risparmio. Lo sfondo è la crisi economica, che negli ultimi due anni a causa dei diktat di risparmio si è acuita. Il PIL dopo una crescita molto debole nel 2010  e 2011 , dall'inizio del governo Monti è sceso del 2.2 %, e per l'anno in corso si prevede un ulteriore calo. Nel quarto trimestre del 2012 l'attività economica ha raggiunto un livello che l'Italia aveva visto solo 10 anni prima. Soprattutto è la produzione industriale ad essere crollata,  inferiore di un quarto rispetto al 2008. Sotto la pressione tedesca il governo Monti è riuscito a incassare piu' tasse che mai; e questo sarebbe accaduto "oltre i principi dello stato di diritto" [1]. Gli ispettori della finanza hanno cosi' ottenuto degli obiettivi fissi "su cio' che in termini di evasione fiscale dovevano recuperare nella loro provincia", e cosi' sono arrivati fino al ricatto pur di raggiungere il loro obiettivo. La pressione tedesca per la riduzione del debito si è fra l'altro mostrata anche nel settore pubblico, dove le fatture vengono ormai pagate solo con un forte ritardo; cio' ha ovviamente danneggiato le aziende di fornitura e ulteriormente peggiorato le dinamiche della crisi.

Con l'appoggio della SPD

Berlino riponeva da tempo le sue speranze nella vittoria del socialdemocratico Bersani: da sempre sulle politiche di soluzione della crisi era in sintonia con la tedesca SPD e da sempre si era mostrato favorevole a portare avanti la politica di austerità del governo Monti, politica imposta dal governo della Repubblica Federale Tedesca. In una dichiarazione di inizio dicembre della SPD per l'elezione di Bersani a candidato della coalizione si diceva, tra l'altro: "il politico potrà essere certo dell'appoggio di tutta la SPD"[2]. In novembre il candidato SPD Peer Steinbrück si era incontrato a Milano con Bersani per poter discutere sulle politiche anticrisi; anche Martin Schulz, il presidente del Parlamento Europeo, pochi giorni dopo si è incontrato con Bersani a Roma con lo stesso obiettivo. Ad inizio febbraio Bersani sempre con lo stesso obiettivo era andato fino a Berlino al fine di confermare il suo appoggio alle politiche anticrisi tedesche: in un discorso davanti alla  Deutschen Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP), ha sostenuto la necessità portare avanti le riforme avviate da Monti, anche se ci si sarebbe potuti aspettare un ulteriore crollo dell'economia italiana[3].

Compatti contro Berlusconi

I politici tedeschi si sono immischiati spesso - fra questi anche i funzionari delle istituzioni europee come il Presidente del Parlamento Martin Schulz (SPD) - non necessariamente a favore del fedele Bersani, piuttosto con attacchi contro il principale oppositore dei diktat di risparmio tedeschi. Cio' è stato spesso giustificato con riferimento agli scandali sessuali di Berlusconi, ai suoi contatti con la mafia e al suo recente apprezzamento per il Duce Mussolini. [4] Con la scusa di una onesta indignazione, i politici tedeschi hanno ripetutamente indicato in che modo votare in Italia:  Berlusconi "ha messo il suo paese nei guai attraverso un'azione di governo irresponsabile e avventure personali", dichiarava il sostenitore di Bersani e Presidente del Parlamento EU Martin Schulz [5]. L'Italia ha bisogno di "una leadership politica proiettata verso il futuro", ha detto il presidente della Commissione affari esteri al Bundestag, Ruprecht Polenz (CDU) e ha continuato: "sicuramente Berlusconi non puo' esserlo". Lo stesso Ministro degli Esteri ha dichiarato che Berlino supporta "il corso europeista e il proseguimento delle necessarie riforme". [6] Questa è "con certezza" la posizione dell'intero governo federale, ha confermato il suo portavoce. [7] Secondo quanto riportato dalla stampa, la Cancelliera tedesca ha esercitato una forte pressione sul gruppo parlamentare conservatore al Parlamento Europeo, al fine di ottenere l'esclusione dal gruppo del Partito del "Popolo della Libertà" .[8]

Sono state elezioni libere?

