Come vivono gli Hartz IV? Hartz IV è davvero un sistema vessatorio da cui non si riesce ad uscire. Secondo la Süddeutsche Zeitung non è sempre cosi'. Il giornale di Monaco ha chiesto a 3 Hartz IV di raccontare che cosa significa per loro vivere con l'aiuto dello stato e dei Jobcenter. Dalla Süddeutsche Zeitung
Dietmar Kienle, 44, Monaco
Sono stato disoccupato per un lungo periodo, lo ero già nel 2000 quando mi sono trasferito a Monaco. Ho solo un diploma di scuola professionale (Hauptschule), l'apprendistato da muratore non sono riuscito a terminarlo. Anche con una certificazione nella logistica di magazzino non sono riuscito ad ottenere molto. 120 candidature, ma non è successo nulla.
Per diversi anni sono rimasto a galla con lavori giornalieri e precari. Stuccatore, imbianchino, muratore. Lavori faticosi, ma mai nulla di stabile. Poi le mie ginocchia non ce l'hanno piu' fatta. Con l'operazione mi hanno raddrizzato il piede, ma non mi è stato piu' possibile fare del lavoro fisico. I soldi sono diventati ancora meno.
In ogni città è difficile vivere con Hartz IV. Ma in una città come Monaco e quando come nel mio caso sei alle prese con una dipendenza da alcol, ancora di piu'. Nel 2014 l'impiegato del Jobcenter a cui ero stato assegnato mi ha procurato un "lavoro a un Euro" (Ein-Euro-Job, misura del centro per l'impiego per far rientrare i disoccupati nel mondo del lavoro, retribuzione fra 1 e max 2,5 € lordi l'ora) all'assistenza tecnica per le biciclette presso la Dynamo. Si tratta di un'associazione che sostiene le persone bisognose.
Mi è sempre piaciuto avvitare e svitare. Si dice sempre, una bicicletta è solo una bicicletta, ma non è vero. Le riparazioni spesso sono difficili. Grazie ad un programma del Jobcenter avrò un impiego stabile per i prossimi 2 anni. Poi vedremo. Il mio obiettivo è un lavoro vero, cioè indeterminato.
Anche al responsabile della mia pratica al Jobcenter farebbe molto piacere. Alle persone che si lamentano di continuo posso solo dire: mi sono sempre sentito in buone mani. Non mi hanno mai deluso.
Peter Tonau, 27, Riesa
Il mio avvocato mi ha sconsigliato di usare qui il mio vero nome. Mi ha detto: se il mio nome finisce su Internet posso peggiorare le chance di trovare un lavoro. Nel 2006 ho iniziato un apprendistato come conduttore di macchine e impianti. Non era mai stato il lavoro dei miei sogni. Avrei preferito la polizia, ma ho l'asma. Dopo l'apprendistato sono stato preso da un'azienda che costruisce radiatori. Andavo d'accordo con i colleghi.
Penso sia piu' importante essere circondato da persone per bene che guadagnare 2500 € al mese. Nel 2010 l'azienda si è trasferita nella Repubblica Ceca. Da allora per me ci sono stati solo lavori temporanei: ogni 2 giorni nuove persone, nuovo lavoro, 7 € lordi l'ora.
E poi a causa della presunta mancanza di ordini si viene licenziati. Così ogni volta si torna al Jobcenter, e ogni volta ti assegnano a una delle loro misure. La prima è stata in una cooperativa sociale. Dal punto di vista lavorativo non mi ha portato nulla, ma mi ha fatto piacere andarci. Poi mi hanno spedito come lavoratore qualificato in un laboratorio per giovani. Invece di fare qualcosa di artigianale, dovevamo giocare a Monopoli.
Un'altra volta invece sono andato con la mia auto e come prima cosa mi hanno chiesto come mi fosse venuto in mente di guidare senza patente. Poi ho capito: si trattava di una misura per gli alcolisti. In una sala fredda c'erano persone anziane che continuavano a limare pezzi di legno. Quando ho chiesto di cosa si trattava, non ho ricevuto nessuna risposta. Me ne sono quindi andato e il Jobcenter mi ha tagliato del 30% il sussidio. Solo quando mi sono lamentato me li hanno ridati indietro.
Non fraintendete: Hartz IV non è del tutto sbagliato. E' giusto candidarsi ed è anche giusto doverlo provare. Ma queste misure insensate sono una presa in giro.
Wieland Kerschner, 61, Hamburg
Di formazione sono un commerciante di sanitari, ma in quell'ambito non sono mai riuscito a lavorare. Ho anche studiato legge, ma poi non ho passato gli esami. Sono stato disoccupato per 15 anni, di questi pero' solo 4 veramente. Il resto l'ho trascorso nei posti di lavoro ad un Euro (Ein-Euro-Job), ho sempre fatto in modo che questi lavori avessero anche un senso. Non ci si puo' certo aspettare che qualcosa di buono accada da sé.
Ho messo a posto libri nella facoltà di diritto, corretto cataloghi. All'erbario ho inserito piante nella rete dei dati. Tutti lavori che mi sono anche piaciuti. Senza questi lavori non avrei avuto alcuna prospettiva. Ora lavoro nella libreria antiquaria nel Rathauspassage di Amburgo. Lì assumono da sempre anche i disoccupati di lunga durata.
Per il momento ho un contratto di lavoro da 25 ore. Anche perché l'ho sempre segnalato: non ho intenzione di fare volontariato. E' una cosa che si possono permettere solo le persone con ricche.
Oltre a questo continuo a lavorare per la SPD. Sono un militante da 30 anni. Sull'Agenda 2010 ho un opinione contrastata. Penso che avesse senso combinare le prestazioni di disoccupazione e l'assistenza sociale. E' stato giusto anche obbligare le persone a dichiarare la loro ricchezza. Se voglio avere i soldi dallo stato, allora devo giocare a carte scoperte.
Il problema è che i Jobcenter invece di mediare si occupano dell'amministrazione. Nei diversi uffici non lavorano degli headhunter ma degli assistenti sociali. Non hanno nessun contatto con le imprese, e la maggior parte delle imprese non prende sul serio le misure di formazione professionale. Ne ho frequentata una su SAP, perché volevo lavorare da Airbus. Fra le 30 persone che hanno frequentato il corso, per quanto io ne sappia, nessuno ha ottenuto un lavoro in cui gli è stato utile quello che ha imparato al corso.