mercoledì 16 ottobre 2024

BMW e Mercedes in grave Crisi in Cina, Mentre Tesla e BYD Volano

Il mercato dell’auto si sta trasformando rapidamente, e per i giganti tedeschi come BMW e Mercedes-Benz, la sfida è sempre più complessa. Nel terzo trimestre del 2023, entrambe le case automobilistiche hanno registrato un calo significativo nelle vendite, con la Cina, il loro mercato chiave, che sta diventando sempre più difficile da conquistare. Ne scrive Welt.de

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Le Difficoltà del Mercato Cinese per BMW e Mercedes

Le vendite di BMW tra luglio e settembre sono scese del 30%, fermandosi a poco meno di 148.000 veicoli. Non è andata meglio a Mercedes-Benz, che ha registrato una riduzione del 13%, vendendo 170.700 veicoli. La Cina, solitamente il motore delle vendite globali per i produttori premium tedeschi, è diventata improvvisamente un mercato problematico.

Le case automobilistiche hanno spiegato che il contesto di mercato è particolarmente “difficile” e “sfidante”, con una domanda ridotta per i beni di lusso e sconti che penalizzano soprattutto il segmento dei veicoli elettrici. Mercedes-Benz ha sottolineato che la combinazione di bassa domanda e sconti prolungati ha inciso pesantemente sulle vendite in Cina.

Il Boom dei Veicoli Elettrici in Cina: Tesla e BYD in Crescita

Mentre BMW e Mercedes lottano, Tesla e il produttore cinese BYD stanno registrando risultati opposti. BYD ha aumentato le vendite di veicoli elettrici puri e ibridi del 45%, raggiungendo quasi 418.000 unità a settembre. Tesla, dal canto suo, ha annunciato un incremento del 66% nelle vendite, con 72.000 auto vendute nello stesso mese.

Questa crescita è alimentata dagli incentivi statali per l’acquisto di veicoli elettrici in Cina, che hanno generato un vero e proprio boom del mercato elettrico. Tuttavia, i produttori tedeschi sembrano essere rimasti fuori da questo trend, poiché le case automobilistiche cinesi offrono veicoli più economici e modelli più adatti al pubblico locale.

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Problemi di Fornitura e Frenate Improvvise

Un altro colpo per BMW è arrivato sotto forma di un problema di fornitura legato al sistema frenante di Continental, che ha costretto l’azienda a fermare la consegna di circa 320.000 veicoli già pronti. Nel terzo trimestre, le vendite globali di BMW sono scese del 13% (poco più di 540.000 auto), mentre nei primi nove mesi del 2023, il calo è stato del 4,5%, con un totale di 1,75 milioni di veicoli venduti.

Mercedes-Benz, nonostante un trimestre difficile con 503.600 consegne, rimane indietro rispetto a BMW, con una flessione delle vendite del 4% rispetto all’anno precedente, totalizzando 1,46 milioni di auto consegnate fino ad ora.

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La Battaglia dei Veicoli Elettrici: BMW in Crescita, Mercedes in Crisi

Nel segmento dei veicoli elettrici, BMW sta ottenendo risultati positivi, con una crescita del 10% nel terzo trimestre e un aumento del 19% nelle vendite annuali, totalizzando 294.000 veicoli elettrici. “I nostri veicoli completamente elettrici stanno conquistando i clienti in tutto il mondo”, ha affermato Jochen Goller, responsabile delle vendite di BMW.

D’altro canto, Mercedes-Benz ha visto un crollo nel suo settore elettrico: le vendite dei modelli EQ sono diminuite del 31%, con solo 42.500 veicoli venduti nel terzo trimestre. Da gennaio a settembre, il totale dei veicoli elettrici venduti si attesta a 136.000, un calo del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, il marchio ha visto una crescita del 10% nei plug-in ibridi, trainata dalla forte domanda negli Stati Uniti.

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Conclusione: Un Mercato in Evoluzione

Il terzo trimestre del 2023 ha messo in luce una trasformazione significativa nel mercato automobilistico globale. Mentre Tesla e BYD continuano a crescere nel segmento dei veicoli elettrici, BMW e Mercedes-Benz stanno lottando per mantenere il loro primato in un mercato che si sta rapidamente elettrificando.

Il futuro per i produttori tedeschi dipenderà dalla loro capacità di innovare nel segmento dei veicoli elettrici e di adattarsi a un mercato in cui i consumatori cercano sempre più soluzioni sostenibili e a prezzi competitivi.