In considerazione del livello di interferenza tedesco nelle elezioni di uno stato membro EU, che nel caso italiano si lasciava giustificare a livello popolare dagli eccessi di Berlusconi, nella stampa vicina al governo si lascia intendere che questi interventi "in futuro saranno sempre di piu' la regola". [9] "Gli elettori dovranno votare i partiti e i politici con un programma giusto e ragionevole e che promettono un corso proeuropeo?", si chiedeva un commentatore in considerazione dell'intervento tedesco nella campagna elettorale italiana, dandosi la risposta: "in qualche modo si'". In caso contrario "seguirà una punizione", "ad esempio sotto forma di tassi di interesse per i titoli di stato, o in forma di pressione del gruppo dei pari". "Si è mostrato necessario", ha continuato il commentatore, "mantenere un corridoio politico le cui massime sono: consolidare, riformare, restare competitivi". Già in molti si sono chiesti "che cosa resta della loro democrazia?", non solo in Italia, ma anche in Grecia, Spagna o Portogallo. I parlamenti nazionali ormai sono solo "organi d'esecuzione", mentre soprattutto i politici tedeschi, sempre piu' spesso, parlano di una "comunità di destini" europea a cui tutti gli stati dovrebbero subordinarsi - al prezzo di abbandonare di fatto una libera scelta politica.

Si', voglio l'Europa!

La risposta di Berlino alle possibili obiezioni l'ha data alla fine della scorsa settimana il Presidente della Repubblica Gauck. "L'europa non ha bisogno di scettici, piuttosto di portabandiera, non di tentennatori, ma di sostenitori", ha dichiarato Joachim Gauck in merito all'auspicata subordinazione alla EU e ai suoi concetti politici egemonici. Nonostante tutte le attuali difficoltà ognuno di noi puo' sicuramente trovare "un buon motivo per la frase: si', io voglio l'Europa".[10] La domanda decisiva oggi non dovrebbe essere quali sono i vantaggi che l'EU offre ad ogni cittadino, ma un'altra: "Non ti chiedere che cosa l'Europa puo' fare per te, chiediti piuttosto, che cosa tu puoi fare per l'Europa".

[1] Warten im Teufelskreis; Frankfurter Allgemeine Zeitung 25.02.2013
[2] Sigmar Gabriel und Peer Steinbrück gratulieren Pier Luigi Bersani. Pressemitteilung der SPD vom 03.12.2012
[3] Pier Luigi Bersani: "Il futuro dell'Europa: Una prospettiva Italiana"; German Council on Foreign Relations, Berlino, 5 febbraio 2013
[4] Holocaust-Gedenktag: Berlusconi schwärmt von Mussolini; www.spiegel.de 27.01.2013
[5] "Was erlaube Schulz?" Er warnt die Italiener vor Berlusconi; www.handelsblatt.com 21.02.2013
[6] Berlin warnt vor Berlusconi; www.sueddeutsche.de 19.02.2013
[7] Wahl in Italien: Deutsche Politiker fürchten Berlusconi-Comeback; www.rtl.de 19.02.2013
[8] Berlusconi gegen die "Berliner Allianz"; www.zeit.de 07.02.2013
[9] Rückkehr des Chaos? Frankfurter Allgemeine Zeitung 22.02.2013
[10] Rede zu Perspektiven der europäischen Idee; www.bundespraesident.de 22.02.2013

domenica 3 marzo 2013

Nasce "Alternative für Deutschland" - Il nuovo partito anti-Euro tedesco


Nasce Alternative für Deutschland, il nuovo partito anti-Euro in Germania. Ad animarlo, alcuni degli euroscettici piu' noti. Da Frankfurter Allgemeinen Sonntagszeitung
I critici degli Eurosalvataggi, secondo le informazioni raccolte da "Frankfurter Allgemeinen Sonntagszeitung", preparano la costituzione di un partito con il nome di „Alternative für Deutschland“. Il partito intende partecipare alle elezioni politiche di settembre.

