Continua l'offensiva dei francesi per convincere i tedeschi a cedere sul terreno dell'unione di trasferimento. Dopo Macron, questa volta è Christine Lagarde che a Berlino presenta il suo "fondo per il cattivo tempo", lo strumento con il quale secondo il presidente del FMI si potrebbero superare gli shock all'interno dell'eurozona. Ovviamente in Germania quando si tratta di aprire il portafogli permane un certo scetticismo. Ne parla Die Welt
[...] "Per evitare che la dolorosa esperienza degli anni della crisi economica 2008/2009 si ripeta, l'eurozona ha bisogno di creare una sorta di capacità fiscale centrale", ha detto Lagarde durante un evento organizzato dall'istituto di ricerca economica DIW a Berlino. Il cosiddetto "fondo per il cattivo tempo" dovrebbe rappresentare una parte centrale di questo progetto.
Secondo la proposta del presidente del FMI, i paesi della zona euro dovrebbero versare ogni anno lo 0,35% del loro prodotto interno lordo (PIL) all'interno di un fondo. A fronte di versamenti esigui, secondo Lagarde, si potrebbe ridurre di oltre il 50% il rischio di avere sconvolgimenti incontrollabili all'interno dell'eurozona. Il prerequisito per ricevere le prestazioni del fondo dovrebbe essere il rispetto delle regole fiscali dell'UE, ha chiarito sempre il presidente del FMI.
Il principio dell'assicurazione auto
Il fondo non è destinato a compensare le debolezze croniche e i deficit nazionali dei paesi dell'eurozona. Le risorse del fondo sarebbero destinate a coprire le lacune di bilancio causate dalle diverse situazioni di crisi dei rispettivi stati membri. La dimensione del fondo non sarà probabilmente sufficiente per risolvere la prossima crisi, ha detto Lagarde, "ma puo' aiutare a superarla".
Secondo il piano, i 19 Stati "negli anni buoni dovrebbero contribuire a costruire le riserve", vale a dire riempire il fondo. Al quale potrebbero poi ricorrere i paesi con problemi economici. "Il fondo dovrebbe operare secondo il principio dell'assicurazione auto", ha affermato il capo del FMI. "Solo chi in precedenza ha contribuito, potrà in seguito beneficiare delle prestazioni. E chi lo ha fatto, dopo aver superato la situazione difficile, dovrà pagare di piu".
Questo principio serve a impedire che il fondo si trasformi in un'unione di trasferimento. Non dovrebbe quindi funzionare in modo da incentivare i singoli paesi ad essere finanziati in maniera permanente da altri paesi, ha spiegato il presidente del DIW Marcel Fratzscher. L'obiettivo sarebbe quello di fare in modo che alla fine ogni paese possa ricevere prestazioni pari a quanto ha versato nel fondo. "Dal mio punto di vista, anche nel caso in cui i pagamenti da effettuare siano ingenti, non dovrà essere ampliato facendo ricorso a prestiti. Quando il fondo è vuoto, è vuoto", dice Fratzscher.
Rischi economici
Lagarde invece va oltre: in circostanze estreme, il Fondo dovrebbe essere autorizzato anche a prendere denaro in prestito. E questi prestiti in seguito dovrebbero essere rimborsati grazie ai contributi dei singoli membri. "Ma per essere chiari: questo fondo deve essere un buffer temporaneo, non uno strumento di salvataggio permanente" cosi' secondo Lagarde.
Lagarde ha inoltre sottolineato che in un contesto fatto di tendenze sempre più protezionistiche e populiste, è importante stabilizzare la zona euro e prepararla ad affrontare le crisi future. "In questi tempi difficili abbiamo bisogno di leadership", ha detto il capo del FMI, anche alla luce della disputa commerciale con gli Stati Uniti. "Il mio desiderio è che la zona euro sia una di queste istituzioni leader".
11.4 miliardi di euro all'anno
Per quanto è stato reso noto, i piani presentati non sono del tutto nuovi ed hanno alcuni punti deboli. Cosa suaccadrebbe in caso di crisi in uno stato membro in regola con i pagamenti, ma che sotto determinati aspetti non ha rispettato le norme fiscali dell'UE?
Al Ministero delle Finanze Tedesco le reazioni alla proposta di Lagarde sono alquanto scettiche. "Le proposte in merito ai nuovi strumenti di bilancio sono un elemento della discussione in corso sull'approfondimento dell'unione economica e monetaria. Ci sono sul tema diverse considerazioni e suggerimenti, non da ultimo da parte della Commissione Europea, ma anche del FMI, che continuano ad essere oggetto di discussione", cosi' la risposta del ministero ad una nostra richiesta. "ll lavoro degli organismi europei è attualmente incentrato sullo sviluppo dell'Unione bancaria e del meccanismo europeo di stabilità".
"Mi sfugge completamente la necessità di un ulteriore strumento di compensazione dei deficit", ha detto a Die Welt Peter Bofinger, il membro piu' anziano del "Consiglio dei saggi economici". "E' una cosa a metà fra la concessione di un prestito nell'ambito dei pacchetti di stabilità e gli aiuti erogati attraverso il meccanismo europeo di stabilità (ESM). Che senso avrebbe un terzo strumento?", chiede Bofinger.
Bofinger sottolinea inoltre che i versamenti previsti dal FMI entro tre anni raggiungerebbero i 100 miliardi di euro. "Come si possono investire tutti questi soldi?" Alla fine ci troviamo in una fase di bassi tassi di interesse e "l'investimento di una somma simile non farebbe altro che ridurre ulteriormente i tassi di interesse", cosi' Bofinger.
La questione successiva è se il modello sia davvero praticabile. Dopo tutto, i beneficiari di aiuti finanziari dovrebbero aumentare i pagamenti subito dopo aver superato una crisi. I governi dei paesi da poco usciti da una crisi potrebbero essere meno disposti ad aumentare immediatamente i versamenti nel sistema di sicurezza.
Infine, l'entità del fondo delineato da Lagarde rischia di incontrare forti resistenze nella zona euro: lo 0.35% del PIL sono molti soldi, e per alcuni paesi potrebbero addirittura essere troppi. Per la Germania, con un PIL di circa 3,26 trilioni di euro, significa che ogni anno dovrebbe versare circa 11.4 miliardi di euro nel fondo, calcolati sui 10 anni sarebbero 114 miliardi di euro.
Nei periodi buoni, come quello attuale, si possono anche obbligare i governi a prendere un tale impegno. Ma cosa accadrebbe quando le nuvole piu' scure si radunano nel cielo economico? Christine Lagarde vede il problema, ma controbatte usando una espressione di saggezza che da mesi continua a ripetere come se si trattasse di un mantra: "bisogna riparare il tetto quando ancora splende il sole".