Ma lo sapevate che in Germania...nelle scuole mancheranno 110.000 Insegnanti per il tempo pieno entro il 2030!

La carenza di insegnanti in Germania sta raggiungendo livelli critici, e la situazione rischia di peggiorare con l’introduzione del diritto legale all’assistenza scolastica a tempo pieno nelle scuole elementari. Secondo nuove stime del sindacato degli educatori GEW (Gewerkschaft Erziehung und Wissenschaft), entro il 2030 mancheranno oltre 110.000 insegnanti. Questa enorme lacuna sarà aggravata dal crescente bisogno di personale qualificato per soddisfare le esigenze dell’assistenza a tempo pieno. Ne scrive BR.de

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Il diritto legale all’assistenza scolastica: una mossa strategica, ma rischiosa

A partire dall’anno scolastico 2026/2027, il governo tedesco ha deciso di introdurre gradualmente il diritto legale all’assistenza a tempo pieno per i bambini delle scuole elementari, iniziando dai primi anni fino a coprire tutti i bambini fino alla quarta classe nel 2029/2030.

Questo diritto potrebbe rappresentare una grande opportunità per rafforzare il sistema educativo del Paese, ma il sindacato GEW avverte: la mancanza di insegnanti rischia di far fallire questa ambiziosa riforma. Maike Finnern, presidente del GEW, ha spiegato che, oltre ai docenti, mancheranno anche diverse centinaia di migliaia di educatori, assistenti sociali e psicologi scolastici, tutti cruciali per il successo del piano di assistenza a tempo pieno.

Il crescente interesse delle famiglie per l’assistenza a tempo pieno

La previsione di una tale carenza di insegnanti si basa sull’aumento della domanda da parte delle famiglie. Secondo Ulf Rödde, portavoce del GEW, si stima che entro il 2030 tra il 70 e l’80% dei genitori utilizzerà l’offerta di assistenza a tempo pieno. Attualmente, il 55% delle famiglie sfrutta già queste opportunità, ma con l’introduzione del diritto legale, il tasso di utilizzo dovrebbe aumentare notevolmente.

L’esperienza con il diritto all’asilo nido ha già mostrato che, una volta stabilito un diritto legale, l’interesse dei genitori cresce esponenzialmente.

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Non solo insegnanti: manca anche il personale di supporto

Oltre alla carenza di insegnanti, il sistema scolastico dovrà affrontare anche una grave mancanza di educatori, assistenti sociali e psicologi scolastici. Questi professionisti sono essenziali per garantire che l’assistenza a tempo pieno funzioni, poiché si occuperanno dell’aspetto educativo, sociale e psicologico dei bambini durante tutto l’arco della giornata scolastica.

La presidente del GEW, Finnern, riconosce che l’introduzione dell’assistenza a tempo pieno rappresenta un’opportunità unica per trasformare il sistema educativo tedesco. Tuttavia, sottolinea l’importanza di affrontare queste sfide offrendo soluzioni concrete come una migliore formazione e condizioni di lavoro più attrattive.

La sfida della Diaconia di Monaco: nuove opportunità di qualificazione

Anche la Diaconia di Monaco e Alta Baviera si sta preparando per affrontare la sfida della carenza di personale. Andrea Betz, portavoce della Diaconia, ha dichiarato che la chiave per colmare questa lacuna potrebbe risiedere in nuovi programmi di qualificazione, come la formazione di “assistenti per l’assistenza ai bambini delle scuole elementari”. Questi programmi richiedono meno tempo rispetto a una formazione completa come educatore, offrendo una buona opportunità anche per gli immigrati con qualifiche pedagogiche non riconosciute in Germania.

Il lavoro di squadra come chiave del successo

Per garantire il successo dell’assistenza a tempo pieno, Betz sottolinea che il concetto di assistenza cooperativa a tempo pieno (KoGa) richiede una stretta collaborazione tra insegnanti e operatori dell’assistenza. È fondamentale che le due parti lavorino alla pari e che gli spazi scolastici vengano utilizzati in maniera condivisa. Questo tipo di approccio integrato potrebbe portare a un cambiamento positivo nell’atteggiamento del personale, ma è necessario che questo cambiamento culturale sia sostenuto “dall’alto”, con un maggiore impegno politico e istituzionale.

La carenza di insegnanti: un problema di lunga data

La carenza di insegnanti in Germania è un problema che persiste da anni, ma ora si sta aggravando. Solo pochi giorni fa, il Ministero della Cultura della Baviera ha reso noto che sempre meno insegnanti lavorano fino all’età pensionabile. Attualmente, solo il 18% degli insegnanti in Baviera raggiunge l’età pensionabile o lavora oltre, contro il 60% di dieci anni fa. Questa tendenza preoccupa ancora di più in vista della crescente domanda che il diritto all’assistenza a tempo pieno genererà nei prossimi anni.

