L'assegnazione della Croce di Merito tedesca a Mario Draghi, come era prevedibile, divide la stampa in due fazioni: da un lato i filo-europeisti lodano la scelta del presidente tedesco, dall'altro gli euro-critici e i liberal-conservatori attaccano Steinmeier accusandolo di totale mancanza di empatia nei confronti dei sentimenti del popolo tedesco, che in larga parte sarebbe vittima delle scelte della BCE a guida italiana. I sagaci commentatori della Bild-Zeitung tuttavia omettono di ricordare che grazie "all'italiano", come lo chiamano loro, dal 2011 il DAX è piu' che raddoppiato, che il valore degli immobili continua a crescere senza sosta, che il governo federale ha risparmiato oltre 400 miliardi di interessi passivi sul debito, che dal 2020 non ci sarà piu' la perequazione fiscale fra i Laender e che dal 2021 il tanto odiato "Soli" sparirà, per non parlare del lunghissimo boom economico degli ultimi 7 anni, degli aumenti salariali, e si potrebbe continuare.... Epoch Times, testata online vicina ad AfD, raccoglie alcune delle critiche comparse in questi giorni sulla stampa tedesca.
Venerdì il Presidente della repubblica Frank-Walter Steinmeier presso lo Schloss Bellevue di Berlino assegnerà la Gran Croce di merito di 1a classe della Repubblica federale tedesca a Mario Draghi, presidente per molti anni della BCE, incarico conclusosi nell'ottobre 2019. Il riconoscimento è stato proposto dal Ministro degli esteri Heiko Maas.
Una certa sorpresa in merito all'assegnazione del riconoscimento era già stata espressa in anticipo anche dal portale "Bloomberg". Nell'articolo, infatti, era scritto che l'ex presidente della BCE questa settimana riceverà il massimo riconoscimento tedesco, "ma probabilmente non avrà l'amore immortale del paese". Il portale di notizie finanziarie considera degno di nota anche il fatto che, a differenza dei suoi predecessori Jean-Claude Trichet e Wim Duisenberg, Draghi non abbia ricevuto il premio durante il suo mandato.
"Bild Zeitung": "Croce di merito più costosa" nella storia del paese
Il motivo ufficiale dell'onoreficienza assegnata a Draghi è che egli è riuscito a salvare l'euro. Nell'ambito della crisi greca e e della crisi causata dall'elevato onere debitorio negli altri paesi dell'Eurozona, la persistenza della moneta unica era stata piu' volte messa in discussione. Gli enormi impegni in termini di responsabilità condivisa sul debito, condivisi affinché i paesi colpiti dalla crisi non uscissero dall'euro, e garantiti dai paesi dell'eurozona con un bilancio in pareggio, in Germania in piu' occasioni erano stati oggetto di critica. La "Bild-Zeitung" già all'inizio di questa settimana aveva scritto "dell'ordine di merito più costoso che il nostro paese abbia mai assegnato".
Ancora più controversa degli eurosalvataggi era stata la politica dei tassi di interesse a zero che Draghi aveva prescritto all'eurozona, combinata con i programmi di acquisto delle obbligazioni che aveva ordinato alla BCE e che continueranno ad essere portati avanti anche dopo aver lasciato l'incarico. Secondo Philip Fabian, il commentatore della "Bild", i tassi di interesse a zero di Draghi, ai risparmiatori tedeschi sono costati 120 miliardi di euro in termini di potere d'acquisto reale. Secondo i calcoli di Comdirekt e Barkow Consulting, riportati dalla "Westdeutsche Zeitung", dal 2011 sarebbero stati addirittura 133,3 miliardi di euro.
I risparmiatori tedeschi, inoltre, devono fare i conti anche con gli interessi negativi sui loro risparmi. La conclusione di Fabian: “Con la sua politica monetaria, Draghi ha distrutto la fiducia in una antica virtù tedesca: la parsimonia. La Germania per questo non dovrebbe onorarlo".
Il più stretto alleato della Merkel durante la crisi dell'euro
Anche il deputato della CDU al Bundestag, Klaus-Peter Willsch, critica con forza il riconoscimento assegnato a Draghi. Secondo Willsch "Draghi non merita la Croce al merito federale perché ha abusato dell'indipendenza della BCE minando il divieto di finanziamento agli stati". Con la sua dottrina dei bassi tassi di interesse ha anche "danneggiato gravemente i risparmiatori tedeschi".
La controversie che Draghi ancora suscita in Germania illustrano chiaramente le sfide che il suo successore Christine Lagarde dovrà affrontare quando si tratterà di costruire dei ponti verso l'economia più importante dell'area monetaria, continua Bloomberg. Per questo Lagarde ora sta persino cercando di imparare il tedesco e di stabilire dei contatti con i funzionari di ogni livello.
Secondo il portale, il fatto che ora Draghi nonostante tutte le controversie emerse dovrebbe ricevere un riconoscimento di cui "difficilmente aveva più bisogno rispetto a quelli già ottenuti" è un atto di riconoscimento da parte della Cancelliera tedesca Angela Merkel - per l'impegno di Draghi nel salvataggio dell'euro. Nel 2012 aveva dichiarato di voler fare "tutto ciò che è necessario" per evitare la fine dell'eurozona. In questo modo aveva dato sostegno a Merkel che all'epoca aveva annunciato: "se l'euro fallisce, fallisce l'Europa!"
"La spada di Damocle del fallimento incombe ancora sull'eurozona"
In una rubrica sul blog „Tichys Einblick“, l'esperto di politiche di bilancio Oswald Metzger, che nel 2008 è passato dai Verdi alla CDU, ipotizza che da parte della leadership politica tedesca non si alzeranno delle critiche quando Draghi venerdì arriverà a Berlino. Il tenore sarà piu’ o meno questo: Draghi ha salvato la zona euro.
Il fatto che Draghi in realtà "abbia organizzato un massiccio trasferimento di ricchezza dall'Europa settentrionale a quella meridionale per spingere verso il basso i tassi di interesse dei paesi debitori" solleva dei dubbi sull'adeguatezza del premio, come del resto la bolla che la sua politica dei tassi di interesse a zero ha creato nei mercati immobiliari e azionari. Ma Metzger teme che presto questa bolla potrebbe scoppiare, con conseguenze gravi quanto quelle viste al tempo della crisi finanziaria degli anni 2010.
"Le aziende che oggi sopravvivono solo perché possono permettersi di rimborsare il proprio debito grazie ai bassi tassi di interesse crolleranno e porteranno con sé verso l'abisso un certo numero di banche”
Il suo successore Lagarde farebbe bene a tirare il freno, dice Metzger. Quanto più a lungo la politica della BCE di Draghi proseguirà anche sotto Christine Lagarde, tanto minore sarà la possibilità di un aumento dei tassi graduale e sostenibile, come la fine degli acquisti di obbligazioni.
Inoltre, sempre secondo Metzger, il giubilo per il salvataggio dell'euro potrebbe rivelarsi prematuro: "La spada di Damocle del fallimento è ancora sospesa sull’eurozona, anche se è sempre meno al centro dell'attenzione politica".
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