lunedì 23 settembre 2013

Flassbeck: ma perché non provate con un rosso-rosso-verde?

Heiner Flassbeck dal suo blog commenta le elezioni tedesche: esiste una maggioranza a sinistra della CDU, perché non tentare un rosso-rosso-verde con i temi europei al centro del programma? Ovviamente non ci crede nemmeno lui.  Da flassbeck-economics.de
Prima la cattiva notizia: ieri il 50% degli elettori votanti ha scelto un partito che secondo i nostri standard puo' essere ricondotto alla coalizione della cosiddetta "casalinga sveva". Un dato molto alto, se consideriamo che una partecipazione del 72 % equivale al 36% di tutti i cittadini con diritto di voto. E' solo grazie alla soglia del 5%, una particolarità della legge elettorale tedesca, che un 8% di questi cittadini non avrà alcuna rappresentazione, visto che la FDP e la AfD non sono riuscite ad entrare al Bundestag. Lo si puo' considerare un fatto positivo. Ma soprattutto il risultato di AfD ci mostra quale livello di mobilitazione sia possibile quando su un tema importante si assumono delle posizioni molto chiare, invece di evitarlo tenendolo fuori dalla campagna elettorale. Se i partiti meno intaccati dalla mentalità della "massaia sveva" avessero messo i temi Euro ed Europa al centro della loro campagna elettorale, sarebbero stati capaci di recuperare molti voti dall'astensione migliorando in modo signficativo il loro risultato elettorale. Il dato relativamente buono della Linke, che piu' di tutti gli altri ha messo in risalto il tema eurocrisi, lo mostra chiaramente. Cosa avrebbero potuto ottenere, se il partito, invece di perdere tempo con delle ridicole risse interne, avesse capito l'importanza di una forte distinzione dalle altre forze su questo tema?

Ed è un bene che il partito della casalinga sveva, incarnato da Herr Schäuble, non abbia una maggioranza. Potranno festeggiare la grande vittoria di Angela Merkel. Ma l'obiettivo principale alla fine resta la maggioranza in parlamento, e questa manca. Ora Merkel dovrà mettersi in cerca di un partner, perché il compagno naturale, quello che vota di tutto, tiene la bocca chiusa e si preoccupa solamente che i suoi elettori siano adeguatamente ricompensati, non c'è piu'. Addio FDP, non verseremo certo le nostre lacrime per voi. Presto questo partito resterà senza la possibilità di distribuire posti di potere e di comparire sui media main-stream nel ruolo di forza di governo.

Si', in parlamento di fatto c'è una maggioaranza a sinistra della CDU. Di conseguenza si potrebbe scegliere un cancelliere o una cancelliera che allontani la Gemania dal "weiter-so" merkeliano, affinché l'Europa possa vincere l'immensa sfida che ha dinanzi a sé. Un governo senza la CDU potrebbe apertamente e onestamante riposizionare il ruolo della Germania in Europa e nel mondo, lontano dall'ideologia della "casalinga sveva", rinunciando contemporaneamente al mercantilismo e al merkelismo. Cosi' Frau Merkel non potrebbe crogiolarsi a lungo sotto il sole della sua vittoria elettorale - nell'Uckermark (regione di provenienza di Merkel) troverebbe sicuramente dei luoghi soleggiati e piacevoli per farlo.

Ma il congiuntivo in questo caso è troppo debole per indicare quanto poco probabile sia una tale possibilità. Nella SPD e fra i Verdi, ma anche nella stessa Linke, ci sono aree politiche la cui paura piu' grande è quella di dover governare con un programma diverso da quello del main-stream economico. Si', hanno paura! Non è un'esagerazione parlare di paura. L'ho vissuto in prima persona dopo la storica vittoria dei rosso-verdi 15 anni fa. Ho visto la paura nei loro volti rosso-verdi, quando Oskar Lafontaine, Claus Noé oppure il sottoscritto prendevano anche solo in considerazione la possibilità di opporsi alla cosiddetta "posizione del mondo economico". Inorridivano quando ci schieravamo a favore di soluzioni macroeconomiche ragionevoli, che non potevano essere afferrate immediatamente dalla casalinga sveva o dal piccolo imprenditore del Baden.

Ma i neo-liberisti rosso-verdi non lo diranno mai. Se scelgono di non coalizzarsi con la Linke, diranno invece che stanno mantenendo solo le promesse. Ripeteranno che la Linke ha delle posizioni irrealistiche. Diranno che con la Linke non si puo' parlare. Si rinchiuderanno nelle loro ridicole posizioni e cercheranno di rivenderle come quelle di uno statista. In tutto cio' c'è del metodo. Già dopo la storica vittoria del 1998 e la breve parentesi di un approccio alternativo, si sono messi subito a rincorrere le posizioni con le quali non si viene presi in giro dalla Bild-Zeitung oppure non si ricevono gli attacchi dei media main-stream.

E chi deciderà di avviare una coalizione con la CDU in modo rapido e senza discuterne in maniera approfondita, dovrà sopportarne le conseguenze. I Verdi non sarebbero piu' considerati un partito di centro-sinistra credibile, mentre la SPD farebbe un altro passo verso la marginalizzazione. All'interno della SPD ci sono sicuramente forze che sperano di poter giocare un ruolo governativo come accadde all'indomani delle elezioni del 2005, ma adesso le condizioni sono radicalmente diverse. Allora si poteva parlare di una Große Koalition, oggi sarebbe solo una coalizione un po' meno piccola, perché una debole SPD con solo il 25% dei voti dovrebbe confrontarsi con una CDU rafforzata con oltre il 42% dei consensi. La CDU è cosi' vicina alla maggioranza assoluta, che la SPD finirebbe per passare 4 anni sull'orlo del precipizio. I conservatotori fra le proprie fila eviteranno qualsiasi serio scontro con i partner di coalizione, perché in parlamento, come del resto anche alcuni verdi conservatori, potranno ricattare il partito in qualsiasi momento minacciando di votare con la CDU sulle questioni economiche fondamentali. 