Gli oppositori delle politiche di salvataggio europee intendono fondare un partito dal nome "Alternative für Deutschland“. Il partito sarà presente già nelle elzioni politiche del settembre 2013, o al piu' tardi nelle elezioni europee del giugno 2014. I fondatori sono l'economista Bernd Lucke, il pubblicista ed ex-redattore della FAZ Konrad Adam e Alexander Gauland, ex capo della cancelleria in Assia durante la presidenza di Walter Wallmann (CDU).

Lo staff dei promotori e dei sostenitori lascia ipotizzare che il partito possa avere buone possibilità di successo nel ceto medio. Fra i sostenitori ci sono in misura piu' che proporzionale professori liberali e conservatori che hanno o hanno avuto una cattedra di economia. Fra questi ci sono nomi noti come Stefan Homburg e Charles Blankart. Insegnano rispettivamente ad Amburgo e Berlino finanza pubblica. A questi si uniscono Joachim Starbatty, Wilhelm Hankel, Karl Albrecht Schachtschneider e Dieter Spethmann: insieme hanno presentato un ricorso alla Corte Costituzionale contro gli aiuti alla Grecia. Il nome piu' famoso nella lista dei sostenitori è l'ex-presidente dell'associazione degli industriali tedeschi, Hans-Olaf Henkel, già da tempo in stretta relazione con numerosi fondatori del partito.

Il principale ispiratore, Bernd Lucke, professore di macroeconomia ad Amburgo, è stato per 33 anni membro della CDU, prima della sua decisione di abbandonare il partito nel 2011, dovuta agli eurosalvataggi. L'economista, con la fondazione di un "Plenum degli economisti", aveva già cercato di ottenere influenza politica. 328 professori di economia, membri dell'Internet Plenum, già nel febbraio 2011 con una grande maggioranza si erano espressi contro l'estensione dei pacchetti di salvataggio EU. "Il suggerimento non ha tuttavia lasciato alcuna traccia", ha dichiarato Lucke. Il governo si è dimostrato resistente ai consigli.

Il nuovo partito si oppone ai cosiddetti Eurosalvataggi, ma resta pienamente impegnato in un processo pacifico di integrazione europea. Inoltre, intende tenere lontana ogni forma di estremismo e sostiene l'ordinamento liberal-democratico della Repubblica Federale. Il pubblicista Konrad Adam con le sue parole descrive le preoccupazioni per la democrazia in Germania. Nella politica di unificazione europea, per come viene condotta e realizzata da tutti i partiti in parlamento, la prima questione di principio dovrebbe essere la rappresentazione in Parlamento di un stato d'animo estremamente diffuso fra la popolazione.

Riunione inaugurale in aprile

"Diversamente da quanto accaduto nella disputa sullo stato di emergenza, i trattati orientali, piu' recentemente anche con la riunificazione, la coalizione di tutti i partiti al Bundestag discute sui tempi e le dimensioni degli aiuti finanziari, ma già sanno che alla fine saranno d'accordo sulla direzione", si lamenta Adam. Insieme ai suoi colleghi il pubblicista denuncia la violazione dei trattati: "Dopo che i principi di Maastricht per molti anni non sono stati rispettati, dalla notte al giorno sono stati letteralmente soppressi".