Conclusione: un’opportunità da non perdere

La riforma dell’assistenza scolastica a tempo pieno rappresenta una sfida enorme per il sistema educativo tedesco, ma anche un’opportunità unica per trasformare il panorama dell’istruzione. Affrontare la carenza di insegnanti e di personale di supporto sarà cruciale per il successo di questa iniziativa, ma con una pianificazione adeguata e investimenti mirati, la Germania potrebbe fare un passo importante verso un sistema educativo più inclusivo e moderno.

Germania: La Lotta Contro la Carenza di Personale nel Settore dell'Assistenza

Gli ospedali e le strutture sanitarie in Germania stanno affrontando una carenza acuta di personale. Poiché il numero di professionisti locali non è sufficiente a coprire la domanda, le aziende hanno iniziato a reclutare operatori sanitari anche da altri Paesi. Un recente rapporto di ricerca dell’IAB offre una panoramica sul ruolo crescente dei lavoratori stranieri nel settore dell’assistenza sanitaria in Germania e del contributo fondamentale che offrono per colmare il fabbisogno immediato di personale. Ne scrive lo IAB-Forum.de

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Quanto è grave la crisi del personale nel settore dell’assistenza?

Holger Seibert, ricercatore presso la rete regionale dell’IAB, sottolinea come il cambiamento demografico stia colpendo duramente il settore dell’assistenza sanitaria in Germania. Con l’aumento delle persone bisognose di cure, anche il personale sanitario ne risente: tra gli operatori di nazionalità tedesca ci sono molti più lavoratori anziani che giovani. Nei prossimi anni, molti di loro andranno in pensione, e questo aggraverà ulteriormente la situazione.

L’analisi delle carenze dell’Agenzia Federale per l’Impiego mostra tempi di copertura dei posti vacanti nei lavori di assistenza molto superiori alla media. Anche per i lavori di assistenza ausiliaria, i tempi di reclutamento sono elevati.

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Gli accordi di migrazione: una soluzione efficace?

La Germania ha siglato di recente nuovi accordi di migrazione con Paesi terzi, come il Kenya e l’Uzbekistan, per incentivare il reclutamento internazionale di personale qualificato. Secondo Doris Wiethölter, ricercatrice dell’IAB, questo modello ha avuto un certo successo, ma ci sono ancora molte sfide da affrontare, tra cui la lunghezza delle procedure di riconoscimento professionale. Spesso, i titoli accademici stranieri vengono solo parzialmente riconosciuti, costringendo personale qualificato a lavorare a livello di assistenti, il che può portare a insoddisfazione.

I Paesi di reclutamento più importanti

Da molti anni, il reclutamento di operatori sanitari avviene tramite accordi bilaterali con Paesi selezionati, spiega Seibert. I Paesi di reclutamento più significativi, secondo i dati occupazionali, sono: Bosnia-Erzegovina, Filippine, India, Tunisia e Vietnam.

Anche il numero di rifugiati impiegati nel settore dell’assistenza è aumentato significativamente. Nel 2023, 24.000 operatori provenienti dai principali Paesi di origine dei richiedenti asilo erano attivi nel settore dell’assistenza, e il numero di operatori dall’Ucraina è in crescita.

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L’impatto delle forze di lavoro straniere

Il personale straniero è ormai una componente indispensabile del settore dell’assistenza in Germania. Un sesto degli operatori sanitari è di nazionalità straniera, una quota che è cresciuta costantemente negli ultimi dieci anni. Dal 2022, la crescita occupazionale nel settore dell’assistenza è stata sostenuta esclusivamente dai lavoratori stranieri, mentre il numero di operatori tedeschi è in calo.

Livelli di qualificazione: differenze tra lavoratori stranieri e tedeschi

Ci sono notevoli differenze tra assistenza ospedaliera e assistenza agli anziani. Nell’assistenza ospedaliera, tre su quattro operatori tedeschi lavorano come professionisti qualificati, mentre tra i lavoratori stranieri, due su tre hanno qualifiche professionali. Nell’assistenza agli anziani, il numero di assistenti è più alto: solo la metà del personale tedesco lavora come professionisti qualificati, mentre tra gli stranieri un terzo ha qualifiche professionali e due terzi lavorano come assistenti.