La novità positiva di queste elezioni è che in linea di principio ora c'è un'opzione. La campagna elettorale ha prodotto due campi politici molto chiari. E' un'opportunità significativa. Tutte le parti dovrebbero prendere un po' di tempo e riflettere. Finalmente ci sarà il tempo per recuperare quello che in campagna elettorale è stato trascurato, e porre le domande strategiche che in Germania aspettano ancora una risposta. La piu' importante è il ruolo della Germania in Europa. Chi vuole evitare il patto per la competitività di Merkel e quindi salvare l'unità europea dovrà avviare un corso economico completamente diverso. Ma con la CSU purtroppo non è possibile. Anche con una larga parte della SPD e dei Verdi sarà molto difficile, ma in questo caso dobbiamo sperare piu' nella loro comprensione e nell'apprendimento, che non nei seguaci della "casalinga sveva".

La domanda decisiva in politica è: chi dovrebbe farlo? C'è una persona che all'ultimo secondo riuscirà a capire quello che è in gioco? C'è una persona che una volta compresa la situazione, prenderà la guida politica e porterà gli altri con sé? Onestamente non la vedo. Ma non dobbiamo perdere la speranza proprio ora. "Dove c'è un pericolo, crescerà anche chi ci salva", scriveva Hölderin

domenica 22 settembre 2013

E se Alternative für Deutschland entrasse al Bundestag?

Cosa accadrebbe se AfD entrasse al Bundestag? Secondo FAZ.net probabilmente non molto, si renderebbe necessaria una Große Koalition e ci sarebbe comunque un'ampia maggioranza disponibile per approvare gli eurosalvataggi. Da FAZ.net

A poche ore dal voto economisti ed analisti bancari discutono le possibili conseguenze di un successo elettorale di AfD. Il presidente del DIW  (Deutschen Instituts für Wirtschaftsforschung)  di Berlino, Marcel Fratzscher, mette in guarda da un eventuale successo del partito.

"L'ingresso di AfD al Bundestag condurrebbe ad un nuovo ed intenso dibattito sull'uscita della Germania, o dei paesi in crisi, dall'Euro. E cio' finirebbe per distrarre dal dibattito fondamentale: come possiamo davvero risolvere la crisi europea?" dichiara Fratzscher alla Frankfurter Allgemeinen Zeitung. AfD probabilmente "non sposterebbe di molto le politiche del governo tedesco finalizzate a garantire la sostenibilità della moneta unica".

L'analista di Deutsche Bank Nicolaus Heinen ritiene invece che AfD possa superare la soglia del 5% ed entrare al Bundestag. "Credo che AfD disponga di una grande forza di mobilitazione, specialmente tra le famiglie, gli amici e il circolo dei conoscenti", dice Heinen alla FAZ. Ci tiene a sottolineare l'indipendenza politica della banca, e il fatto che non intende dare raccomandazioni di voto: "non mettiamo in guardia da nessun partito".

Se gli eurocritici dovessero entrare al Bundestag, assisteremmo a dei "grandi movimenti tettonici" nel panorama politico. Una grande coalizione sarebbe inevitabile, mentre la CDU e la FDP subirebbero la forte concorrenza del nuovo partito sul loro stesso terreno. "Se AfD avesse un significativo successo elettorale, data l'importanza delle prossime decisioni europee, gli investitori internazionali potrebbero innervosirsi: si renderebbero conto che anche nel paese centrale per le sorti dell'Euro c'è una forza politica di eurocontrari".

La FDP vivrebbe una guerra interna sull'europolitica

Non ci sarà un cambio di rotta della Cancelliera in materia di europolitica, secondo Heinen. "Al massimo è ipotizzabile che in qualche vertice europeo possa assumere una condotta piu' rigida". Nel complesso la CDU dovrà fare qualche sforzo in piu' per spiegare ai cittadini la propria politica europea. Sempre secondo le previsioni di Heinen, il piccolo gruppo della CDU che fino ad ora non ha votato gli eurosalvataggi, nel prossimo parlamento avrà 14 deputati. I critici verso gli eurosalvataggi della FDP, che nel voto fra gli iscritti al partito avevano ottenuto il 40% dei consensi,  invece avranno solamente 5 deputati.

"Dopo l'ingresso di AfD in parlamento, la FDP vivrebbe una forte spaccatura interna sulla direzione da assumere in materia di eurosalvataggi", secondo Heinen, "poiché dovranno riconoscere che la loro politica europea priva di identità, gli è costata la partecipazione al governo". Le posizioni politiche di AfD in molti campi sono ancora piuttosto vaghe, sottolinea Heinen. "Fino ad ora è stato un movimento civile, se AfD entrasse al Bundestag, dal punto di vista dei contenuti sarà molto debole, i loro membri sono ancora inesperti".

Commerzbank non si aspetta AfD in parlamento

Anche Commerzbank non esclude l'ingresso al Bundestag degli euroscettici, tuttavia non se lo aspetta. Nel caso di un superamento della soglia del 5%, il mercato delle valute saluterebbe l'ingresso degli euroscettici in parlamento con un indebolimento dell'Euro, si dice dalla banca. Il capo-economista Jörg Krämer ritiene invece: "una große Koalition in parlamento avrebbe comunque un'ampia maggioranza, avrebbero mano libera per attuare le loro euro-politiche, anche se la critica verso questo corso sarebbe forte e ben udibile; sempre che AfD, contrariamente alle aspettative, abbia una rappresentanza al Bundestag".

Se il nuovo partito entrasse al Bundestag, tutte le forze, non solo i partiti borghesi, sarebbero costretti a confrontarsi con i temi proposti da AfD, cioe' con la fine dell'unione monetaria nella sua forma attuale, sempre secondo Krämer. La linea politica dei partiti tradizionali non cambierebbe, almeno fino a quando la AfD avrà pochi elettori. Il partito fondato 6 mesi fa dal professore di economia Bernd Lucke propone infatti lo scioglimento ordinato della moneta unica e la creazione di una unione monetaria piu' piccola. L'uscita avverrebbe mediante l'introduzione delle monete parallele. Alcuni economisti credono che cio' sia fattibile, altri invece vedono delle difficoltà insormontabili.