L'economista e sostenitore Stefan Homburg ha invece promesso di non voler piu' votare per un partito che appoggia il fondo di salvataggio ESM. Fino ad ora - ad eccezione della Linke - tutti i partiti al Bundestag avevano ricevuto almeno una volta il suo voto. Per lui ad essere sbagliata non è soltanto la politica degli eurosalvataggi. Da sola questa non sarebbe stata sufficiente per spingerlo a sostenere un nuovo partito. E' indignato per la rottura della legalità: la violazione continua dei criteri di Maastricht e la clausola di no bail out. L'intenzione è cresciuta "con la convinzione che lo stato di diritto resta  in ogni caso ad di sopra dell'opportunità" ha dichiarato Homburg a questo giornale.

„Alternative für Deutschland“ ha già avuto un primo test elettorale. Nelle elezioni regionali della Bassa Sassonia ha appoggiato i Freie  Wähler. Il risultato non è stato entusiasmante, dice Lucke. Adesso intendono diventare un partito vero e proprio con una riunione fondativa nel mese di aprile.

E' previsto anche un evento per il lancio: l'11 marzo alle 19.00 nella Stadthalle di Oberursel con il titolo: "Affinché l'Europa non fallisca a causa dell'Euro".

sabato 2 marzo 2013

La (breve) intervista di Grillo a Focus.de


Da Focus.de, la breve intervista a Beppe Grillo. Sarebbe interessante capire perché si concede alla stampa popolare tedesca.
Beppe Grillo è il vincitore a sorpresa delle elezioni in Italia. Il comico è felice di non aver raggiunto la maggioranza: nell'intervista a Focus non dà alcuna possibilità al sistema politico del suo pase - vuole rinegoziare i debiti italiani.

Il vincitore a sorpresa delle elezioni politiche in Italia, Beppe Grillo, ritiene che il sistema politico entro la fine dell'anno arriverà al collasso. "Ai vecchi partiti do ancora 6 mesi - e poi saranno alla fine", ha dichiarato il famoso comico a Focus.de "Allora non saranno piu' in grado di pagare le pensioni e gli stipendi pubblici".

Il fondatore del M5S chiede una rinegoziazione del debito pubblico italiano: "Saremo sopraffatti - non dall'Euro ma dai nostri debiti. Se l'importo degli interessi raggiungerà i 100 miliardi di Euro all'anno, saremo morti. Non ci sono alternative". Il 64enne fa un paragone fra lo stato e una società di capitali: "Se ho comprato le azioni di una società che fallisce, allora ho avuto sfortuna. Ho rischiato - e perso". Se le condizioni non cambiano, l'Italia intende abbandonare l'Euro e tornare alla Lira.

"Questa è solo la prova generale"

Non intende fare una coalizione né con i democratici di Pier Luigi Bersani né con i conservatori di Silvio Berlusconi. "Se il PD e il PDL proponessero: una modifica immediata della legge elettorale, la cancellazione dei rimborsi elettorali, 2 legislazioni al massimo per ogni parlamentare - saremmo pronti a sostenere immediatamente un tale governo".

Grillo sembra essere felice di non aver raggiunto con il suo partito un risultato migliore. "Saremmo stati un po' preoccupati, se avessimo ottenuto subito la maggioranza", "Questa è solo la prova generale". Il M5S ha raggiunto il 25.5 % nelle elezioni per la Camera dei Deputati.

Tornate alla Lira!


Nuove reazioni fra i politici tedeschi dopo le elezioni italiane: l'Italia deve poter tornare alla Lira, chi non riesce a rispettare le regole deve poter uscire. Da Handelsblatt.de
L'Italia è un pericolo per l'Eurozona? Dopo il caso elettorale la si potrebbe pensare cosi'. Il Presidente della Repubblica nega, tuttavia a Berlino ci sono anche altre opinioni - e consigli per Roma.

In considerazione dell'incerta situazione politica in Italia, il deputato CDU al Bundestag Klaus-Peter Willsch si è pronunciato a favore di un'uscita dell'Italia dall'Unione monetaria. "Se non si riesce a convincere la maggioranza della popolazione di un paese che gli impegni presi per il funzionamento della moneta unica devono essere rispettati, non è possibile richiedere nuove elezioni dall'esterno, piuttosto si deve lasciare che il paese torni alla sua moneta", ha dichiarato Willsch all'Handelsblatt Online.