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Cosa deve fare la politica?

Non esiste una soluzione unica per la crisi del personale nel settore dell’assistenza, afferma Seibert. Tuttavia, una delle priorità dovrebbe essere accelerare le procedure di riconoscimento professionale, con l’introduzione di standard uniformi che semplifichino il processo già dall’estero. La padronanza della lingua tedesca rimane una sfida per molti lavoratori stranieri, e ulteriori supporti sono necessari per agevolare l’integrazione.

Le misure già in atto

Secondo Doris Wiethölter, alcuni passi sono già stati fatti. La riforma della legge sull’immigrazione del personale qualificato mira a ridurre le barriere burocratiche. Inoltre, il Ministero della Salute sta sostenendo progetti come il “Toolbox per una buona integrazione” e il progetto “INGA Pflege”, che puntano a facilitare l’integrazione e il riconoscimento rapido delle qualifiche professionali.

In conclusione, mentre la Germania affronta una crisi del personale nel settore dell’assistenza, il ruolo del personale straniero è cruciale per soddisfare la crescente domanda di servizi di cura. Tuttavia, restano numerose sfide, soprattutto legate al riconoscimento delle qualifiche e all’integrazione linguistica e sociale.

domenica 13 ottobre 2024

Intervista a Gerhard Schröder sulle Sfide Globali: Migrazione, Crisi Energetica e Diplomazia in Europa

Nel corso di una recente intervista, Gerhard Schröder, ex cancelliere tedesco, ha offerto una prospettiva lucida e critica sulle principali questioni politiche che stanno attualmente influenzando la Germania e l’Europa. Il suo intervento, pur fondato sull’esperienza e sulle scelte politiche passate, si concentra su una serie di sfide che vanno dalla gestione della crisi migratoria, alle difficoltà economiche, fino alla guerra in Ucraina. Di seguito, esploreremo i punti chiave toccati da Schröder, che risultano di grande interesse per comprendere le dinamiche politiche attuali.

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1. La crisi migratoria e il suo impatto sociale

Uno dei temi più rilevanti affrontati da Schröder è la gestione della migrazione, che continua a rappresentare una sfida fondamentale per la Germania e l’Europa. Schröder critica l’approccio attuale, accusando i governi di non aver trovato un equilibrio tra l’accoglienza umanitaria e il controllo dell’immigrazione. Secondo lui, la distinzione tra rifugiati politici e migranti economici è spesso troppo sfumata, e questo ha portato a tensioni sociali crescenti. La percezione diffusa, osserva Schröder, è che i cittadini che lavorano regolarmente siano svantaggiati rispetto a coloro che beneficiano dei sussidi statali, una situazione che rischia di alimentare sentimenti di frustrazione e il sostegno ai partiti populisti.

2. La transizione energetica e la crisi economica

Schröder esprime preoccupazioni anche sulla gestione della transizione energetica in Germania. Sebbene riconosca l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico, critica l’impatto delle attuali politiche verdi sull’economia del Paese. La rapida transizione verso fonti di energia rinnovabile, insieme al distacco dalle tradizionali forniture energetiche russe, ha infatti provocato una crisi che ha colpito sia le industrie tedesche che i cittadini. Schröder suggerisce che la Germania dovrebbe adottare un approccio più graduale e pragmatico per proteggere la sua competitività economica e sostenere la crescita, mantenendo comunque gli obiettivi ambientali.

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3. La guerra in Ucraina e il ruolo dell’Europa

Un altro tema centrale dell’intervista è il conflitto in Ucraina. Schröder, che ha mantenuto legami stretti con la Russia, non giustifica l’invasione russa ma critica anche la mancanza di volontà da parte dell’Occidente di cercare una soluzione diplomatica. Secondo l’ex cancelliere, l’Europa dovrebbe assumere un ruolo più attivo nel mediare tra le parti in conflitto, cercando soluzioni negoziate piuttosto che puntare esclusivamente sull’invio di armi alla parte ucraina. Schröder teme che l’ulteriore escalation militare possa portare a una destabilizzazione maggiore, con conseguenze disastrose, specialmente per l’Europa.

Uno dei punti più controversi del suo intervento è la critica alle armi fornite all’Ucraina, in particolare quelle a lungo raggio che potrebbero colpire obiettivi russi sensibili, come Mosca. Schröder ritiene che un conflitto prolungato, basato unicamente su una soluzione militare, non porterebbe a una pace duratura. In questo contesto, richiama l’importanza di trovare canali diplomatici e suggerisce che l’Europa, soprattutto Francia e Germania, debba assumere la leadership in questi negoziati, senza aspettare l’iniziativa di potenze esterne come gli Stati Uniti o la Cina.