Stefan Kooths, professore dell'Instituts für Weltwirtschaft (IfW) di Kiel, stima al 50%  le possibilità di un ingresso di AfD in parlamento. Se dovessero entrare, "il dibattito al Bundestag sul futuro della zona Euro raggiungerebbe un livello di specializzazione completamente diverso", secondo Kooths. "Soprattutto sarebbe possibile un dibattito sui salvataggi votati fino ad ora, ed approvati con il consenso della stragrande maggioranza del Bundestag". Durante la crisi il governo federale, con i diversi pacchetti di salvataggio, avrebbe solo comprato tempo. Le cause strutturali non sono state sufficientemente analizzate e affrontate.

sabato 21 settembre 2013

E' nelle vostre mani...

NachDenkSeiten, interessantissimo sito di analisi politica ed economica, a poche ore dal voto lancia un appello: se volete un cambiamento, allora votate un rosso-rosso-verde. Pensateci bene, è nelle vostre mani. Questo blog condivide l'appello. Da Nachdenkseiten.de

Se pensate che l'austerità imposta dal governo attuale debba proseguire e che il numero dei disoccupati in Europa continui a salire, oppure scenda molto lentamente nel corso dei prossimi anni:

Disoccupati in Europa


- che la Germania, invece di aumentare i salari e la domanda interna, prosegua con la solita dipendenza dall'export che distrugge i posti di lavoro dei nostri vicini di casa:

Quota dell'export sul PIL

- che gli avanzi commerciali e i profitti da record delle imprese orientate all'export continuino a crescere indisturbati a spese delle retribuzioni e dei consumi interni, vale a dire la prosperità generale del popolo tedesco:

Andamento dell'export (rosso), in rapporto ai consumi delle famiglie tedesche e alle retribuzioni. Fonte Querschuesse.de

- se volete che i nostri avanzi commerciali continuino a crescere affinché anche altri paesi, oltre a Grecia, Portogallo, Spagna, Italia e Francia si debbano indebitare per acquistare i beni prodotti in Germania, senza poi essere in grado di rimborsare i prestiti:

Saldo tra import ed export

- notate, i crediti tedeschi verso l'estero provenienti dai surplus delle partite correnti, corrispondono ai debiti degli altri paesi:

Crediti tedeschi verso l'estero, imprese e banche

- che si continui a fare concorrenza ai nostri vicini europei a colpi di moderazione salariale:

Costo del lavoro per unità di prodotto in Europa
- che fra i nostri vicini in Europa sia sempre piu' popolare l'immagine del "tedesco cattivo":


- che i nostri futuri "successi nell'export" siano raggiunti con una ulteriore estensione del settore a basso salario, che già oggi conta circa 8 milioni di lavoratori: 

Numero di occupati nel settore a basso salario (meno di 2/3 del salario mediano).



- che le nostre imprese possano accrescere  la loro competitività con una ulteriore diffusione del lavoro interinale (ed ora anche dei contratti d'opera):

Crescita del numero di lavoratori interinali.


- che un numero sempre maggiore di occupati che vorrebbero lavorare full time, siano relegati in lavori a tempo parziale:

Percentuale di lavoratori part-time sul totale (rosso)


- che un numero sempre maggiore persone occupate debba ricorrere ai sussidi pubblici (ALG II) per raggiungere il livello minimo di sussistenza. Mentre lo stato, dal 2007 al 2011, ha speso 53 miliardi di Euro di sussidi salariali per i datori di lavoro, invece di introdurre un salario minimo:

Numero in milioni (blu scuro) di lavoratori che ricevono un sussidio pubblico (ALG II) per raggiungere il minimo di sussistenza. In blu chiaro il numero complessivo dei destinatari di sussidi pubblici, in rosso il rapporto fra i due numeri.

- che gli alti redditi e i patrimoni paghino sempre meno tasse:

Percentuale di gettito proveniente dalla tassazione delle diverse fonti di reddito.

- che gli investimenti pubblici e le risorse finanziarie per il mantenimento dello stato sociale nel nostro paese continuino a scendere:

Investimenti pubblici  complessivi 1960-2012

- che i poveri siano sempre piu' poveri e i ricchi sempre piu' ricchi, e che in questo modo lo sviluppo economico sia sempre piu' instabile:

Aumento/riduzione del reddito disponibile delle famiglie suddivise per decili di reddito, dal 1999 al 2009

- che le possibilità di successo nell'educazione siano cosi' fortemente dipendenti dallo status dei genitori, come in nessun altro paese del mondo:

Quanti sono i giovani che accedono alle università o Fachhochschule, su 100 figli di laureati (arancioni) e non laureati (giallo). Il sistema educativo tedesco resta profondamente classista ed elitario.

Se siete rassegnati a questo stato di cose e volete che tutto continui nello stesso modo, allora domenica potrete votare Angela Merkel, la CDU/CSU oppure la FDP.

Se invece pensate che la Germania abbia bisogno di un corso economico ancora piu' liberista, allora votate „Alternative für Deutschland“ (AfD).

Se invece volete che su alcuni punti ci possano essere dei piccoli cambiamenti, ma in sostanza nulla cambi, allora potete sperare in una Grosse Koalition fra CDU/CSU e SPD, oppure un nero-verde.

Se invece sperate in un'alternativa al solito coro del "le cose da noi vanno bene" e in una maggioranza a sinistra del cosiddetto centro, dovreste segnalare con la vostra scheda elettorale che in quanto cittadino, dal nuovo governo vi aspettate qualcosa di diverso.

