All'apice della crisi dei migranti nel 2015 Merkel aveva solennemente promesso ai tedeschi: "wir schaffen das!". Lo scandalo Bamf ha mostrato invece l'inadeguatezza del governo nel gestire le richieste di asilo: il Bamf di Brema ha concesso lo status di rifugiato a migliaia di migranti senza che ne esistessero le condizioni giuridiche. Il brutale omicidio della bambina di Magonza ha ulteriormente contribuito a cambiare il quadro complessivo e ora Merkel deve fare i conti con chi l'accusa di aver fallito politicamente. Ne parla un ottimo Petr Bystron su The European.
Fu Merkel a decidere di aprire i confini. Ed è stata sempre Merkel a voler spostare su di sé anche i relativi processi decisionali - delegati all'allora capo della Cancelleria Peter Altmaier. Sebbene il piano operativo per la protezione delle frontiere fosse già stato definito, Merkel, senza preavviso, scelse di aprire le frontiere. Presumibilmente per ragioni umanitarie. O anche per evitare che nei media si diffondessero brutte immagini di migranti respinti alle frontiere.
Tutti probabilmente sono d'accordo sul fatto che nelle situazioni di estremo bisogno si possano garantire aiuti umanitari. Anche la FDP recentemente ha fatto sapere che per loro "alcuni giorni di apertura" sarebbero stati sufficienti. Merkel invece scelse i "confini aperti per tutti" e in maniera illimitata. Si tratta piu o meno della linea ufficiale della Linke. Qualcosa del genere sarebbe applaudito anche dall'estrema sinistra dei Verdi e della SPD. Negli ambienti borghesi e conservatori probabilmente nessuno aveva realmente capito il vero significato dell'apertura illimitata, con tutte le sue sfortunate conseguenze.
Le dimensioni del problema che la valanga dei migranti avrebbe causato probabilmente erano note fin dall'inizio. Invece di cercare una soluzione adeguata ai problemi, Merkel ha preferito nascondersi dietro uno slogan infantile: "possiamo farcela!" (Wir schaffen das!). E' probabilmente un caso unico nella storia delle democrazie occidentali: un capo di governo di un paese industriale che per gestire una crisi profonda fa affidamento sul motto di "Bob dem Baumaister" - un cartone animato per i bambini fra i 3 e i 5 anni.
La promessa di Merkel „Wir schaffen das!“ si orientava in due direzioni. Da un lato voleva dire ai tedeschi: possiamo affrontare e vincere questa enorme sfida. In altri tempi, recitata da un'altra persona e con un pathos diverso, sarebbe stato uno stimolo per la società a mobilitare tutte le forze, a restare unita e ad aiutarsi a vicenda. Ma la narrazione mancava di credibilità. Una nazione è in grado di fare grandi cose quando le motivazioni di fondo sono serie e vere. I tedeschi lo hanno già fatto piu' volte nella loro storia: nel 1945 hanno accolto milioni di sfollati dall'est, nel 1956 hanno integrato i rifugiati dall'Ungheria, nel 1986 quelli dalla Cecoslovacchia. Negli anni '90 molti rifugiati provenienti dalla Jugoslavia in guerra hanno trovato rifugio in Germania.
Ma per i migranti del Nord-Africa e del Medio Oriente, prevalentemente giovani, sin dall'inizio la domanda è stata solo una: se stavano fuggendo da una presunta persecuzione nel loro paese d'origine, per quale ragione dovevano assolutamente arrivare in Germania? Nella loro "fuga" hanno attraversato diversi paesi, paesi nei quali noi stessi andiamo in vacanza - fra questi l'Austria, la Croazia e l'Italia. Si' i tedeschi nella loro storia hanno già fatto molto - ma questa sfida non volevano proprio raccoglierla.
Gli unici che negli ultimi tre anni in nome della carità hanno continuato a chiedere piu' "integrazione" e che davanti ad ogni ragazza violentata o assassinata continuano a chiudere gli occhi, sono i profittatori dell'industria dell'asilo. Gli applauditori della stazione di Monaco erano stati reclutati proprio da questi ambienti, come del resto gli organizzatori delle "manifestazioni per i rifugiati" contro i respingimenti. Sono professionisti della sinistra che da anni difendono la loro ideologia a spese del nostro stato e della nostra politica.
Ma Merkel, con il suo "wir schaffen das", è naufragata anche nella seconda direzione della promessa. Si trattava infatti di una promessa fatta al popolo tedesco, ma anche al mondo intero: i nostri funzionari, le nostre autorità, riusciranno a gestire l'assalto dei migranti. Con l'efficienza, la diligenza e l'accuratezza tedesche riusciremo a far fronte a questo problema - il Bamf in questo senso aveva un ruolo centrale. Come appare sempre piu' chiaro, il Bamf non ce l'ha fatta. La Cancelliera ha scaricato sul paese un compito impossibile. E questo è il vero fallimento di Merkel. Dopo 3 anni di cattiva gestione, bisogna dire: "Sie schaffte es nicht!"