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4. La politica europea e il ruolo del motore franco-tedesco

Schröder riflette inoltre sullo stato attuale dell’Unione Europea, lamentando la debolezza del cosiddetto “motore franco-tedesco”, che storicamente ha guidato l’integrazione e la stabilità in Europa. A suo avviso, l’indebolimento della cooperazione tra Germania e Francia sta mettendo a rischio la capacità dell’Europa di affrontare le sfide globali. Questa mancanza di leadership, sostiene Schröder, ha creato un vuoto politico che rende l’Europa vulnerabile su diversi fronti, dall’economia alla sicurezza.

Secondo Schröder, la soluzione per rilanciare l’Europa risiede in un rinnovato impegno da parte di Germania e Francia a lavorare insieme per affrontare le crisi interne e internazionali, rafforzando al contempo l’integrazione europea. Senza una forte alleanza tra questi due Paesi, le prospettive per un’Europa unita e competitiva sembrano sempre più incerte.

5. Un futuro incerto per la leadership globale

Infine, Schröder riflette sulle trasformazioni della leadership globale, sottolineando come l’Europa stia perdendo terreno rispetto ad altre potenze, in particolare Stati Uniti e Cina. Il suo richiamo è chiaro: l’Europa deve riconquistare una posizione di maggiore indipendenza strategica, specialmente nel dialogo con gli Stati Uniti. Se l’Europa vuole avere un peso nei negoziati internazionali, specialmente in quelli relativi al conflitto in Ucraina, deve essere più proattiva e autonoma nelle sue decisioni geopolitiche.

Schröder avverte che un’Europa frammentata rischia di restare relegata a un ruolo marginale, incapace di influenzare gli eventi globali e di proteggere i propri interessi.

Conclusione

Gerhard Schröder, con la sua lunga esperienza politica, ci offre uno sguardo critico ma costruttivo sulle attuali sfide della Germania e dell’Europa. Le sue osservazioni, che spaziano dalla crisi migratoria, alla politica energetica, alla guerra in Ucraina, evidenziano la necessità di una leadership forte e decisa, capace di affrontare i problemi con pragmatismo e visione a lungo termine. In un momento di grande incertezza, Schröder suggerisce che solo una Germania e un’Europa unite possono trovare soluzioni durature per garantire prosperità e stabilità nel prossimo futuro.

Trovare Lavoro in Germania per Italiani: Una Guida Pratica

Trasferirsi in un nuovo paese può essere un’esperienza emozionante e, allo stesso tempo, impegnativa. In particolare, trovare lavoro in Germania per italiani può sembrare un compito arduo. Tuttavia, con le giuste informazioni e un approccio proattivo, è possibile navigare il mercato del lavoro tedesco e costruire una carriera soddisfacente. Ecco una guida pratica che ti aiuterà a orientarti nel processo di ricerca del lavoro in Germania.

Trasferirsi in Germania: Consigli Pratici per Lavorare e Integrarsi

1. L’importanza dell’iscrizione all’Arbeitsamt

Il primo passo consigliato per trovare lavoro in Germania per italiani è iscriversi all’Arbeitsamt, l’agenzia per il lavoro tedesca. Sebbene non sia obbligatorio, questo passo può rivelarsi utile, soprattutto per coloro che hanno perso un lavoro. L’Arbeitsamt si concentra principalmente su chi cerca una nuova occupazione dopo aver perso un impiego, offrendo supporto economico temporaneo e assistenza nella ricerca di lavoro. Anche se l’agenzia non si spende attivamente per chi cerca il primo lavoro, registrarsi può comunque offrire vantaggi, come l’accesso a risorse utili e informazioni sulle opportunità lavorative disponibili.

2. Accettare un lavoro iniziale

Quando arrivi in Germania, è importante mantenere una mentalità aperta. Non cercare subito il “lavoro dei sogni”. All’inizio, potrebbe essere necessario accettare impieghi che non sono direttamente legati alle tue competenze professionali. Questo approccio consente di entrare nel mercato del lavoro e accumulare esperienza. Che si tratti di lavorare come cameriere, giardiniere o in altri ruoli, ogni esperienza può essere preziosa e costituire un trampolino di lancio per opportunità future.