Un segnale veramente molto forte sarebbe votare per una coalizione rosso-rosso-verde, in modo da mettere una spina nel fianco dei poteri economici, e dare una rappresentazione politica ai milioni di cittadini che a causa della loro esperienza di vita hanno smesso ormai da tempo di votare. Forse riusciremmo ad evitare una ulteriore divisione della nostra società








-->

venerdì 20 settembre 2013

Der letzte Europäer

Wolfgang Schäuble, nell'ultima intervista prima delle elezioni rilasciata a Die Zeit, torna a parlare degli Eurosalvataggi e della minaccia AfD, con una consapevolezza: da lunedi' potrebbe sparire dalla cronaca e finire nei libri di storia. Da Die Zeit

ZEIT: Herr Schäuble, onestamente: la crisi Euro dura ormai da oltre 3 anni. Dal suo punto di vista, si poteva fare qualcosa di diverso?

WS: Se si confrontano i titoli dei giornali di 3 anni fa, con quello che abbiamo realizzato fino ad ora, potremmo invece porci un'altra domanda: avreste mai pensato che la Germania avrebbe attraversato la crisi Euro senza problemi?

A volte è davvero difficile spiegare ai cittadini che cosa stiamo facendo e cosa abbiamo fatto per stabilizzare la nostra moneta comune. Anche noi negli anni scorsi siamo andati avanti a tastoni, passo dopo passo. Ma in ogni momento abbiamo cercato, con la nostra conoscenza e la nostra coscienza, di raccontare gli avvenimenti nella maniera piu' realistica possibile.

ZEIT: Quindi è stato solo un problema di comunicazione? Oppure sono state le decisioni politiche e la durissima austerità a trasformare la crisi greca in un incendio di dimensioni europee?

WS: No, è sbagliato. La cosiddetta crisi Euro in verità non è una crisi della moneta unica, piuttosto una crisi di fiducia dei mercati finanziari nei confronti dei singoli stati membri della zona Euro. I mercati finanziari pensavano che questi paesi non sarebbero stati in grado di affrontare i loro problemi singolarmente. Per risolvere la crisi, dobbiamo migliorare le regole comuni, approfondire il coordinamento fra le politiche economiche dei paesi Euro, ridurre i deficit e superare i problemi di competitività.

Per questa ragione dobbiamo insistere affinché i paesi in crisi si impegnino a superare la crisi. Per dargli il tempo di farlo, li sosteniamo con i fondi di salvataggio, ma questi aiuti sono legati a condizioni molto dure. E già lo stiamo vedendo: siamo sulla strada giusta. In Grecia ad esempio, negli ultimi anni i turisti tedeschi erano scomparsi, perché il rapporto prezzo-prestazioni in Turchia era molto piu' economico.

ZEIT: Adesso siamo invece tornati...

WS: Si', esattamente. Perché la Grecia, fra le altre cose, ha ridotto il suo costo del lavoro del 13%. Naturalmente i greci stanno soffrendo, non lo nego. Meno le élite che hanno portato il paese in queste condizioni, molto di piu' la gente comune. I risanamenti sono sempre difficili. Piu' a lungo il paese resta fermo, piu' difficile sarà ripartire. Ma sta funzionando: in tutti gli stati Euro siamo sulla buona strada, anche nei paesi sotto la protezione del fondo salva stati.

ZEIT: La politica è consapevole che l'austerità nell'Europa del sud, di fatto, ha privato una intera generazione del proprio futuro?

WS: Le cause della crisi devono essere cercate nei diversi paesi e nelle decisioni sbagliate prese in passato, non nell'austerità. La crescente domanda di competitività causata da una moneta comune e l'incredibile pressione sui salari esercitata dalla globalizzazione, non sono stati presi seriamente in considerazione in tutti i paesi. Ma ora si dovranno fare le riforme che in passato non sono state fatte. Per superare questa fase è stato creato il fondo di salvataggio. Solo per la lotta contro la disoccupazione, l'UE ha messo in campo 6 miliardi di Euro, a questi si aggiungono i programmi bilaterali.

ZEIT: Con cui pero' non riuscite a tenere sotto controllo il tasso di disoccupazione nel sud Europa.

WS: Gli stati potranno tornare ad offrire ai loro cittadini lavoro e crescita, solo diventando piu' competitivi. E' necessario affrontare il problema alla radice, non solo i sintomi. Nella lotta contro la disoccupazione, aumentare la spesa non è di grande aiuto. Finiremmo per peggiorare la situazione, perché gli stati accumulerebbero piu' debito. Per questa ragione non lo facciamo.

Prenda la Spagna. Molti giovani lavoravano nelle costruzioni. Dopo lo scoppio della bolla immobiliare molti posti di lavoro sono scomparsi - per sempre. Questi giovani, in parte non sono sufficientemente qualificati e in parte non sono pronti per lasciare il loro paese di origine. Non è facile creare dei nuovi posti di lavoro per queste persone.

ZEIT: Descrive le misure di austerità come prive di alternativa. Sono in molti a pensarla diversamente.

WS: La Grecia aveva un elevato livello di debito pubblico, non era piu' competitiva, la Grecia non aveva piu' accesso ai mercati finanziari. Si doveva reagire. E quando i problemi sono cosi' difficili come in Grecia, per vedere una svolta non sono necessari pochi mesi, ma anni.

I programmi di riforma e le loro condizioni non sono definiti dal governo federale tedesco, ma dagli economisti della Troika, della BCE, del FMI e della Commissione UE. Hanno esperienza e sono incorruttibili. I greci, con le elezioni, per 2 volte hanno potuto esprimere la loro opinione e dire se erano d'accordo con la dura strada delle riforme e se volevano restare nell'Euro - e hanno deciso di tenere l'Euro.

ZEIT: Lei ha escluso una seconda ristrutturazione del debito, ma come faranno i greci a ridurre la loro enorme montagna di debiti?

WS: Abbiamo già fatto una ristrutturazione del debito nel 2011: i titoli di stato sono stati ristrutturati con il consenso di tutti i creditori....

ZEIT: Beh...

WS:...è stato tagliato del 53%. Non lo rifaremo. Non ci sarà un nuovo taglio del debito.

ZEIT: Quindi?

