venerdì 18 maggio 2012

Werner Sinn: 10 anni di stagnazione economica per i GIIPS e la Francia

Sinn, con un commento su Handelsblatt.de fa il punto sulla crisi europea. Anche di fronte al baratro dell'insolvenza, continua con i suoi cavalli di battaglia: non siamo noi a dover inflazionare, siete voi a dover deflazionare.
I mercati sono sempre piu' incerti sulla capacità di Spagna e Italia di gestire i loro debiti.  Le misure della BCE fino ad ora non hanno avuto successo. C'è il pericolo che la crisi si infiammi di nuovo.

Dopo che il trilione di Euro di liquidità della banca centrale sembrava aver calmato i mercati finanziari, i tassi sul debito italiano e spagnolo tornano a salire e si avvicinano al 6%. Non siamo ancora al punto di rottura oltre il quale il costo degli interessi diventa insopportabile. Dopo tutto, gli interessi nel sud Europa per decenni prima dell'inizio dell'Euro sono stati vicini al 10 %. Tuttavia i mercati cominciano ad avere crescenti dubbi sul fatto che Italia e Spagna intendano sopportrare il loro fardello di debiti.

Il problema principale è la Spagna. L'indebitamento estero privato e pubblico è piu' grande di quello greco, portoghese, italiano e irlandese messi insieme, ed è all'incirca del 100% del PIL, come per Portogallo e Irlanda. Un quarto della forza lavoro e la metà dei giovani spagnoli sono senza un lavoro, perchè il paese a causa del boom immobiliare finanziato a debito ha perso competitività. La bilancia delle partite correnti, nonostante il crollo dell'import dovuto alla recessione economica, è ancora al 3.5 % del PIL, e a causa della crisi economica la Spagna non raggiungerà il livello di deficit richiesto dall'Europa.

I debiti spagnoli, all'interno del sistema di pagamento europeo Target presso la BCE, sono cresciuti da febbraio a marzo di 65 miliardi di Euro; la fuga di capitali deve essere in qualche modo compensata. I debiti target nascono attraverso dei trasferimenti di denaro fra i diversi paesi. Da luglio 2011 i debiti target della Spagna sono cresciuti di 219 miliardi di euro. La fuga di capitali ha compensato l'importazione di capitali dal 2008 al 2010. Se sommiamo dall'inizio del primo anno della crisi fino ad oggi, la Spagna ha finanziato per intero i suoi deficit delle partite correnti con la stampa di denaro. 

In Italia la situazione non sembra essere migliore. Lì i saldi target da febbraio a marzo sono cresciuti per 76 miliardi e in aprile di altri 9 miliardi di Euro. Da luglio 2011 in totale hanno raggiunto i 263 miliardi di Euro. Anche dall'Italia è in corso una fuga di capitali e dopo le misure della BCE è ancora piu' rapida. E' chiaro che è stata la BCE a causare la fuga di questo capitale da paesi come la Spagna e l'Italia, in quanto il credito a basso tasso offerto, ha fatto fuggire il capitale privato. L'obiettivo della BCE era di ricreare nuovamente fiducia e ristabilire il funzionamento del mercato interbancario. Ovviamente non sembra aver avuto molto successo.

La Francia ha perso la propria competitività

E ora sembra che anche la Francia inizi a tremare. In seguito alla fuga di capitali, da luglio 2011 fino a febbraio 2012 i saldi Target sono cresciuti di 86 miliardi di Euro. Anche la Francia, a causa del credito a buon mercato garantito dall'Euro nei primi anni, ha perso la sua competitività. Secondo uno studio appena pubblicato da Goldman Sachs i prezzi francesi devono scendere di un 20 % rispetto alla media europea. Anche la Francia deve fare una svalutazione reale, se vuole tornare ad essere competitiva nell'area Euro.