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3. L’importanza della lingua tedesca

Imparare il tedesco è fondamentale per trovare lavoro in Germania per italiani. La conoscenza della lingua non solo facilita la comunicazione con i datori di lavoro, ma è anche un requisito spesso fondamentale per le posizioni di lavoro. È consigliabile seguire corsi di lingua fin dal tuo arrivo in Germania, in modo da acquisire competenze sufficienti per interagire nel contesto lavorativo e presentare candidature con un curriculum efficace.

4. Creare un curriculum efficace

In Germania, il curriculum deve essere specifico e conciso. È importante adattare il tuo curriculum a ciascuna posizione per la quale ti candidi. Non c’è spazio per dettagli superflui; l’obiettivo è mettere in evidenza solo le esperienze rilevanti per la posizione specifica. Ad esempio, se ti candidi per un lavoro da fabbro, il curriculum dovrebbe concentrarsi sulle esperienze correlate a quella professione. Evita di includere informazioni non pertinenti, poiché i datori di lavoro preferiscono profili mirati e facili da leggere.

Trasferirsi in Germania: Consigli Pratici per Lavorare e Integrarsi

5. Utilizzare le agenzie interinali (Leihfirmen)

Le Leihfirmen, o agenzie di lavoro interinale, possono rappresentare un’opzione vantaggiosa per chi cerca un impiego temporaneo o non ha molta esperienza. Queste agenzie offrono la possibilità di lavorare in diverse aziende per periodi di tempo variabili, permettendo di accumulare esperienza e contatti nel mercato del lavoro tedesco. Anche se la remunerazione può essere inferiore a quella di un impiego diretto, lavorare tramite un’agenzia può fornire un’importante porta d’ingresso nel settore.

6. Approfittare dei servizi dell’Arbeitsamt

L’Arbeitsamt offre numerosi servizi utili per chi cerca lavoro, tra cui l’accesso a computer, stampanti e assistenza da parte del personale. Utilizzare queste risorse può semplificare e velocizzare il processo di ricerca del lavoro. Inoltre, l’agenzia gestisce il portale Jobbörse, dove vengono pubblicate quotidianamente nuove offerte di lavoro. È fondamentale consultare regolarmente questo portale per restare aggiornati sulle opportunità disponibili e avere successo nella ricerca di lavoro in Germania.

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7. Riconoscimento dei titoli di studio

Un aspetto importante da considerare per chi cerca lavoro in Germania è il riconoscimento dei titoli di studio stranieri. Poiché i sistemi educativi variano da paese a paese, un diploma o una laurea italiana potrebbero non essere automaticamente riconosciuti in Germania. È consigliabile ottenere una traduzione giurata dei propri titoli e, se necessario, richiedere l’equivalente tedesco. Questo processo può richiedere tempo e risorse, quindi è opportuno avviare queste pratiche il prima possibile, anche mentre si cerca un lavoro temporaneo.

8. Approccio proattivo alla ricerca di lavoro

Essere proattivi nella ricerca del lavoro è fondamentale per chi desidera trovare lavoro in Germania per italiani. Inviare curriculum quotidianamente e candidarsi per diverse posizioni aumenta le possibilità di essere notati dai datori di lavoro. Utilizzare un raggio di ricerca ampio e non limitarsi solo alle opportunità vicine può portare a offerte interessanti. Adottare un atteggiamento determinato e perseverante aiuterà a superare le difficoltà iniziali e a trovare il lavoro desiderato.

Conclusione

Trovare lavoro in Germania per italiani può essere una sfida, ma con un approccio strategico e un atteggiamento proattivo, è possibile costruire una carriera soddisfacente. Iscriversi all’Arbeitsamt, accettare lavori iniziali, imparare il tedesco, creare un curriculum mirato e sfruttare le agenzie interinali sono passi essenziali per avere successo. Ricorda che ogni esperienza conta e che il tuo impegno e la tua perseveranza ti porteranno verso il raggiungimento dei tuoi obiettivi lavorativi.

Crisi economica in Germania: Un 2024 segnato dalla recessione?

La crisi economica in Germania sembra ormai inevitabile, con l’economia del paese che si trova in “acque difficili” secondo la Deutsche Bundesbank. Le previsioni del governo, considerate da molti analisti “troppo ottimistiche”, stanno venendo ridimensionate man mano che ci si avvicina al nuovo anno. Già il Ministro dell’Economia Robert Habeck e il Consiglio degli esperti economici avevano previsto per il 2023 una crescita del PIL reale di appena lo 0,3%, ma la realtà economica potrebbe essere ancora più cupa. Ne scrive Junge Welt

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Segnali di una nuova recessione in Germania

Già nell’estate del 2023, molti osservatori economici hanno iniziato a prevedere una recessione imminente. I principali istituti economici tedeschi hanno adeguato le loro stime: l’Ifo-Institut di Monaco e il DIW di Berlino prevedono ora un calo del PIL dello 0,4%, mentre l’RWI di Essen parla addirittura di -0,6%. Questi dati confermano come l’economia tedesca si stia avviando verso il secondo anno consecutivo di recessione, con il 2024 destinato a seguire la stessa tendenza negativa del 2023.