WS: Per ridurre il peso complessivo del debito, i debiti devono crescere piu' lentamente dell'economia. E questo potrebbe accadere già l'anno prossimo, quando il paese uscirà dalla recessione. La Grecia si lascerà il peggio alle spalle.

ZEIT: Il partito Alternative für Deutschland ha una soluzione abbastanza semplice per la crisi Euro: la dissoluzione della zona Euro.

WS: Sarebbe la ricetta migliore per recare un danno alla Germania, di dimensioni mai viste nei decenni scorsi.

ZEIT: Secondo i sondaggi sono vicini al 4 % - e potrebbero costare la maggioranza ai nero-gialli...

WS: Queste persone dicono molto semplicemente: senza l'Euro la nostra economia starebbe meglio. Ma cio' è fondamentalmente sbagliato, è poco plausibile e molto pericoloso per il nostro benessere. Noi tedeschi, come grande nazione esportatrice, abbiamo tratto i maggiori vantaggi dalla moneta unica. Su questo c'è un consenso generale. Il mondo è cambiato. L'Europa e la Germania hanno bisogno di una moneta comune stabile, per poter sopravvivere in questo mondo globale.

ZEIT: ...non tutti i cittadini accettano questi argomenti...

WS: Che non tutti possano capire o accettare, è normale in una democrazia. Non ho nulla contro queste persone, che ovviamente restano profondamente legate al passato. A loro non interessa il bene della Germania nel ventunesimo secolo. Durante il procedimento dinanzi alla Corte Costituzionale ho conosciuto alcuni rappresentanti di AfD. Non voglio fare nomi, ma in alcuni momenti ho pensato: Du mei-ne Gü-te!

ZEIT: AfD probabilmente è nata anche perché il governo, forse, non è stato capace di spiegare sufficientemente bene le politiche di salvataggio?

WS: Io credo non si possa negare il fatto che stiamo cercando di coinvolgere i cittadini con ogni mezzo. Ma naturalmente è sempre possibile migliorare le cose. Ma guardi cosa succede negli altri paesi europei: in Francia sono in molti a temere che alle prossime elezioni europee il Front National possa diventare il primo partito. In Gran Bretagna molti voti si sono spostati verso i movimenti euroscettici. Stessa situazione in Olanda, Finlandia e Austria.

Io sono felice perché qui in Germania, forse anche per la nostra storia, siamo un po' piu' prudenti quando abbiamo a che fare con idee demagogiche e di destra. Chi parte come la AfD, fomentando la paura verso l'Europa, presto inizierà ad alimentare la paura verso i migranti. Dobbiamo schierarci contro di cio'.

ZEIT: AfD è solo un episodio nella storia politica tedesca?

WS: Gruppi monotematici, orientati al passato e conservatori ci sono sempre stati, ma poi sono regolarmente scomparsi
[...]

ZEIT: Come Ministro delle Finanze anche lei ha beneficiato dei bassi tassi sui titoli di stato tedeschi. Adesso sono tornati a crescere. E' il segno di un allentamento della crisi?

WS: Si', grazie al cielo. La fiducia nell'Euro è tornata. La Spagna è tornata a pagare sui decennali poco piu' del 4%, noi paghiamo circa il 2%. Sui mercati non c'è piu' il nervosismo del passato. I tassi bassi per il Ministero delle Finanze sono stati davvero una manna, ma nel lungo periodo un tasso di interesse un po' piu' alto è preferibile, soprattutto per i risparmiatori e per chi deve gestire la previdenza.

Nessuna preoccupazione: nel nostro bilancio e nella nostra pianificazione finanziaria abbiamo preso misure adeguate per gestire un aumento dei tassi. Siamo persone prudenti. E per quanto riguarda il risparmio sugli interessi, stiamo parlando di 4 miliardi di risparmio su di un bilancio di 300 miliardi di Euro. Soprattutto, non abbiamo aumentato le spese, quello è stato molto piu' importante.

ZEIT: Per il ritorno della fiducia, dobbiamo ringraziare anche il presidente della BCE Mario Draghi. Con appena due frasi ha messo fine alla speculazione dei mercati finanziari. I tedeschi non dovrebbero essergli grati?

WS: L'ho detto davanti alla Corte Costituzionale: il governo federale è convinto che la BCE debba essere fedele al proprio mandato, il mantenimento della stabilità dei prezzi. E questo sta accadendo, con l'Euro abbiamo avuto prezzi piu' stabili rispetto ai tempi del D-Mark.

Se la BCE non dovesse rispettare il proprio mandato i governi dovrebbero rivolgersi alla Corte di giustizia europea - e sarei proprio io a farlo. Mario Draghi, dopo l'annuncio, e fino ad ora, non ha dovuto spendere un centesimo. Con l'annuncio della BCE il governo federale non ha nulla a che fare. E se dopo tutto quello che l'Eurozona negli ultimi anni ha fatto in termini di riforme e austerità, fosse stato sufficiente solo un annuncio per calmare i mercati, allora, è stato tutto davvero meraviglioso!

mercoledì 18 settembre 2013

La svolta prussiana di Alternative für Deutschland

Alternative für Deutschland ha recentemente presentato il suo programma di politica estera: al centro della proposta c'è un rapporto piu' stretto con la Russia, secondo la tradizione prussiana. Da german-foreign-policy.com
Con un "documento a tesi" il partito anti-Euro "Alternative für Deutschland" (AfD) per la prima volta ha delineato le sue posizioni in politica estera. In linea di principio AfD, che a differenza di altri partiti appena fondati ha dei rapporti molto forti con le élite tedesche, intende restare fedele al legame militare transatlantico. Sempre secondo il documento, in futuro l'esercito tedesco non dovrà essere impiegato in zone remote del mondo, ma utilizzato per la stabilizzazione delle regioni contigue all'area NATO, ad esempio in Nord Africa. L'autore del documento in piu' occasioni in passato si è distinto per il suo marcato bellicismo. Il partito sostiene inoltre una piu' stretta cooperazione con Mosca e ricorda i momenti di svolta nella storia tedesca, in cui insieme alla Russia, la Germania è riuscita a mettere la Francia sulla difensiva. 