La zona Euro deve essere aperta ai cambiamenti, ha continuato Willsch."Se vogliamo tornare ad una convivenza pacifica e rispettosa in Europa e prendere sul serio l'autodeterminazione dei popoli, dovremmo abbandonare l'ideologia dell'Euro-Europa", ha sottolineato. "L'unione monetaria sopravviverà solamente se è percepita come un vantaggio da tutti i suoi membri".

Anche l'esperto di finanza del gruppo FDP al Bundestag, Frank Schäffler, ha chiesto un'uscita dell'Italia dall'Euro nel caso in cui il paese decida di non continuare sulla via delle riforme. "Se vogliamo che l'Euro possa andare avanti, è necessario che diventi una moneta viva. I membri che economicamente non riescono oppure non vogliono restarci, devono poter uscire dal club valutario", ha dichiarato Schäffler all'Handelsblatt Online. "Come Ultima Ratio dovrà essere anche possibile escludere chi infrange le regole e continua ad abusare della solidarietà degli altri". 

L'Unione Europea e l'Euro-Club potranno sopravvivere solo come una comunità fondata sul diritto. "Non tutti i membri della zona Euro sembrano avere la stessa opinione su questo punto, percio' il risultato elettorale italiano richiede una risposta rapida su di una domanda ancora aperta. Ed è un bene che sia cosi'.

Allo stesso modo si era espresso poco prima anche Anton Börner, presidente dell'associzione di categoria BGA (commercio estero, servizi, grande distribuzione): "In nessun modo dovrà essere ridotta la pressione dall'esterno sul governo e la società italiana, piuttosto la si dovrà aumentare con l'obiettivo di attuare le riforme assolutamente indispensabili", scrive Börner in un commento per la "Frankfurter Allgemeine Zeitung". "Se il paese non dovesse superare la sua frammentazione e non realizzasse queste riforme, cio' avrebbe conseguenze irreparabili per l'Euro".

Börner  non esclude che il paese lasci la moneta unica: "allora dovremmo iniziare a pensare come si potrebbe gestire un'Eurozona modificata". Non serve a molto "come convinti europeisti e sostenitori della moneta unica, non prendere in considerazione in maniera seria l'opzione e continuare a credere nella guarigione miracolosa".

venerdì 1 marzo 2013

C'è vita dopo l'Euro


Anton Börner, imprenditore e presidente dell'associazione di categoria BGA (commercio e servizi), propone per l'Italia un inasprimento del vincolo esterno: l'Italia è troppo divisa, c'è bisogno di un aiuto da fuori. Ma fate attenzione, anche per i tedeschi esiste una vita dopo l'Euro. Da Faz.net
Il paese è profondamente lacerato e non potrà farcela con le proprie forze. Tuttavia Anton Börner esclude sia possibile dare altro denaro all'Italia. Il presidente dell'Associazione di categoria BGA torna a chiedere riforme. 

Italia, paese chiave nel sud Europa, ha votato e ha scelto l'instabilità. Ma resta profondamente lacerato. E' composto da una serie di gruppi di interesse che pensano solo al proprio tornaconto. Manca qualsiasi senso di giustizia sociale e il buon senso. Per questa ragione la società italiana ha bisogno ora piu' che mai di un moderatore esterno. Con le proprie forze l'Italia non sarà in grado di superare la profonda lacerazione e le divisioni interne. 

Per uscire dalla crisi il paese ha bisogno di crescita. E questa puo' arrivare solo dal settore privato. Sono necessari grandi investimenti da parte delle imprese. Ed è indispensabile un quadro di stabilità: una riforma amministrativa, l'eliminazione dell'eccessiva burocrazia con una drastica accelerazione nella concessione delle autorizzazioni e il perseguimento senza tregua di ogni forma di corruzione ed evasione fiscale.