Sentimento economico negativo e dati preoccupanti

Il sentimento economico in Germania è ai minimi storici. Il 23 settembre, mentre il Ministro Habeck si riuniva con i leader del settore automobilistico e i rappresentanti di IG Metall per discutere come incentivare le vendite di auto elettriche, nuovi dati negativi hanno colpito l’economia tedesca. L’indice dei direttori degli acquisti (PMI), che riflette le aspettative di domanda nell’industria e nel commercio, è sceso a settembre a 40,3 punti nel settore industriale (valori sotto i 50 indicano contrazione), un minimo preoccupante. Anche l’Ifo-Geschäftsklimaindex (indice del clima economico Ifo) è sceso per la quarta volta consecutiva a 85,4 punti.

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Cause profonde della crisi economica in Germania

Le cause della crisi economica in Germania sono molteplici. Da un lato, la crescita più lenta dell’economia mondiale ha ridotto la domanda per le esportazioni tedesche, un settore chiave per l’economia del paese. Dall’altro lato, l’aumento dei costi, in particolare l’inflazione e l’aumento dei prezzi dell’energia, hanno messo a dura prova le imprese e i consumatori. Nonostante alcuni segnali positivi, come il tasso di inflazione sceso sotto il 2% ad agosto, i costi di finanziamento elevati continuano a frenare gli investimenti.

L’Istituto dell’economia tedesca (IW), finanziato dalle associazioni industriali e datoriali, sottolinea che le incertezze economiche e politiche continuano a pesare sugli investimenti, con una stima prudente di una diminuzione degli investimenti fissi di circa il 3% nel 2023.

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L’andamento del PIL: Segnali di stagnazione

Il PIL della Germania ha mostrato un andamento molto fiacco nel 2023: +0,1% nel primo trimestre, -0,1% nel secondo trimestre e un leggero rimbalzo del +0,2% nel terzo trimestre. Tuttavia, il quarto trimestre ha segnato un calo significativo del -0,4%, confermando che il 2023 è stato un anno di recessione per l’economia tedesca. Le previsioni per il 2024 indicano che la Germania affronterà il suo secondo anno consecutivo di recessione, un fenomeno raro dal 1951.

Un futuro incerto per l’economia tedesca

Le speranze di una rapida ripresa dei consumi, attese da molti economisti e dal governo, si sono rivelate illusioni. Dopo due anni di crescita stagnante dei consumi, è difficile immaginare un rimbalzo significativo nel 2024. Gli aumenti salariali ottenuti dai sindacati hanno solo parzialmente compensato le perdite di salario reale, contribuendo a mantenere bassi i livelli di consumo.

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La crisi economica in Germania non sembra destinata a risolversi rapidamente. Anche se il calo del PIL previsto per il 2024 sarà relativamente modesto (intorno allo 0,3%), la situazione complessiva indica una fase di stagnazione prolungata. Gli anni di recessione sono spesso seguiti da periodi di ripresa economica, ma, come dimostrano le esperienze passate, queste fasi di ripresa sono diventate sempre più deboli nel tempo.

Conclusioni

La crisi economica in Germania sta entrando in una fase critica. Dopo un 2023 segnato dalla recessione, anche il 2024 sembra destinato a essere un anno di contrazione economica. Le sfide strutturali, come la debole crescita del PIL, l’inflazione e l’incertezza globale, continuano a pesare su una delle economie più forti d’Europa. I segnali di ripresa, per ora, sembrano lontani, lasciando la Germania in un periodo di stagnazione e incertezza economica.

La parola d’ordine per il prossimo anno sarà quindi prudenza, mentre il paese cerca di adattarsi a una crisi economica che sta mettendo a dura prova la sua struttura economica e sociale.

Missili Green: Quando un missile o un carro armato diventano "sostenibili"



Sembra che l’industria bellica europea abbia trovato la formula magica per attrarre capitali: armi sostenibili per un mondo più verde e pacifico. Chi l’avrebbe mai detto che un missile o un carro armato potrebbero diventare il nuovo simbolo della sostenibilità? Ne scrive Lobbycontrol.de

Orwell ne sarebbe orgoglioso: La Commissione Europea vuole classificare l’industria degli armamenti come sostenibile – per il suo presunto contributo alla pace. Le ricerche di Taz e LobbyControl dimostrano: dietro c’è una massiccia campagna della lobby delle armi.