Parte delle élite

Con un documento a tesi per la prima volta AfD ha delineato in maniera rudimentale le sue posizioni di politica estera. Il nucleo programmatico del partito resta il rifiuto dei salvataggi Euro e la volontà di arrivare ad una rottura della zona Euro; si dibatte ancora se sia meglio il ritorno ad un "Euro del nord" [1] oppure il ritorno al D-Mark. AfD è espressione di quelle élite tedesche che da un proseguimento del processo di integrazione europeo si aspettano molti piu' rischi economici che non vantaggi in termini di potere. Nel partito una presenza importante è riservata alle medie imprese e agli economisti neoliberisti. Nonostante AfD abbia ricevuto  molta attenzione dai media ed abbia goduto di un'immagine positiva - chiaramente il riflesso di un forte ancoraggio degli attivisti nell'establishment tedesco - gli elettori sembrano prendere le distanze. Le possibilità di entrare al Bundestag oggi sono molto piu' basse rispetto a quelle attribuite in primavera: la maggior parte dei sondaggi li danno intorno al 2%. [2]

"La guerra di per sé non è sbagliata"

Per la prima volta  Alexander Gauland, uno dei fondatori e portavoce di AfD, si è pronunciato sulle posizioni di politica estera del partito. Gauland ha ricoperto a lungo posizioni importanti nella CDU dell'Assia, apparteneva alla corrrente "elmo d'acciaio" (Stahlhelm), mentre oggi è attivo come  giornalista pubblicista. Nel documento di politica estera conferma l'impegno verso l'alleanza transatlantica, e chiarisce: "AfD intende mantenere l'architettura dei sistemi di sicurezza occidentali" e considera "gli Stati Uniti come il pilastro fondamentale di questa struttura". Gli scenari possibili di azione dovrebbero essere quelli ai margini dell'area NATO: invece dell'Afghanistan, l'esercito tedesco dovrebbe essere impiegato per "difendere Bengasi o Tunisi" [3]. Gauland aveva già esternato le sue posizioni belliciste lo scorso anno: "I tedeschi hanno un rapporto distorto con la forza militare", dichiarava in un articolo da lui scritto, e continuava, "non la considerano il proseguimento della politica con altri mezzi, nel senso di Von Clausewitz, ma piuttosto un male assoluto". Invece di "cantare ogni volta la melodia pacifista, sarebbe piu' intelligente intonarne una politica, poiché la forza militare non è un male in sé, ma lo è solo nella misura in cui è conseguenza di una politica sbagliata". [4]

Con la Russia contro la Francia

Il punto centrale nel documento programmatico è l'impegno di AfD per una piu' stretta cooperazione con Mosca. "La relazione con Mosca dovrà essere curata con la massima attenzione", scrive Gauland; "la Germania e l'Europa non avrebbero alcun interesse ad un ulteriore indebolimento della Russa e di tutto lo spazio euro-asiatico".[5] Gauland riprende le antiche tradizioni filo-russe della politica estera tedesca, che ancora oggi negli ambienti industriali tedeschi mantengono un solido ancoraggio. La cooperazione con la Russia resta inoltre una possibilità per creare un contrappeso politico nei confronti degli Stati Uniti. [6] Il documento di AfD va oltre, e rifiuta espressamente gli sforzi di Berlino per far entrare l'Ucraina nella sfera d'influenza politica occidentale [7]: la EU dovrebbe gestire l'integrazione del paese "con estrema cautela, agendo nel rispetto della sensibilità russa". La Russia "nei momenti decisivi della storia tedesca ha assunto un un importante ruolo di guida", si dice ancora nel documento, i punti di riferimento piu' importanti sono: "il 1813, poi l'unificazione tedesca del 1866/70 sotto Bismarck, e la riunificazione tedesca del 1990/91". Questi tre momenti storici hanno garantito alla Germania, alleata della Russia, un indiscutibile vantaggio nella lotta con la Francia per la leadership europea.

[1] s. dazu Wirtschaftskulturen
[2] zur "Alternative für Deutschland" s. auch Brüche im Establishment
[3] Thesenpapier Außenpolitik; www.alternativefuer.de
[4] Alexander Gauland: Warum sich die Deutschen mit Gewalt so schwer tun; www.tagesspiegel.de 23.07.2012
[5] Thesenpapier Außenpolitik; www.alternativefuer.de
[6] s. dazu Eine Phase der Kooperation, Partnerland Russland und Szenarien für die Russland-Politik

[7] s. dazu Der Schlag des Boxers (II), Kampf um die Pipelines und Kampf um die Ukraine

Cosa possiamo aspettarci dalla SPD?

Risponde l'economista tedesca Friederike Spiecker dalle pagine del blog di Heiner Flassbeck: non molto, alla SPD mancano le proposte e le idee per una diversa gestione della crisi Euro. Da flassbeck-economics.de
Nei giorni scorsi Peer Steinbrück è stato intervistato dall'emittente radiofonico Deutschlandfunk. Sulla base di questa intervista voglio analizzare la prospettiva politica che il candidato SPD alla cancelleria puo' offrire. Mi interessano prima di tutto le sue posizioni in materia di politica economica europea, poiché ritengo che il nostro sviluppo economico e quello dei nostri vicini abbiano la priorità assoluta rispetto a tutti gli altri temi. Sebbene il tema Eurocrisi non attiri l'attenzione della massa degli elettori, continuo tuttavia a considerarlo un argomento di primaria importanza.