Anche il sistema giudiziario è da riformare: i processi devono essere piu' rapidi  per garantire la certezza del diritto per i cittadini e gli investitori. In questo momento ci sono 5.5 milioni di processi non ancora terminati. Inoltre, il paese ha bisogno di banche efficienti che possano finanziare gli investimenti a condizioni accessibili. Sarebbe molto utile la creazione di un fondo pubblico per il superamento della crisi del credito attuale, simile al fondo che la Germania aveva istituito a suo tempo.

Aumentare la pressione

E' difficile spingere l'imprenditore italiano ad investire. Di solito ha pochi debiti bancari, la sua famiglia spesso lavora nella stessa azienda e ha un patrimonio finanziario e immobiliare sia in Italia che all'estero. Come puo' fare l'Italia a convincere il suo settore privato ad investire? E' necessario ridurre la tassazione sugli investimenti delle imprese e dei liberi professionisti. Stesso discorso sulla tassazione del lavoro. Inoltre, il denaro e la ricchezza materiale improduttiva in Italia e all'estero dovrebbero essere tassati con decisione, mentre le strutture off-shore per l'elusione fiscale dovrebbero essere proibite.

Lo stato deve garantire che tutti paghino le tasse previste dalla legge. La comunità internazionale contribuire con un sistema per lo scambio di informazioni. Inoltre, il mercato del lavoro dovrà essere ulteriormente flessibilizzato. La rigida legislazione sulla tutela dell'occupazione, il diritto tedesco a confronto sembra quasi liberale, impedisce nuove assunzioni. Le modifiche potranno essere fatte solo con la collaborazione del sindacato. Il patto sociale tedesco potrebbe essere un esempio per arrivare ad una impostazione del diritto del lavoro flessibile, socialmente responsabile e nonostante cio' vicina agli investitori.

In nessun modo dovrà essere ridotta la pressione dall'esterno sul governo e la società italiana, piuttosto la si dovrà aumentare con l'obiettivo di attuare le riforme assolutamente indispensabili. Se il paese non dovesse superare la sua frammentazione e non realizzasse queste riforme, cio' avrebbe conseguenze irreparabili per l'Euro.

Allora dovremmo iniziare a pensare come si potrebbe gestire un'Eurozona modificata. Non ci aiuterà molto, come convinti europeisti e sostenitori della moneta unica, non prendere in considerazione in maniera seria l'opzione e continuare a credere nella guarigione miracolosa. Ci adoperiamo per la sopravvivenza dell'Euro, sia con le parole che con i fatti in favore dei paesi in fase di transizione.

E' da escludere un allargamento dell'aiuto finanziario, poiché sarebbe controproducente e ridurrebbe la pressione al cambiamento nei paesi del sud. Inoltre, non solo sarebbe ingiusto, ma anche non percorribile, perché una società ricca come quella italiana, con una ricchezza finanziaria privata pari al 175 % del PIL sarebbere garantita da quella tedesca dove la ricchezza è pari al 125 % del PIL. Stesso discorso per la Francia. Questo significherebbe utilizzare il denaro dei contribuenti tedeschi per garantire i ricchi nel sud Europa e i loro patrimoni in gran parte non tassati.

Ci poniamo l'obiettivo di dare una forma all'Europa, come recentemente richiesto dal presidente Gauck. Rifiutiamo tuttavia dei compromessi incerti, perché i trattati e gli accordi devono essere rispettati senza se e senza ma e non devono essere piegati alle esigenze. La stabilità monetaria non puo' essere negoziata, e un chiaro messaggio per il sud Europa: anche per noi esiste una vita dopo l'Euro. La nostra base comune europea non è il denaro, piuttosto le nostre comuni radici cristiane e i valori condivisi.