Dall’attacco russo all’Ucraina e con l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, l’industria bellica europea è in pieno fermento. La domanda di beni militari è così alta che difficilmente può essere soddisfatta, e i corsi azionari sono esplosi. Il ministro della Difesa Pistorius vuole rendere la Germania “pronta per la guerra” entro il 2029. Anche per la Commissione Europea, sicurezza e difesa sono tra le massime priorità.

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Lobby della difesa e investimenti sostenibili

Considerata la loro rilevanza strategica, non sorprende che la lobby europea degli armamenti trovi attualmente un orecchio attento per le sue richieste in politica. Un risultato di questa influenza: la nuova Commissione Europea sta valutando di classificare gli investimenti privati in armamenti come sostenibili.

Campagna di lobby dell’industria bellica

Può essere giustificato rivalutare l’industria degli armamenti alla luce dell’attacco russo all’Ucraina. Tuttavia, le ricerche di Taz e LobbyControl svelano una vasta campagna di lobby da parte dell’industria bellica. Seguendo l’esempio dell’industria nucleare, vuole garantirsi l’accesso agli investimenti di investitori attenti alla sostenibilità.

L’obiettivo di questa campagna è duplice:

  1. Far classificare gli investimenti negli armamenti come compatibili con i criteri di sostenibilità.
  2. Far sì che gli investimenti in “difesa, resilienza e sicurezza” vengano considerati intrinsecamente sostenibili, poiché garantirebbero la pace e, quindi, permetterebbero la sostenibilità.

Questa argomentazione ha già fatto breccia in almeno due importanti documenti strategici della Commissione Europea, con alcune formulazioni che coincidono parola per parola con dichiarazioni di associazioni di lobby dell’industria delle armi.

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L’influenza crescente dell’industria bellica sulla politica UE

Questo è un ulteriore segnale che la nuova Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, sta orientando sempre più la sua politica verso gli interessi dell’industria. La competitività e la deregolamentazione sono prioritarie, anche a scapito dei consumatori e dell’ambiente.

L’UE e la protezione dei consumatori sui mercati finanziari

Molti investitori desiderano investire i loro soldi in cosiddetti investimenti ESG, ossia investimenti che promuovono la sostenibilità. ESG sta per Ambiente (Environment), Sociale (Social) e buona Governance aziendale (Governance), che rappresentano i tre principali criteri di sostenibilità.

Per permettere ai consumatori di accedere alle informazioni e prevenire il greenwashing, l’UE stabilisce obblighi di trasparenza e criteri che un investimento deve soddisfare per potersi definire “sostenibile”. Tuttavia, le definizioni dell’UE sono state in passato fortemente criticate. Nel 2022, quando la Commissione Europea classificò l’energia nucleare e il gas naturale come “sostenibili”, l’organizzazione ambientalista WWF accusò l’UE di “greenwashing strutturale”.

Nonostante questa controversia, settori come armi, tabacco, alcol o gioco d’azzardo sono ancora considerati non sostenibili.

armi sostenibili green washing

La lotta dell’industria bellica per l’etichetta “sostenibile”

Questo è stato un problema per l’industria bellica per molto tempo. Milioni di euro che potrebbero essere investiti in fondi sostenibili le sfuggono. Per questo motivo, il settore ha deciso di utilizzare il suo considerevole potere di lobby per modificare le definizioni ESG a proprio favore.

Il potere della lobby degli armamenti a Bruxelles

Il settore degli armamenti è una delle lobby più influenti a Bruxelles. Un’analisi del registro per la trasparenza dell’UE rivela un budget annuo di circa 11-15 milioni di euro per le attività di lobby, che si estende su aziende e associazioni di categoria. Dal 2019, la Commissione Europea si è incontrata 356 volte con rappresentanti dell’industria bellica.

Questi dati, sebbene approssimativi, offrono un quadro chiaro dei privilegiati accessi e delle risorse finanziarie della lobby degli armamenti verso le istituzioni europee.


Conclusione: La crescente influenza della lobby degli armamenti sulla politica dell’UE, specialmente nel tentativo di etichettare gli investimenti in difesa come sostenibili, solleva interrogativi critici sul futuro della sostenibilità e della trasparenza finanziaria in Europa.