Non che la politica energetica, l'istruzione oppure le infrastrutture pubbliche del nostro paese non siano importanti, tutt'altro: le evidenti carenze in questi ambiti sono collegate con il malessere europeo. Basta riflettere sul fatto che gli sforzi per il consolidamento del bilancio pubblico seguiti all'introduzione in costituzione di un limite all'indebitamento (Schuldenbremse), hanno condotto ad una bassa domanda e alla riduzione delle importazioni. Ma anche se in questo ambito tornassimo sul sentiero della ragione, ormai non sarebbe piu' possibile arrestare la crisi europea. Anche se in Germania fossero adottate misure efficaci e di lungo periodo nel campo degli investimenti pubblici, sarebbe difficile arrestare la spirale verso il basso causata da una errata politica anticrisi. Per poter cambiare davvero le cose è necessario un approccio completamente diverso e misure conseguenti. E le tracce di questo nuovo approccio le cerco nell'intervista allo sfidante della Cancelliera, Peer Steinbrück.

Ritengo che valga la pena rileggere con attenzione i passaggi importanti di questa intervista. Perché Steinbruck sul tema Eurocrisi dice molte cose giuste; ad es. sul sistema bancario, oppure sulla mancanza di stimoli per la crescita e sulle errate politiche di consolidamento fiscale. Tuttavia è troppo breve quando considera la crisi Euro in prima linea una crisi bancaria, e sostiene di poterne combattere le conseguenze con gli introiti di una tassa sulle transazioni finanziarie. Perché se il gettito fiscale garantito da questa tassa dovesse essere cospicuo, allora significherebbe che gli affari della speculazione, che Peer Steinbrück considera i veri responsabili della crisi, proseguono indisturbati e creano le condizioni per una nuova crisi - un circolo vizioso senza senso. Se invece questa fonte di gettito non fosse poi cosi' significativa, vorrebbe dire che la speculazione continua in un ambito non raggiungibile dal fisco (il peggiore di tutti gli scenari), oppure che ha avuto un effetto proibitivo sulla speculazione fine a se stessa (che dovrebbe essere l'obiettivo piu' evidente di una tale imposta). Quindi: con quali risorse si dovrebbero finanziare gli stimoli alla crescita e i programmi contro la disoccupazione giovanile? 

E qui emerge chiaramente una grave carenza nel pensiero economico della SPD: chi ha introdotto un tetto all'indebitamento in costituzione - non importa se per convinzione oppure per populismo - avrà difficoltà a concepire un impulso economico fatto di domanda pubblica che possa fermare la spirale recessiva. Per questa ragione è in cerca di una fonte per finanziare queste misure. Non ha molto senso far partecipare lo stato in qualità di croupier al casinò dei mercati finanziari, per poi farlo diventare il soccorritore dei danni causati dal casino' stesso. Lo stato dovrebbe chiudere la sala da gioco. Ma questo significa che non potrà poi contare sulle entrate del casino'.

Anche sui temi economici, come sul tema Eurocrisi, dal candidato SPD non possiamo aspettarci molto. Cosi' Peer Steinbrück chiarisce di essere ancora un sostenitore dell'Agenda 2010. Ma si mostra tuttavia disposto a correggerne le conseguenze indesiderate, come ad esempio i bassi salari. Stiamo vedendo la prima luce nell'orizzonte economico della SPD? Letteralmente: "L'intelligenza politica impone di correggere gli sviluppi errati nel mercato del lavoro". Come scusi? Non si tratta forse di saggezza economica? Oppure di una visione matura dei rapporti economici? Non della coscienza sociale? Bene, ognuno avrà la propria idea di cosa sia "l'intelligenza politica" ad es. la responsabilità sociale oppure la lungimiranza. Molti, tuttavia, a pochi giorni dalle elezioni, considerano una simile formulazione come una mera tattica elettorale, e diverranno inevitabilmente piu' sospettosi. 

Molto simile mi sembra la frase che arriva subito dopo: "In questo paese, forse, abbiamo bisogno di tornare all'economia sociale di mercato, e ad una maggiore equità". Forse? No, sicuramente ne abbiamo bisogno, ai miei occhi il forse non ha alcuna ragione di essere li'. E' un'espressione troppo timida, simile a quella che Steinbrück mette nella sua richiesta di una separazione del sistema bancario: "per non spaventare nessuno, non ho intenzione di rivoluzionare il sistema bancario universale tedesco. Potrà continuare ad essere gestito nella sua attuale struttura di holding". Ancora, o c'è un sistema bancario separato, nel quale le banche d'investimento sono separate e non possono accedere ai depositi delle banche ordinare, oppure questo sistema non c'è. A me pare che si stia solo cercando di fare contenti un po' tutti; si vorrebbe "la botte piena e la moglie ubriaca".

Ancora sull'Agenda 2010, che Heiner Flassbeck ed io da molti anni consideriamo la principale causa di erosione salariale in Germania e una delle ragioni della crisi Euro. Se Peer Steinbrück considera il boom dei bassi salari non come una conseguenza diretta dell'Agenda 2010, ma solo un danno collaterale, è il segno evidente di una mancanza di sincerità oppure di una scarsa conoscenza delle relazioni macroeconomiche internazionali.

Non è un rimprovero troppo duro? Durante la campagna elettorale non è forse necessario essere un po' indulgenti, soprattutto quando c'è da interpretare il passato? Beh, non si tratta di fare dell'autoaccusa il metro della credibilità, bensi' di capire che cosa significhi la volontà di Steinbrück di "correggere gli sviluppi sbagliati", e di portare avanti una politica europea diversa. Voglio supporre, anche solo per un momento, che possa capire il ruolo essenziale svolto dai salari nello sviluppo di un'economia e quanto sia sbagliato pensare di aumentare la competitività di un paese attraverso la loro erosione. Allora come è possibile che, interrogato sulla possibile funzione di esempio del presidente francese Hollande, abbia risposto in questo modo: "Hollande fa un'analisi molto dettagliata. Si è dato l'obiettivo di reindustrializzare la Francia. Vuole soprattutto realizzare le riforme del mercato del lavoro, e sta portando avanti in Francia una nuova fase di concertazione sociale...". Si tratta di un'Agenda 2010 reloaded, questa volta pero' in Francia? Con tutte le conseguenze sbagliate, ma questa volta a casa del nostro vicino? Sarebbe questa la gestione della crisi proposta dalla SPD? Dov'è la differenza con il governo tedesco attuale? Che cosa aggiunge lo zuccherino della tassa sulle transazioni finanziarie, ad un cocktail di proposte difficilmente digeribile?