L'Italia deve svalutare dal 10 al 15% e la Spagna di almeno il 20%. Portogallo e Grecia devono ridurre i prezzi tra il 30 e il 35%, ma le cifre di Italia e Spagna sono alte abbastanza, da farci preoccupare sugli sviluppi futuri della moneta unica. Solo con grandi sforzi e se si è disposti ad accettare un decennio di stagnazione economica, queste differenze potranno essere eliminate. Per la Grecia e il Portogallo sarà molto difficile all'interno della zona Euro.

Alcuni intendono risolvere il problema con ulteriore credito a buon mercato, che attraverso i canali pubblici, siano i fondi di salvataggio, Euro Bonds o la BCE, vada dai paesi core verso quelli periferici. Ma questo costringerebbe ingiustamente i risparmiatori e i contribuenti dei paesi del nord a mettere a disposizione dei paesi del sud i loro capitali a condizioni che loro non accetterebbero mai volontariamente. 

Ma soprattutto l'offerta di credito pubblico a buon mercato porterebbe ad una situazione malata, se non ad un collasso economico, perchè l'intera unione monetaria diverrebbe un sistema centralizzato con un indirizzamento statale degli investimenti. Questo Euro-sistema non può funzionare, perchè elimina il mercato dei capitali come principale sistema di allocazione nella nostra economia. 

4 commenti:

  1. Ciao e complimenti per il blog.
    Come al solito Sinn in onore della "supremazia tedesca" non vede le colpe della sua germania negli squilibri economici europei, ma solo quelli che reputa dei meriti.
    Ovviamente io, te e il prof Bagnai sappiamo di cosa stiamo parlano, visto che abbiamo imparato cosa sia la Slealtà.... Tedesca.
    Mi piacerebbe proprio uscire dall' euro poter svalutare la nostra vecchia cara lira e vedere come reagisce la Crande Cermania !

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  2. Grazie a te Leo! Sinn continua ad ignorare la realtà dei fatti, vale a dire che l'austerità e le deflazioni finiranno per farci affondare tutti insieme. I tedeschi non vogliono pagare per gli altri, mi sembra chiaro, vogliono solo i vantaggi dell'unione monetaria. Ed è per questo che in fondo personaggi come Sinn, con i loro ragionamenti a senso unico, di fatto fanno un assist ai paesi del sud, che con l'uscita dall'euro potrebbero avere molto da guadagnare. A me sembra chiaro, l'euroscetticismo in Germania sta crescendo, e non è detto che sia un male.

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  3. Si potrebbe essere un'opportunita per lasciare da sola la Germania. Serve maggiore informazioni per far comprendere alla nostra gente le reali dinamiche politiche macroeconomiche e monetarie di questi anni. Devono comprendere che le responsabilità tedesche sono enormi primo per aver inondato di credito facile l'Europa fomentando bolle immobiliari e industriali in molti paesi e poi per aver concepito l'Europa come un'opportunita per pagarsi la riunificazione a spese altrui. Una campagna di informazione capillare deve far comprendere che se ai tedeschi manca l'ossigeno delle esportazioni per circa il 60 % verso Italia Francia e Spagna la loro idea di egemonia si affloscia e i boriosi alla Sinn scompaiono. Un sano protezionismo con una campagna di boicottaggio dei prodotti tedeschi sarebbe pericoloso ma come ultima arma estremamente efficace! Ciao Andrea Icebergfinanza

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    1. Sinn è un avvoltoio, i suoi ragionamenti sono a senso unico, il suo unico interesse è difendere i cosiddetti interessi tedeschi e ovviamente finire sui giornali. Infatti i giornali fanno a gara per intervistarlo e chi pensa che le sue idee siano marginali e possano essere ignorate si sbaglia, la stampa conservatrice utilizza in continuazione le sue idee. Anche i politici della FDP e della CDU non disdegnano di andare a pescare nell'armamentario fornito da Sinn. Se poi osserviamo lo zelo con cui la SPD si appresta a votare il Fiskalpakt capiamo che i margini di manovra per i paesi del sud non siano molti. Insomma, non siamo messi per niente bene.

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