Tutti coloro che nel nostro paese soffrono per le conseguenze economiche dell'Agenda 2010 e hanno compreso il legame economico fra la crisi Euro e quelle riforme, saranno senza dubbio delusi e si allontaneranno dalla SPD: in essa riconosceranno il lupo della politica economica travestito da pecora. Chi dovrebbe esserne sorpreso?

lunedì 16 settembre 2013

Chi sarà la prossima vittima? (dell'afflusso di capitali dalla Germania)

Fra i tanti effetti dell'austerità europea targata Merkel, ci sarebbe anche la tempesta monetaria che ha recentemente colpito i paesi emergenti. Un commento dall'interessantissimo blog WeitwinkelSubjektiv.de
Movimento delle valute nei confronti del dollaro negli ultimi 4 mesi
E' stato già sottolineato in un recente commento da Daniel Gros: i risparmiatori americani non possono essere considerati responsabili per l'enorme flusso di denaro su scala globale degli ultimi anni. La banca centrale americana puo' creare tutto il denaro che vuole, per poi trasferirlo alle banche americane. Ma alla fine gli americani - l'intera economia americana, dal 2009 ad oggi, anno dopo anno, ha visto aumentare i suoi disavanzi delle partite correnti con l'estero.

Misurati dal deficit delle partite correnti, tra il 2009 e il 2013, sono stati 2.240 miliardi. Il prossimo anno il FMI prevede altri 500 miliardi in piu'. La fonte dell'alluvione globale di denaro deve essere cercata da qualche altra parte, secondo Daniel Gros. Non puo' che essere in Europa. Già ora Italia e Spagna stanno collezionando, mese dopo mese, degli avanzi delle partite correnti - dopo aver visto crollare la domanda interna e quindi le importazioni.

Quest'anno nella zona Euro ci saranno 300 miliardi di dollari di avanzo corrente, anticipa il FMI. L'Europa ha superato la Cina, con i suoi 240 miliardi di dollari. E nei 15 maggiori paesi esportatori di petrolio messi assieme, gli avanzi correnti scenderanno di 100 miliardi di Euro, raggiungendo  i 600 miliardi di Euro.

La Germania continua a collezionare avanzi con l'estero, come se negli investimenti esteri non avessimo mai perso un centesimo. Ovviamente continuiamo ad investire i proventi fuori dal nostro paese: nei 12 mesi fino a luglio 2013, secondo la bilancia dei capitali della Bundesbank, sono stati 250 miliardi di Euro - il 70% in piu' rispetto ai 12 mesi precedenti. Vale a dire il 9% del nostro PIL, oppure 50 volte il costo del nuovo aereoporto di Berlino.

Anche se i tedeschi, gli italiani o gli spagnoli avessero investito i loro risparmi nei titoli di stato degli Stati Uniti, alla fine i responsabili per l'alluvione di denaro nei paesi emergenti siamo noi europei - anche se l'ultimo dollaro atterrato in Brasile, India o Indonesia fosse stato investito da un fondo pensione americano. Con la nostra austerità e la nostra compressione salariale abbiamo scatenato la guerra valutaria, che il Brasile nel 2010 aveva già denunciato.

E cosi' in ultima istanza i responsabili della fuga di capitali che sta facendo affondare le valute dei paesi emergenti siamo noi. Anche se la responsabilità sembrerebbe della banca centrale americana e della sua decisione di ridurre gli acquisti di titoli. "Se non altro, i leader dei paesi emergenti dovrebbero lamentarsi per l'austerità europea, non per il quantitative easing americano", scrive Daniel Gros. E ancora:

"Poiché i capitali stanno fuggendo dai mercati emergenti, questi paesi presto saranno costretti ad adottare le loro misure di austerità e ad ottenere degli avanzi correnti, un po' come sta facendo oggi la periferia Euro. Ma poi chi potrà e vorrà andare in disavanzo con l'estero? 

Due delle 3 principali economie del mondo vengono in mente: Cina, data la forza del suo bilancio, e l'Eurozona, dato lo status di valuta riserva assunta dall'Euro. Ma entrambe sembrano impegnate nell'ottenere degli avanzi con l'estero (i due piu' grandi al mondo). Quindi, a meno che gli Stati Uniti non riprendano il loro ruolo di consumatore di ultima istanza, l'ultimo attacco di nervosismo dei mercati finanziari globali indebolirà nuovamente l'economia globale. E ogni ripresa globale promette di essere sbilanciata - sempre che si materializzi"

Anche altri paesi sono stati colpiti dalla nostra cascata di denaro: l'Europa dell'est, durante la recente crisi valutaria dei paesi emergenti è rimasta sorprendentemente stabile - alcune valute si sono addirittura apprezzate rispetto al dollaro. Anche i paesi in avanzo con l'estero come la Corea dovrebbero essere vigili. La Svizzera invece, stabilendo un limite minimo,  ha costruito un muro di fuoco nei confronti dell'Euro - gli interventi della banca centrale svizzera hanno l'effetto di un aspirapolvere, e la tempesta dei capitali si sposta verso la BCE oppure i paesi Euro.

Movimento nei confronti del dollaro negli ultimi 4 mesi
Che cosa succede invece con la Gran Bretagna o la Francia, l'ultimo paese nella zona Euro a ricevere un significativo afflusso di capitali (=partite correnti in deficit)? In questi paesi si sta creando la prossima bolla esplosiva? Data la valanga di risparmi presenti in Germania, alla fine dovremmo essere felici di avere un programma come l'OMT della BCE: per quando scoppierà la bolla letale. 

Se i paesi esportatori di petrolio fossero intelligenti, avvierebbero un programma di investimenti, in modo da ridurre la loro dipendenza dall'export di petrolio. Un po' come proposto dal DIW (Deutsches Institut für Wirtschaft) per la Germania. Se almeno una volta in Germania riuscissimo a svegliarci!